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Archivio Micologico

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  1. Bovista plumbea Pers. 1795 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Lycoperdaceae Regione Lazio; Maggio 2008; Foto e microscopia di Felice Di Palma. Capillizio senza (o con pochissimi) setti primari o secondari. Senza pori. Le spore presentano resti di sterigmi sostanzialmente dritti, molto allungati e con estremità appuntita e superficie liscia.
  2. Bovista nigrescens Pers. : Pers.; Regione Trentino; Agosto 2011; Foto di Tomaso Lezzi. 1º Congresso trentino sui funghi alpini, Cles (TN), Loc. Malgaroi.
  3. Bovista nigrescens Pers. : Pers.; Regione Trentino; Settembre 2009; Foto e microscopia di Massimo Biraghi. Capillizio a fiocchi singoli. Spore globose, sublisce, 4,5-5 × 5-6 µm, con resto sterigmale non più lungo di 10 µm e spesso troncato, raramente terminante a punta.
  4. Bovista nigrescens Pers. : Pers. 1794 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Lycoperdaceae Etimologia L'epiteto Bovista deriva dalla latinizzazione del tedesco bovist = vescia, nome popolare delle specie praticole di aspetto sacciforme. L'epiteto nigrescens deriva dal participio presente latino nĭgrescens del verbo nĭgresco = diventare nero, scurirsi, oscurarsi, per il colore assunto a maturità. Carpoforo Globoso, subgloboso, con un leggero prolungamento nella parte bassa, 3-7 cm di diametro di larghezza, 3-4 cm di altezza. Microscopia Esoperidio Bianco, finemente pruinoso, che si screpola con l'età e si lacera nella parte superiore, mentre tende a ingrigire e poi annerire, soprattutto nella parte inferiore. Endoperidio Bianco, poi bruno, infine nerastro a maturità. Gleba Bianca, bruna a maturità. Subgleba Assente. Basidi Tetrasporici. Spore (4,2) 4,4-5,4 (5,9) × (2,6) 4,2-4,9 (5,5) µm; Q = (1,0) 1,02-1,15 (1,2); N = 20; Media = 4,8 × 4,4 µm; Qm = 1,1; globose, verrucoso-aculeate, a parete spessa, che portano resti di sterigmi (pedicelli) (2,7) 3,3-6,7 (9,5) × (0,9) 1,0-1,9 (2,0) µm; Q = (1,7) 1,8-5,4 (5,8); N = 10; Media = 5,2 × 1,4 µm; Qm = 3,7; dritti o appena incurvati, che rimangono adesi alle spore stesse. Capillizio Con rami grossi, a parete spessa, presto affusolati, senza pori e setti. Rami dritti o appena ondulati, non contorti, Bovista-type, cioè con un ifa che forma un gambo centrale che è fortemente ramificato, con rami presto affusolati e angoli di ramificazione spesso vicini a 90°, contrapposti ai rami di tipo Lycoperdon-type (vedi Specie simili, Bovista furfuracea). Habitat Specie tipica della Zona Alpina e della fascia submontana, con presenza di salici nani e Loiseleuria procumbens, spesso presente fino a 2800 m s.l.m. Commestibilità e tossicità Commestibile purché la gleba sia perfettamente bianca. Questa specie andrebbe comunque preservata e ne andrebbe evitata la raccolta per la sua rarità. Specie simili Bovista aestivalis (Bonord.) Demoulin e Bovista paludosa Lév., hanno entrambe presenza di subgleba. Bovista furfuracea Pers. : Pers., presenta capillizio Lycoperdon-type cioè con con un ifa centrale e poche ramificazioni sparse laterali, che formano angoli acuti, contrapposti ai rami di tipo Bovista-type. Bovista cretacea T.C.E. Fr., ha capillizio con rami ondulati e tortuosi. Bovista plumbea Pers. : Pers., ha spore da subglobose a ellossoidali e colore bruno ramato a maturità, invece che nerastro come in B. nigrescens. Gli sterigmi (pedicelli) che rimangono attaccati alle spore hanno estremità appuntita invece che tronca. Bovista tomentosa (Vittad.) De Toni, Bovista limosa Rostr. e Bovista pusilla (Batsch) Pers. : Pers., hanno tutte dimensioni minori. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Tomaso Lezzi e Alessandro Gigli - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Trentino Alto-Adige, Passo Vizze; Luglio 2022; Foto di Tomaso Lezzi. Ritrovamento in zona alpina, tra salici nani e Loiseleuria procumbens. L'esemplare a sinistra in alto è rovesciato per mostrare l'ingrigimento/annerimento, più evidente sul lato inferiore anche in esemplari non completamente maturi. Foto di Alessandro Gigli. Capillizio con rami grossi, a parete spessa, presto affusolati, senza pori e setti. Rami dritti o appena ondulati, non contorti, Bovista-type, cioè con con un ifa che forma un gambo centrale che è fortemente ramificato, con rami presto affusolati e angoli di ramificazione spesso vicini a 90°, contrapposti ai rami di tipo Lycoperdon-type (vedi Specie simili, Bovista furfuracea). Osservazione in rosso Congo, a 100×. Osservazione in rosso Congo, a 400×. Spore (4,2) 4,4-5,4 (5,9) × (2,6) 4,2-4,9 (5,5) µm; Q = (1,0) 1,02-1,15 (1,2); N = 20; Media = 4,8 × 4,4 µm; Qm = 1,1; globose, verrucoso-aculeate, a parete spessa, che portano resti di sterigmi (pedicelli) (2,7) 3,3-6,7 (9,5) × (0,9) 1,0-1,9 (2,0) µm; Q = (1,7) 1,8-5,4 (5,8); N = 10; Media = 5,2 × 1,4 µm; Qm = 3,7; dritti o appena incurvati, che rimangono adesi alle spore stesse. Osservazione in rosso Congo, a 1000×.
  5. Imperator xanthocyaneus (Ramain) Klofac 2018 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Boletales Famiglia Boletaceae Sinonimi Boletus xanthocyaneus (Ramain) Romagn. 1976 Note nomenclaturali Identificata per la prima volta da Ramain nel 1948 come Boletus purpureus var. xanthocyaneus, la specie è stata poi ricombinata nel 1976 da Henri Charles Louis Romagnesi nel genere Boletus con l’epiteto xanthocyaneus. Attualmente è invece da inquadrare nel genere Imperator. Si tratta di una specie enigmatica in quanto ad oggi, tra gli studiosi, non vi è ancora chiarezza sul suo rango tassonomico. Per molti autori infatti si tratterebbe di una forma depigmentata o xanthoide di Imperator luteocupreus (Bertéa & Estadès) Assyov, Bellanger, Bertéa, Courtec., Koller, Loizides, G. Marques, J.A. Muñoz, N. Oppicelli, D. Puddu, F. Rich. & P.-A. Moreau o di Imperator rhodopurpureus (Smotl.) Assyov, Bellanger, Bertéa, Courtec., G. Koller, Loizides, G. Marques, J.A. Muñoz, N. Oppicelli, D. Puddu, F. Rich. & P.-A. Moreau. Sono in corso degli studi che potrebbero portare dei chiarimenti in proposito. Bibliografia GELARDI, M. 2017. Corso di aggiornamento tassonomico sull’ordine boletales in Italia alla luce dei nuovi orientamenti filogenetici molecolari. AMB-Bolzano. [Data di accesso: 15/02/2021].
  6. Imperator torosus (Fr.) Assyov, Bellanger, Bertéa, Courtec., G. Koller, Loizides, G. Marques, J.A. Muñoz, N. Oppicelli, D. Puddu, F. Rich. & P.-A. Moreau; Regione Lombardia; Ottobre 2012; Foto di Marco Barbanera.
  7. Imperator torosus (Fr.) Assyov, Bellanger, Bertéa, Courtec., G. Koller, Loizides, G. Marques, J.A. Muñoz, N. Oppicelli, D. Puddu, F. Rich. & P.-A. Moreau 2015 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Boletales Famiglia Boletaceae Sinonimi Boletus torosus Fr. & Hök 1835 Foto e Descrizioni Ritrovamento effettuato sotto querce. Il cappello vira al tocco rapidamente al blu nero; tubuli gialli corti, pori gialli, entrambi si macchiano di blu al taglio o al contatto; gambo giallo che si macchia di blu, reticolo sempre giallo in alto e rossastro nella parte mediana; base con sfumature rossastre; carne gialla con viraggio blu, più intenso nel cappello e rosa alla base del gambo. Nelle parti della carne mangiate dalle larve la carne diviene arancione. Odore di medicinale e sapore mite Note nomenclaturali Nell'anno 2015 grazie agli studi molecolari di Boris Assyov et al. la specie è stata inserita nel nuovo genere Imperator di cui rappresenta la specie tipo e ne ispira il nome per via del suo aspetto "rilevante ed importante". Bibliografia Index Fungorum. Index Fungorum no. 243. [Data di accesso: 12/08/2017]. Regione Umbria; Ottobre 2012; Foto di Stefano Rocchi.
  8. Butyriboletus subappendiculatus (Dermek, Lazebn. & J. Veselský) D. Arora & J.L. Frank; Regione Lombardia; Luglio 2011; Foto di Massimo Mantovani.
  9. Butyriboletus subappendiculatus (Dermek, Lazebn. & J. Veselský) D. Arora & J.L. Frank; Regione Lombardia; Luglio 2010; Foto di Massimo Mantovani. Ritrovamento sotto Abete bianco. Dettaglio del reticolo.
  10. Butyriboletus subappendiculatus (Dermek, Lazebn. & J. Veselský) D. Arora & J.L. Frank; Regione Lombardia; Luglio 2009; Foto di Massimo Mantovani. Ritrovamento sotto Abete bianco.
  11. Butyriboletus subappendiculatus (Dermek, Lazebn. & J. Veselský) D. Arora & J.L. Frank; Regione Emilia Romagna; Luglio 2008; Foto di Nino Bertozzi.
  12. Butyriboletus subappendiculatus (Dermek, Lazebn. & J. Veselský) D. Arora & J.L. Frank; Regione Lombardia; Luglio 2006; Foto di Federico Calledda.
  13. Butyriboletus subappendiculatus (Dermek, Lazebn. & J. Veselský) D. Arora & J.L. Frank; Regione Lombardia; Luglio 2006; Foto di Emilio Pini. Butyriboletus subappendiculatus è un fungo abbastanza raro: - Cuticola di colore camoscio chiaro, non propriamente liscia, leggermente fibrillosa, diversa comunque da Butyriboletus appendiculatus; - Gambo giallastro in tutta la sua lunghezza tendente ad imbrunire alla manipolazione specialmente alla base; - La carne alla sezione vira debolmente all'azzurro a partire dal terzo superiore e salendo nel cappello.
  14. Butyriboletus subappendiculatus (Dermek, Lazebn. & J. Veselský) D. Arora & J.L. Frank 2014 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Boletales Famiglia Boletaceae Sinonimi Boletus subappendiculatus Dermek, Lazebn. & J. Veselský 1979 Foto e Descrizioni Simile al Butyriboletus appendiculatus delle aree mediterranee, con portamento e struttura più minuta cresce in ambiente subalpino nei boschi di conifere o misti, in particolare sotto Abete bianco, gambo non radicante e viraggio della carne esposta estremamente modesto, solo in zona sovratubolare. Regione Lombardia; Orobie Bergamasche, 1600 m s.l.m.; Anno 2002; Foto di Massimo Biraghi.
  15. Rubroboletus satanas (Lenz) Kuan Zhao & Zhu L. Yang; Regione Sardegna; Settembre 2013; Foto di Franco Sotgiu.
  16. Rubroboletus satanas (Lenz) Kuan Zhao & Zhu L. Yang; Regione Umbria; Settembre 2012; Foto di Stefano Rocchi.
  17. Rubroboletus satanas (Lenz) Kuan Zhao & Zhu L. Yang; Regione Sardegna; Agosto 2010; Foto di Franco Sotgiu.
  18. Rubroboletus satanas (Lenz) Kuan Zhao & Zhu L. Yang; Regione Emilia Romagna; Ottobre 2010; Foto di Massimo Biraghi.
  19. Rubroboletus satanas (Lenz) Kuan Zhao & Zhu L. Yang; Regione Umbria; Agosto 2010; Foto di Luigi Minciarelli.
  20. Rubroboletus satanas (Lenz) Kuan Zhao & Zhu L. Yang; Regione Emilia Romagna; Ottobre 2009; Foto e commento di Alessandro Francolini. Appennino, zona Lagaro; Cerro puro; 650 m s.l.m. Il nome altisonante ha certamente contribuito a dargli nel corso del tempo la nomea del Boletus tossico per antonomasia; in realtà la sua velenosità dopo cottura non è delle più importanti tra quelle esistenti in natura: certamente da respingere anche se è corretto ricordare che sono ben altre le specie velenose. Le tonalità biancastre del cappello, le notevoli dimensioni, il particolare viraggio della carne (bianco-giallastra che vira debolmente all’azzurro alla sezione, in modo disomogeneo e distribuito a settori) e lo sgradevole odore che emana a maturazione, lo rendono difficilmente confondibile con gli altri Boletus appartenuti alla stessa Sezione; l’unico con vaga somiglianza è Rubroboletus rhodoxanthus = Boletus rhodoxanthus che, pur presentando analoghi colori biancastri sul cappello, si distingue facilmente per taglia decisamente inferiore, viraggio della carne solo nel cappello, carne giallo cromo, gambo non obeso. Gambo giallo nella parte superiore; poi rosso, rosso-viola nella parte centrale. Reticolo evidente nei due terzi superiori. Imenoforo con pori piccoli e rotondi; arancio-rosso ma più gialli al margine. Blu alla pressione.
  21. Rubroboletus satanas (Lenz) Kuan Zhao & Zhu L. Yang; Regione Lombardia; Ottobre 2009; Foto di Massimo Mantovani. Dettaglio del reticolo all'apice del gambo. Vista dell'imenoforo di un esemplare maturo.
  22. Rubroboletus satanas (Lenz) Kuan Zhao & Zhu L. Yang; Regione Lombardia; Ottobre 2009; Foto di Federico Calledda.
  23. Rubroboletus satanas (Lenz) Kuan Zhao & Zhu L. Yang; Regione Lazio; Settembre 2009; Foto di Luigi Minciarelli. Dettaglio di pori e reticolo. Sezione.
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