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Archivio Micologico

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  1. Laetiporus sulphureus (Bull. : Fr.) Murrill; Regione Friuli Venezia Giulia; Settembre 2012; Foto di Nicolò Parrino.
  2. Laetiporus sulphureus (Bull. : Fr.) Murrill; Regione Emilia Romagna; Settembre 2009; Foto di Roberto Tosi.
  3. Laetiporus sulphureus (Bull. : Fr.) Murrill; Regione Toscana; Agosto 2009; Foto di Alessandro Francolini. Lignicolo parassita che continua a fruttificare come saprotrofo anche dopo la morte dell’ospite; di preferenza su legno di latifoglie ma anche su conifere. Inconfondibile per alcuni caratteri tipici: colorazione giallo-arancio molto vistosa negli esemplari giovani (a maturità tende a sbiadire; così come si presenta con colori meno vivaci quando fruttifica su conifere); margine ispessito, di colore giallo citrino, molto ondulato, lobato e vellutato superficie sterile più o meno rugosa o bitorzoluta, di un bel colore giallo aranciato (giallo-rosa negli esemplari giovani; giallo chiaro negli esemplari vetusti e disidratati) superficie poroide di colore giallo zolfo (da cui il nome), con pori molto piccoli caratteristica carnosità ed elasticità negli esemplari freschi; fragilità e leggerezza negli esemplari essiccati. Fungo considerato da alcuni estimatori commestibile, ma solo dopo adeguata e prolungata cottura, vedi pagina di micotossicologia: Gruppo 3 Su legno di Castagno. Margine ispessito e ondulato, di colore giallo limone; superficie sterile di colore giallo-arancio, leggermente rugosa. Superficie poroide di colore giallo zolfo; pori molto piccoli. Particolari della sinuosità del margine.
  4. Laetiporus sulphureus (Bull. : Fr.) Murrill; Regione Lombardia, Valle Camonica; Luglio 2011; Foto di Lorenzo Martinelli.
  5. Laetiporus sulphureus (Bull. : Fr.) Murrill; Regione Lombardia, Valle Camonica; Maggio 2011; Foto di Lorenzo Martinelli.
  6. Laetiporus sulphureus (Bull. : Fr.) Murrill; Regione Trentino; Agosto 2009; Foto di Luigi Minciarelli. Su ceppaia. Macro. Altra prospettiva dello stesso gruppo. Macro. Imenoforo.
  7. Laetiporus sulphureus (Bull. : Fr.) Murrill; Regione Trentino; Agosto 2009; Foto di Tomaso Lezzi. Macro.
  8. Laetiporus sulphureus (Bull. : Fr.) Murrill; Regione Trentino; Luglio 2006; Foto di Mauro Cittadini.
  9. Laetiporus sulphureus (Bull. : Fr.) Murrill; Regione Piemonte; Dicembre 2006; Foto di Gianni Baruffa.
  10. Laetiporus sulphureus (Bull. : Fr.) Murrill; Regione Trentino; Luglio 2006; Foto di Franco Sotgiu.
  11. Laetiporus sulphureus (Bull. : Fr.) Murrill; Regione Trentino; Agosto 2005; Foto di Gianni Bonini. Dal basso.
  12. Laetiporus sulphureus (Bull. : Fr.) Murrill; Regione Trentino Alto Adige; Luglio 2005; Foto di Mauro Cittadini. Particolare.
  13. Laetiporus sulphureus (Bull. : Fr.) Murrill 1920 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Polyporales Famiglia Fomitopsidaceae Etimologia Dal latino laetiporus = dai semi lisci e sulphureus = attinente lo zolfo, per il colore. Cappello Complesso, formato da più strati sovrapposti, di forma irregolare, che si assottigliano verso il margine. Di grandi dimensioni, raggiunge anche 30-40 cm di diametro e sporge dal tronco ospite anche per 40 cm e più; la superficie è irregolare, vellutata, qualche volta anche zonata, più o meno irregolare, di colore giallo-arancio brillante (giallo-rosa negli esemplari giovani; giallo chiaro negli esemplari vetusti e disidratati). In zona alpina, su conifere, assume solitamente colori molto più chiari, sbiadisce con l’età, il margine si presenta lobato, ondulato, spesso un poco più chiaro. Imenoforo La parte fertile (quella inferiore) è formata da tubuli corti, di colore giallo zolfo, e pori minuti anch’essi sfumati di giallo, che spesso secernono delle goccioline giallastre. Gambo Apparentemente sessile, le mensole del cappello sono invece riuniti in una sorta di pseudogambo laterale, tozzo, che lo tiene ancorato al legno sul quale cresce. Carne Giallastra, tenera nel giovane ma molto tenace e gessosa negli esemplari adulti, diviene fragile e leggera negli esemplari essiccati; odore fungino e sapore non significativo. Habitat Saprotrofo o parassita che continua a fruttificare anche dopo la morte dell’ospite; di preferenza su legno di latifoglie ma anche su conifere, spesso abbastanza in alto sugli alberi; dalla tarda primavera, comune. Commestibilità e Tossicità Commestibilità condizionata al trattamento di prebollitura e completa cottura. Specie simili Meripilus giganteus (Pers.: Fr.) Karsten ha colori pileici molto più scuri e superficie leggermente scagliosa, non vellutata; Polyporus squamosus (Huds.: Fr.) Fr. ha superficie pileica dissociata in grosse squame brune su fondo ocraceo. Alcuni autori riconoscono anche l’esistenza di Polyporus sulphureus var. ceratoniae Risso, che viene volgarmente detto Fungo del carrubo (Ceratonia siliqua L. è una pianta tipica del bacino Mediterraneo, molto diffusa soprattutto in Sicilia e Sardegna), attribuendogli imprudentemente straordinarie caratteristiche organolettiche e considerandolo una prelibatezza, in realtà si tratta semplicemente del Laetiporus sulphureus cresciuto su pianta del Carrubo. Osservazioni In America, dopo studi genetici (Burdsall & Banik, 2001) su numerose raccolte di Laetiporus, sono stati definitivamente separati sei taxa e un intra-taxon: Laetiporus persicinus (Berk.& M.A. Curtis) Gilbertson, Laetiporus cincinnatus (Morgan) Burds. Banik & Volk, Laetiporus huronensis Burds. & Banik, Laetiporus conifericola Burds. & Banik, Laetiporus sulphureus (Bull.: Fries) Murrill, Laetiporus gilbertsonii Burds. e Laetiporus gilbertsonii var.pallidus Burds; la regione geografica e il substrato di crescita sono dati fondamentali ai fini della separazione tra le specie. In Europa il Laetiporus sulphureus complex non è stato ancora revisionato. Bibliografia BURDSALL, H.H. & BANIK, M.T., 2001. The genus Laetiporus in North America. Harvard Papers in Botany. Vol. 6, 1: 43-55. [Data di accesso: 25/01/2015]. Scheda AMINT tratta da Tutto Funghi. Regione Trentino; Luglio 2006; Foto di Mauro Cittadini.
  14. Lactifluus piperatus (L. : Fr.) Roussel; Regione Emilia Romagna; Luglio 2014; Foto di Massimo Biraghi.
  15. Lactifluus piperatus (L. : Fr.) Roussel; Regione Piemonte; Agosto 2014; Foto di Roberto Cagnoli.
  16. Lactifluus piperatus (L. : Fr.) Roussel; Regione Umbria; Luglio 2014; Foto di Mario Iannotti. Molto abbondante nei boschi termofili appenninici, si caratterizza per avere le lamelle anche nei soggetti adulti molto fitte e strette, il latice piccante, bianco immutabile. Un primordio ed un esemplare adulto, le lamelle in entrambi restano molto fitte.
  17. Lactifluus piperatus (L. : Fr.) Roussel; Regione Umbria; Giugno 2013; Foto di Stefano Rocchi.
  18. Lactifluus piperatus (L. : Fr.) Roussel; Regione Lombardia; Luglio 2013; Foto e commento di Massimo Biraghi. Latice biancastro, immediatamente bruciante, Pileo di aspetto leggermente corrugato, più evidente verso il marcine del cappello, colorazioni biancastre con macchie bruno-ruggine irregolari, lamelle serrate biancastre con riflessi rosati, imbrunenti all tocco o per vetustà. Confronto tra le due specie: a sinistra L. piperatus, a destra L. glaucenses. Reazione alle basi forti, in questo caso KOH 30%; subnulla in Lactarius piperatus, decisamente giallo-arancio in Lactarius glaucenses. Foto d'insieme delle due specie per meglio osservarne le caratteristiche macroscopiche diverse.
  19. Lactifluus piperatus (L. : Fr.) Roussel; Regione Marche; Luglio 2011; Foto di Pietro Curti. Pileo, imenoforo con emissione di latice, gambo.
  20. Lactifluus piperatus (L. : Fr.) Roussel; Regione Toscana; Giugno 2010; Foto di Alessandro Francolini. Il latice appena fuoriuscito.
  21. Lactifluus piperatus (L. : Fr.) Roussel; Regione Umbria, Colli del Trasimeno; Giugno 2012; Foto di Luigi Minciarelli. Habitat bosco misto di latifoglie. Lamelle fittissime, latice bianco immutabile, dal sapore acre bruciante ed allappante.
  22. Lactifluus piperatus (L. : Fr.) Roussel; Regione Toscana; Luglio 2009; Foto di Alessandro Francolini. Lamelle fittissime, con sfumatura carnicina; latice abbondante e lattiginoso.
  23. Lactifluus piperatus (L. : Fr.) Roussel; Regione Liguria; Luglio 2010; Foto di Gianluigi Boerio.
  24. Lactifluus piperatus (L. : Fr.) Roussel; Regione Umbria; Giugno 2009; Foto di Tomaso Lezzi. Latice bianco acre, che col tempo diventa giallognolo sulle lamelle. Presente in molti esemplari in bosco misto di Quercia, Carpino, Castagno. Particolare del latice bianco, acre, immutabile, si vedono anche le numerose forcature delle lamelle, che in questa specie sono molto fitte.
  25. Lactifluus piperatus (L. : Fr.) Roussel; Regione Toscana; Giugno 2008; Foto di Alessandro Francolini.
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