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Volvopluteus gloiocephalus (DC. : Fr.) Vizzini, Contu & Justo 2011
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Volvopluteus gloiocephalus (DC. : Fr.) Vizzini, Contu & Justo; Regione Lombardia; Novembre 2006; Foto di Massimo Biraghi. -
Volvopluteus gloiocephalus (DC. : Fr.) Vizzini, Contu & Justo 2011
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Volvopluteus gloiocephalus (DC. : Fr.) Vizzini, Contu & Justo; Regione Lombardia; Foto di Emilio Pini. Nei campi di Mais. -
Volvopluteus gloiocephalus (DC. : Fr.) Vizzini, Contu & Justo 2011
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Volvopluteus gloiocephalus (DC. : Fr.) Vizzini, Contu & Justo; Regione Marche; Foto di Pietro Curti. -
Volvopluteus gloiocephalus (DC. : Fr.) Vizzini, Contu & Justo 2011
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Volvopluteus gloiocephalus (DC. : Fr.) Vizzini, Contu & Justo 2011 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Pluteaceae Sinonimi Volvariella gloiocephala (DC. : Fr.) Boekhout & Enderle 1986 Volvariella speciosa (Fr. : Fr.) Singer 1951 Etimologia Volvopluteus significa letteralmente "Pluteus con volva", facendo riferimento alla stretta relazione tra i due generi Pluteus e Volvariella e gloiocéphalus, a, um = con il capo glutinoso dai sostantivi greci γλοιός [gloiós] = glutine e κεφαλή [kefalé] = testa. Cappello 60-120 mm di diametro, nei primordi ha un aspetto conico-campanulato, diviene poi convesso, infine a maturità appianato, spesso al centro presenta un largo e basso umbone. La cuticola è glabra, liscia, viscosa a tempo umido, sotto lo strato di glutine fibrillosa radialmente, sericea e brillante con il secco, si presenta con colorazioni che vanno dal biancastro a varie tonalità di grigio, da pallide a più scure, anche con lievi sfumature marroni-ocracee, soprattutto nella parte centrale. Il margine è intero, può presentare una breve striatura per trasparenza. Imenoforo Lamelle abbastanza fitte, larghe, alte, libere al gambo, inizialmente biancastre, poi rosa, a completa maturità rosa-brunastre, filo leggermente eroso, concolore, intercalate da lamellule di varia lunghezza. Gambo Cilindrico, biancastro, poi crema, pruinoso, slanciato, attenuato all’apice, tende ad allargarsi verso la base leggermente bulbosa, ove è presente una volva ampia, sacciforme, membranosa, biancastra che tende a lacerarsi in più lobi a maturità. Anello Assente. Carne Biancastra, ingrigente, fragile, esigua, sapore dolce e odore rafanoide. Habitat Cresce a gruppi, dalla primavera all'autunno inoltrato, in prati, pascoli, zone ruderali e terreni concimati. Abbastanza frequente. Microscopia Spore 13,8-16,8(17,3) × (7,9)8,1-9,2 µm, media 15,6 × 8,6 µm, Q = 1,7-1,9; Qm = 1,8, misurazioni su 32 spore da sporata. Da ellissoidali a oblunghe, lisce, apicolo ben visibile in proiezione laterale, prive di poro germinativo, a parete spessa, alcune con guttula centrale, la maggior parte pluriguttulate. Basidi banali, clavati, tetrasporici, osservati anche bisporici. Cheilocistidi prevalentemente ovoidi, alcuni con papilla apicale, altri largamente fusiformi con breve escrescenza apicale. Pleurocistidi in prevalenza largamente fusiformi con escrescenza apicale lunga 9,3-22,2 µm (digitati), ovoidi, alcuni con papilla apicale altri con breve escrescenza. Pileipellis tipo ixocutis, costitutita da ife cilindriche, sottili, immerse in uno spesso strato gelatinoso, settate, le ife più esterne sono rialzate e terminano con elementi cilindrici arrotondati ma sono stati osservati anche terminali lobati. Stipitipellis formata da ife parallele, cilindriche, settate, caulocistidi poco abbondanti, cilindrici. GAF assenti. Commestibilità e tossicità Non commestibile. Specie simili Volvopluteus earlei (Murrill) Vizzini, Contu & Justo, si presenta generalmente con colorazioni bianche, ma sono state trovate anche raccolte con esemplari bianchi insieme ad altri con tonalità del cappello grigio-ocra, si connota per le piccole dimensioni, con cappello di solito di diametro < 5 cm, microscopicamente ha cheilocistidi lungamente digitati, rostrati e pleurocistidi scarsi o assenti. Un carattere per separarla dalle forme bianche di Volvopluteus gloiocephalus è la dimensione generalmente minore del cappello. Volvopluteus michiganensis (A.H. Sm.) Justo & Minnis, specie Nord-americana, presenta un cappello 7-9 cm, da conico a piano-convesso, con o senza un largo umbone; superficie coperta con fibrille disposte radialmente, viscoso; margine intero, rimoso; grigio cenere, simile al colore del Tricholoma terreum (Schaeff.: Fr.) Kummer, cresce gregario sulla segatura. L’elemento macroscopico dirimente è la rimosità al margine del cappello mentre microscopicamente si separa per la lunghezza delle spore 10,5-13,5 × 6,5-8, mediamente di dimensioni inferiori ai 12,5 µm. Volvopluteus asiaticus Justo & Minnis, specie di recente istituzione, l’epiteto si riferisce alla zona di raccolta del typus avvenuta nel nord del Giappone, presenta un cappello 7-9 cm di diametro, con colorazioni grigio marroni e tonalità marroni più scure al centro, microscopicamente ha spore di dimensioni minori 12,0-14,5 × 7,0-8,5 (9,0) μm, i cheilocistidi sono generalmente lageniformi, ma anche clavati, ovoidali o strettamente utriformi, alcuni con una papilla apicale o escrescenza fino a 10 μm, pleurocistidi fusiformi, strettamente utriformi, rostrati, con un'escrescenza apicale fino a 10 μm. Discussione La Famiglia Pluteaceae Kotl. & Pouzar fino a pochi anni fa comprendeva tre generi non micorrizici: Chamaeota (W.G. Sm.) Earle, Pluteus Fr. e Volvariella Speg., che hanno in comune i seguenti caratteri morfologici: carpofori con lamelle libere al gambo, spore di colore rosa o rosa-marrone, lisce, inamiloidi, non destrinoidi, cianofile e trama lamellare inversa. Le specie dei generi Pluteus e Chamaeota crescono soprattutto su legno o altro materiale vegetale in decomposizione come segatura, trucioli di legno, detriti vegetali. La maggior parte delle specie di Volvariella sono terricole e crescono nella lettiera dello strato del suolo, in prati, giardini, pascoli o nei boschi, una specie è micoparassitica: Volvariella surrecta (Knapp) Singer e alcuni taxa sono lignicoli ad es. Volvariella bombycina Pers. ex Fr. e Volvariella caesiotincta P.D. Orton. Il Genere Volvariella, in senso tradizionale, è polifiletico e la maggior parte delle specie non fanno parte del clade Pluteus ma mostrano affinità con i generi Camarophyllus e Cantharocybe. Gli esami molecolari (Justo et al., 2010b) hanno evidenziato che Volvariella gloiocephala e altre 3 specie molto simili sono collocate in un clade diverso da Volvariella, ma molto vicino al clade di Pluteus (quindi suo sister clade) e per sistemare tassonomicamente le stesse è stato creato il Genere Volvopluteus, monofiletico analogamente a Pluteus. Anche il genere Melanoleuca è inserito quale gruppo sorella di Pluteus e Volvopluteus. I principali caratteri morfologici che separano Volvopluteus da Pluteus e Volvariella sono le spore di lunghezza media superiore a 11 µm, pileipellis tipo ixocutis, costituita da ife relativamente sottili (in media meno di 15 µm di larghezza), incorporate in una matrice gelatinosa molto cospicua, anche se risulta che Pluteus pesatatus (Fr.) Gillet, talvolta, può avere una cute leggermente gelatinosa, ma in questo caso altri elementi ci aiutano a differenziarlo: le ife della pileipellis più larghe in Volvopluteus, le spore più piccole di 10 μm, i cistidi metuloidi e la mancanza di una volva alla base del gambo. Per completezza, va detto che nella descrizione originale di Pluteus stephanobasis Singer, sono stati descritti resti di “volva frammentaria” alla base del gambo. Justo et al.,(2010a) hanno anche descritto la nuova specie Volvopluteus asiaticus, effettuato il riesame dell’holotypus di Pluteus michiganensis che si è rivelato appartenere al nuovo genere Volvopluteus, ed aggiunto commenti supplementari sulla variabilità morfologica di Volvopluteus gloiocephalus e Volvopluteus earlei oltre a realizzare una chiave del genere Volvopluteus, che è costituito da quattro specie perfettamente distinte sotto l’aspetto molecolare: -Volvopluteus gloiocephalus (DC.: Fr.) Vizzini, Contu & Justo, definito come typus; -Volvopluteus earlei (Murrill) Vizzini, Contu & Justo = Volvopluteus earlei f. acystidiatus (N.C. Pathak) Vizzini, Contu & Justo; Contu (2007) descrive Volvariella earlei come specie nuova per l'Europa. Justo et al., (2010a) a seguito di studi molecolari e macroscopici la sinonimizzano a Volvopluteus earlei, in pratica una sua forma bianca. Anche Volvariella acystidiata N.C. Pathak viene ricondotta a sinonimo di V. earlei, anche se differisce per la mancanza di cheilocistidi; -Volvopluteus michiganensis (A.H. Sm.) Justo & Minnis; -Volvopluteus asiaticus Justo & Minnis. Secondo Justo et al. (2010b), il nome Volvariella deve essere mantenuto per le specie con spore < 11 μm, con pileipellis a cutis o con carattere intermedio cutis-trichoderma, con ife più grandi di 15 μm di larghezza e prive di strato gelatinoso. La raccolta oggetto di questo studio esaminata sotto l’aspetto macro-morfologico ben si addice alla descrizione di Volvopluteus gloiocephalus data dai suddetti autori negli studi prima citati (Justo et al., 2010a) e (Justo et al., 2010b). In particolare la taglia dei carpofori di media grande dimensione, il cappello di circa 12 cm di diametro, le colorazioni grigio scuro con lievi sfumature ocra-marroni, assenza di rimosità sul cappello (carattere dirimente da V. michiganensis) che nel nostro caso risulta intero e ricoperto di una strato consistente di glutine e la crescita in prato erboso concimato. Dal punto di vista microscopico Volvopluteus gloiocephalus viene descritto con spore > di 12,5 μm, con la maggior parte dei pleurocistidi senza escrescenze apicali, alcuni con papilla apicale e la maggior parte dei cheilocistidi fusiformi e clavati. L’esame microscopico del nostro campione ha permesso di misurare spore delle dimensioni di 13,8-16,8(17,3) × (7,9)8,1-9,2 µm, e sono stati rilevati: - cheilocistidi prevalentemente ovoidi, alcuni con papilla apicale, altri largamente fusiformi con breve escrescenza apicale; - pleurocistidi in prevalenza largamente fusiformi con escrescenza apicale lunga 9,3-22,2 µm (digitati), ovoidi, alcuni con papilla apicale altri con breve escrescenza. Sugli esemplari provenienti da exsiccata può essere difficile osservare le digitazioni dei cistidi e dei pleurocistidi, perché nel secco queste strutture sottili collassano facilmente. Come auspicato da Justo et al. (2010a e 2010b), ulteriori collezioni di campioni appartenenti al genere Volvopluteus, dovranno essere studiate per una migliore definizione della morfologia delle specie e delle delimitazioni tra queste. Bibliografia JUSTO, A. et al., 2010a. Species recognition in Pluteus and Volvopluteus (Pluteaceae, Agaricales): morphology geography and phylogeny. Mycological Progress. JUSTO, A. et al., 2010b. Phylogeny of the Pluteaceae (Agaricales, Basidiomycota): taxonomy and character evolution, Fungal Biology XXX: 1-20. AA.VV., 1990. Pleurotaceae, Pluteaceae and Tricholomataceae I. Flora Agaricina Neerlandica. Vol. 2. Curatori: Noordeloos, M.E., Kuijper, T.W. & Vellinga, E.C. BREITENBACH, J. & KRÄNZLIN, F., 1995. Champignons de Suisse. Vol. 4. Champignons à lames, 2ème partie. Lucerna: Ed. Verlag Mykologia. CONTU, M., 1998. Studi sulle Pluteaceae della Sardegna. I. Volvariella cookei spec. nov., una nuova specie della sezione Macrosporae. Micologia Italiana 27(3): 37-41. CONTU, M., 2003. Nuovi dati su Volvariella cookei Contu, con chiave per la determinazione delle specie bianche del Genere Volvariella in Europa. Bollettino AMER, 59, Anno XIX, 2: 22-26. Ed. AMER. LEZZI, T., 2011. Ritrovamento di Volvopluteus earlei (Murril) Vizzini, Contu & Justo nell'isola Polvese sul Lago Trasimeno (PG). Bollettino AMER, 82, Anno XXVII, 1: 26-31. Ed. AMER. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Mario Iannotti e Tomaso Lezzi. Regione Umbria; Dicembre 2014; Foto, descrizione e microscopia di Mario Iannotti. (Exsiccatum MI20141209-02) Spore 13,8-16,8(17,3) × (7,9)8,1-9,2 µm, media 15,6 × 8,6 µm, Q = 1,7-1,9; Qm = 1,8, misurazioni su 32 spore da sporata. Da ellissoidali a oblunghe, lisce, apicolo ben visibile in proiezione laterale, prive di poro germinativo, a parete spessa, alcune con guttula centrale, generalmente con contenuto guttulare frammentato. Osservazione in acqua a 1000×. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 1000×. Basidi banali, clavati, tetrasporici, osservati anche bisporici. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 400×. Cheilocistidi prevalentemente ovoidi, alcuni con papilla apicale, altri largamente fusiformi con breve escrescenza apicale. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 100×. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 400×. Particolari. Un cheilocistidio che misura 86 × 49 µm. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 1000×. Pleurocistidi sono in prevalenza largamente fusiformi con escrescenza apicale lunga 9,3-22,2 µm (digitati), ovoidi, alcuni con papilla apicale altri con breve escrescenza. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 400×. Particolari. Un pleurocistidio di dimensioni notevoli misura 181 × 114 µm. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 400×. Pileipellis tipo ixocutis, costitutita da ife cilindriche, sottili, immerse in uno spesso strato gelatinoso, settate, le ife più esterne sono rialzate e terminano con elementi cilindrici arrotondati ma sono state osservati anche terminali lobati. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 100×. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 400×. Stipitipellis formata da ife parallele, cilindriche, settate, caulocistidi poco abbondanti cilindrici. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 400×. Particolari. Ife cilindriche della trama lamellare. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 400×. -
Volvariella surrecta (Knapp) Singer 1951
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Volvariella surrecta (Knapp) Singer; Regione Sardegna; Novembre 2014; Foto di Franco Sotgiu. -
Volvariella surrecta (Knapp) Singer 1951
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Volvariella surrecta (Knapp) Singer 1951 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Pluteaceae Sinonimi Volvaria surrecta (Knapp) Ramsb. 1942 Volvariopsis loveiana (Berk.) Murrill 1917 Volvaria loveiana (Berk.) Gillet 1876 Etimologia Da surrecta = spuntata; participio passato del verbo latino surgere = alzarsi, levarsi, sorgere, spuntare; probabilmente volendo evidenziare la natura parassita del micete. Cappello Dimensioni medio-piccole, da 2 a 6 cm di diametro, eccezionalmente più grande, inizialmente semi globoso, convesso, poi piano convesso con presenza di un umbone. Colorazione pileiche bianco ghiaccio, con sfumature grigio-ocracee a maturazione, più evidenti con la manipolazione; superficie pileica asciutta, ricoperta da una fine e fitta fine peluria che gli conferisce un aspetto feltrato-lanuginoso. Imenoforo Lamelle moderatamente fitte e mediamente larghe, intercalate da lamellule, libere al gambo, inizialmente biancastre, poi rosa chiaro, infine rosate con sfumature ocracee a maturazione, filo irregolare concolore o appena più chiaro. Gambo Generalmente cilindrico, concolore al cappello oppure con leggere sfumature rosa verso l’apice, finemente fibrilloso-pruinoso (lente); volva sacciforme, leggermente membranacea, biancastra, talvolta sfumata leggermente di rosa in età avanzata, tende a lacerarsi in due-tre lobi nel fungo maturo. Anello Non presente. Carne Biancastra nel cappello, a volte con sfumature rosa nel gambo, fragile, esigua; sapore dolce e odore gradevole, un poco aromatico. Habitat Cresce in autunno inoltrato su basidiomi in via di decomposizione di Clitocybe nebularis (Batsch: Fr.) Kummer, sono segnalate in letteratura, se pur raramente, fruttificazioni su altre Tricholomataceae. Microscopia Spore (4,4)4,8-5,2-6,1(6,7) × (2,5)2,7-3,1-3,5(3,7) µm, Q = 1,7; ellissoidali, moderatamente ovoidali, apicolo ben visibile in proiezione laterale. Basidi banali, clavati, tetrasporici. Cheilocistidi fusiformi, sublageniformi-claviformi, spesso con strozzatura apicale a "collo di bottiglia", rostrati-mucronati. Lunghezza: (28,3)29,1-45,6-5,05(51,2) µm; base: (1,4)1,8-3,2-4,3(4,84) µm; collo: (1,3)1,4-2-4,1(5,1) µm; larghezza: (7,7)8,3-11,3-14,4(15,7) µm. Pleurocistidi analoghi ai cheilocistidi, ma di dimensione maggiore. Lunghezza: (42,3)42,5-48,9-6,6(70,5) µm; base: (1,1)2,1-3,8-5,8(8,8) µm; collo: (1,3)1,6-2,5-5(6) µm; larghezza: (10,3)10,5-12,3-19(22,6) µm. Commestibilità e tossicità Non commestibile. Specie simili La sua caratteristica di fruttificare su basidiomi di Clitocybe nebularis (Batsch : Fr.) P. Kumm., esclude sul campo la possibilità di confonderla con specie dello stesso genere o con altre entità di generi diversi. Osservazioni Questa interessante e poco comune specie si riconosce facilmente in virtù del singolare habitat di crescita, infatti colonizza esemplari di Clitocybe nebularis (Batsch : Fr.) P. Kumm., comportandosi prima come parassita, successivamente come saprofita degradando completamente i basidiomi. Volvariella surrecta fa parte di quel gruppo ristretto di funghi che si alimentano di altri funghi. Bibliografia AA.VV., 2012. Funga Nordica. Agaricoid, boletoid and cyphelloid genera. Ed. Nordsvamp. AA.VV., 1990. Pleurotaceae, Pluteaceae and Tricholomataceae I. Flora Agaricina Neerlandica. Vol. 2. Curatori: Noordeloos, M.E., Kuijper, T.W. & Vellinga, E.C. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Massimo Biraghi - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Sardegna; Novenbre 2014; Foto, descrizione e microscopia di Massimo Biraghi. Su basidiomi di Clitocybe nebularis in via di decomposizione. Spore ellissoidali, moderatamente ovoidali, apicolo ben visibile in proiezione laterale. N° Long. Larg. Q Moy 5,4 3,1 1,7 µm; Min 4,4 2,5 1,4 µm; Max 6,7 3,7 1,9 µm; Media 5,3 3,2 1,7 µm; Lxl: N = 30; dMd; (4,4)4,8-5,2-6,1(6,7) × (2,5)2,7-3,1-3,5(3,7) µm. Q = 1,7. Osservazione 400×. Osservazione 1000×. Cheilocistidi fusiformi, sublageniformi-claviformi, spesso con strozzatura apicale a "collo di bottiglia", rostrati-mucronati. N° Long. L.base L.col Large Moy 43 3,2 2,4 11,5 µm; Min 28,3 1,4 1,3 7,7 µm; Max 51,2 4,8 5,1 15,7 µm; Media 45,6 3,4 2,2 11,5 µm; Lunghezza: (28,3)29,1-45,6-51 µm; Base: (1,4)1,8-3,2-4,3(4,8) µm; Collo: 1,3)1,4-2-4,1(5,1) µm; Larghezza: (7,7)8,3-11,3-14,4(15,7) µm. Osservazione 400×. Pleurocistidi analoghi ai cheilocistidi, ma di dimensione maggiore. N° Long. L.base L.col Large Moy 55,4 4 3 14,4 µm; Min 42,3 1,1 1,3 10,3 µm; Max 70,5 8,8 6 22,6 µm; Media 54,3 4 2,61 13,7 µm; Lunghezza: (42,3)42,5-48,9-69,6(70,5) µm; Base: (1,1)2,1-3,8-5,8(8,8) µm; Collo: (1,3)1,6-2,5-5(6) µm; Larghezza: (10,3)10,5-12,3-19(22,6) µm. Osservazione 400×. -
Volvariella pusilla (Pers. : Fr.) Singer 1951
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Volvariella pusilla (Pers. : Fr.) Singer; Regione Lazio; Maggio 2009; Foto e microscopia di Tomaso Lezzi. Cappello liscio, fibrilloso, di aspetto setoso, ma leggermente appiccicoso, non pubescente, bianco, appena giallino verso il centro, senza toni di bruno o di grigio, bordo del cappello eccedente, rigato al margine del cappello, diametro 2,8 cm. Gambo liscio bianco. Volva bianca esternamente e bianca internamente, non pubescente. Spore ellittiche, lisce, con apicolo, a volte con inclusi; 6,3-8, × 4,2-5,4 µm. Spore. Ife della cuticola, nonostante sia viscosa, non sono stati rilevati strati gelatinosi (di solito ben evidenti in Rosso Congo, perché congofobi, cioè che non si colorano in Rosso Congo). -
Volvariella pusilla (Pers. : Fr.) Singer 1951
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Volvariella pusilla (Pers. : Fr.) Singer; Regione Lazio; Aprile 2008; Foto e microscopia di Felice Di Palma. Spore e relativa misura. Cheilocistidi. Basidio. -
Volvariella pusilla (Pers. : Fr.) Singer 1951
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Volvariella pusilla (Pers. : Fr.) Singer 1951
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Volvariella pusilla (Pers. : Fr.) Singer 1951 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Pluteaceae Sinonimi Volvariella parvula (Weinm.) Speg. 1926 Una piccola e bellissima Volvariella priva d'interesse alimentare. Foto di Pietro Curti. -
Volvariella murinella (Quél.) M.M. Moser ex Dennis, P.D. Orton & Hora 1960
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Volvariella cfr. murinella (Quél.) M.M. Moser ex Dennis, P.D. Orton & Hora; Regione Umbria; Agosto 2013; Foto e descrizione di Luigi Minciarelli. Bosco planiziale misto con Cerro, Castagno, Carpino, Acero, colline dell'alto folignate. Dettaglio del cappello. Imenofori; bene in evidenza le lamelle rosate e libere. Particolare dell'imenoforo. In crescita pressoché congiunta con giovani campioni di Leucopaxillus macrocephalus (Schulzer) Bohus, quasi completamente interrati, il cappello finemente tomentoso color giallastro-beige, dal bordo involuto, con gambo già obeso purché giovani e dal tipico odore di pannocchie sfogliate o "barbe di granoturco". -
Volvariella murinella (Quél.) M.M. Moser ex Dennis, P.D. Orton & Hora 1960
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Volvariella murinella (Quél.) M.M. Moser ex Dennis, P.D. Orton & Hora 1960 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Pluteaceae Sinonimi Volvaria murinella Quél. 1883 Foto e Descrizioni Cappello chiaro, gambo glabro striato, asciutto (in assenza di precipitazioni), caratteristico odore di pelargonio, con una componente terrosa. La simile Volvariella hypopithys (Fr.) M.M. Moser ha il gambo leggermente tomentoso. Regione Umbria; Giugno 2013; Foto e microscopia di Tomaso Lezzi. Comitato Scientifico A.Mi. Umbria 2013. Bevagna. Particolare del gambo. Particolare delle lamelle sterili, con il filo chiaro. Cheilocistidi multiformi: fusiformi, lageniformi. -
Volvariella hypopithys
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Volvariella hypopithys (Fr.) Moser; = Volvariella pubescentipes = Volvaria plumulosa Tassonomia Ordine Agaricales Famiglia Pluteaceae Foto e Descrizioni Regione Lazio; Anno 2005; Foto di Mauro Cittadini.-
- volvaria plumulosa
- volvariella pubescentipes
- (e 1 in più)
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Volvopluteus earlei (Murrill) Vizzini, Contu & Justo 2011
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Volvopluteus earlei (Murrill) Vizzini, Contu & Justo; Regione Umbria; Giugno 2011; Foto di Luigi Minciarelli. Comitato Scientifico A.M.I. Umbria, I.la Polvese (PG) -
Volvopluteus earlei (Murrill) Vizzini, Contu & Justo 2011
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Volvopluteus earlei (Murrill) Vizzini, Contu & Justo; Regione Umbria; Giugno 2011; Foto di Tomaso Lezzi. Comitato Scientifico A.M.I. Umbria, I.la Polvese (PG) I cheilocistidi lungamente digitati ci permettono di distinguerla dalle forme bianche e di taglia piccola di Volvariella gloiocephala (De Cand.: Fr.) Boek. & End. = Volvopluteus gloiocephalus (DC.) Justo. Basidi e basidioli. -
Volvopluteus earlei (Murrill) Vizzini, Contu & Justo 2011
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Volvopluteus earlei (Murrill) Vizzini, Contu & Justo; Regione Umbria; Giugno 2011; Foto di Tomaso Lezzi. Comitato Scientifico A.M.I. Umbria, I.la Polvese (PG) Volvariella completamente bianca con una sfumatura rosata, cappello viscoso, rigato al margine, lamella libera, rosa a maturità, volva membranacea, odore di papavero. Le lamelle e il gambo. La volva. -
Volvopluteus earlei (Murrill) Vizzini, Contu & Justo 2011
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Volvopluteus earlei (Murrill) Vizzini, Contu & Justo; Regione Umbria; Agosto 2010; Foto e commenti di Luigi Minciarelli. Trama lamellare inversa comune a tutte le Pluteaceae. Le fisaloife partono dall'area sottostante ai basidi e si sviluppano verso il centro della lamella (se le ife partissero dalla parte centrale della lamella per avere le terminazioni verso il bordo della lamella la trama sarebbe invece bilaterale). -
Volvopluteus earlei (Murrill) Vizzini, Contu & Justo 2011
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Volvopluteus earlei (Murrill) Vizzini, Contu & Justo; Regione Umbria; Agosto 2010; Foto e commenti di Luigi Minciarelli. Esemplari molto maturi. In questi esemplari si possono apprezzare la viscosità della cuticola, le sericeità e il margine rigato, dovuto ovviamente allo spessore esiguo della carne. L'imenio, ben visibile il filo lamellare più chiaro. -
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Volvopluteus earlei (Murrill) Vizzini, Contu & Justo; Regione Umbria; Luglio 2010; Foto e commenti di Tomaso Lezzi. Come si vede su questa macro spinta, i cheilocistidi sono fusiformi, quasi sempre monodigitati; sono abbondanti su una fitta palizzata e rendono il filo della lamella leggermente più chiaro delle facce delle lamelle. -
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Volvopluteus earlei (Murrill) Vizzini, Contu & Justo; Regione Umbria; Luglio 2010; Foto e commenti di Tomaso Lezzi. Ife della volva, con struttura a cutis, ife cilindriche, arrotondate alle estremità per lo più con andamento parallelo alla superficie. Alcune ife della superficie della volva sono rialzate. -
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Volvopluteus earlei (Murrill) Vizzini, Contu & Justo; Regione Umbria; Luglio 2010; Foto e commenti di Tomaso Lezzi. Basidi prevalentemente tetrasporici, bisporici in minore quantità. GAF non osservati in nessuno dei tessuti. Basidio in formazione. -
Volvopluteus earlei (Murrill) Vizzini, Contu & Justo 2011
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Volvopluteus earlei (Murrill) Vizzini, Contu & Justo; Regione Umbria; Luglio 2010, Foto e commenti di Tomaso Lezzi. Spore ellittiche, con apicolo evidente, a volte mono o pluriguttulate. (12)12,9-14(18) × (7,5)7,9-9,0(10,1) µm; Qm = 1,6. Un'unica spora particolarmente grande, al di fuori della media 18 × 10,1 µm (da basidio monosporico?). -
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Volvopluteus earlei (Murrill) Vizzini, Contu & Justo; Luglio 2010; Foto e commenti di Tomaso Lezzi. Lamelle rosa salmone per la sporata. Filo della lamella più chiaro per la presenza abbondante di cheilocistidi. Base del gambo leggermente bulbosa, con volva membranacea abbastanza aderente al gambo. Cappello liscio di aspetto setoso, viscoso, con bordo involuto nei giovani esemplari. -
Volvopluteus earlei (Murrill) Vizzini, Contu & Justo 2011
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Volvopluteus earlei (Murrill) Vizzini, Contu & Justo 2011 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Basidiomycetes Ordine Agaricales Famiglia Pluteaceae Sinonimi Volvariella earlei (Murrill) Shaffer 1957 Volvariella cookei Contu 1998 Volvariopsis earlei Murrill 1911 Volvaria earlei (Murrill) Murrill 1912 Etimologia L'epiteto Volvopluteus deriva da Volvo- dal genere Volvariella e -pluteus dal genere Pluteus. Per le caratteristiche intermedie trai due generi. L'epiteto earlei è dedicato al micologo F.S. Earle. Cappello 2-5 cm, basidioma interamente bianco, con leggera sfumatura rosa, cappello largamente umbonato, liscio, di aspetto setoso, non fibrilloso, rigato al margine, interamente viscoso, poi asciutto, margine involuto nei giovani esemplari. Imenoforo Lamelle libere, rosa chiaro nei giovani, poi rosa salmone negli esemplari maturi; filo lamellare leggermente più chiaro per la presenza abbondante di cheilocistidi. Gambo Bianco, cilindrico, concolore al cappello, finemente pruinoso, base del gambo leggermente bulbosa, con volva bianca, membranacea abbastanza aderente al gambo. Carne Fungo eterogeneo con carne esigua, bianca; odore leggero erbaceo. Sporata Rosa. Habitat I Campioni fotografati sono stati rinvenuti nell'estate 2010 (vari campionamenti in data 24.07.2010; 03.08.2010; 07.08.2010) all'Isola Polvese sul Lago Trasimeno. Crescita non su legno, in ambiente praticolo, particolarmente umido in un prato di trifoglio e gramigna, dove si forma spesso condensa notturna a causa dell'umidità del lago. Microscopia Spore ellittiche, con apicolo evidente, a volte mono o pluriguttulate. (12)12,9-14(18) × (7.5)7,9-9,0(10,1) µm; Qm = 1,6. Basidi prevalentemente tetrasporici, bisporici in minore quantità. GAF non osservati in nessuno dei tessuti. Ife della volva con struttura a cutis, cilindriche, arrotondate alle estremità, per lo più con andamento parallelo alla superficie, con rari terminali rialzati. Cheilocistidi fusiformi, quasi sempre monodigitati, abbondanti a formare una fitta palizzata, rendono il filo della lamella leggermente più chiaro delle facce delle lamelle. Trama lamellare inversa. Commestibilità o Tossicità Non commestibile. Specie simili Volvariella gloiocephala fo. speciosa è simile, ma ha dimensioni più grandi, cappello fibrilloso, colorato, cheilocistidi non digitati. Le altre piccole Volvariella, che differiscono per le combinazioni di caratteri: dimensione delle spore, colore del basidioma e della volva, viscosità della cuticola. Discussione La specie rinvenuta ha una storia piuttosto travagliata vista la difficoltà nell'organizzare il Genere Volvariella che si è dimostrato polifiletico. Le caratteristiche macroscopiche e microscopiche dei campioni rinvenuti si allineano molto bene con la descrizione fatta per Volvariella cookei in (Contu 1998) e (Contu 2003) che potrebbero ben rappresentare la terza segnalazione mondiale di questa specie. In (Contu 2007) viene descritta Volvariella earlei come specie nuova per l'Europa. In (Justo et al., 2010a) Volvariella cookei Contu viene riconosciuta come un sinonimo di Volvariella earlei (Murril) Shaffer., in pratica una sua forma bianca. In (Justo et al., 2010b) vengono riorganizzate tassonomicamente molte specie di Pluteus e Volvariella sulla base di dati molecolari, con la creazione del nuovo Genere Volvopluteus che comprende Volvopluteus gloiocephalus (DC.: Fr.) Vizzini, Contu & Justo definito come Typus e, tra gli altri, Volvopluteus earlei (Murrill) Vizzini, Contu & Justo. Bibliografia CONTU, M., 2007. Volvariella earlei (Basidiomycota, Pluteaceae), nuova per l’Europa, e note sulla tassonomia di Volvariella media sensu J. Lange. Micologia e Vegetazione Mediterranea 21: 101-106. CONTU, M., 2003. Nuovi dati su Volvariella cookei Contu, con chiave per la determinazione delle specie bianche del Genere Volvariella in Europa. Bollettino AMER, 59, Anno XIX, 2: 22-26. Ed. AMER. CONTU, M., 1998. Studi sulle Pluteaceae della Sardegna. I. Volvariella cookei spec. nov., una nuova specie della sezione Macrosporae. Micologia Italiana 27(3): 37-41. JUSTO, A. et al., 2010b. Phylogeny of the Pluteaceae (Agaricales, Basidiomycota): taxonomy and character evolution, Fungal Biology XXX: 1-20. JUSTO, A. et al., 2010a. Species recognition in Pluteus and Volvopluteus (Pluteaceae, Agaricales): morphology geography and phylogeny. Mycological Progress. JUSTO, A. & CASTRO, M.L., 2010b. The Genus Volvariella in Spain: V. dunensis comb. & stat. nov. and observation on V. earlei. Mycotaxon 112: 261-270. LEZZI, T., 2011. Ritrovamento di Volvopluteus earlei (Murril) Vizzini, Contu & Justo nell'isola Polvese sul Lago Trasimeno (PG). Bollettino AMER, 82, Anno XXVII, 1: 26-31. Ed. AMER. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Tomaso Lezzi - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Foto e Descrizioni Regione Umbria; Luglio 2010; Foto e commenti di Tomaso Lezzi. Basidioma interamente bianco, con leggera sfumatura rosa, cappello largamente umbonato, liscio, di aspetto setoso, rigato al margine, interamente viscoso, poi asciutto; gambo concolore, finemente pruinoso, lamelle rosa chiaro nei giovani, poi rosa salmone negli esemplari maturi; filo lamellare leggermente più chiaro. -
Volvariella caesiotincta P.D. Orton 1974
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Volvariella caesiotincta P.D. Orton; Regione Umbria; Settembre 2013; Foto e descrizione di Mario Iannotti. Specie poco comune. Ritrovamento in una ceppaia marcescente di Quercus cerris, crescita lignicola, cappello con toni grigi-bluastri, fibrilloso, feltrato, pelosetto. Il gambo è bianco, cilindrico, leggermente allargato alla base, avvolto da una volva membranosa, leggermente inguainante, di colore grigio cenere. Odore netto, pungente, che ricorda il salmastro. Sui campioni in esame, successivamente, saranno svolte opportune verifiche microscopiche tese alla conferma della specie, che ad ogni buon conto per i caratteri suddetti sembra abbastanza delineata. In habitat. Il cappello fibrilloso, feltrato. Particolore del cappello fibrilloso, feltrato. Particolare della volva libera, inguainante, di colore grigio cenere. Imenoforo.