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Butyriboletus fechtneri (Velen.) D. Arora & J.L. Frank 2014
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Butyriboletus fechtneri (Velen.) D. Arora & J.L. Frank Regione Lombardia; Anno 2004; Foto di Emilio Pini. -
Butyriboletus fechtneri (Velen.) D. Arora & J.L. Frank 2014
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Butyriboletus fechtneri (Velen.) D. Arora & J.L. Frank 2014 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Boletales Famiglia Boletaceae Sinonimi Boletus fechtneri Velen. 1922 Boletus appendiculatus var. pallescens Konrad 1929 Etimologia Dal latino fechtneri = di Fechtner, da nome proprio. Cappello 8-20 cm, inizialmente emisferico poi convesso-pulvinato, carnoso, con il margine eccedente, regolare; cuticola vellutato-feltrata, pruinosa, sericea, di colore da grigio-biancastro a grigio-crema, grigio-bruno, nocciola, talvolta con lievi sfumature rosate sul bordo. Imenoforo Tubuli lunghi, arrotondato-adnati, inizialmente gialli poi giallo-olivastri, viranti all'azzurro-verdastro alla sezione; pori molto piccoli, stretti, arrotondati, concolori ai tubuli, azzurro-bluastri alla pressione. Gambo 8-15 × 3-6 cm, cilindraceo, ventricoso, ingrossato alla base, talvolta subradicante, di colore generale giallo cromo, con colorazioni rosato-rossastre più o meno persistenti, sovente organizzate in una zona anulare, talvolta diffuse su tutta la superficie o ancora appena accennate; leggero reticolo a maglie sottili e allungate, di norma concolore al fondo. Carne Soda e compatta nei giovani poi molle negli esemplari maturi, giallina, virante all'azzurro-verdastro alla sezione, in maniera più evidente sul cappello e all'apice del gambo, talvolta rosato-rossastra alla base; sapore dolce, odore gradevole negli esemplari giovani, invecchiando assume un'odore sgradevole di fermentazione, di sostanze chimiche o di pittura a tempera. Habitat Cresce isolato o in piccoli gruppi in boschi caldi di latifoglie (Faggio, Castagno, Quercia), più raramente sotto conifere associato a Peccio, spesso su suolo calcareo, dall'estate all'autunno. Commestibilità e Tossicità Buon commestibile dopo cottura, al pari delle altre specie appartenenti a questo Genere. Specie simili Il genere Butyriboletus (ex sezione Appendiculati del genere Boletus) comprende funghi boletoidi aventi imenio (tubuli e pori) e carne dolciastra di colore giallastro, fino reticolo concolore e viranti, o non, alla sezione o per manipolazione. Stabilito che Boletus è monofiletico e usato per B. edulis e relativo gruppo, è stato creato il genere Butyriboletus. Il nome del genere è dovuto alla colorazione dell’imenio, del gambo e della carne che ricorda appunto il burro naturale, tanto che in alcuni stati in U.S.A. vengono comunemente chiamati “butter boleti”. Butyriboletus appendiculatus = Boletus appendiculatus, è caratterizzato da tinte pileiche bruno-rossastre e base del gambo tipicamente attenuata e radicante. Le forme del nostro fungo con cappello particolarmente chiaro potrebbero generare confusioni con le specie del genere Caloboletus (C. radicans e C. calopus) dalla carne tipicamente amara e dall’odore sgradevole di colla vinilica. Rubroboletus pulchrotinctus (Alessio) Kuan Zhao & Zhu L. Yang è diversamente caratterizzato da cuticola con colorazioni rosate diffuse, più cariche al margine e carne rosata sotto la cuticola. Altra possibile confusione potrebbe avvenire con le forme a pori gialli di Rubroboletus satanas. Osservazioni I pori gialli, i toni del pileo grigio-caffèlatte e le sfumature rosato-rossastre sul gambo agevolano la determinazione. La carne di questa specie, in particolar modo nei periodi caldi, è facilmente invasa da larve. Regione Emilia Romagna; Settembre 2012; Foto di Massimo Biraghi. Bosco di Faggio, il suo habitat tipico. Questo fungo raggiunge dimensioni importanti, il cappello è carnoso, asciutto, feltrato ma appena lucido se in ambiente umido, la cuticola eccede il margine; il colore è di tonalità chiara tra il nocciola il bruno e il grigio; i pori sono gialli come pure i tubuli e virano al verdastro o azzurrognolo al tocco o al taglio. Il gambo è cilindrico ingrossato alla base; giallo carico; a volte con sfumature rossicce che formano una zona anulare nella sua parte bassa ma che possono occuparne anche tutta la superficie. La carne è biancastra, soda negli esemplari giovani, di solito vira leggermente all'azzurro nel cappello. Sapore dolce, odore gradevole ma solo negli esemplari giovani. Ottimo commestibile dopo cottura. -
Bulgaria inquinans (Pers. : Fr.) Fr. 1822
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Bulgaria inquinans (Pers. : Fr.) Fr.; Regione Abruzzo, L'Aquila; Novembre 2014; Foto di Raffaele Mininno. -
Bulgaria inquinans (Pers. : Fr.) Fr. 1822
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Bulgaria inquinans (Pers. : Fr.) Fr.; Regione Marche; Ottobre 2014; Foto di Pietro Curti. -
Bulgaria inquinans (Pers. : Fr.) Fr. 1822
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Bulgaria inquinans (Pers. : Fr.) Fr.; Regione Marche; Novembre 2011; Foto di Pietro Curti. Dettaglio superficie fertile. Gruppi. Soggetti giovani. -
Bulgaria inquinans (Pers. : Fr.) Fr. 1822
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Bulgaria inquinans (Pers. : Fr.) Fr.; Regione Umbria; Ottobre 2010; Foto di Stefano Rocchi. -
Bulgaria inquinans (Pers. : Fr.) Fr. 1822
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Bulgaria inquinans (Pers. : Fr.) Fr.; Maggio 2011; Foto di Tomaso Lezzi. Aschi amiloidi, aporinchi; Spore lisce, brune, a forma di amigdale, spesso con una o più guttule; parafisi filiformi, forcate, con estremità ondulate. Osservazioni in L4, Spore negli aschi. Spore a forma di amigdale. Spore e parafisi. Parafisi filiformi. -
Bulgaria inquinans (Pers. : Fr.) Fr. 1822
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Bulgaria inquinans (Pers. : Fr.) Fr. 1822
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Bulgaria inquinans (Pers. : Fr.) Fr. 1822 Tassonomia Divisione Ascomycota Classe Leotiomycetes Ordine Leotiales Famiglia Bulgariaceae Foto e Descrizioni Ascomicete prima globoso con superficie piana o depressa, in seguito a forma di dischi appianati, isolati o adiacenti, più o meno circolari, con il margine spesso dentellato e la superficie pileica liscia, nera, brillante; la faccia inferiore è invece feltrata, pustolata, di color ruggine o bruno-nerastro. Gli esemplari maturi assumono infine un colore nero, sfumato di verde petrolio. La carne è di consistenza gommosa e un poco gelatinosa; diviene molto dura, cornea, quando si essicca. Abbastanza comune, cresce sulla corteccia di latifoglie con particolare frequenza su Quercus spp.; non è insolito trovarlo in autunno sulla legna umida di Quercia tagliata per il focolare. Spore 11,2-12,8 × 6,7-7,9 µm, Qm = 1,7, ellissoidali, talune con profilo amigdaliforme, guttulate e di colore bruno scuro a maturità. Si potrebbe confondere con un basidiomicete, Exidia glandulosa (Bull. : Fr.) Fr., il quale si differenzia per i carpofori di norma fusi tra di loro, per la consistenza più gelatinosa e acquosa e per le spore allantoidi, settate e ialine. Regione Umbria; Novembre 2016; Foto e microscopia di Stefano Rocchi. Il margine del pileo dentellato. Il colore nero sfumato di verde petrolio degli esemplari maturi. Spore 11,2-12,8 × 6,7-7,9 µm, Qm = 1,7, ellissoidali, talune con profilo amigdaliforme, guttulate e di colore bruno scuro a maturità. Osservazione in acqua a 1000×. -
Buchwaldoboletus lignicola (Kallenb.) Pilát 1969
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Buchwaldoboletus lignicola (Kallenb.) Pilát 1969 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Boletales Famiglia Boletaceae Sinonimi Boletus lignicola Kallenb. 1929 Xerocomus lignicola (Kallenb.) Singer 1942 Pulveroboletus lignicola (Kallenb.) E.A. Dick & Snell 1965 Foto e Descrizioni Appartiene alle Boletaceae e si rinviene su legno di conifera, in particolare di Larice o di Pseudotsuga. Fungo raro, di interesse micologico, questo ritrovamento è stato effettuato sotto Pinus Silvestris. Regione Lombardia, Val Camonica, Loc. Bienno; Settembre 2010; Foto di Massimo Biraghi.- 1 risposta
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- pulveroboletus lignicola
- boletus lignicola
- (e 2 in più)
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Brefeldia maxima (Fr.) Rostaf. 1873
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Brefeldia maxima (Fr.) Rostaf. 1873 Tassonomia Regno Protozoa Divisione Mixomycota Classe Mixomycetes Ordine Stemonitales Famiglia Stemonitidaceae Foto e Descrizioni Mixomicete di grandi dimensioni, fa parte delle Stemonitales. Foto e commento Giorgio Melzi. -
Bovista plumbea Pers. 1795
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Bovista plumbea Pers.; Svizzera; Giugno 2014; Foto di Roberto Cagnoli. -
Bovista plumbea Pers. 1795
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Bovista plumbea Pers.; Svizzera; Maggio 2014; Foto di Roberto Cagnoli. Spore 400×. Spore 1000×. Capillizio. Capillizio. 1000×. -
Bovista plumbea Pers. 1795
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Bovista plumbea Pers.; Regione Lombardia; Aprile 2012; Foto e microscopia di Massimo Biraghi. Macro per evidenziare il peridio. Capillizio a fiocchi singoli. Ramo principale 10-15 (20) µm, con ramificazioni più strette. Spore con peduncolo lungo oltre i 10 (18) µm. -
Bovista plumbea Pers. 1795
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Bovista plumbea Pers.; Regione Sardegna; Ottobre 2009; Foto di Franco Sotgiu. -
Bovista plumbea Pers. 1795
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Bovista plumbea Pers.; Regione Sardegna; Aprile 2007; Foto di Franco Sotgiu. Esemplari giovani. Esemplari vecchi. -
Bovista plumbea Pers. 1795 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Lycoperdaceae Regione Lazio; Maggio 2008; Foto e microscopia di Felice Di Palma. Capillizio senza (o con pochissimi) setti primari o secondari. Senza pori. Le spore presentano resti di sterigmi sostanzialmente dritti, molto allungati e con estremità appuntita e superficie liscia.
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Bovista nigrescens Pers. : Pers. 1794
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Bovista nigrescens Pers. : Pers.; Regione Trentino; Agosto 2011; Foto di Tomaso Lezzi. 1º Congresso trentino sui funghi alpini, Cles (TN), Loc. Malgaroi. -
Bovista nigrescens Pers. : Pers. 1794
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Bovista nigrescens Pers. : Pers.; Regione Trentino; Settembre 2009; Foto e microscopia di Massimo Biraghi. Capillizio a fiocchi singoli. Spore globose, sublisce, 4,5-5 × 5-6 µm, con resto sterigmale non più lungo di 10 µm e spesso troncato, raramente terminante a punta. -
Bovista nigrescens Pers. : Pers. 1794
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Bovista nigrescens Pers. : Pers. 1794 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Lycoperdaceae Etimologia L'epiteto Bovista deriva dalla latinizzazione del tedesco bovist = vescia, nome popolare delle specie praticole di aspetto sacciforme. L'epiteto nigrescens deriva dal participio presente latino nĭgrescens del verbo nĭgresco = diventare nero, scurirsi, oscurarsi, per il colore assunto a maturità. Carpoforo Globoso, subgloboso, con un leggero prolungamento nella parte bassa, 3-7 cm di diametro di larghezza, 3-4 cm di altezza. Microscopia Esoperidio Bianco, finemente pruinoso, che si screpola con l'età e si lacera nella parte superiore, mentre tende a ingrigire e poi annerire, soprattutto nella parte inferiore. Endoperidio Bianco, poi bruno, infine nerastro a maturità. Gleba Bianca, bruna a maturità. Subgleba Assente. Basidi Tetrasporici. Spore (4,2) 4,4-5,4 (5,9) × (2,6) 4,2-4,9 (5,5) µm; Q = (1,0) 1,02-1,15 (1,2); N = 20; Media = 4,8 × 4,4 µm; Qm = 1,1; globose, verrucoso-aculeate, a parete spessa, che portano resti di sterigmi (pedicelli) (2,7) 3,3-6,7 (9,5) × (0,9) 1,0-1,9 (2,0) µm; Q = (1,7) 1,8-5,4 (5,8); N = 10; Media = 5,2 × 1,4 µm; Qm = 3,7; dritti o appena incurvati, che rimangono adesi alle spore stesse. Capillizio Con rami grossi, a parete spessa, presto affusolati, senza pori e setti. Rami dritti o appena ondulati, non contorti, Bovista-type, cioè con un ifa che forma un gambo centrale che è fortemente ramificato, con rami presto affusolati e angoli di ramificazione spesso vicini a 90°, contrapposti ai rami di tipo Lycoperdon-type (vedi Specie simili, Bovista furfuracea). Habitat Specie tipica della Zona Alpina e della fascia submontana, con presenza di salici nani e Loiseleuria procumbens, spesso presente fino a 2800 m s.l.m. Commestibilità e tossicità Commestibile purché la gleba sia perfettamente bianca. Questa specie andrebbe comunque preservata e ne andrebbe evitata la raccolta per la sua rarità. Specie simili Bovista aestivalis (Bonord.) Demoulin e Bovista paludosa Lév., hanno entrambe presenza di subgleba. Bovista furfuracea Pers. : Pers., presenta capillizio Lycoperdon-type cioè con con un ifa centrale e poche ramificazioni sparse laterali, che formano angoli acuti, contrapposti ai rami di tipo Bovista-type. Bovista cretacea T.C.E. Fr., ha capillizio con rami ondulati e tortuosi. Bovista plumbea Pers. : Pers., ha spore da subglobose a ellossoidali e colore bruno ramato a maturità, invece che nerastro come in B. nigrescens. Gli sterigmi (pedicelli) che rimangono attaccati alle spore hanno estremità appuntita invece che tronca. Bovista tomentosa (Vittad.) De Toni, Bovista limosa Rostr. e Bovista pusilla (Batsch) Pers. : Pers., hanno tutte dimensioni minori. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Tomaso Lezzi e Alessandro Gigli - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Trentino Alto-Adige, Passo Vizze; Luglio 2022; Foto di Tomaso Lezzi. Ritrovamento in zona alpina, tra salici nani e Loiseleuria procumbens. L'esemplare a sinistra in alto è rovesciato per mostrare l'ingrigimento/annerimento, più evidente sul lato inferiore anche in esemplari non completamente maturi. Foto di Alessandro Gigli. Capillizio con rami grossi, a parete spessa, presto affusolati, senza pori e setti. Rami dritti o appena ondulati, non contorti, Bovista-type, cioè con con un ifa che forma un gambo centrale che è fortemente ramificato, con rami presto affusolati e angoli di ramificazione spesso vicini a 90°, contrapposti ai rami di tipo Lycoperdon-type (vedi Specie simili, Bovista furfuracea). Osservazione in rosso Congo, a 100×. Osservazione in rosso Congo, a 400×. Spore (4,2) 4,4-5,4 (5,9) × (2,6) 4,2-4,9 (5,5) µm; Q = (1,0) 1,02-1,15 (1,2); N = 20; Media = 4,8 × 4,4 µm; Qm = 1,1; globose, verrucoso-aculeate, a parete spessa, che portano resti di sterigmi (pedicelli) (2,7) 3,3-6,7 (9,5) × (0,9) 1,0-1,9 (2,0) µm; Q = (1,7) 1,8-5,4 (5,8); N = 10; Media = 5,2 × 1,4 µm; Qm = 3,7; dritti o appena incurvati, che rimangono adesi alle spore stesse. Osservazione in rosso Congo, a 1000×. -
Imperator xanthocyaneus (Ramain) Klofac 2018
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Imperator xanthocyaneus (Ramain) Klofac 2018
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Imperator xanthocyaneus (Ramain) Klofac 2018
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Imperator xanthocyaneus (Ramain) Klofac 2018 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Boletales Famiglia Boletaceae Sinonimi Boletus xanthocyaneus (Ramain) Romagn. 1976 Note nomenclaturali Identificata per la prima volta da Ramain nel 1948 come Boletus purpureus var. xanthocyaneus, la specie è stata poi ricombinata nel 1976 da Henri Charles Louis Romagnesi nel genere Boletus con l’epiteto xanthocyaneus. Attualmente è invece da inquadrare nel genere Imperator. Si tratta di una specie enigmatica in quanto ad oggi, tra gli studiosi, non vi è ancora chiarezza sul suo rango tassonomico. Per molti autori infatti si tratterebbe di una forma depigmentata o xanthoide di Imperator luteocupreus (Bertéa & Estadès) Assyov, Bellanger, Bertéa, Courtec., Koller, Loizides, G. Marques, J.A. Muñoz, N. Oppicelli, D. Puddu, F. Rich. & P.-A. Moreau o di Imperator rhodopurpureus (Smotl.) Assyov, Bellanger, Bertéa, Courtec., G. Koller, Loizides, G. Marques, J.A. Muñoz, N. Oppicelli, D. Puddu, F. Rich. & P.-A. Moreau. Sono in corso degli studi che potrebbero portare dei chiarimenti in proposito. Bibliografia GELARDI, M. 2017. Corso di aggiornamento tassonomico sull’ordine boletales in Italia alla luce dei nuovi orientamenti filogenetici molecolari. AMB-Bolzano. [Data di accesso: 15/02/2021]. -
Imperator torosus (Fr.) Assyov, Bellanger, Bertéa, Courtec., G. Koller, Loizides, G. Marques, J.A. Muñoz, N. Oppicelli, D. Puddu, F. Rich. & P.-A. Moreau 2015 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Boletales Famiglia Boletaceae Sinonimi Boletus torosus Fr. & Hök 1835 Foto e Descrizioni Ritrovamento effettuato sotto querce. Il cappello vira al tocco rapidamente al blu nero; tubuli gialli corti, pori gialli, entrambi si macchiano di blu al taglio o al contatto; gambo giallo che si macchia di blu, reticolo sempre giallo in alto e rossastro nella parte mediana; base con sfumature rossastre; carne gialla con viraggio blu, più intenso nel cappello e rosa alla base del gambo. Nelle parti della carne mangiate dalle larve la carne diviene arancione. Odore di medicinale e sapore mite Note nomenclaturali Nell'anno 2015 grazie agli studi molecolari di Boris Assyov et al. la specie è stata inserita nel nuovo genere Imperator di cui rappresenta la specie tipo e ne ispira il nome per via del suo aspetto "rilevante ed importante". Bibliografia Index Fungorum. Index Fungorum no. 243. [Data di accesso: 12/08/2017]. Regione Umbria; Ottobre 2012; Foto di Stefano Rocchi.