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2009.10 - Toscana - Tutor Paolo Benelli
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi trovati Anno 2009
Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link Ovolo aperto; il fungo, di cui si riconoscono bene i contorni si presenta totalmente bianco -
2009.10 - Toscana - Tutor Paolo Benelli
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi trovati Anno 2009
Faggeta presso il Passo della Futa Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link Due primordi (ovoli) di questo fungo mortale; tipicamente con la parte alta più stretta rispetto alla base -
2009.10 - Toscana - Tutor Paolo Benelli
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi trovati Anno 2009
Dal Raduno di Valle Dame Entoloma mediterraneense Noordel. & Hauskn. Entoloma reperito nel 2008 da Tomaso Lezzi durante il raduno di Valle Dame; e ritrovato quest’anno nello stesso sito e nello stesso periodo. Entoloma mediterraneense è stato segnalato per ora in pochissime località: Galles (Carmarthen), Spagna (Maiorca, Isole Baleari), Portogallo e Italia (costa adriatica); questa risulta quindi una delle prime segnalazioni per questa specie. La determinazione e la distinzione sicura rispetto a Entoloma simili non può prescindere dall’analisi microscopica che Tomaso ha effettuato con cura. Alcuni caratteri macroscopici di questa bella specie sono ricavabili dalla esauriente scheda realizzata dallo stesso Tomaso. -
2009.10 - Toscana - Tutor Paolo Benelli
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi trovati Anno 2009
Phellinus torulosus (Pers.) Bourdot & Galzin Un altro grande esemplare con la parte sterile coperta di muschio -
2009.10 - Toscana - Tutor Paolo Benelli
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi trovati Anno 2009
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2009.10 - Toscana - Tutor Paolo Benelli
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi trovati Anno 2009
Dal Raduno di Valle Dame Phellinus torulosus (Pers.) Bourdot & Galzin Specie lignicola, sessile, pluriannuale. Si presenta sia isolata che embricata assieme ad altri esemplari a cui si può sovrapporre, su legno di latifoglie (rara presso conifere). Può assumere dimensioni notevoli arrivando fino al mezzo metro di diametro per 15 cm di spessore; con forma a ventaglio o irregolarmente circolare. Superficie sterile gibbosa, solcata, ondulata, tomentosa e di colore bruno scuro o bruno-rossiccio. Non di rado l'ampia superficie sterile fa da supporto a formazioni di muschio. Superficie poroide dal color cannella più o meno scuro, con pori piccoli e rotondi; al taglio i tubuli si presentano pluristratificati a seconda degli anni di vita. Carne di consistenza suberosa, tenace e compatta. Su ceppo di Castagno -
2009.10 - Toscana - Tutor Paolo Benelli
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi trovati Anno 2009
Dal Raduno di Valle Dame Fistulina hepatica (Schaeff.) With. Di facile determinazione: la cosiddetta “lingua di bue” si fa riconoscere per l’habitat lignicolo (con preferenza di Quercia e Castagno), per il colore della superficie sterile che ricorda il rosso-fegato (con tonalità più arancio da giovane e più brunastre a maturità), per la forma a mensola (simile a una lingua) sessile o con uno pseudo-gambo laterale e ben radicato nel substrato legnoso. La sua carne è succulenta, spessa ed elastica, di colore dal biancastro iniziale al rosso (con venature più chiare) a maturità; al taglio secerne goccioline rosso-sangue; l’odore è gradevole e il sapore dolce-acidulo. Se tagliata a fettine per la preparazione di un carpaccio, può ricordare delle fette di speck. I tubuli sono ben separabili l’uno dall’altro (carattere insolito per le Poliporacee); i pori sono rotondi e molto piccoli, da biancastri a giallognoli in gioventù ma bruno-rossastri in vecchiaia o per strofinio. Confondibile grossolanamente con qualche Ganoderma: ma questi ultimi hanno superficie dura e laccata con carne dura e legnosa. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 154: “Discreto commestibile, è uno dei pochi funghi che è possibile mangiare crudo senza correre rischi. Molti apprezzano la sua carne succulenta e leggermente elastica, tagliata a fettine sottili, condita con olio e limone e accompagnata da scaglie di parmigiano (in questo modo non si perde la vitamina C di cui è ricco). Da cotto assume un aspetto e una consistenza molto simile al fegato: possiamo consigliare di friggerlo in padella con le cipolle o arrostito alla brace. Parassita dei Castagni e delle Querce, è agente di carie bruna che si sviluppa molto lentamente: in questo modo il legno continua a vivere, assumendo delle colorazioni bruno-rossastre con sfumature simili a disegni e si indurisce più del normale. Queste due caratteristiche rendono il legname ricercato per utilizzi artistici e ornamentali.” -
2009.10 - Toscana - Tutor Paolo Benelli
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi trovati Anno 2009
Dal Raduno di Valle Dame Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link Dal TUTTO FUNGHI pag. 364: “Velenoso mortale. Responsabile del maggior numero di decessi dovuti all’incauta raccolta dei funghi spontanei. Provoca intossicazione a lungo termine di tipo falloideo. Le caratteristiche prioritarie e principali per il suo riconoscimento sono: la presenza di quattro strutture morfologiche ben definite (cappello, gambo, anello e volva), il colore molto mutevole del cappello con prevalenza del verdastro e presenza di fibrille radiali innate; il colore sempre bianco del gambo, dell’anello e della volva, con la sola eccezione della presenza di screziature, quasi zebrature sul gambo, lievemente concolori al cappello; il cappello divisibile dal gambo e lamelle libere. Quando è gialla è confondibile con l’Amanita junquillea e con l’Amanita citrina che hanno volva circoncisa e residui velari diversi sul cappello. Quando perde l’anello ed è di colore bianco o ardesia è confondibile con le Volvariella, senza anello e volva al piede, ma lamelle presto rosee. Quando è di colore bianco o grigiastro o brunastro e perde la volva si confonde con qualche Agaricus, dalle lamelle bianche poi rosee poi bruno-tabacco. Quando appare priva di volva ed anello ed è verde è confondibile con alcune Russula e alcuni Tricholoma, in particolare con Tricholoma sejunctum che ne è un vero sosia in quanto a colore pileico. Sempre con tonalità bruno verdastre, perdendo la volva, può essere confuso con Armillaria mellea isolate, cresciute al suolo, su radici e ceppaie interrate. Se è bianca con Tricoloma columbetta, Melanoleuca evenosa e Leucoagaricus leucothites. Infine allo stadio di ovulo con l’Amanita caesarea o più raramente con qualche Lycoperdon.” -
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Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi trovati Anno 2009
Dal Raduno di Valle Dame Macrolepiota konradii (Huijsman ex P.D. Orton) Moser In foto un primordio. A maturità presenterà la cuticola tipicamente lacerata a forma di stella, con evidenti squame brunastre su fondo crema-pallido; le squame si staccano facilmente dalla cuticola. Gambo con anello semplice; il gambo è liscio e crema chiaro sopra l'anello e al di sotto è screziato da fini bande bruno-rossastre-chiare che lasciano intravedere il fondo crema pallido. E' simile a M. excoriata che però presenta la squamatura sul cappello meno geometricamente pronunciata ed ha il gambo più liscio, non screziato ma appena pruinoso-vellutato. -
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Dal Raduno di Valle Dame Bolbitius vitellinus (Pers.) Fr. Una piccola specie dal portamento simile ad alcuni Coprinus senza però essere deliquescente e con sporata brunastra e non nerastra. L’habitat può essere sia fimicolo che costituito da materiale marcescente di vario genere. Si riconosce per il bel colore giallo vivo o giallo cromo almeno negli esemplari giovani; per l’esiguità della carne quasi ridotta alla sola pellicola e con assenza di odore e sapore; per il gambo fibrilloso o pruinoso, di consistenza cedevole, bianco alla base e quasi concolore al cappello nella parte superiore. Cappello e gambo tendono tuttavia a sbiadire a maturità, rendendo più difficile la determinazione. Suo simile è il Bolbitius variicolor che però ha il disco del cappello decorata da un reticolo costituito da tipiche venature brunastre su fondo ocraceo. -
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Dal Raduno di Valle Dame Tricholoma basirubens (Bon) A. Riva & Bon Tricholoma “grigio cenere” di medio-piccole dimensioni; si può distinguere macroscopicamente da alcuni Tricholoma simili per alcune caratteristiche: cappello cosparso di squamette più scure del colore di fondo, più fitte al disco, rade al margine e con una disposizione più o meno concentrica; lamelle grigio-biancastre non molto fitte né eccessivamente smarginate al gambo, mai arrossanti e con filo concolore; gambo con fibrille grigio-brunastre e con presenza alla base di sfumature o macchie di colore rosso o rosso-fragola. Odore e sapori non particolarmente gradevoli di farina muffita o di terra. L’habitat è presso boschi termofili di latifoglie, con preferenza per Quercie ma anche Carpini e Faggi. -
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Dal Raduno di Valle Dame Scleroderma polyrrhizum (Gmel. ex Persoon) Persoon Grande Scleroderma sessile, globoso o a forma di cipolla, il cui diametro può arrivare fino a 15 cm. Rinvenibile di solito ai margini dei boschi o nelle radure, in luoghi aperti e assolati su terreno sabbioso/argilloso; sempre più o meno semiipogeo. Il riconoscimento sul campo è favorito dallo spessore del peridio biancastro-giallognolo che in questa specie è rilevante arrivando fino a 10 mm nella sezione vicina alla base. La deiscenza avviene nella parte superiore, di solito con apertura del peridio che si spacca in più lobi (normalmente da 5 a 7) che si adagiano sul terreno, facendo assumere al complesso la forma di un grosso fiore brunastro e polveroso (in ciò può ricordare un Geastrum di dimensioni esagerate e mancante di sacco-endoperidio). La gleba, all’inizio biancastra, compatta e omogenea, si risolve a maturità in un insieme polveroso dal colore marrone-scuro-violaceo fino al nerastro. La dispersione della gleba polverosa (e quindi delle spore) è affidata al vento, così come nel Genere Calvatia. Il peridio comincia a aprirsi in più lobi -
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Dal Raduno di Valle Dame Collybia kuehneriana Singer Con habitat lignicolo, in prevalenza su legno interrato di latifoglie e sporadicamente presso conifere. Si fa riconoscere per il contrasto tra il colore del gambo (rosso-bruno deciso; più chiaro all'apice) e il colore del cappello negli adulti (ocra pallido con riflessi rosati); la simile C. dryophila ha invece gambo concolore o quasi al cappello (ocra-aranciato); altra Collybia simile è la C. acervata che cresce su legno degradato di conifere: un carattere microscopico utile alla separazione delle due specie è dato dai cheilocistidi: presenti e di dimensioni apprezzabili in C. kuehneriana, assenti o poco evidenti in C. acervata. -
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Dal Raduno di Valle Dame Prmordi di Cortinarius sp. Stessa specie: esemplare un po' più maturo ma non del tutto sviluppato. La folte cortina protegge ancora l'imenoforo -
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Dal Raduno di Valle Dame Coprinus cfr. lagopus (Fr.) Fr. Caratteristica è la sua decorazione su tutta la lunghezza del gambo composta da villosità soffici (lagopus proviene dal greco lagos = lepre e pus = piede), al contrario della maggior parte dei Coprinus che ha gambo pressoché liscio. Il cappello a maturità si apre (anche con margine rialzato) ed è quasi trasparente, decorato da fioccosità pelosette grigio-biancastre che svaniscono in maturità; nettamente striato (quasi plissettato) in senso radiale. Habitat terricolo, tra foglie secche di latifoglia, raramente tra l’erba, e mai su letame. È un Coprinus della Sezione Lanatuli: senza microscopia potrebbe essere confuso con altre specie della sua stessa sezione. -
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Dal Raduno di Valle Dame Coprinus cfr. plicatilis (Curt.: Fr.) Fr. Praticamente privo di carne; il cappello (sui 3 cm) presenta un disco centrale ocraceo, grigiastro altrove; caratterizzato dalle tipiche pieghettature (pliche) del cappello: superficie fortemente plicata e striata fino quasi al disco; nonché nettamente feltrata. Il gambo è molto sottile e sericeo; all'esame organolettico si presenta privo di odori e sapori particolari. Non è particolarmente deliquescente. Suoi simili per il portamento possono essere C. auricomus (con cappello rosso vivo al disco e beige-grigiastro altrove), C. leiocephalus (con cappello bruno-mattone), C. miser (con cappello più piccolo, da bruno-rossastro a bruno-grigio); questi 3 ultimi coprini sono inoltre molto deliquescenti. Imenoforo Cappello visto da sopra -
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Dal Raduno di Valle Dame Mycena rosea (Bulliard) Gramberg Nella foto con il caratteristico colore del cappello “rosa antico”. M. pura (con cui si può confondere) è più esile, ha colori variabilissimi sul cappello (bianco, grigio, rosato, violaceo, bluastro, ecc. ma non così “rosa antico”), ha gambo più corto, meno fragile. I caratteri microscopici sono (quasi) sovrapponibili e, dal Robich: "non sempre consentono una netta distinzione fra M. pura e M. rosea. Tuttavia, il più delle volte, M. rosea ha un cappello più grande e il gambo più largo e più lungo di M. pura." Dal TUTTO FUNGHI pag. 284: "La taglia, i cromatismi e il modo di crescere con cappello a lungo campanulato, la rendono in assoluto uno dei funghi più belli ed eleganti che si possono incontrare nel bosco" -
2009.10 - Toscana - Tutor Paolo Benelli
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