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Archivio Micologico

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  1. Smardaea planchonis (Dunal ex Boud.) Korf & W.Y. Zhuang 1991 Tassonomia Divisione Ascomycota Classe Pezizomycetes Ordine Pezizales Famiglia Pyronemataceae Sinonimi Plicaria planchonis Dunal ex Boud. 1887 Ascoma Sotto forma di apotecio fino a 1 cm di diametro, sessile, cupolato da giovane e poi a maturità più appiattito, con colori scuri che vanno dal viola scuro fino al nerastro. Imenoforo liscio e concolore con la superficie esterna. Carne Sottile, ceracea, di colore viola scuro. Microscopia Spore 9,0-12 µm di diametro, ialine, lisce, dotate di un riflesso violaceo, con granulosità interne, uniseriate nell'asco. Aschi 178-201 × 10-13 µm, cilindracei, ottasporici, non amiloidi, pleurorinchi. Parafisi cilindriche, settate, leggermente rigonfie all'apice, e in maggioranza ripiegate all'apice. Excipulum medullare formato da una textura intricata, dove si nota un pigmento incrostante viola. Excipulum ectale formato da una textura globulosa-angularis, con elementi sub-sferici, si nota anche qui un pigmento incrostante viola. Commestibilità e Tossicità Non commestibile. Habitat Cupressaceae Specie simili Smardaea verrucispora (Donadini & Monier) Benkert 2005, ha un profilo sporale non liscio, parafisi dritte all'apice e habitat sotto Cedrus libani. Smardaea ovalispora (Grelet) Van Vooren 2009, ha spore elittiche al microscopio, con Q = 1,3-1,5; sotto Pinus halepensis e Cedrus spp. Smardaea amethystina (W. Phillips) Svrček 1969, ha spore fusoidi con verruche appuntite. Smardaea australis P.S. Catches. & D.E.A. Catches. 2017, pressoché identica a Smardaea planchonis con leggerissime differenze sulle misure delle spore e degli aschi, separata su base molecolare. Marcelleina persoonii (P. Crouan & H. Crouan) Brumm. 1967, ha apotecio discoide meno scuro, cresce in montagna su terreno sabbioso basico, spesso in prossimità di corsi d'acqua. Osservazioni Per determinare le specie di questo Genere occorre analizzare i caratteri microscopici per distinguere specie che macroscopicamente sono molto vicine tra loro. Bibliografia VAN VOOREN, N., 2014. Cahiers de la FMBDS 4: 90-91. AGNELLO, C., ATZENI, M. & ARISCI, A., 2018. Prima segnalazione per l'Italia di Smardaea verrucispora e primi dati filogenetici per S. verrucispora, S. planchonis e S. ovalispora. Rivista di micologia 61 (3): 223-232. MEDARDI, G., 2006. Atlante fotografico degli Ascomiceti d'Italia. Trento: Ed. AMB. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Manuel Atzeni. Approvata e revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Puglia; Dicembre 2018; Legit Raffaele Mininno; Foto macro Raffaele Mininno, foto micro Manuel Atzeni. (Exsiccatum A-186) Aschi e spore. Osservazione in Floxina al 2%; 1000×. Aschi e parafisi. Osservazione in Floxina al 2%; 400×. Aschi e parafisi. Osservazione in Floxina al 2%; 200×. Parafisi. Osservazione in Floxina al 2%; 200×. Excipulum medullare. Osservazione in Floxina al 2%; 200×. Excipulum ectale. Osservazione in Floxina al 2%; 200×.
  2. Tuber panniferum Tul. & C. Tul. 1844 Tassonomia Regno Fungi Divisione Ascomycota Classe Pezizomycetes Sottoclasse Pezizomycetidae  Ordine Pezizales Famiglia Tuberaceae Sinonimi Non sono conosciuti sinonimi per questa specie. Etimologia Dal latino tūbĕr = protuberanza, tubero, tartufo in Plinio e altri autori latini, per l'aspetto di tubero degli ascocarpi appartenenti a questo genere. Dal latino pannus = pezzetto di tessuto. Ascoma Fungo ipogeo di forma subglobosa, più o meno irregolare, spesso lobata e di dimensioni non molto grandi (1-2,5 cm), con una evidente cavità basale. Peridio Peridio ricoperto di una feltratura color ruggine su peridio marrone. Gleba La gleba è di un color nocciola, con evidenti venature sterili bianche, che partono dalla cavità basale, per arrivare fino al peridio. Habitat  Sotto latifoglia, dal tardo autunno alla primavera. Microscopia Spore (22,2) 22,5-24,4 (25) × (17,1) 17,5-19,5 (20,7) µm; Q = 1,2-1,36; (1,4); N = 19; Media = 23,4 × 18,4 µm; Qm = 1,3; elissoidali, aculeate con spine lunghe fino a 3,5 µm. Gli aschi (6,0) 6,3-7,9 (9,3) × (4,8) 5,2-6,2 (7,2) µm; Q = (1,1) 1,13-1,4 (1,5); N = 30; Media = 7,1 × 5,7 µm; Qm = 1,3; sono elissoidali, con peduncolo (5,8) 6,3-8,9 (11,4) × (4,8) 5,2-6,2 (7,2) µm; Q = (1,1) 1,13-1,4 (1,5); N = 30; Media = 7,3 × 5,7 µm; Qm = 1,3; contengono da 1 a 8 spore; le ife esterne del peridio sono settate, cilindriche, a parete spessa, con estremità muricata. Commestibilità o Tossicità  Non commestibile. Osservazioni Si tratta di una specie facilmente riconoscibile macroscopicamente per via della sua feltratura esterna sul peridio. Bibliografia MONTECCHI, A. & SARASINI, M., 2000. Funghi Ipogei d’Europa. Trento: Ed. AMB. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Manuel Atzeni e Tomaso Lezzi. Approvata e revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Lazio; Agosto 2019; Ritrovamento del cane Nina di Paolo Porcu; Foto e microscopia di Tomaso Lezzi e Manuel Atzeni. (Exsiccatum TL190728-01) Peridio ricoperto di una feltratura color ruggine su peridio marrone. Sezione del peridio. Dall'alto: peli della feltratura esterna, peridio, gleba che contiene gli aschi e in cui si notano le vene sterili chiare. Osservazione in Rosso Congo; 100×. Sezione del peridio: peli della feltratura esterna. Osservazione in L4; 100×. Sezione del peridio: peli della feltratura esterna. Osservazione in L4; 400×. Sezione del peridio: pelo della feltratura esterna, muricato all'estremità (incrostato). Osservazione in L4; 400×. Aschi ottasporici e spore. Osservazione in Blu di cresile brillante; 200×. Aschi ottasporici e spore. Osservazione in Melzer; 400×. Aschi e spore. Osservazione in Melzer; 1000×. Aschi e spore. È ben visibile la variazione di dimensione e di volume a seconda del numero di spore contenute nell'asco. Osservazione in L4; 100×. Aschi e spore. Osservazione in L4; 400×.  Osservazione in Blu di cresile brillante; 400×.
  3. Cudoniella clavus (Alb. & Schwein.) Dennis 1964; Regione Trentino Alto Adige (BZ); Luglio 2019; Foto di Paolo Avetrani. (Exsiccatum TL190725-04)
  4. Cudoniella clavus (Alb. & Schwein. : Fr.) Dennis 1964 Tassonomia Divisione Ascomycota Classe Leotiomicetes Ordine Helotiales Famiglia Leotiaceae Sinonimi Bulgaria clavus (Alb. & Schwein. : Fr.) Wallr. 1833 Cudoniella clavus var. grandis (Boud.) Dennis 1964 Hymenoscyphus aquaticus (Curr.) W. Phillips 1887 Ombrophila clavus (Alb. & Schwein. : Fr.) Cooke 1880 Etimologia L'epiteto Cudoniella è il diminutivo di Cudonia, un altro simile genere di Ascomiceti. L'epiteto clavus deriva dal latino clāvus [i] = chiodo, per la forma dell'ascoma. Ascoma Apotecio di forma prima turbinata poi discoidale, con il centro depresso, con diametro di circa 2-5 mm, di colore bianco, poi giallastro, infine bruno; munito di gambo che tende a svilupparsi fino a 2 cm e che diventa bruno nerastro verso la base. La superficie esterna è finemente forforosa. Gli esemplari sono gregari, vivono su legno di conifera e si sviluppano quasi interamente nell'acqua di piccoli ruscelletti. Carne Biancastra. Habitat Gli esemplari vivono su legno di conifera e si sviluppano quasi interamente nell'acqua di piccoli ruscelletti. Microscopia Aschi fusoidi ottasporici, non amiloidi. Spore (9,5) 11,9-14,1 (15,6) × (3,8) 4,1-4,7 (5,0) µm; Q = (2,3) 2,7-3,3 (3,5); N = 30; Media = 12,9 × 4,5 µm; Qm = 2,9 lungamente ellissoidali, cilindracee, lisce, ialine, con presenza di numerose piccole guttuline. Parafisi cilindracee, sottili. Commestibilità e tossicità Non commestibile. Somiglianze e varietà Sono simili alcune specie del genere Hymenoscyphus, che però sono amiloidi. Sono simili alcune specie del genere Ombrophila, che però sono amiloidi. Cudoniella acicularis (Bull. : Fr.) J. Schröt. 1893, ha spore più grandi, con un intervallo di misure che non si sovrappone a quello di Cudoniella clavus, e le spore sono irregolarmente biseriate negli aschi, che quindi risultano anche più larghi. Cresce su legno di latifoglia. Cudoniella tenuispora (Cooke & Massee) Dennis 1974, presenta gambo tozzo e corto, e spore occasionalmente settate. Bibliografia MEDARDI, G., 2006. Atlante fotografico degli Ascomiceti d'Italia. Ed. AMB. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Tomaso Lezzi e Manuel Atzeni - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Trentino Alto Adige (BZ); Luglio 2019; Foto di Tomaso Lezzi. (Exsiccatum TL190725-04) Esemplare in posizione di crescita. Aschi e parafisi. Osservazione in Rosso Congo; 400×. Spore. Osservazione in Rosso Congo; 400×. Excipulum ectale. Osservazione in Rosso Congo; 400×. Regione Trentino Alto Adige (BZ); Luglio 2019; Foto di Manuel Atzeni. (Exsiccatum TL190725-04) Spore. Osservazione in Rosso Congo; 400×.
  5. Adelphella babingtonii (Berk. & Broome) Pfister, Matočec & I. Kušan 2009; Regione Lombardia, loc. Roncobello (BG), 700 m s.l.m.; Maggio 2011; Foto e microscopia Massimo Biraghi. Raccolta su legno deteriorato inzuppato d'acqua ai bordi di un ruscello, in associazione con Cudoniella clavus. Aschi e spore. Aschi e Parafisi. Aschi in Melzer.
  6. Adelphella babingtonii (Berk. & Broome) Pfister, Matočec & I. Kušan 2009; Regione Lombardia, Lenna (BG); Maggio 2011; Foto e microscopia Angelo Mariani. Spore 19-21 × 12,5-14 µm, ellissoidali, lisce, biguttulate, con contenuto granuloso. Imenio, reazione amiloide nella parte medio bassa degli aschi. Aschi, fino a 360 × 17-19 µm, amiloidia non rilevata. Aschi e parafisi. Aschi. Base degli aschi. Parafisi, claviformi allargate all'apice fino a 10 µm. Excipulum medullare con ife intrecciate. Excipulum medullare e parte dell'excipulum ectale. Excipulum ectale formato da cellule globose e da terminali allungati. Excipulum ectale, parte terminale.
  7. Adelphella babingtonii (Berk. & Broome) Pfister, Matočec & I. Kušan 2009; Regione Trentino Alto Adige (BZ); Luglio 2019; Foto di Paolo Avetrani. (Exsiccatum TL190725-05) Aschi, parafisi e spore. Osservazione in Melzer; 400×.
  8. Adelphella babingtonii (Berk. & Broome) Pfister, Matočec & I. Kušan 2009 Tassonomia Divisione Ascomycota Classe Pezizomycetes Ordine Pezizales Famiglia Pezizaceae Sinonimi Pachyella babingtonii (Berk. & Broome) Boud. 1907 Pachyella depressa (Rehm) Boud. 1907 Etimologia L'epiteto Adelphella deriva dal greco adelphoí (ἀδελφοί) = fratelli , per la crescita in numerosi esemplari riuniti. L'epiteto babingtonii è dedicato al micologo Babington del XIX° sec. Ascoma Apotecio di forma prima turbinata poi discoidale, con il centro depresso, diametro di circa 2-5 mm, di colore bruno. Gli esemplari sono gregari, riuniti in gruppi, vivono su legno di Alnus spp. e si sviluppano su legno bagnato o immerso parzialmente in acqua. Carne Gelatinosa, di discreta consistenza. Habitat Gli esemplari vivono su legno di Alnus spp. e si sviluppano su legno bagnato o immerso parzialmente in acqua. Microscopia Aschi cilindrici ottasporici, con le pareti leggermente, ma distintamente amiloidi. Spore (18,0) 18,3-21,6 (21,9) × (9,9) 10,4-13,2 (14,0) µm; Q = (1,5) 1,6-1,78 (1,8); N = 30; Media = 19,8 × 11,8 µm ; Qm = 1,7; cortamente ellissoidali, biguttulate, lisce, ialine, con occasionale presenza di altre piccole guttuline. Parafisi cilindracee, sottili, clavate, settate, con pigmento bruno nell'apice delle parafisi. L'excipulum ectale alcune parafisi mostrano cellule rigongie sferiche, catenulate, e sono intercalate alle parafisi cilindriche, sottili. L'excipulum medullare è formato da ife ramificate, settate, che formano una textura intricata. Particolarità Le ife dell'excipulum medullare, sui setti mostrano i corpi di Woronin, presenti solo negli ascomiceti, dove il setto ha un poro, che in situazioni di stress, viene parzialmente o totalmente chiuso da corpuscoli di citoplasma, che permettono così di regolare il passaggio di sostanze e soprattutto liquide da una cellula all'altra. È da notare come i corpi di Woronin siano normalmente molto difficili da osservare per le minute dimensioni, tanto che esiste poca iconografia di queste strutture, le foto sono spesso realizzate al SEM (Microscopio Elettronico a Scansione), mentre nel nostro caso sono stati osservati agevolmente al Microscopio Ottico. Commestibilità e tossicità Non commestibile. Note tassonomiche La Pachyella babingtonii è l'unica specie del genere Pachyella che è stata trasferita nel genere Adelphella (Pfister 2009). Gli studi degli autori sono basati su citologia, morfologia e esami molecolari, e hanno dimostrato che i tre generi Adelphella, Pachyella e Boudiera sono vicini, ma con sufficienti caratteri per essere distinti. A tutti e tre i generi appartengono specie che vivono sul legno molto bagnato, periodicamente sommerso dall'acqua. Specie simili Pachyella clypeata (Schwein. : Fr.) Le Gal 1958, ha spore di dimensioni più grandi con intervallo delle misure che non si sovrappone a quello di Adelphella babingtonii. Pachyella peltata Pfister & Cand. 1981, ha spore di dimensioni molto più grandi con intervallo delle misure che non si sovrappone a quello di Adelphella babingtonii. Pachyella pseudosuccosa (Le Gal) Pfister 1981, ha spore di dimensioni più grandi con intervallo delle misure che non si sovrappone a quello di Adelphella babingtonii. Peziza punctispora (Pfister) Donadini 1980, ha spore di dimensioni più grandi con intervallo delle misure che non si sovrappone a quello di Adelphella babingtonii, e piccole decorazioni puntiformi in rilievo sulla superficie sporale. Pachyella violaceonigra (Rehm) Pfister 1974, ha spore di dimensioni molto più grandi con intervallo delle misure che non si sovrappone a quello di Adelphella babingtonii, e colore dell'ascoma viola scuro. Bibliografia MEDARDI, G., 2006. Atlante fotografico degli Ascomiceti d'Italia. Ed. AMB. PFISTER, D.H., MATOČEC, N. & KUŠAN, I., 2009. Integrated studies in the classification of the Pezizaceae. Re-evaluation of the genus Pachyella with a new seggregate genus Adelphella. Mycologia Montenegrina. 11: 7-17. VAN VOOREN, N., 2014. Cahiers de la FMBDS 4: 4-5. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Tomaso Lezzi e Manuel Atzeni - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Trentino Alto Adige (BZ); Luglio 2019; Foto di Tomaso Lezzi. (Exsiccatum TL190725-05) Aschi ottasporici, spore e parafisi. Osservazione in Rosso Congo; 40×. Aschi ottasporici, spore e parafisi. Osservazione in Rosso Congo; 100×. Aschi ottasporici e spore. Osservazione in Melzer; 100×. Excipulum ectale con struttura a celle globose, con terminazioni clavate contenenti pigmento bruno. Osservazione in Melzer; 100×. Excipulum ectale con struttura a celle globose. Osservazione in Rosso Congo; 100×. Excipulum ectale con struttura a celle globose, con terminazioni clavate contenenti pigmento bruno. Osservazione in Melzer; 400×. Excipulum ectale con struttura a celle globose. Osservazione in Rosso Congo; 400×. Aschi ottasporici e spore nella parte superiore dell'immagine; excipulum medullare con struttura intricata nella parte bassa dell'immagine. Osservazione in Rosso Congo; 40×. Excipulum medullare con struttura intricata. Le ife dell'excipulum medullare, sui setti mostrano i corpi di Woronin, presenti solo negli ascomiceti, dove il setto ha un poro, che in situazioni di stress, viene parzialmente o totalmente chiuso da corpuscoli di citoplasma, che permettono così di regolare il passaggio di sostanze e soprattutto liquide da una cellula all'altra. È da notare come i corpi di Woronin siano normalmente molto difficili da osservare per le minute dimensioni, tanto che esiste poca iconografia di queste strutture, le foto sono spesso realizzate al SEM (Microscopio Elettronico a Scansione), mentre nel nostro caso sono stati osservati agevolmente al Microscopio Ottico. Osservazione in Rosso Congo; 400×. Osservazione in Rosso Congo; 1000×.
  9. Tuber mesentericum Vittad.; Regione Umbria; Ottobre 2011; Foto di Tomaso Lezzi Tuber caratterizzato da un odore leggermente cianico, e peridio con verruche priamidali, basse. Un particolare della gleba.
  10. Smardaea verrucispora (Donadini & Monier) Benkert 2005 Tassonomia Divisione Ascomycota Classe Pezizomycetes Ordine Pezizales Famiglia Pyronemataceae Sinonimi Pulparia verrucispora Donadini & Monier 1976 Greletia verrucispora (Donadini & Monier) Donadini 1980 Ascoma Sotto forma di apotecio fino a 1 cm di diametro, sessile, cupolato con margine crenulato, con colori scuri che vanno dal viola scuro fino al nerastro. Imenoforo liscio e concolore con la superficie esterna. Carne Sottile, ceracea, di colore viola scuro. Microscopia Spore globose, 9,2-12 µm (misura media 11,2 µm) ialine, dotate di un riflesso violaceo, a maturità contengono una grande guttula con altre guttule più piccole, ornamentate da verruche isolate, alte fino a circa 0,7 µm. Aschi cilindracei 210-250 × 11 µm, ottasporici, opercolati, non amiloidi, con base pleurorinca. Parafisi cilindriche, settate, sia semplici che biforcate, quasi sempre dritte, raramente piegate. Excipulum medullare formato da una textura intricata di ife con parete sottile e setti ravvicinati. Excipulum ectale formato da una textura angularis con elementi subglbosi o poliedrici. Commestibilità e Tossicità Non commestibile. Habitat. Il ritrovamento è avvenuto in un impianto di Cedrus libani, a circa 70 metri s.l.m. Somiglianze e varietà Smardaea planchonis (Dunal ex Boud.) Korf & W.Y. Zhuang 1991, ha spore lisce al microscopio e leggermente più piccole, parafisi ripiegate all'apice e habitat Cupressaceae. Smardaea ovalispora (Grelet) Van Vooren 2009, ha spore elittiche e lisce al microscopio, con Q = 1,3-1,5, sotto Pinus halepensis e Cedrus sp. Smardaea amethystina (W. Phillips) Svrček 1969, ha spore fusoidi con verruche appuntite. Smardaea australis P.S. Catches. & D.E.A. Catches. 2017, pressoché identica a Smardaea planchonis con leggerissime differenze sulle misure delle spore e degli aschi, separata su base molecolare. Marcelleina persoonii (P. Crouan & H. Crouan) Brumm. 1967, ha apotecio discoide meno scuro e spore più piccole che arrivano fino a 10 µm, cresce in montagna su terreno sabbioso e basico, spesso in prossimità di corsi d'acqua. Osservazioni Sembra che dalla sua descrizione originale del 1976 non ci siano altre raccolte, questi descritti sono stati i primi ritrovamenti in Italia, trovati nel Lazio in un impianto di Cedrus libani. Per determinare le specie di questo Genere occorre analizzare i caratteri microscopici per distinguere specie che macroscopicamente sono molto vicine tra loro. Bibliografia AGNELLO, C., ATZENI, M. & ARISCI, A., 2018. Prima segnalazione per l'Italia di Smardaea verrucispora e primi dati filogenetici per S. verrucispora, S. planchonis e S. ovalispora. Rivista di micologia 61 (3): 223-232. MEDARDI, G., 2006. Atlante fotografico degli Ascomiceti d'Italia. Trento: Ed. AMB. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Manuel Atzeni. Approvata e revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Lazio; Febbraio 2018; Foto di Manuel Atzeni. (Exsiccatum A-144) Asco e spore.Osservazione in Blu di Cresile brillante; 1000×. Asco e spore.Osservazione in Floxina 2%; 1000×.
  11. Cortinarius stillatitius Fr. p.p,; Regione Lombardia; Luglio 2008; Foto di Federico Calledda.
  12. Lactarius salicis-reticulatae Kühner 1975 Tassonomia Ordine Russulales Famiglia Russulaceae Genere Lactarius Sottogenere Piperites Sezione Uvidi Sottosezione Aspideini Sinonimi Lactarius aspideoides Kühner 1975 Etimologia L'epiteto Lactarius deriva dal latino lactārĭus [a, um] = da latte, per emissione di latice alla frattura. L'epiteto salicis-reticulatae deriva dal latino salix = salice e reticulatae = reticolato che deriva dalla specie botanica Salix reticulata (salice nano) che cresce nelle zone alpine. Cappello Cappello 3,5-5 cm, irregolare, convesso, di colore che varia dal crema-biancastro al giallo cromo, con la presenza di piccole chiazze decolorate biancastre. La cuticola risulta grassa, liscia ed opaca, quando bagnata diventa lucida. Margine liscio, leggermente rugoloso, un po' lobato. Imenoforo Le lamelle sono adnato-decorrenti, di color crema in esemplari giovani, ocra-salmone negli esemplari adulti. Si presentano mediamente fitte, forcate al gambo con presenza di numerose lamellule verso il bordo del cappello. Il latice è inizialmente bianco e vira lentamente al viola. Gambo Cilindrico di 2-3 × 1,5-2 cm, bianco con macchie di color ocra. Leggermente viscidulo, cavo in esemplari adulti, ingrossato alla base. Carne La carne risulta di color biancastro e successivamente vira al viola. Sapore mite leggermente amarognolo, odore aromatico floreale. Habitat Cresce sotto Dryas octopetala e Salix reticulata in terreni prevalentemente calcarei, nei prati montani e submontani dell'arco alpino. Microscopia Spore (8,8) 9,6-11,2 (12,6) × (8,2) 8,3-9,9 (10,9) µm; Q = 1-1,2; N = 21; Media = 10,3 × 9,2 µm; Qm = 1,1; sferico-ellissoidali, con verruche amiloidi di 0,7 µm. Basidi clavati, tetrasporici. Cheilomacrocistidi imeniali (46,2) 46,6-54,7 (56,8) × (4,8) 5,1-8,7 (9) µm; N = 10; Media = 50,1 × 6,6 µm, prevalentemente fusiformi-lanceolati, mucronati. Pleuromacrocistidi fusiformi-lanceolati sul filo lamellare con presenza di granuli oleosi che risultano evidenti in Melzer. Rivestimento pileico di tipo ixotricoderma con ife intrecciate e gelificate larghe 2-4 µm. Commestibilità e tossicità Non accertata. Somiglianze e varietà Nello stesso ambiente di Zona alpina è possibile rinvenire due specie molto simili: Lactarius dryadophilus Kühner 1975, che differisce per una maggiore diametro del cappello 5-10 cm, di colore chiaro maculato con chiazze aranciate e con margine villoso-fibrilloso. Presenta cistidi e basidi più grandi. Vive prevalentemente in prati alpini di Dryas octopetala, Salix reticulata, Kalmia procumbens, su terreni calcarei. Lactarius salicis-herbaceae Kühner 1975, che differisce per il cappello viscido di colore più ocra-carnicino, al centro leggeremente umbonato e per spore, cistidi e basidi più piccoli. Vive prevalentemente sotto Dryas octopetala, Salix herbacea su terreni prevalentemente silicei. Bibliografia BASSO, M.T., 1999. Lactarius Pers. Fungi Europæi. Vol 7. Alassio (SV): Ed. Mykoflora BREITENBACH, J. & KRÄNZLIN, F., 2005. Champignons de Suisse. Russulaceae. Vol. 6. Lucerna. Ed. Verlag Mykologia. BRESINSKY, A., KREISEL, H., BEISENHERTZ, M. & EGER, A., 2000. Mykologisches aus dem Werdenfelser Land: Bovista bovistoides, Lactarius salis-reticulatae, neu für Deutschland und weitere Pilze. Z. Mykol. 66/2: 123-150. JAMONI, P.G., 2008. Funghi alpini delle zone alpine superiori e inferiori. Ed. AMB. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Paolo Avetrani - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Trentino Alto Adige (BZ); Luglio 2019; Foto di Paolo Avetrani. Specie ritrovata presso Passo Vizze, a 2300 m s.l.m.. Cappello con evidenti chiazze biancastre e margine lobato. Lamelle color ocra-salmonato. Viraggio del latice al viola. Spore (8,8) 9,6-11,2 (12,6) × (8,2) 8,3-9,9 (10,9) µm ; Q = 1-1,2; N = 21; Media = 10,3 × 9,2 µm; Qm = 1,1; Osservazione in Melzer; 400×. Basidi tetrasporici. Osservazione in Rosso Congo; 400×. Cheilomacrocistidi (46,2) 46,6-54,7 (56,8) × (4,8) 5,1-8,7 (9) µm; N = 10; Media = 50,1 × 6,6 µm; Osservazione in Rosso Congo; 400×. Cheilomacrocistidi imeniali. Osservazione in Melzer; 400×. Pleuromacrocistidio con evidenti granulazioni. Osservazione in Melzer 400×. Pileipellis con ife gelificate. Osservazione in Rosso Congo; 400×.
  13. Lactarius nanus J. Favre 1955; Regione Piemonte; Agosto 2008; Foto di Federico Calledda.
  14. Lactarius nanus J. Favre 1955; Regione Trentino Alto Adige; Luglio 2019; Foto di Paolo Avetrani.
  15. Laccaria montana Singer 1973 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Basidiomycetes Ordine Agaricales Famiglia Hydnangiaceae Sinonimi Laccaria laccata (Scop. : Fr.) Cooke var montana F.H. Møller Etimologia L'epiteto Laccaria deriva dal latino laccatus = laccato, per l'aspetto simile alla lacca. L'epiteto montana deriva dal latino montanus [a, um] = montano, montuoso, per l'habitat. Cappello Da 0,8 a 3,5 cm, emisferico leggermente umbonato nei giovani esemplari, poi convesso-appianato nella fase adulta con una leggera depressione centrale. Il margine si presenta striato e la cuticola è opaca, liscia o leggermente villosa verso il centro (lente). Le colorazioni pileiche variano dal rosa carnicino al rosso-arancio, che sbiadisce fino all'arancio con il tempo secco, per l'igrofaneità. Imenoforo Lamelle da adnate a leggermente decorrenti, spaziate e spesse, con presenza di lamellule, fragili. Di colore aranciato in gioventù, rosate in età adulta per la sporata bianca, presentano filo discolore. La sporata risulta biancastra. Gambo 1,5-5 × 0,2-0,5 cm, generalmente cilindrico a volte contorto e leggermente allargato verso la base, di consistenza elastica e risulta concolore al cappello. Presenta delle leggere striature in senso longitudinale e delle fibrille che non hanno un forte contrasto con il colore di fondo. Carne Esigua nel cappello e fibrosa nel gambo, igrofana. Alla sezione risulta biancastro-rosata, di sapore mite ed odore fungino. Habitat Cresce sotto Salix herbacea, nei prati montani e submontani dell'arco alpino, dall'inizio dell'estate all'autunno. Specie gregaria, fruttifica in piccoli gruppetti. Microscopia Spore (7,1) 7,9-10,3 (11,2) × (6,4) 7,1-8,9 (10,1) µm; Q = (1,0) 1,1-1,3 (1,5); N = 45; Media = 9,1 × 7,9 µm; Qm = 1,2; subglobose, largamente ellissoidali, ornate di piccoli aculei lunghi fino a 1 μm circa. Autori diversi sono discordi sulle misure sporali e l'allungamento delle spore. Riportiamo qui solo le misure delle nostre osservazioni dirette. Basidi tetrasporici clavati, raramente bisporici, di (30,9) 30,9-36,4 × 13,9-14,8 µm; Media = 32,8 × 14,3 µm. Cheilocistidi largamente clavati, che si distinguono con difficoltà dai basidioli. Pileipellis formata da ife senza pigmento incrostante e con ife rialzate che macroscopicamente sono visibili sotto forma di leggera villosità. Commestibilità e Tossicità Commestibilità non accerta. Specie simili Laccaria laccata (Scop. : Fr.) Cooke (in particolare la var. pallidifolia (Peck) Peck e la var. moelleri Singer) si può confonde morfologicamente, ma si distingue macroscopicamente per le ridotte dimensioni, le colorazioni pileiche più aranciate con toni rossastri, per il cappello villoso e le evidenti striature sul gambo. Microscopicamente per le spore più grandi, con aculei più bassi. Laccaria proximella Singer 1965 ha spore più allungate (Qm = 1,3) e cheilocistidi cilindrici, stretti e allungati. Bibliografia CONTU, M., 2003. Il genere Laccaria (Basidiomycotina, Agaricales) in Italia, con note sulle rimanenti specie in Europa. B.G.M.B. 46 (1): 5-58. JAMONI, P.G., 2008. Funghi alpini delle zone alpine superiori e inferiori. Ed. AMB. VESTERHOLT, J., 2008. Laccaria. In: KNUDSEN, H. & VESTERHOLT, J. Funga Nordica: 658-660. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Paolo Avetrani e Tomaso Lezzi - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Trentino Alto Adige (BZ); Luglio 2019; Foto di Paolo Avetrani. Specie ritrovata presso Passo Vizze, a 2300 m s.l.m.. Particolare delle lamelle rosate e dello stipite striato. Particolare dell cappello leggermente feltrato verso il centro (lente). Regione Trentino Alto Adige (BZ); Luglio 2019; Foto di Tomaso Lezzi. Specie ritrovata presso Passo Vizze, a 2300 m s.l.m.. Particolare dell cappello leggermente feltrato verso il centro (lente). Particolare delle lamelle col filo discolore. Regione Trentino Alto Adige (BZ); Luglio 2019; Foto di Paolo Avetrani. Spore (7,1) 7,9-10,3 (11,2) × (6,4) 7,1-8,9 (10,1) µm; Q = (1,0) 1,1-1,3 (1,5); N = 45; Media = 9,1 × 7,9 µm; Qm = 1,2; subglobose, largamente ellissoidali, ornate di piccoli aculei lunghi circa fino a 1 μm. Spore. Osservazione in rosso Congo 1000×. Basidi tetrasporici clavati, raramente bisporici, di (30,9) 30,9-36,4 × 13,9-14,8 µm, Media = 32,8 × 14,3 µm. Osservazione in rosso Congo 400×; Pileipellis. La cuticola macroscopicamente è opaca, leggermente villosa verso il centro (lente). Questo carattere viene riscontrato anche facendo la microscopia della pileipellis,che mostra delle ife rialzate a formare quella che macroscopicamente è la villosità. Osservazione in rosso Congo; 400×. Regione Trentino Alto Adige (BZ); Luglio 2019; Foto di Tomaso Lezzi. Specie ritrovata presso Passo Vizze, a 2300 m s.l.m.. Cheilocistidi. Osservazione in rosso Congo; 400×. Spore (7,1) 7,9-10,3 (11,2) × (6,4) 7,1-8,9 (10,1) µm; Q = (1,0) 1,1-1,3 (1,5); N = 45; Media = 9,1 × 7,9 µm; Qm = 1,2; subglobose, largamente ellissoidali, ornate di piccoli aculei lunghi circa fino a 1 μm. Osservazione in rosso Congo; 400×.
  16. Entoloma atrosericeum (Kühner) Noordel. 1981 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Clem. Famiglia Entolomataceae Genere Entoloma Sottogenere Entoloma Sezione Pseudonolanea Sinonimi Entoloma atrosericeum var. fusipes Noordel. 2004 Rhodophyllus atrosericeus Kühner 1978 Etimologia L'epiteto Entoloma deriva dall'avverbio greco entós (ἐντός) = all'interno, di dentro e dal sostantivo lóma (λῶμα, ατος) = bordo, cioè con l'orlo del cappello involuto, caratteristica che in genere contraddistingue i basidiomi appartenenti a tale genere; L'epiteto atrosericeum è composto dagli aggettivi latini ater [atra, atrum] = nero, e sēriceus [a, um] = sericeo, per il colore scuro del cappello. Cappello 0,5-4 cm di diametro, umbonato, con leggera depressione centrale, nero o marrone scurissimo, cuticola sericea. Umbonato, con leggero ombelico al centro. Imenoforo Lamelle marrone verdastre, smarginate. Filo fertile, concolore alle facce. Sono presenti diversi ordini di lamellule. Gambo 1-4 × 0,2-0,5 cm, relativamente massiccio, che da un aspetto tricholomoide al carpoforo, bruno, fibrilloso in tutta la sua lunghezza, bianco alla base per feltro miceliare. Carne Bruna; odore farinoso. Sporata Rosa. Habitat Ritrovamento effettuato a 2300 m s.l.m. in piante nane (Salix spp., Dryas octopetala L. e Loiseleuria procumbens (L.) Desv.) della Zona Alpina. Microscopia Spore (7,3) 7,9 - 9,7 (11,2) × (6,2) 6,6 - 7,9 (8,4) µm; Q = (1,0) 1,1-1,3 (1,6) ; N = 82; Media 8,7 × 7,2 µm; Qm = 1,2; con 5-7 angoli, ma a volte quasi nodulose, con angoli bassi. GAF presenti. Basidi tetrasporici. Filo della lamella fertile, senza cheilocistidi. Pileipellis una cutis di ife cilindriche con pigmento esclusivamente incrostante. Commestibilità o Tossicità Non accertata. Specie simili Tra gli Entoloma della Zona Alpina a colori del cappello molto scuro troviamo: - Entoloma alpicola (J. Favre) Bon & Jamoni 1981, con gambo più chiaro, cappello più umbonato, non ombelicato, ife del cappello rigonfie e di diametro maggiore, e pigmento esclusivamente intracellulare. - Entoloma engadinum (E. Horak) Noordel. 1982, specie con pigmento esclusivamente intracellulare. - Entoloma bipellis Noordel. & T. Borgen 1984, specie con pigmento intracellulare e pigmento incrostante. - Entoloma borgenii Noordel. 1984, specie con pigmento intracellulare e pigmento incrostante. Discussione Questa specie appartiene a un gruppo di Entoloma tipici della Zona Alpina, associati a piante nane o erbacee, come Salix spp., Dryas octopetala e Loiseleuria procumbens. Bibliografia JAMONI, P.G., 2008. Funghi alpini delle zone alpine superiori e inferiori. Ed. AMB. NOORDELOOS, M.E., 1982. Studies in Entoloma 1-5. International Journal of Mycology and Lichenology 1 (1): 49-60. NOORDELOOS, M.E., 1992. Entoloma s.l.. Fungi Europæi. Vol. 5. Saronno: Ed. Giovanna Bella. NOORDELOOS, M.E., 2004. Entoloma s.l. supplemento. Fungi Europæi. Vol 5a. Ed. Candusso. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Tomaso Lezzi - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Trentino Alto Adige (BZ); Luglio 2019; Foto di Tomaso Lezzi Ife della cuticola con pigmento incrostante. Osservazione in L4; 400×. Ife della cuticola con pigmento incrostante. Osservazione in L4; 1000×. Basidi quadrisporici. Osservazione in Rosso Congo; 400×. Spore (7,3) 7,9 - 9,4 (10,1) × (6,2) 6,6 - 7,9 (8,4) µm; Q = (1,0) 1,1-1,3 (1,6) ; N = 82; Media 8,7 × 7,2 µm; Qm = 1,2; con 5-7 angoli, ma a volte quasi nodulose, con angoli bassi. Osservazione in Rosso Congo; 400×.
  17. Gymnopus loiseleurietorum (M.M. Moser, Gerhold & Tobies) Antonín & Noordel. 1997 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Basidiomycetes Ordine Agaricales Ordine Agaricales Famiglia Omphalotaceae Sinonimi Collybia loiseleurietorum M.M. Moser, Gerhold & Tobies 1993 Etimologia L'epiteto Gymnopus deriva dal greco gymnós (γυμνός) e pus (πούς) = dal piede nudo, privo di decorazioni; l'epiteto loiseleurietorum deriva dal nome della pianta Loiseleuria procumbens (L.) Desv. , simbionte della specie. Cappello 0,5-3 cm di diametro, bruno, ocra, igrofano, con margine rigato. Imenoforo Lamelle crema, ocra, sinuate, con diversi ordini di lamellule, smarginate. Gambo 1-4 × 0,2-0,4 cm, marrone scuro per l'intera lunghezza, con toni rossastri, cilindrico. Carne Bruna, con odore sgradevole Sporata Bianca. Habitat Ritrovamento effettuato a 2300 m s.l.m. tra cuscini di Loiseleuria procumbens, simbionte della specie, in Zona Alpina. Microscopia Spore larmiformi (4,6) 4,7-6,8 (6,8) × 2,5-3,4 µm; Q = 1,7-2.1; N = 5; Media = 5,7 × 3,0 µm; Qm = 1,9. GAF presenti in tutti i tessuti. Basidi tetrasporici. Pileipellis formate da ife di diametro (5,4) 6,6-9,7 (10.4) µm, N = 30, Media = 7,6 µm; cilindriche, con leggeri rigonfiamenti vicino ai setti, ramificate, intrecciate. Presenza abbondante di GAF sui setti delle ife della cuticola. Commestibilità o Tossicità Non accertata. Somiglianze e varietà Gymnopus tipico della Zona Alpina, si distingue dalle specie simili per l'habitat esclusivo di Loiseleuria procumbens, per il colore e le dimensioni minute. Nella Zona Alpina si rinvengono anche i simili: - Gymnopus pyrenaeicus (Bon & Ballarà) Antonín & Noordel. 2008 = Collybia pyrenaeica Bon & Ballarà 1997, che ha colori crema, molto più chiari; - Gymnopus alpicola (Bon & Ballarà) Esteve-Rav., V. González, Arenal & E. Horak 1998, che presenta colori crema giallastri, simili a quelli di Gymnopus dryophilus (Bull. : Fr.) Murrill 1916. Osservazioni Questa specie appartiene a specie tipiche della Zona Alpina, associate a piante nane o erbacee, in questo caso particolare a Loiseleuria procumbens. Bibliografia ANTONÍN, V., HALLING, R.E. & NOORDELOOS, M.E., 1997. Generic concepts within the groups Marasmius and Collybia sensu lato. Mycotaxon. 63: 359-368. BON, M. & BALLARA, J., 1997. Contribution a l'étude de la mycoflore alpine des Pyrenées. Bull. Fed. Myc. Dauphiné-Savoie. 146: 5-22. JAMONI, P.G., 2008. Funghi alpini delle zone alpine superiori e inferiori. Ed. AMB. MOSER, M. & RAMESEDER, M., 1993. An alpine Collybia species associated with Loiseleuria procumbens: Collybia loiseleurietorum sp.n. Bibliotheca Mycologica. 150: 171-178. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Tomaso Lezzi e Paolo Avetrani - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Trentino Alto Adige (BZ); Luglio 2019; Foto di Tomaso Lezzi. Regione Trentino Alto Adige (BZ); Luglio 2019; Foto di Paolo Avetrani. Regione Trentino Alto Adige (BZ); Luglio 2019; Foto di Tomaso Lezzi. Spore larmiformi (4,6) 4,7-6,8 (6,8) × 2,5-3,4 µm; Q = 1,7-2.1; N = 5; Media = 5,7 × 3,0 µm; Qm = 1,9. Osservazione in Rosso Congo a 1000×. Regione Trentino Alto Adige (BZ); Luglio 2019; Foto di Paolo Avetrani Basidi e Basidioli. Osservazione in Rosso Congo a 400×. Regione Trentino Alto Adige (BZ); Luglio 2019; Foto di Tomaso Lezzi. Pileipellis formate da ife di diametro (5,4) 6,6-9,7 (10.4) µm, N = 30, Media = 7,6 µm; cilindriche con leggeri rigonfiamenti vicino ai setti, ramificate, intrecciate. Presenza abbondante di GAF sui setti delle ife della cuticola. Osservazione in Rosso Congo a 400×. GAF presenti in tutti i tessuti (in foto ife della cuticola). Osservazione in Rosso Congo a 400×. Regione Trentino Alto Adige (BZ); Luglio 2019; Foto di Paolo Avetrani. GAF trama sottoimeniale. Osservazione in Rosso Congo a 400×. Trama Pileipellis con GAF. Osservazione in Rosso Congo a 400×. 
  18. Tuber excavatum Vittad. 1831; Regione Umbria; Ottobre 2011; Foto di Tomaso Lezzi. Tuber caratterizzato dal peridio liscio e dalle cavità che si sviluppano sia all'esterno che all'interno. Commestibile di scarso valore.
  19. Tricholoma viridilutescens M.M. Moser; Regione Friuli Venezia Giulia, Val Pesarina (UD), 1000 m s.l.m.; Agosto 2012; Foto di Nicolò Parrino.
  20. Flammulaster carpophilus (Fr.) Earle ex Vellinga 1986 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Inocybaceae Sinonimi Flammulaster carpophiloides (Kühner) Watling 1967 Flammulaster carpophilus var. autochtonoides Bon 1987 Etimologia L'epiteto Flammulaster deriva dal latino flámmula = fiammella e dal greco ἀστήρ (astér) = stella, per le decorazioni solitamente presenti sul cappello. L'epiteto carpophilus deriva dal greco καρπός (carpós) = frutto e φίλος (phílos) = amico, per il particolare habitat di questa specie. Cappello Di piccole dimensioni, fino a 3 cm, quasi emisferico nei giovani esemplari, diventa poi convesso con lo sviluppo, infine quasi piano. La superficie è beige, ocra con un riflesso rosato, granulosa. Imenoforo Lamelle ventricose, abbastanza rade, con filo eroso, presenza di abbondanti lamellule. Sporata crema. Gambo Sottile, generalmente cilindrico e più o meno slanciato, gambo pruinoso, spesso attaccato su nervature di foglie di Fagus, Salix, Quercus ed altre latifoglie. Habitat Specie caratteristica per il suo habitat di crescita: rametti o foglie di latifoglia, in particolare su Fagus, Salix e Quercus. Commestibilità e Tossicità Non commestibile. Microscopia Basidi quadrisporici; spore amigdaloidi, ovoidi, 7,2-9,3 × 4,4-5,9 µm; Qm = 1,6 a parete sottile; cheilocistidi lageniformi con collo abbastanza allungato e di profilo irregolare, con strozzature. Pileipellis con trama regolare, formata da cellule globose e leggermente allungate. Specie simili Il simile Flammulaster rhombosporus (G.F. Atk.) Watling ha spore di profilo più nettamente romboidale e estremità citriformi, con due papille pronunciate. Note tassonomiche Non tutti gli autori sono d'acordo sulle sinonimie di questa specie con altre. Ad esempio J. Vesterholt & E. Rald in Funga Nordica considerano questa specie separata da Flammulaster rhombosporus (G.F. Atk.) Watling = Flammulaster carpophilus (Fr.) Earle var. rhombosporum (G.F. Atk.) Vellinga, e Flammulaster carpophilus var. subincarnatus (Joss. & Kühner) Vellinga, mentre Index Fungorum le considera tutti sinonimi. Bibliografia AA.VV., 2018. Funga Nordica. Agaricoid, boletoid and cyphelloid genera. Ed. Nordsvamp. 2nd Edition, 2nd printing. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Tomaso Lezzi e Mario Iannotti - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Umbria; Giugno 2019; Legit Dino Cannavicci; Foto di Tomaso Lezzi. (Exsiccatum TL20190531-04) Piccolo esemplare di Flammulaster carpophilus con crescita su nervature di foglie di Faggio. Cuticola. Osservazone in rosso Congo; 400×. Velo. Osservazone in rosso Congo; 400×. Spore a parete sottile, con profilo amigdaloide, ovoide. Osservazione in rosso Congo; 1000×. Cheilocistidi lageniformi con collo abbastanza allungato e di profilo irregolare, con strozzature. Osservazione in rosso Congo; 400×.
  21. Tulostoma brumale Pers. : Pers.; Regione Lombardia, Pianura bergamasca, località Gera d'Adda; Dicembre 2014; Foto, commenti e microscopia di Sergio Mombrini. Foto in habitat, si nota l'ostiolo sporgente con la zona anulare brunastra alla base, il gambo biancastro, bruno-chiaro. Capillizio rigonfio ai setti. Capillizio, placche di cristalli sulle pareti esterne. Spore 3,8-4,4 µm (esclusa ornamentazione), globose, aculeate.
  22. Balsamia vulgaris Vittad. 1831 Tassonomia Regno Fungi Divisione Ascomycota Classe Pezizomycetes Sottoclasse Pezizomycetidae Ordine Pezizales Famiglia Helvellaceae Sinonimi Non sono conosciuti sinonimi. Nome popolare Tartufo rosso, Rossetta. Etimologia L'epiteto Balsamia ha due possibili etimologie: la prima deriva dal latino balsămĕus = balsamico, per il suo forte odore, la seconda deriva dal nome del naturalista Giuseppe Balsamo Crivelli, nato nel 1800. L'epiteto vulgaris deriva dal latino vulgāris = comune, per la sua frequente diffusione. Ascoma Fungo ipogeo di forma subglobosa, più o meno irregolare, a volte con lobata e con alcune cavità. Di dimensioni non molto grandi (1-3 cm). Peridio Il peridio varia da ocra bruno nei giovani a rossiccio ruggine negli esemplari maturi, con verruche piatte, poligonali, fini che si possono rimuovere facilmente spazzolando la superficie. Gleba La gleba è molle, color avorio poi giallastra a maturità, con venature chiare, e piccole cavità disposte a labirinto. Di odore più leggero nei giovani esemplari, ma presto molto forte e sgradevole, simile al grasso rancido. La carne diventa presto molle, in maturità anche deliquescente. Habitat  Cresce preferenzialmente nel periodo invernale, fino a primavera inoltrata. Comune nei boschi di latifoglie, Quercia, Faggio, Salice, Pioppo, Castagno e Nocciolo in particolare. È possibile reperirlo anche nei parchi cittadini. Microscopia Gli aschi sono clavati, piriformi, con un peduncolo basale e contengono 8 spore. Spore 23,5-27,9 × 12,9-14,4 µm; Qm = 1,92; ellissoidali, subcilindriche, lisce, ialine con grossa guttula centrale affiancata da altre due leggermente più piccole e da altre di dimensione molto minore. Parafisi cilindriche, settate, con apice arrotondato. Peridio con verruche formate da cellule cortamente ellissoidali, subglobose. Commestibilità o Tossicità  Specie sospettata di tossicità insufficientemente conosciuta, da sottoporre a nuove indagini e valutazioni. Per truffa, a volte viene messo in vendita frammisto ai tartufi pregiati. Specie simili Questa specie somiglia vagamente al Tartufo bianco (Tuber magnatum Picco) a cui viene a volte mescolata illegalmente. Di questa specie non è permessa la commercializzazione. Il Tuber magnatum si riconosce facilmente per il profumo gradevole, la gleba piena senza celle vuote e spore completamente diverse, reticolate. Note nomenclaturali Balsamia vulgaris è la specie tipo del genere Balsamia, che comprende quasi una ventina di specie. Bibliografia MONTECCHI, A. & SARASINI, M., 2000. Funghi Ipogei d’Europa. Trento: Ed. AMB. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Tomaso Lezzi e Mario Iannotti. Approvata e revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Lazio; Marzo 2019; Legit Maria Tullii; Foto macro di Maria Tullii, Foto micro di Tomaso Lezzi. (Exsiccatum TL20190319-01) Campioni rinvenuti sotto Cerro. Spore 23,5-27,9 × 12,9-14,4 µm; Qm = 1,92; ellissoidali, subcilindriche, lisce, ialine con grossa guttula centrale affiancata da altre due leggermente più piccole e da altre di dimensione molto minore. Osservazione in Rosso Congo; 100×. Osservazione in Rosso Congo; 400×.
  23. Geastrum melanocephalum (Czern.) V.J. Staněk 1956; Regione Piemonte; Giugno 2010; Foto e descrizione di Fulvio Soldà. Carpoforo epigeo a forma di cipolla, appuntito all'apice, pieno duro e squamoso di colore bruno rossatro. Esoperidio che a maturità si apre con ampie fenditure a maturità. Endoperidio tipicamente adnato alla carne. Gleba subglobosa e un po' compressa ai poli. dai 3 ai 5 cm di diametro portata da un piccolo corto pedicello, tipicamente bianco in gioventù e nerastro a maturità. Pseudocolumelle evidenti (la parte visibile in sezione nella parte bassa). Habitat da agosto a fine ottobre sotto aceri, acacie e conifere, di nessun valore alimentare. Primordio a fico, con toni vinosi. Sezione.
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