Vai al contenuto

Archivio Micologico

Soci AMINT CSM
  • Numero contenuti

    14732
  • Iscritto

  • Ultima visita

Tutti i contenuti di Archivio Micologico

  1. Trametes gibbosa (Pers. : Fr.) Fr.; Regione Toscana; Novembre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Lignicolo annuale, sessile, si presenta a forma di mensola, anche con più elementi ravvicinati o fusi assieme; dimensioni fino a 15-20 cm di diametro. Superficie sterile più o meno zonata, “gibbosa” (da cui il nome) e solitamente in ulteriore rialzo, con umbone prominente e irregolare, nella zona soprastante al contatto col substrato; è finemente vellutata nei giovani esemplari, poi glabra, ha colore da bianco-crema a ocra chiaro, talvolta verdastro per la presenza di alghe. Il margine delle mensole è arrotondato. Imenoforo con superficie bianco-crema, con pori solitamente allungati radialmente, più o meno rettangolari, talvolta dedaliformi. Contesto di colore bianco-crema, compatto e fibroso, spesso fino a 3-4 cm nella zona di contatto col substrato. Habitat presso latifoglie, su ceppaie o tronchi caduti a terra. Su una ceppaia di Cerro. Sulla sinistra delle Trametes gibbosa; in basso delle Lenzites sp. Sulla sinistra: imenoforo di Trametes gibbosa; al centro e sulla destra: imenoforo di Lenzites sp. Trametes gibbosa; con spessore più rilevante nella zona soprastante all'attaccata al substrato Imenoforo, con pori allungati e più o meno rettangolari In sezione; contesto bianco e compatto
  2. Hydnum albidum Peck; Regione Toscana; Novembre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Uno “steccherino” che morfologicamente è del tutto simile a Hydnum repandum, col quale condivide anche la discreta commestibilità purché consumato da giovane e dopo aver tolto gli aculei, amarognoli. Si distingue per la colorazione bianca del cappello e del gambo almeno negli esemplari giovani, poi tendente a ingiallire a maturità o in seguito a sfregamento. Anche l’imenoforo è inizialmente di colore bianco o crema chiaro, ingiallente a maturità. Predilige fruttificare presso conifere. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 22, Pag. 125: “Hydnum albidum, bianco, crescente sotto conifera, appena ingiallente, fungo che tende a inglobare lettiere e terriccio in modo notevole, con spore più piccole rispetto a Hydnum repandum, sempre commestibile, anche se difficilmente recuperabile quando totalmente intriso di terra e aghi.” Esemplari raccolti in boschetto misto con presenza di Pino domestico (Pinus pinea)
  3. Macrolepiota mastoidea (Fr. : Fr.) Sing.; Regione Toscana; Novembre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Ha il cappello con cuticola dissociata in fini squamette ocra appressate al centro e poi diradate via via verso il margine dove lasciano intravedere il fondo più chiaro; cappello dotato di un evidente e pronunciato umbone a base stretta che (nel fungo ormai maturo e col cappello disteso) sembra “fuoriuscire improvvisamente dalla pianura sottostante”; nel fungo ancora chiuso l’effetto non è dissimile anche se “il terreno sottostante” non è una pianura ma una “mazza”; il gambo appare liscio ad un frettoloso esame ma in realtà, al di sotto l’anello, è finemente decorato da squamette ocracee su fondo biancastro. L'anello è semplice e biancastro. L’umbone giustifica il nome specifico ricordando un capezzolo (dal latino mastoideus = simile a una mammella). Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 97, Pag. 205: “Buon commestibile; va utilizzato solo il cappello perché il gambo duro e fibroso è da scartare. La carne deve essere ben cotta.” Altri esemplari Una coppia con i gambi confluenti alla base
  4. Pseudoclitocybe expallens (Pers.) M.M. Moser; Regione Toscana; Novembre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Cappello profondamente ombelicato, con orlo involuto, liscio, più o meno lucente, sericeo, e di un colore bruno-rossastro o bruno-cioccolato; lamelle brunastre anche a riflessi rosati. Il gambo è subconcolore al cappello o un po’ più chiaro, un po’ fibrilloso. Confondibile con Pseudoclitocybe cyathiformis che ha colori prevalentemente grigio ardesia, gambo con nette fibrille o striature biancastre che formano quasi un reticolo.
  5. Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox; Regione Toscana; Novembre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Tipici e comuni funghi di lettiera: il loro micelio vive inserito tra le fibre di foglie o aghi o rametti marcescenti, da cui traggono nutrimento. Caratterizzati da una cuticola grassa e untuosa (che a toccarla ricorda la sensazione del contatto con il burro), igrofana e lucida; da un gambo bulboso o comunque ingrossato alla base che reca attaccati residui miceliari e resti di substrato. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 82, Pag. 189: “Priva di interesse alimentare, è una specie che ha una grande importanza per l’ambiente perché si nutre di sostanze organiche che sottrae alle foglie e agli aghi depositati sul terreno nei boschi. È uno “spazzino” naturale che contribuisce a tenere puliti i boschi liberandoli dai residui che si depositano al suolo su foglie e aghi. In questo modo mantiene costanti le condizioni ambientali per la vita degli alberi e del bosco con tutti i suoi abitanti.” L'igrofaneità del cappello provoca il cambio di colore: dove è più umido (verso il margine) è più scuro; dove comincia ad asciugarsi (verso il centro) è più chiaro Il gambo mostra alla base il tipico feltro miceliare bianco a cui restano attaccati frammenti del substrato
  6. Mycena rosea (Bulliard) Gramberg; Regione Toscana; Novembre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Nella foto con il caratteristico colore del cappello “rosa antico”, appena sfumato di vinoso. M. pura (con cui si può confondere) è più esile, ha colori variabilissimi sul cappello (bianco, grigio, rosato, violaceo, bluastro, ecc. ma non così “rosa antico”), ha gambo più corto, meno fragile. I caratteri microscopici sono (quasi) sovrapponibili e, dal volume “Mycena d'Europa” di Giovanni Robich, “non sempre consentono una netta distinzione fra M. pura e M. rosea. Tuttavia, il più delle volte, M. rosea ha un cappello più grande e il gambo più largo e più lungo di M. pura.” Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 86, Pag. 193: “La taglia, i cromatismi e il modo di crescere con cappello a lungo campanulato, la rendono in assoluto uno dei funghi più belli ed eleganti che si possono incontrare nel bosco.” Cappello igrofano
  7. Trametes versicolor (L. : Fr.) Pilát; Regione Toscana; Novembre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Fungo annuale, molto comune e coreografico, ubiquitario, con crescita su legno guasto di latifoglie (raramente su conifere; rinvenuto anche sulle traversine ferroviarie). Mensole assai sottili (fino a 3-4 mm) coriacee ed elastiche; pori piccoli, regolari, rotondi o rotondo-angolosi; superficie sterile vellutata, con zonature molto marcate, dai colori diversissimi (dal grigio al bruno, dal marrone all’ocra, al rossiccio, al crema e anche al blu); orlo sottile, ondulato, in genere più chiaro; superficie poroide biancastra o crema-ocra. Su un ramo di Cerro caduto Imenoforo
  8. Lepista nuda (Bull. : Fr.) Cooke; Regione Toscana; Novembre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Buon commestibile (dopo adeguata cottura!), dall’odore aromatico (spesso assai forte), gradevole e caratteristico; come le altre Lepista ha le lamelle che si possono separare, con una semplice pressione delle dita, dalla carne sovrastante. Colori che gravitano sul lilla-violetto (con eventuali sfumature bruno-rossastre in vecchiaia sul cappello) e che gli hanno valso il nome volgare di Agarico violetto; l’aggettivo nuda è invece riferito al rivestimento pileico liscio. Può confondersi con Lepista sordida: quest'ultima è però più esile, ha cappello meno carnoso e più igrofano, ha odore non aromatico ma piuttosto fungino-rancido, predilige ambienti erbosi antropizzati (parchi, giardini) mentre L. nuda è preferibilmente boschiva. In genere tutte le Lepista hanno la caratteristica di inglobare il substrato di crescita alla base del gambo ma L. nuda ne ingloba almeno il doppio, se non di più, rispetto alle altre specie. Lepista nuda va raccolta con tempo asciutto, quando la carne non è intrisa d'acqua. Buono e saporito solo dopo adeguata cottura, è lievemente tossico da crudo per presenza di tossine termolabili.
  9. Omphalotus nidiformis (Berk.) O.K. Mill. 1994 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Omphalotaceae Etimologia L'epiteto Omphalotus deriva dal greco ὀμφαλός [omfalòs] = ombelico; per la depressione centrale del cappello. L'epiteto nidiformis deriva dal latino nídus [i] = nido; e forma [ae] = forma; per la forma a nido. Sinonimi Pleurotus nidiformis (Berk.) Sacc. 1887 Nome popolare Australiano Il nome comune australiano è Ghost Mushroom, il Fungo fantasma, perché questa specie è bioluminescente e di notte emette una leggera luce verdastra, soprattutto dalle lamelle. Cappello Da giovane ombelicato, poi profondamente depresso e imbutiforme, di colore-arancio sporco, con evidenti sfumature nero-bluastre e macchie rugginose. La cuticola è liscia, lucente, percorsa da fitte fibrille radiali e il margine è sottile, a lungo involuto e spesso chiaro, quasi bianco. Normalmente questa specie presenta colori biancastri, mentre quella trovata è una variante con colori scuri, che mantiene comunque le lamelle biancastre. Imenoforo Lamelle molto decorrenti, sottili, abbastanza fitte, strette ed arcuate, di colore bianco crema, con evidenti sfumature blu acciaio verso la base, sono presenti lamellule di diversa lunghezza, e alcune lamelle forcate. Gambo Di colore blu acciaio, affusolato verso il basso, sodo, tenace, fibroso, centrale, a volte leggermente eccentrico, spesso con la base ritorta, appuntita. Carne Bianco crema, con odore fungino; tardivamente, con l'essiccamento dei campioni l'odore diventa spermatico. Habitat Fungo lignicolo, ritrovamento effettuato in Australia, in un bosco di Sequoia sempervirens, albero importato dall'America, che qui è cresciuto con esemplari di più di 30 metri di altezza. Commestibilità e Tossicità Tossico. Questa specie viene a volte confusa con dei Pleurotus commestibili creando seri casi di intossicazione gastrointestinale, con crampi, diarrea e vomito violento, al pari del nostro europeo Omphalotus olearius (DC. : Fr.) Singer. Somiglianze e varietà Pleurotus spp. Come specificato nel paragrafo "Tossicità" Questa specie viene a volte confusa con dei Pleurotus commestibili creando casi di intossicazione gastrointestinale, con crampi, diarrea e vomito violento, al pari del nostro europeo Omphalotus olearius. L'errore è dovuto al fatto che entrambe le specie sono lignicole e possono mostrare colori biancastri. La specie fotografata è una varietà con colori scuri, aranciati, con sfumature nerastre. Osservazioni Una particolarità riguarda la capacità di questo fungo di essere bioluminescente,m che emettere cioè una debole ma caratteristica luce verde, che gli ha fatto meritare il suo nome Australiano di Ghost Mushroom. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Tomaso Lezzi - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Australia, Lavers Hill, Melbourne; Febbraio 2018; Foto e commento di Tomaso Lezzi. (Exsiccatum TL20180215-01) L'habitat, una spettacolare foresta di Sequoia semprevirens.
  10. Resupinatus trichotis (Pers.) Singer; Regione Umbria; Maggio 2018; Foto di Mario Iannotti.
  11. Resupinatus trichotis (Pers.) Singer; Regione Umbria; Maggio 2018; Foto di Pietro Curti.
  12. Resupinatus trichotis (Pers.) Singer; Regione Umbria; Maggio 2018; Foto e microscopia di Stefano Rocchi. Su ramo marcescente a terra di Faggio. Fungo di aspetto crepitodoide di colore grigiastro, con il cappello largo circa un cm negli esemplari più grandi, a forma di tazza rovesciata o di ventaglio, con la superficie feltrata e cosparsa di peli prima grigiastri e poi neri, presenti soprattutto verso l'attaccatura del legno. Lamelle sempre grigiastre, sinuose, abbastanza spesse e mediamente spaziate, le quali confluiscono in un punto in via radiale o laterale, ove corrisponde l’attaccatura al substrato di crescita. Spore subglobose 4,2-5,5 × 3,6-5,2 µm; Qm 1,1. Resupinatus applicatus (Batsch : Fr.) Gray si distingue per le dimensioni tendenzialmente minori e per l'assenza di peli neri sul pileo. (Exsiccatum SR20180526-01) Spore subglobose 4,2-5,5 × 3,6-5,2 µm; Qm 1,1. Osservazione in acqua a 1000×. Osservazione in Melzer a 1000×-
  13. Panaeolus semiovatus (Sowerby : Fr.) S. Lundell & Nannf.; Regione Umbria; Maggio 2018; Foto di Stefano Rocchi.
  14. Gymnopus dryophilus (Bull.: Fr.) Murrill; Regione Umbria; Maggio 2018; Foto di Pietro Curti. Imenofori. Pilei.
  15. Agaricus xanthodermus Genev., Regione Umbria; Maggio 2018; Foto di Pietro Curti.
  16. Panaeolus semiovatus (Sowerby) S. Lundell & Nannf.; Regione Umbria; Maggio 2018; Foto di Pietro Curti.
  17. Marasmius oreades (Bolton) Fr.; Regione Umbria; Maggio 2018; Foto di Pietro Curti.
  18. Simocybe centunculus (Fr. : Fr.) P. Karst.; Regione Umbria; Maggio 2018; Foto di Pietro Curti. Imenoforo. Dettaglio lamelle e gambo. Macro imenoforo.
  19. Hypholoma fasciculare (Huds. : Fr.) P. Kumm.; Regione Umbria; Maggio 2018; Foto di Stefano Rocchi.
  20. Cantharellus pallens Pilát; Regione Umbria; Mese di Maggio 2018. Foto di Stefano Rocchi. Oggi sonno Quercia e Carpino
  21. Hymenopellis radicata (Relhan : Fr.) R.H. Petersen; Regione Umbria; Mese di Maggio 2018. Foto di Stefano Rocchi.
  22. Calocybe gambosa (Fr.) Donk; Regione Umbria; Aprile 2018; Foto di Mario Iannotti.
  23. Verpa conica (O.F. Müll. : Fr.) Sw. Regione Umbria. Aprile 2018. Foto di Mario Iannotti.
  24. Morchella esculenta (L. : Fr.) Pers.; Regione Umbria; Aprile 2018; Foto di Mario Iannotti.
  25. Xylodon paradoxus (Schrad. : Fr.) Chevall.; Regione Umbria; Aprile 2018; Foto e microscopia di Stefano Rocchi. Su legno a terra di latifoglia, fungo corticolo assai comune, resupinato, di colore crema-biancastro. Ha un imenoforo costituito da pori irregolari, labirintiformi, con tendenza a lacerarsi fino a divenire anche di forma irpicoide. Margini poco evidenti. Spore 4,6-7 × 3,8-5 µm, ellissoidali, lisce, ialine e guttulate. Basidi tetrasporici, sub cilindrici e con sterigmi molto sottili. Presenza di cistidioli ifoidi, affusolati o flessuosi. Sistema ifale dimitico con le terminazioni delle ife scheletriche capitate e decorate da sporadici ma evidenti granuli cristallini. Specie simili Xylodon bresinskyi (Langer) Hjortstam & Ryvarden = Schizopora bresinskyi Langer, che può avere colori analoghi ma si separa per il carattere dei pori abbastanza regolari, per le spore leggermente più piccole e per avere cistidi moniliformi; Xylodon raduloides Riebesehl & E. Langer = Schizopora radula (Pers. : Fr.) Hallenb., il quale si distingue per i colori di norma più vivi, ocra-aranciati, per i pori più regolari, angolosi-allungati e per le spore più piccole; Xylodon flaviporus (Berk. & M.A. Curtis ex Cooke) Riebesehl & Langer = Schizopora flavipora (Berk. & M.A. Curtis ex Cooke) Ryvarden il quale si differenzia per il colore biancastro-ocraceo dell’imenoforo, per la tendenza ad avere il margine superiore ripiegato, che diviene in superficie tomentoso e ocra-rossiccio, per i pori più regolari, arrotondati-angolosi, per le spore più piccole e per i cistidi affusolati ed incrostati all’apice. Sistema ifale dimitico con le terminazioni delle ife scheletriche capitate e decorate da sporadici ma evidenti granuli cristallini. Osservazione in Rosso Congo, a 1000×. Presenza di cistidioli ifoidi, affusolati o flessuosi. Osservazione in Rosso Congo, a 1000×. Basidi tetrasporici, sub-cilindrici e con sterigmi molto sottili. Osservazione in Rosso Congo, a 1000×. Spore 4,6-7 × 3,8-5 µm, ellissoidali, lisce, ialine e guttulate. Osservazione in acqua, a 1000×.
×
×
  • Crea Nuovo...

Important Information

Termini d'uso Informativa sulla riservatezza