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Archivio Micologico

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  1. Clitocybe nebularis (Batsch : Fr.) P. Kumm.; Regione Piemonte; Novembre 2009; Foto di Gianluigi Boerio. Vicino a Ponzone, in bosco misto con Quercia, Castagno e Pino.
  2. Clitocybe nebularis (Batsch : Fr.) P. Kumm.; Regione Marche; Novembre 2009; Foto di Pietro Curti. Macro della piccola mostruosità, piccolo cappello nato rovesciato su cappello di soggetto morfologicamente conforme.
  3. Clitocybe nebularis (Batsch : Fr.) P. Kumm.; Regione Trentino; Settembre 2008; Foto di Pietro Curti. Macro. Altro gruppo.
  4. Clitocybe nebularis (Batsch : Fr.) P. Kumm.; Regione Lombardia; Novembre 2008; Foto di Massimo Mantovani.
  5. Clitocybe nebularis (Batsch : Fr.) P. Kumm.; Regione Trentino; Settembre 2007; Foto di Felice Di Palma.
  6. Clitocybe nebularis (Batsch : Fr.) P. Kumm.; Regione Lombardia; Novembre 2008; Foto di Massimo Biraghi.
  7. Clitocybe nebularis (Batsch : Fr.) P. Kumm.; Regione Trentino; Settembre 2007; Foto di Gianni Pilato.
  8. Clitocybe nebularis (Batsch : Fr.) P. Kumm.; Regione Marche; Ottobre 2007; Foto di Pietro Curti.
  9. Clitocybe nebularis (Batsch : Fr.) P. Kumm.; Regione Lombardia; Anno 2006; Foto di Massimo Biraghi.
  10. Clitocybe nebularis (Batsch : Fr.) P. Kumm.; Regione Lombardia; Dicembre 2006; Foto di Massimo Biraghi.
  11. Clitocybe nebularis (Batsch : Fr.) P. Kumm.; Regione Emilia Romagna; Ottobre 2005; Foto di Gianni Bonini. Gruppo.
  12. Clitocybe nebularis (Batsch : Fr.) P. Kumm.; Regione Lazio; Ottobre 2005; Foto e commenti di Tomaso Lezzi. Ritrovamento in faggeta (1800 m s.l.m.) salendo a M.te Crepacuore. Gli esemplari più giovani presentano il tipico colore grigio giallognolo, i più maturi e grandi sempre meno grigi e più imbutiformi. Esemplari più grandi e più maturi. Faggete di Campocatino. Un'altra località di raccolta per i campioni esposti il giorno seguente la raccolta alla mostra AMINT di Torre di Perna (Roma). Macro delle lamelle e attacco al gambo.
  13. Clitocybe nebularis (Batsch : Fr.) P. Kumm.; Regione Marche; Ottobre 2005; Foto di Pietro Curti.
  14. Clitocybe nebularis (Batsch : Fr.) P. Kumm.; Regione Abruzzo; Settembre 2005; Foto di Tomaso Lezzi.
  15. Clitocybe nebularis (Batsch : Fr.) P. Kumm., foto di Pietro Curti. Viene spesso confuso con Entoloma lividum ed è per questo causa di numerosi avvelenamenti. Presenta tossine termolabili e termostabili per cui una preparazione sommaria lo mantiene tossico. Esistono molti casi d'intolleranza soggettiva immediata che producono forti emicranie e avvelenamenti di natura gastroenterica al primo consumo. Cosa più grave, sono documentati numerosi avvelenamenti a lungo termine in soggetti che per anni avevano consumato questo fungo in modo asintomatico e cioè senza manifestare alcun malessere. http://pietrocurti.videofunghi.it/albums/Clitocybe%20nebularis/post-13-1102257646piero.jpg
  16. Clitocybe nebularis (Batsch : Fr.) P. Kumm. 1871 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Tricholomataceae Etimologia Dal latino nebula = nebbia, attinente la nebbia. Cappello Cappello 4-10(15) cm di diametro, da convesso a spianato o anche depresso, carnoso, fibrilloso, coperto da una pruina biancastra ed evanescente; il colore è grigio-cenerino, grigio-ocra, a volte biancastro; il margine è regolare, involuto, spesso più chiaro. Lamelle strette, fitte, separabili dalla trama del cappello, poco decorrenti, biancastre poi giallastre a maturità. Gambo 5-10 × 3-4 cm, robusto, cilindrico, con fibrille longitudinali, attenuato all'apice ed ingrossato, anche clavato, alla base, che è decorata da residui miceliari bianchi; il colore è appena più chiaro del cappello. Carne Biancastra, tenace poi molle, stopposa nel gambo; odore forte e caratteristico non gradevole, più marcato nei soggetti cresciuti in boschi caldi di latifoglia; il sapore è leggero, dolciastro. Habitat Specie ubiquitaria, molto comune e diffusa; cresce in gruppi numerosi, in lunghe file ed in "cerchi delle streghe", nel substrato di residui vegetali in decomposizione, nei boschi di conifere e latifoglie, dall'autunno fino ai primi geli invernali. Commestibilità e tossicità Nonostante in molte zone dell'Italia venga ancora consumato -per fortuna sempre da meno persone- Clitocybe nebularis è un fungo velenoso per consumo ripetuto: le tossine si accumulano progressivamente nel nostro corpo fino a provocare intossicazioni di tipo gastrointestinale e neurologico. Si sono verificati casi di persone colpite da forti mal di testa, dovuti all'inalazione dei vapori, solo perchÉ si trovavano nell'ambiente dove questi funghi venivano sbollentati. 1) Contiene tossine volatili che si possono allontanare con la prebollitura, responsabili del forte mal di testa citato prima. 2) Contiene tossine idrosolubili che possono essere eliminate buttando l'acqua di prebollitura. 3) Contiene tossine termostabili quindi -NON ELIMINABILI- che permangono anche dopo prolungata cottura, e che danno intossicazione per accumulo. Certamente è da considerarsi una specie responsabile di avvelenamenti gastroenterici incostanti. Osservazioni È stato per anni il fungo più raccolto e commercializzato in Italia, ma la sua tossicità è stata ormai dimostrata con certezza ed è stato cancellato dalle liste dei funghi commercializzabili. Purtroppo viene ancora raccolto da alcuni anche se è ormai evidente il rischio di raccoglierlo e consumarlo. Specie simili Può essere confuso con Entoloma lividum, velenoso, che può crescere nel medesimo habitat. La principale differenza va ricercata nel colore delle lamelle dei soggetti maturi: queste sono giallastre in Clitocybe nebularis e rosa carico in Entoloma lividum, oltre all'odore forte e caratteristico inClitocybe nebularis, deciso di farina fresca in Entoloma lividum. Clitocybe alexandri gli è molto simile ma ha odore leggero e colorazioni bruno-argilla o grigio-giallastro; Clitocybe clavipes più piccolo e tossico, ha la base del gambo tipicamente clavata ed acquosa, la carne biancastra con odore di mandorla amara e sapore dolce. Curiosità Clitocybe nebularis ha un ospite speciale: Volvariella surrecta, un piccolo fungo che cresce sui vecchi cappelli ormai in disfacimento di Clitocybe nebularis; li invade con il suo micelio biancastro ben visibile ancora prima che appaiano i basidiomi dotati di una bella volva rosata. Scheda AMINT tratta da "Tutto Funghi" Regione Marche; Foto di Pietro Curti. http://pietrocurti.videofunghi.it/albums/userpics/10001/DSCN4988.jpg
  17. Clitocybe lituus (Fr.) Métrod 1946 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Tricholomataceae Foto e Descrizioni Habitat Pinus pinaster con qualche giovane Leccio ed altre essenze. Cuticola asciutta, lamelle che non vanno via a mazzetti, papilla evidentissima in tutti gli esemplari, sapore ed odore nulli. Regione Sardegna; Gennaio 2008; Foto di Giovanni Satta. Microscopia Microscopia e commenti di Mauro Cittadini. Spore ellittiche, lisce, a parete sottile, acianofile, con apicolo pronunciato, 6-7,5(8) x 3,5-4,5. Basidi strettamente clavati esclusivamente bisporici.Cheilocistidi sotto forma di peli cistidiali simili ai basidi che eccedono di pochi micron la trama imeniale. GAF presenti ed abbondanti. In comune accordo con "lo scopritore" di questi funghetti, ci siamo affidati alla consulenza di Marco Contu, che sentitamente ringraziamo. Il primo problema che abbiamo dovuto risolvere è stata l'effettiva amiloidia o meno delle spore. La questione è molto più complessa di quanto si possa pensare! In realtà per le "spore chiare ed a parete sottile", i risultati sono spesso ingannevoli. Quando si ottengono solo dei leggerissimi segni di cambiamento di colore della parete con riflessi blu-grigiastri, potremmo essere nella condizione di una "falsa eco" o pseudoamiloidia che ad esempio può manifestarsi in parte negli esemplari freschi o reidratati in un certo modo o non manifestarsi per nulla se cambiamo metodo o partiamo dalle essicate. C'è inoltre la possibilità che a quel debolissimo segnale nessuno abbia mai dato credito e seguito a causa di altri elementi che portano decisamente da altre parti. Diciamo in chiusura di questo argomento che ognuno, con la propria esperienza, in questi casi deve prendere una decisione e far pendere l'ago della bilancia verso una parte o l'altra. Nel caso di porre l'amiloidia di questi basidiomi come negativa, viene di conseguenza ricadere nel campo delle Clitocybe, precisamente nella SezionePseudolyophillum (Sing.) Harm. caratterizzata da basidiomi igrofani, con lamelle bianco, grigie, ingrigienti o ocra-brunastre. Proseguendo, visto che i nostri esemplari mostravano lamelle "colorate", odore pressochè nullo, cappello ombelicato, spore più verso l'ellittico che il subgloboso ed infine gambo con base leggermente cotonoso-bambagiosa, nella Sottosezione Cyathiformes. Arrivati a questo punto la presenza esclusiva dei basidi bisporici porta senza alcun dubbio verso Clitocybe lituus (Fr.) Métr. GAF, abbondantissimi, basidi stretti e bisporici e qualche spora
  18. Clitocybe langei Singer; Regione Lombardia; Dicembre 2008; Foto di Massimo Biraghi. Piccola Clitocybe della Sezione Ditopae, riconoscibile dalle colorazioni brunastre con sapore di farina ed odore rancido. Microscopia Spore 7 - 8 x 3,5 - 4 µm; pileipellis banale o appena diverticolata. Spore. Pileipellis.
  19. Clitocybe langei Singer 1942 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Tricholomataceae Foto e Descrizioni La crescita gregaria, il cappello striato, liscio e non pruinoso la differenziano macroscopicamente dalle vicine C. ditopa e C. vibecina, entrambe con odore farinoso e lamelle grigiastre. Regione Lombardia, Giardino urbano di Arcene - Pianura Bergamasca, in un aiuola sotto Abete rosso fra l'erba, foto di Massimo Biraghi.
  20. Atractosporocybe inornata (Sowerby : Fr.) P. Alvarado, G. Moreno & Vizzini 2015; Regione Umbria; Novembre 2012; Foto di Stefano Rocchi. Sotto pini e abeti rossi, esemplari uniformemente grigio-brunastro, gambo leggermente farinoso in alto, in basso ingloba vari detriti fogliari; il cappello, con il bordo più chiaro, è caratterizzato da particolari decorazioni simili alle venature del marmo; lamelle non decorrenti. Odore netto di pescheria.
  21. Atractosporocybe inornata (Sowerby : Fr.) P. Alvarado, G. Moreno & Vizzini 2015; Regione Campania, Vesuvio; Novembre 2009; Foto di Felice Di Palma. Spore 8-11x4-4,8 µm; Q = 2.
  22. Atractosporocybe inornata (Sowerby : Fr.) P. Alvarado, G. Moreno & Vizzini 2015 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Incertae sedis Sinonimi Clitocybe inornata (Sowerby : Fr.) Gillet 1878 Etimologia L'epiteto Atractosporocybe deriva dal greco ἄτρακτος [atractos] = fuso, σπορά [sporá] = seme, spora e κύβη [cýbe] = testa, per le spore fusiformi. L'epiteto inornata deriva dal latino inornatus = non ornato, per l'aspetto del cappello. Cappello Grigio, macchiato di marrone, cappello dei giovani con netto umbone. Imenoforo Grigio chiaro. Questa Atractosporocybe ha la particolarità di non avere le lamelle decorrenti e di discostarsi in questo da molte Clitocybe. Gambo Grigio chiaro, macchiato di marrone. Carne Con odore di pescheria. Regione Trentino Alto Adige; Agosto 2006; Foto e commenti di Tomaso Lezzi. Ritrovamento su strati muscinali sotto abete rosso. Particolare delle lamelle. Particolare del cappello, sporco di marrone dell'esemplare adulto e nettamente umbonato dell'esemplare giovane. Il gambo è macchiato di marrone.
  23. Clitocybe graminicola Bon 1979 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Tricholomataceae Foto e Descrizione Cappello convesso, poi spianato, leggermente depresso al centro, di consistenza omogenea che non tende a screpolarsi; il margine resta a lungo leggermente involuto, di colore biancastro fino ad ocra pallido, liscio, subigrofano, lamelle leggermente decorrenti, biancastre, abbastanza spaziate, basse, arcuate, con lamellule di diversa lunghezza. Gambo cilindrico, biancastro. Odore erbaceo-terroso. Cresce in ambiente prativo, il ritrovamento è stato effettuato in habitat di Zona Alpina, sopra il limite della vegetazione arborea ad alto fusto, associato a Dryas octopetala e Salix spp. (nane), in particolare i campioni sono stati rinvenuti nei prati della Malga Tassulla, a 2087 m s.l.m., all’inizio della Val Nana, nel territorio del comune di Tassullo (TN), la valle costeggia il Monte Peller (2319 m s.l.m.) la cima più settentrionale delle Dolomiti di Brenta. Regione Trentino Alto Adige; Settembre 2013; Foto di Mario Iannotti. 3º Congresso trentino sui funghi alpini, Cles (TN), Loc. Malgaroi. Ritrovamento in prateria alpina a 2.200 m s.l.m., determinata microscopicamente nel corso del convegno.
  24. Clitocybe glareosa Röllin & Monthoux, Regione Abruzzo, Giugno 2011, Foto di Tomaso Lezzi. (Exsiccatum TL20110618-03) Basidi. GAF frequentissimi e molto evidenti, alcuni anche a medaglione.
  25. Clitocybe glareosa Röllin & Monthoux 1985 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Tricholomataceae Descrizione Dai prati di alta quota del Gran Sasso. Cappello leggermente imbutiforme, fulvo, reazione alle basi forti (NaOH) negativa; carne esigua; lamelle decorrenti, fitte; gambo concolore al cappello o più chiaro; odore leggero, aromatico, leggermente di anice. Microscopia Spore a seme di mela, con apicolo; basidi tetrasporici; GAF nelle ife della cuticola abbondantissimi, alcuni a medaglione. Reazioni macrochimica La reazione negativa alla base forte escude subito un bel gruppo di specie simili: Infundibulicybe gibba (Pers. : Fr.) Harmaja: giallastro. Infundibulicybe costata (Kühner & Romagn.) Harmaja: positiva, ma non costante. Infundibulicybe bresadolana (Singer) Harmaja: forte, bruna. Infundibulicybe squamulosa (Pers. : Fr.) Harmaja: forte, bruna. Infundibulicybe alkaliviolascens (Bellù) Bellù: forte, viola vinoso. Specie simili La simile Clitocybe umbelicata cresce in boschi di Faggio. Regione Abruzzo, Giugno 2011, Foto di Tomaso Lezzi. (Exsiccatum TL20110618-03) Lamelle. Reazione negativa alle basi forti, NaOH.
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