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Rhodocybe fallax
Archivio Micologico ha postato un topic nell'area Funghi Non Commestibili o Sospetti
Rhodocybe fallax (Quél.) Singer Tassonomia Ordine Agaricales Famiglia Entolomataceae Foto e Descrizioni Regione Lazio, Sabaudia (LT); Novembre 2012; Foto di Mauro Cittadini. -
Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox 1979
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Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox; Regione Campania; Novembre 2012; Foto Felice Di Palma. -
Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox 1979
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Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox; Regione Trentino; Settembre 2013; Foto di Tomaso Lezzi. Curiosamente cresciuta con il micelio attorno a una pigna di Abete rosso. -
Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox 1979
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Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox; Regione Umbria; Novembre 2012; Foto di Mario Iannotti; -
Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox 1979
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Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox; Regione Lombardia; Novembre 2012; Foto di Emilio Pini. -
Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox 1979
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Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox; Regione Lombardia; Ottobre 2012; Foto di Massimo Biraghi. -
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Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox; Regione Lazio; Novembre 2012; Foto Felice Di Palma. -
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Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox; Regione Campania, Vesuvio; Novembre 2009; Foto di Felice Di Palma. -
Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox 1979
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Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox; Regione Toscana, Mugello; Novembre 2009; Foto e commento di Alessandro Francolini. Gambo tipicamente ingrossato alla base, con attaccati molti resti del substrato. -
Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox 1979
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Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox; Regione Lombardia; Luglio 2009; Foto di Gianluigi Boerio. Ritrovamento in bosco di Abete rosso a 1650 m s.l.m. su letto di aghi. -
Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox 1979
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Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox; Regione Marche; Novembre 2009; Foto di Pietro Curti. -
Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox 1979
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Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox; Regione Lombardia; Giugno 2008; Foto di Federico Calledda. -
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Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox; Regione Liguria; Gennaio 2008; Foto di Federico Calledda. -
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Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox; Regione Trentino; Settembre 2007; Foto di Pietro Curti. -
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Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox; Regione Lombardia; bosco planiziale di Fara Gera D'adda; Ottobre 2007; Foto di Massimo Biraghi. -
Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox 1979
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Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox; Regione Lazio; Dicembre 200; Foto di Felice Di Palma. -
Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox 1979
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Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox; Regione Lazio; Dicembre 2006; Foto di Mauro Cittadini. -
Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox 1979
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Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox 1979
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Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox; Regione Lombardia; Dicembre 2006; Foto di Massimo Mantovani. -
Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox 1979
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Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox 1979
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Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox; Regione Lazio, pineta di Castelfusano; Gennaio 2006; Foto di Tomaso Lezzi. Particolare delle lamelle, si possono vedere alcune lamellule che si interrompono per ricominciare poco dopo Regione Trentino; Settembre 2006; Foto e commenti di Tomaso Lezzi. Collybia butyracea var. asema (Fr. : Fr.) Gillet. Simile alla precedente, ma caratterizzata da colori più chiari sia nel cappello che nel gambo, senza toni rossicci. -
Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox 1979
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Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox 1979 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Omphalotaceae Sinonimi Collybia butyracea (Bull. : Fr.) P. Kumm. 1871 Etimologia Dal greco rhódon = rosa e kóllybos = moneta spicciola o di poco valore, quindi kóllyba = piccoli pasticcini rotondi, ovvero per la forma del cappello minuta e rossastra dei carpofori appartenenti a questo genere. Dal latino butyrum = burro, quindi butyraceus = attinente, somigliante al burro, per l'odore un po' rancido della carne e soprattutto per la caratteristica untuosità della superficie del cappello che ricorda il burro. Cappello 3-8 cm di diametro, da convesso a largamente campanulato con umbone ottuso al centro, alla fine spianato, con margine regolare o appena ondulato; la carne è sottile e la cuticola è liscia, igrofana, untuosa, di colore bruno, più chiaro con il tempo asciutto e con tonalità olivacee e talvolta violacee o nerastre con il tempo umido; il margine è più chiaro. Imenoforo Lamelle quasi staccate dal gambo o adnate, piuttosto fitte, larghe e sinuose, biancastre con leggere sfumature brune; vi sono intercalate numerose lamellule. Filo lamellare spesso finemente frastagliato. Gambo 5-10(12) × 0,5-1 cm, cilindrico ma più spesso attenuato in alto, tanto da conferirgli il tipico aspetto clavato, molle, base ingrossata che presenta residui miceliari e spesso resti di substrato attaccati; pieno, farcito, cavo nei soggetti maturi, concolore al cappello e ricoperto nei giovani esemplari da una fine pruina biancastra, fibroso, con evidenti solcature longitudinali, tende a trattenere l’acqua e a diventare molliccio. Carne Biancastra o subconcolore al cappello in particolare sotto la cuticola, sottile, con odore leggermente rancido e sapore mite. Habitat Cresce in estate e autunno in gruppi sul terreno, tra le foglie di alberi di latifoglia o tra gli aghi di conifera. Microscopia Spore 5,8-8 × 3,4-4,1 µm; Qm = 1,9, lisce a parete spessa, da ellittiche a forma di lacrima. Commestibilità e Tossicità È una specie commestibile, ma di qualità scadente: l’odore poco gradevole, l’assenza di un sapore ben definito e l’esiguità della carne ne sconsigliano decisamente l’impiego in cucina. Specie simili Rhodocollybia butyracea f. asema (Fr. : Fr.) Antonín, Halling & Noordel. si differenzia dalla specie tipo per gli esemplari più esili e le colorazioni crema-grigiastro; Rhodocollybia maculata (Alb. & Schwein. : Fr.) Singer = Collybia maculata (Alb. & Schwein. : Fr.) P. Kumm. si distingue per la taglia ben più robusta, per il cappello e le lamelle bianche, tipicamente macchiati di ruggine con l’età, per il sapore amaro e le spore subglobose; Rhodocollybia rufovinosa (Bon & Gaugué) P. Roux = Collybia rufovinosa (Bon & Gaugué) Bon & P. Roux si differenzia per le tonalità più rossastre e il pileo leggermente fibrilloso; Rhodocollybia prolixa (Hornem.) Antonín & Noordel. = Collybia distorta (Fr.) Quel. si distingue per i colori bruno-rossicci o bruno-arancio, per il sapore un po' amaro e per le spore subglobose; Connopus acervatus (Fr. : Fr.) K.W. Hughes, Mather & R.H. Petersen = Collybia acervata (Fr. : Fr.) P. Kumm., si differenzia per la crescita cespitosa, per le colorazioni rossastre del cappello e per il gambo sottile e brunastro; Gymnopus ocior (Pers.) Antonín & Noordel. = Collybia ocior (Pers.) Vilgalys & O.K. Mill., può avere cromatismi simili, tuttavia si distingue per le dimensioni più piccole, per il gambo più esile e per le spore di misura inferiore; Gymnopus dryophilus (Bull. : Fr.) Murrill = Collybia dryophila (Bull. : Fr.) P. Kumm. si differenzia per il portamento più esile, per le colorazioni più tenui o biancastre del pileo, per il gambo ocra-biancastro e più sottile e per le spore più piccole. Osservazioni Si tratta di una specie molto comune e diffusa nei boschi di pianura e di montagna, dove si distingue dalle tantissime altre specie di funghi che ne condividono l’habitat, per le colorazioni lucide del cappello e del gambo ma soprattutto per l'untuosità della sua cuticola: infatti se passiamo le dita sul pileo di questa specie, la sensazione tattile sarà "burrosa" come descritto dal suo nome. Priva di interesse alimentare, è una specie che ha una grande importanza per l’ambiente perché ricicla e rende nuovamente disponibile per le piante, le sostanze organiche che assimila dalle foglie e dagli aghi depositati sul terreno nei boschi. I generi Rhodocollybia, Gymnopus, Connopus, Marasmius ed altri, vengono definiti “Funghi di lettiera“ perché il loro micelio vive tra le fibre delle foglie, degli aghi e dei rametti marcescenti da cui estraggono il nutrimento. Note nomenclaturali Specie descritta per la prima volta nel 1792 dal micologo francese Jean Baptiste François Pierre Bulliard, che gli diede l'epiteto di Agaricus butyeaceus. In seguito, nell'anno 1871, il micologo tedesco Paul Kummer ricombinò la specie in Collybia butyracea, binomio con cui il fungo fu ampiamente conosciuto fino agli anni 2000. In verità il genere Rhodocollybia, ove la specie è attualmente collocata, fu creato da Rolf Singer sin dal 1939 proprio per separare le specie con sporata rosa appartenenti al genere Collybia, ma quest’ultimo fu ritenuto dagli studiosi prioritario in quanto equivalente al genere creato da Singer. Soltanto dal 1997, grazie agli studi molecolari di Antonín et al., si è stabilito con chiarezza che i generi Collybia e Rhodocollybia sono separati filogeneticamente e pertanto la ricombinazione di Lennox del 1979 di Rhodocollybia butyracea è stata accettata dalla comunità scientifica e il relativo binomio è attualmente quello prioritario. Bibliografia ANTONÍN, V., HALLING, R.E., NOORDELOOS, M.E., 1997. Generic concepts within the groups Marasmius and Collybia sensu lato. Mycotaxon 63: 359-368. Scheda AMINT tratta da Tutto Funghi. Regione Lazio; Foto di Mauro Cittadini. -
Rhizopogon vulgaris (Vitt.) M. Lange 1956
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Rhizopogon vulgaris (Vitt.) M. Lange; Regione Toscana; Febbraio 2011; Foto di Tomaso Lezzi. Ritrovamento vicinissimo al mare, sul Tombolo della Feniglia, sotto Pinus pinea e Pinus pinaster. Crescita semi-ipogea, per questa specie che è conosciuta come uno dei "falsi tartufi". I cinghiali non si preoccupano molto della differenza tra tartufi e falsi tartufi e scavano insistentemente il terreno alla loro ricerca. La superficie esterna è liscia, bianco-giallastra e la carne è bianca. Il simile Rhizopogon obtextus (Spreng.) R. Rauschert, ha la superficie esterna coperta da una rete miceliare, e una crscita in ambiente meno spiccatamente mediterraneo. La superficie esterna è liscia, bianco-giallastra e la carne visibile in sezione è bianca. Un particolare della superficie esterna. Un particolare della gleba spugnosa. -
Rhizopogon vulgaris (Vitt.) M. Lange 1956
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Rhizopogon vulgaris (Vitt.) M. Lange; Regione Lazio; Aprile 2008; Foto e microscopia di Felice Di Palma. -
Rhizopogon vulgaris (Vitt.) M. Lange 1956
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Rhizopogon vulgaris (Vitt.) M. Lange; Regione Lazio; Ottobre 2007; Foto e microscopia di Felice Di Palma. Habitat Pino-Leccio; spore larghe al massimo 3,2 micron nelle misure medie. Volume sporale che arriva massimo a 45 µm cubi (nella fattispecie è 35,39).