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Archivio Micologico

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  1. Butyriboletus subappendiculatus (Dermek, Lazebn. & J. Veselský) D. Arora & J.L. Frank; Regione Lombardia; Luglio 2011; Foto di Massimo Mantovani.
  2. Butyriboletus subappendiculatus (Dermek, Lazebn. & J. Veselský) D. Arora & J.L. Frank; Regione Lombardia; Luglio 2010; Foto di Massimo Mantovani. Ritrovamento sotto Abete bianco. Dettaglio del reticolo.
  3. Butyriboletus subappendiculatus (Dermek, Lazebn. & J. Veselský) D. Arora & J.L. Frank; Regione Lombardia; Luglio 2009; Foto di Massimo Mantovani. Ritrovamento sotto Abete bianco.
  4. Butyriboletus subappendiculatus (Dermek, Lazebn. & J. Veselský) D. Arora & J.L. Frank; Regione Emilia Romagna; Luglio 2008; Foto di Nino Bertozzi.
  5. Butyriboletus subappendiculatus (Dermek, Lazebn. & J. Veselský) D. Arora & J.L. Frank; Regione Lombardia; Luglio 2006; Foto di Federico Calledda.
  6. Butyriboletus subappendiculatus (Dermek, Lazebn. & J. Veselský) D. Arora & J.L. Frank; Regione Lombardia; Luglio 2006; Foto di Emilio Pini. Butyriboletus subappendiculatus è un fungo abbastanza raro: - Cuticola di colore camoscio chiaro, non propriamente liscia, leggermente fibrillosa, diversa comunque da Butyriboletus appendiculatus; - Gambo giallastro in tutta la sua lunghezza tendente ad imbrunire alla manipolazione specialmente alla base; - La carne alla sezione vira debolmente all'azzurro a partire dal terzo superiore e salendo nel cappello.
  7. Butyriboletus subappendiculatus (Dermek, Lazebn. & J. Veselský) D. Arora & J.L. Frank 2014 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Boletales Famiglia Boletaceae Sinonimi Boletus subappendiculatus Dermek, Lazebn. & J. Veselský 1979 Foto e Descrizioni Simile al Butyriboletus appendiculatus delle aree mediterranee, con portamento e struttura più minuta cresce in ambiente subalpino nei boschi di conifere o misti, in particolare sotto Abete bianco, gambo non radicante e viraggio della carne esposta estremamente modesto, solo in zona sovratubolare. Regione Lombardia; Orobie Bergamasche, 1600 m s.l.m.; Anno 2002; Foto di Massimo Biraghi.
  8. Rubroboletus satanas (Lenz) Kuan Zhao & Zhu L. Yang; Regione Sardegna; Settembre 2013; Foto di Franco Sotgiu.
  9. Rubroboletus satanas (Lenz) Kuan Zhao & Zhu L. Yang; Regione Umbria; Settembre 2012; Foto di Stefano Rocchi.
  10. Rubroboletus satanas (Lenz) Kuan Zhao & Zhu L. Yang; Regione Sardegna; Agosto 2010; Foto di Franco Sotgiu.
  11. Rubroboletus satanas (Lenz) Kuan Zhao & Zhu L. Yang; Regione Emilia Romagna; Ottobre 2010; Foto di Massimo Biraghi.
  12. Rubroboletus satanas (Lenz) Kuan Zhao & Zhu L. Yang; Regione Umbria; Agosto 2010; Foto di Luigi Minciarelli.
  13. Rubroboletus satanas (Lenz) Kuan Zhao & Zhu L. Yang; Regione Emilia Romagna; Ottobre 2009; Foto e commento di Alessandro Francolini. Appennino, zona Lagaro; Cerro puro; 650 m s.l.m. Il nome altisonante ha certamente contribuito a dargli nel corso del tempo la nomea del Boletus tossico per antonomasia; in realtà la sua velenosità dopo cottura non è delle più importanti tra quelle esistenti in natura: certamente da respingere anche se è corretto ricordare che sono ben altre le specie velenose. Le tonalità biancastre del cappello, le notevoli dimensioni, il particolare viraggio della carne (bianco-giallastra che vira debolmente all’azzurro alla sezione, in modo disomogeneo e distribuito a settori) e lo sgradevole odore che emana a maturazione, lo rendono difficilmente confondibile con gli altri Boletus appartenuti alla stessa Sezione; l’unico con vaga somiglianza è Rubroboletus rhodoxanthus = Boletus rhodoxanthus che, pur presentando analoghi colori biancastri sul cappello, si distingue facilmente per taglia decisamente inferiore, viraggio della carne solo nel cappello, carne giallo cromo, gambo non obeso. Gambo giallo nella parte superiore; poi rosso, rosso-viola nella parte centrale. Reticolo evidente nei due terzi superiori. Imenoforo con pori piccoli e rotondi; arancio-rosso ma più gialli al margine. Blu alla pressione.
  14. Rubroboletus satanas (Lenz) Kuan Zhao & Zhu L. Yang; Regione Lombardia; Ottobre 2009; Foto di Massimo Mantovani. Dettaglio del reticolo all'apice del gambo. Vista dell'imenoforo di un esemplare maturo.
  15. Rubroboletus satanas (Lenz) Kuan Zhao & Zhu L. Yang; Regione Lombardia; Ottobre 2009; Foto di Federico Calledda.
  16. Rubroboletus satanas (Lenz) Kuan Zhao & Zhu L. Yang; Regione Lazio; Settembre 2009; Foto di Luigi Minciarelli. Dettaglio di pori e reticolo. Sezione.
  17. Rubroboletus satanas (Lenz) Kuan Zhao & Zhu L. Yang; Regione Lazio; Settembre 2009; Foto di Mauro Cittadini. Dettaglio dei pori.
  18. Rubroboletus satanas (Lenz) Kuan Zhao & Zhu L. Yang; Regione Sardegna; Ottobre 2009; Foto di Franco Sotgiu.
  19. Rubroboletus satanas (Lenz) Kuan Zhao & Zhu L. Yang; Regione Umbria; Ottobre 2008; Foto e commento di Stefano Rocchi. Dettaglio dei pori arancioni e del reticolo sul gambo.
  20. Rubroboletus satanas (Lenz) Kuan Zhao & Zhu L. Yang; Regione Marche; Ottobre 2006; Foto di Pietro Curti. Dettaglio del gambo e del cappello. Gruppo con sezione. Viraggio della carne esposta.
  21. Rubroboletus satanas (Lenz) Kuan Zhao & Zhu L. Yang; Regione Sardegna; Settembre 2006; Foto di Giovanni Solinas. Viraggio.
  22. Rubroboletus satanas (Lenz) Kuan Zhao & Zhu L. Yang; Regione Emilia Romagna; Settembre 2005; Foto di Gianni Bonini. Gambo e imenoforo.
  23. Rubroboletus satanas (Lenz) Kuan Zhao & Zhu L. Yang; Settembre 2005; Regione Umbria; Foto e commento di Michelangelo Nitti. Dettaglio del fine reticolo rosso del gambo. Rubroboletus satanas con i pori ancora di colore giallo verso la periferia del cappello. I pori dell'imenio, gialli nel giovane, diventano di colore rosso a cominciare da quelli più vicini al gambo.
  24. Rubroboletus satanas (Lenz) Kuan Zhao & Zhu L. Yang 2014 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Boletales Famiglia Boletaceae Nome italiano Porcino malefico, boleto malefico. Sinonimi Boletus satanas Lenz 1831 Tubiporus satanas (Lenz) Maire 1937 Suillellus satanas (Lenz) Blanco-Dios 2015 Etimologia L'epiteto Rubroboletus deriva dall'aggettivo latino ruber = rosso, rossastro e dal nome di genere Boletus, per il colore rossastro del carpoforo. L'epiteto satanas deriva dal sostantivo latino satanas = nemico, avversario, satana, per la sua tossicità. Cappello 10-30(40) cm, emisferico poi convesso, molto carnoso, sodo, con cuticola eccedente e vellutata, asciutta, da bianco sporco-crema brunastro chiaro sino a grigio-bruno con tonalità olivastre, talvolta con leggere sfumature rosate, margine involuto nei giovani esemplari. Tubuli e pori Tubuli lunghi, arrotondati al gambo, quasi liberi, da giallo a giallo-verdastro poi olivastro, azzurro-blu al taglio; pori piccoli, rotondi, gialli ma presto arancio-rossi, generalmente più chiari presso il margine del cappello, bluastri alla pressione. Gambo 5-15 × 4-10 cm, sodo, tozzo, generalmente più corto del diametro del cappello, obeso poi allungato, a forma di pera, allargato alla base, giallo nella parte superiore, da rosso porpora a rosso-viola nella zona centrale, giallo-rossastro alla base, percorso nei 2∕3 superiori da un fine reticolo concolore al fondo, imbluente al tocco. Carne Spessa e compatta nel giovane, poi molle, bianco-giallastra, giallo pallida, vira debolmente all'azzurro alla sezione in modo disomogeneo e distribuito a settori; odore debole nel giovane, ma poi forte, disgustoso, cadaverico negli esemplari maturi, sapore dolce. Habitat Cresce dall'estate all'inizio dell'autunno nei boschi caldi di latifoglie, in particolare Quercus, su suolo calcareo. Non molto comune. Microscopia Spore bruno-olivastre in massa, lisce, ellissoidali-fusiformi, 11-15 × 5-7 µm. Commestibilità o Tossicità Specie velenosa, certamente tossico da crudo, è responsabile di sindrome gastrointestinale a breve latenza che si manifesta poche ore dopo il consumo, eccezionalmente durante il pasto stesso. Osservazioni Specie di notevoli dimensioni, in alcune zone d'Italia viene incautamente consumato dopo trattamenti e preparazioni empiriche atte a distruggere le Bolesatine di natura peptidica, responsabili dell'avvelenamento. In ogni caso il consumo di tale specie è assolutamente sconsigliato ed è opportuno, a livello di prevenzione, sconsigliarlo a tutti coloro che "indulgono" nel cibarsi di tale fungo. Specie simili Le tonalità biancastre del cappello, le notevoli dimensioni, il particolare viraggio della carne e lo sgradevole odore che emana a maturazione, lo rendono difficilmente confondibile con le altre specie delle Boletaceae. Note nomenclaturali Nell'anno 2014, con l'avvento delle analisi filogenetiche la specie è stata segregata nel neogenere Rubroboletus. Nel 2015 la specie è stata ricombinata nel genere Suillellus tuttavia persistono discordanze tra i vari autori su quale sia il nome prioritario di questa specie. Tutte le ricombinazioni in Suillellus di Blanco Dios riferite a taxa diversi da queletii e luridus sono prive di supporto filogenetico e quindi risulterebbero non valide. Ne consegue che attualmente la collocazione corretta di questo fungo è nel genere Rubroboletus. Bibliografia ZHAO, K., WU, G. & YANG, Z.L., 2014. A new genus, Rubroboletus, to accommodate Boletus sinicus and its allies. Phytotaxa 188(2): 61-77. DOI: 10.11646/phytotaxa.188.2.1. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Giovanni Satta - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Lazio; Settembre 2009; Foto e microscopia di Felice Di Palma. Spore. Elementi imeniali.
  25. Rubroboletus rubrosanguineus (Cheype) Kuan Zhao & Zhu L. Yang; Regione Lombardia; Agosto 2013; Foto di Massimo Biraghi. Valle di Scalve, località Schilpario, bosco di Abete Rosso, Abete Bianco, Faggio, Acero montano.
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