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  1. Lactarius helvus (Fr. : Fr.) Fr.; Finlandia; Agosto 2008; Foto di Federico Calledda.
  2. Lactarius helvus (Fr. : Fr.) Fr.; Regione Trentino; Foto di Massimo Biraghi. Da una foresta molto umida di Abete rosso e Betulla con Sfagni. Imenio.
  3. Lactarius helvus (Fr. : Fr.) Fr. 1838 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricicomycetes Ordine Russulales Famiglia Russulaceae Genere Lactarius Sezione Colorati Etimologia Dal latino helvus = giallo, biondo. Sinonimi Lactarius tomentosus Cooke 1883 Lactarius aquifluus Peck 1876 Cappello 2-15 cm, sodo, relativamente carnoso, piano-convesso, piano-depresso, fino ad imbutiforme a maturazione, a volte con un piccolo umbone centrale. Margine sottile, pruinoso, involuto, disteso a maturità. A volte con margine ondulato. Cuticola opaca, evidentemente feltrata sino a divenire a volte squamuloso-fioccosa. La feltratura o le squamule tendono ad essere appressate al centro e diradate al margine, in rilievo con l'età. Colore camoscio, ocraceo-giallognolo, a volte con tonalità rossastre o carnicine; più scuro, a volte fulvastro, solo nelle zone dove le squamule si appressano e quindi di norma verso il centro. Raramente presenti alcune macchioline più scure. Assenza di zonature. Lamelle Lamelle da subdecorrenti a decorrenti, piuttosto fragili, abbastanza fitte ed intercalate da numerose lamellule. Forcate, a volte sino ad anastomosate, all'attaccatura del gambo. Colore inizialmente crema, crema con sfumature rosate e con l'età tendenti a scurire su toni ocra-aranciati. Gambo 3-8 × 0,6-3 cm, cilindrico, a volte attenuato all'attaccatura delle lamelle, con superficie irregolare opaca e asciutta, a volte con gibbosità, ricoperto spesso da una evidente pruina biancastra. Alla base presenta con frequenza una evidente feltratura bianca. Sodo, piuttosto elastico, subconcolore al cappello in giovane età, poi con componenti ocracee, ocra-arancio o con macchie arancio a volte a guisa di scrobicoli. Dapprima farcito poi cavo. Carne Relativamente soda nei giovani esemplari, in seguito cedevole nel cappello. Colore biancastro che al taglio assume componenti carnicine. Odore particolare, cumarinico, che ricorda la cicoria torrefatta, i dadi da brodo. Sapore mite. Latice Trasparente, scarso con l'età o le condizioni atmosferiche secche. Immutabile, sia seccando sulle lamelle che isolato. Sapore mite. Habitat Cresce in luoghi umidi, in presenza di sfagno, in associazione a conifere, principalmente Picea abies o Pinus spp., più raramente con presenza di Betula spp. Abbastanza diffuso nelle regioni del Nord Europa, in Italia segnalato sulle Alpi. Commestibilità o Tossicità Tossico, responsabile di sindrome gastroenterica incostante. Osservazioni Specie caratterizzata da dimensioni medio-grandi, dai cromatismi sempre con componente comoscio-giallognola. Ecologia: associato a Picea abies o Pinus spp.. Il latice trasparente ed immutabile, la cuticola pileica sempre feltrata e l'odore caratteristico, seppur flebile soprattutto all'atto della raccolta, costituiscono caratteri costanti e peculiari di determinazione. Piuttosto diffuso in Fennoscandia, da luglio a ottobre (nel Sud della regione), dove è reperibile in pinete ed abetaie in luoghi umidi con sfagno. Sulle Alpi, in habitat simile, è segnalato nei mesi di agosto a settembre. Specie simili I caratteri peculiari esposti nelle osservazioni se valutati complessivamente e con attenzione rendono difficili eventuali confusioni con altre specie. Il Lactarius glyciosmus soprattutto in caso di esemplari robusti può assomigliare ma si distingue, tra l'altro, per il latice bianco e l'odore netto di cocco. IlLactarius lilacinus oltre ad avere differente habitat (cresce sotto Alnus spp.) ha latice bianco e differente odore nonché una tipica colorazione lilacino-violacea. Il Lactarius mammosus ha differente portamento, colore ed odore (foglie di fico) nonchè latice bianco e sapore acre. Il Lactarius alpinus è specie associata ad Alnus viridis ed è di piccola taglia con latice bianco e sapore tardivamente acre. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Gianluigi Boerio - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Continente Europa, Finlandia; Agosto 2009; Foto di Gianluigi Boerio. Raccolta in luogo molto umido tra sfagno ai bordi di un laghetto con presenza di Pinus sylvestris. Esemplari lussureggianti. Il latice ialino, le lamelle piuttosto fitte intercalate da lamellule e la feltratura tipica evidente al bordo del cappello. Pruinosità sul gambo e feltratura bianca alla base dello stesso sono presenti con frequenza. Feltratura appressata sul cappello, più concentrata verso il centro a formare zone di colore più scuro.
  4. Lactarius glyciosmus (Fr.: Fr.) Fr.; Regione Lombardia, località Sanico (LC); Agosto 2014; Foto di Marco Barbanera. Lactarius di piccola o media taglia, si fa riconoscere per il forte odore di cocco e l'habitat di Betulla. Latice biancastro, amarognolo e in seguito leggermente acre.
  5. Lactarius glyciosmus (Fr.: Fr.) Fr.; Regione Trentino Alto Adige; Agosto 2014; Foto di Tomaso Lezzi. Raduno Scientifico CSP35 di Braies (BZ). Particolare della cuticola. Particolare delle lamelle.
  6. Lactarius glyciosmus (Fr.: Fr.) Fr., Regione Lombardia; Settembre 2012; Foto e commento di Massimo Mantovani. In prossimità di Betula pubescens. Inconfondibili grazie al loro odore e alle loro caratteristiche morfocromatiche.
  7. Lactarius glyciosmus (Fr.: Fr.) Fr., Regione Lombardia, Alta valle Camonica, Vallaro di Vione; Settembre 2009; Foto Emilio Pini. Invasivo sotto Betula pubescens.
  8. Lactarius glyciosmus (Fr.: Fr.) Fr., Regione Lombardia; Agosto 2008; Foto Massimo Mantovani. Lactarius appartenente alla Sezione Colorati, caratterizato dal rivestimento pileico feltrato-pruinoso di colore crema-grigiastro e dall'inconfondibile odore di cocco o foglie di fico. Cresce perlopiù in luoghi umidi in presenza di Betulle.
  9. Lactarius glyciosmus (Fr.: Fr.) Fr., Regione Lombardia; Agosto 2008; Foto Massimo Mantovani. Tra gli esemplari appartenenti alla stessa raccolta possono evidenziarsi grandi variabilità. In evidenza la forma del cappello che appare regolare in alcuni carpofori e ondulata in altri.
  10. Lactarius glyciosmus (Fr. : Fr.) Fr. 1838 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Russulales Famiglia Russulaceae Genere Lactarius Sezione Colorati Sinonimi Lactifluus glyciosmus (Fr.) Kuntze 1891 Galorrheus glyciosmus (Fr.) P. Kumm. 1871 Cappello 2-5 (7) cm, piano-convesso, piano e infine leggermente imbutiforme, talvolta con un piccolo umbone centrale. Fragile, più o meno ondulato, margine involuto già da giovane, si distende solo tardivamente. Cuticola finemente feltrata (caratteristica maggiormente apprezzabile con una lente d'ingrandimento), igrofana (quindi di aspetto grasso se ha assorbito acqua). Può presentarsi con notevoli varianti cromatiche: si osservano esemplari dal cappello crema-grigiastro, crema-rosato, bruno-grigiastro chiaro, persino con lievi sfumature carnicine. Imenoforo Lamelle da adnate a subdecorrenti, arcuate, mediamente fitte, intercalate da numerose lamellule. Biancastre-crema, crema, crema-ocracee. Gambo Cilindrico, slanciato, un po' irregolare, anche fusiforme, talvolta ingrossato al centro o alla base, sovente ricurvo. Superficie opaca, subconcolore al cappello. Carne Cedevole, biancastra-crema, odore netto di cocco o foglia di fico. Il sapore è mite poi, tardivamente, si manifesta una lieve acredine. Latice Più o meno abbondante, bianco ed immutabile. Sapore mite poi acre. Habitat Cresce in luoghi umidi, in associazione a Betula spp. Microscopia Spore 6-8 × 5-6 µm, da subglobose a ellittiche, con creste di vario spessore che formano una sorta di zebratura. Commestibilità o Tossicità Non commestibile. Osservazioni Specie caratterizzata dalle dimensioni medio-piccole, dall'habitat presso Betulla, dai cromatismi chiari e dal forte odore di cocco o foglia di fico. Specie simili Si tratta di un Lactarius ben delineato all'interno della Sezione Colorati. Quando si è di fronte ad esemplari tipici e in buone condizioni, l'insieme dei caratteri macroscopici permette una facile determinazione. Lactarius mammosus ha lo stesso aroma ma è di taglia media, ha un cappello feltrato, grigio-brunastro e cresce sotto conifere. Lactarius helvus, di taglia maggiore, cresce in zone umide nei boschi di Picea abies e Pinus spp., ha la superficie pileica feltrata, color camoscio, latice acquoso e trasparente e ha odore di cicoria tostata. Lactarius alpinus e Lactarius lepidotus crescono sotto Alnus viridis e sono di piccole dimensioni. Il primo ha colorazioni albicocca, il secondo grigio-brunastre. Lactarius vietus, pur appartenendo ad un'altra Sezione (Pyrogalini), è un'altra specie che sul campo può portare ad un eventuale confusione a causa dell'ecologia molto simile e per l'habitus generale. Tuttavia il viraggio al grigio-verdastro del latice quando essicca sulle lamellela e la mancanza dell'odore caratteristico di cocco, aiutano a distinguere questo Lactarius. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Massimo e Marco Mantovani - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Lactarius glyciosmus (Fr.: Fr.) Fr., Continente Europa, Finlandia; Agosto 2008; Foto Federico Calledda. Regione Lombardia; Agosto 2009; Foto di Massimo Mantovani. Stessa raccolta fotografata da Massimo Biraghi. Esemplari imbibiti che mostrano una superficie pileica viscida e untuosa. Foto di Massimo Biraghi. Particolare dell'imenoforo di due giovani esemplari. Foto Massimo Mantovani.
  11. Lactifluus glaucescens (Crossl.) Verbeken; Regione Umbria; Agosto 2013; Foto di Luigi Minciarelli. Ritrovamento effettuato in faggeta; altra specie del gruppo dei cosidetti "Albati" (L. vellereus, L. bertillonii, L. piperatus, L. glaucescens) in tal caso riscontriamo analogamente a L. piperatus una cuticola liscia e lamelle fittissime, latice piccante che, differentemente rispetto a L. piperatus, seccando inverdisce e reagisce positivamente al KOH colorandosi di arancio vivo. Notiamo già le sfumature verdastre nelle rosicchiature sul margine di alcuni campioni. Particolare del latice essiccatosi, di colore verdastro. Reazione del latice fresco, al KOH, color arancio.
  12. Lactifluus glaucescens (Crossl.) Verbeken; Regione Umbria; Luglio 2013; Foto di Mario Iannotti. Particolare.
  13. Lactifluus glaucescens (Crossl.) Verbeken; Regione Lombardia; Luglio 2013; Foto e commento di Massimo Biraghi. Molto vicino a Lactifluus piperatus si riconosce macroscopicamente per l'aspetto più compatto dalle colorazioni pileiche più opache e spesso color crosta di pane, margine del cappello a lungo involuto, gambo corto e tozzo, lamelle molto fitte, biancastre con leggeri riflessi glauchi, latice abbondante biancastro che vira al grigio-verdastro a contatto con le lamelle. Utile in caso di dubbio la reazione del latice a contatto con le basi forti, sub nulla in Lactifluus piperatus, di un bel giallo-arancio in Lactifluus glaucescens. Confronto tra le due specie: a sinistra L. piperatus, a destra L. glaucescens. Reazione alle basi forti, in questo caso KOH 30%; subnulla in Lactifluus piperatus, decisamente giallo-arancio in Lactifluus glaucescens. Foto d'insieme delle due specie per meglio osservarne le caratteristiche macroscopiche diverse.
  14. Lactifluus glaucescens (Crossl.) Verbeken; Regione Umbria; Luglio 2011; Foto di Mario Iannotti.
  15. Lactifluus glaucescens (Crossl.) Verbeken; Regione Liguria; Luglio 2009; Foto di Gianluigi Boerio. Bosco di castagno e corbezzolo a 550 m s.l.m., latice che seccando sulle lamelle diviene grigio-verdognolo.
  16. Lactifluus glaucescens (Crossl.) Verbeken; Regione Lombardia; Settembre 2009; Foto di Massimo Mantovani. Il portamento tozzo e massiccio, il pileo biancastro al margine ma macchiato di crema-nocciola al centro e il latice che vira al grigio-verdognolo sono i caratteri da prendere in considerazione per la determinazione.
  17. Lactifluus glaucescens (Crossl.) Verbeken; Regione Lombardia; Settembre 2009; Foto di Gianluigi Boerio. Ritrovamento sotto Fagus sylvatica a 1500 m s.l.m.. Lamelle fitte e latice virante al verde-grigio essicando sulle stesse. Dettaglio delle lamelle e del viraggio del latice sulle stesse dopo alcuni minuti.
  18. Lactifluus glaucescens (Crossl.) Verbeken; Regione Umbria; Giugno 2011; Foto di Mario Iannotti. Macro con evidenza del viraggio del latice su toni grigio-verde.
  19. Lactifluus glaucescens (Crossl.) Verbeken; Regione Umbria; Giugno 2008; Foto e commento di Tomaso Lezzi. Uno dei quattro Lactifllus bianchi di grossa taglia e piuttosto comuni: Lactifllus piperatus e Lactifllus glaucescens, hanno entrambi lamelle molto fitte, ma il primo ha il latice immutabile bianco, mentre nel secondo il latice vira al verde menta. Lactifllus vellereus e Lactifllus bertilloni hanno invece le lamelle meno fitte. Particolare delle lamelle molto fitte e del latice che si è già ossidato ed è diventato glauco (azzurro verdastro), e del latice appena fuoriuscito dalle lamelle, bianco ed abbondante.
  20. Lactifluus glaucescens (Crossl.) Verbeken; Regione Campania; Maggio 2007; Foto e commento di Felice Di Palma. Latice all'atto della secrezione. Latice dopo qualche minuto. Confronto con Lactifluus piperatus.
  21. Lactifluus glaucescens (Crossl.) Verbeken; Regione Campania; Giugno 2005; Foto e commento di Felice Di Palma. Reazione del latice al KOH.
  22. Lactifluus glaucescens (Crossl.) Verbeken; Regione Marche; Foto di Pietro Curti. Due foto fatte al tavolo di studio, che mettono in luce il viraggio molto tardivo del latice in questa specie, appena dopo la sezione. Dopo circa 20 minuti.
  23. Lactifluus glaucescens (Crossl.) Verbeken 2012 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Russulales Famiglia Russulaceae Sinonimi Lactarius pergamenus (Sw.) Fr. 1838 Lactarius glaucescens Crossl. 1900 Il cappello è carnoso, dapprima convesso, poi appianato e infine depresso, talvolta imbutiforme. Il margine, a lungo involuto, è piuttosto spesso ed un po’ ondulato. La cuticola, di colore variabile dal crema-biancastro al crema-brunastro, è opaca, asciutta, vellutata, pruinosa, non separabile. Le lamelle sono fitte, adnate-arrotondate al gambo, con lamellule, di colore crema-biancastro, con lievi riflessi grigio-verdastri, che si macchiano di verdastro se sfregate o per essiccazione del latice. Il gambo è cilindrico o leggermente attenuato alla base, vellutato, pruinoso, rugoloso, di colore biancastro, con macchie bruno-ruggine. La carne è gessosa, soda, crema-biancastra, lentamente verde-grigiastra all'aria, con sapore acre ed odore di fruttato. Il latice è bianco-crema, ma grigio-verdastro per essiccamento a contatto con la carne, con sapore astringente, acre. È una specie che cresce in boschi di latifoglie (Querce e Castagni in particolare), dall'inizio dell’estate a tutto l’autunno. La specie più vicina è il Lactifllus piperatus (Scop.: Fr.) S.F. Gray che si differenzia per il portamento più imbutiforme, il cappello con rugosità concentriche, la reazione negativa del latice al KOH e, soprattutto, per la carne e le lamelle che alla frattura virano al bruno-ruggine. Il Lactifllus vellereus, ed il Lactifllus bertillonii, possiedono dimensioni maggiori e lamelle spaziate e spesse. Il Lactarius controversus Persoon: Fries è facilmente distinguibile per il cappello glassato con chiazze rosa-vinacee, l’habitat esclusivo presso pioppi e per le lamelle di un bel rosa carnicino. Le simili, per portamento, Russula chloroides (Krombholz) Bresadola e Russula delica Fries si distinguono facilmente per l’assenza di latice. Regione Umbria; Giugno 2008; Foto di Tomaso Lezzi. Latice bianco, molto pepato, con viraggio molto lento su toni glauchi. Un particolare delle lamelle, che sono fittissime. Latice bianco, molto pepato, con viraggio molto lento su toni glauchi.
  24. Lactarius fulvissimus Romagn.; Regione Lombardia; Ottobre 2012; Foto, commento e microscopia di Massimo Mantovani. Ritrovamento in un bosco misto di Quercus sp. e Ostrya carpinifolia. Determinare macroscopicamente questo taxon non è sempre facile in quanto appartiene a un gruppo abbastanza complesso formato da specie affini per portamento, colorazioni e caratteristiche organolettiche. Ad ogni modo Lactarius fulvissimus si caratterizza per i cromatismi accesi, esuberanti negli esemplari giovani ma un po’ più spenti con l’età, in quanto a partire dal margine pileico i pigmenti iniziano un po’ a sbiadire. La cuticola appare quasi laccata in gioventù mentre tende a screpolarsi un po’, soprattutto verso il margine, man mano che il carpoforo matura. Il latice vira leggermente al crema pallido se isolato su carta. Un carattere utile per distinguerlo dal simile Lactarius brittanicus è il colore delle lamelle dei giovani esemplari che appare più pallido rispetto a quelle dell’ultima specie. Microscopia Eventuali dubbi macroscopici possono essere fugati con l’ausilio della microscopia. In particolare la pileipellis a ixotricoderma pare piuttosto illuminante per distinguere Lactarius fulvissimus da Lactarius britannicus. Anche le spore, sotto il punto di vista delle ornamentazioni sono abbastanza diverse, in quanto in Lactarius fulvissimus sono sì crestate, ma tendono a formare una sorta di reticolo incompleto, cosa che non avviene con Lactarius britannicus. I macroscistidi non sono molto numerosi e hanno per lo più una forma affusolata. I cheilocistidi misurano fino a 50 μm.
  25. Lactarius fulvissimus Romagn.; Regione Lombardia; Maggio 2010; Foto di Luigi Boerio. Decorazioni sporali, da sporata, in Melzer. Spore in Melzer dopo risciacquo con acqua distillata.
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