Vai al contenuto

Archivio Micologico

Soci AMINT CSM
  • Numero contenuti

    15510
  • Iscritto

  • Ultima visita

Tutti i contenuti di Archivio Micologico

  1. Leccinum pseudoscabrum (Kallenb.) Šutara 1989 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Boletales Famiglia Boletaceae Genere Leccinum Sezione Luteoscabra Sottosezione Albella Sinonimi Leccinum carpini (Schulz) M.M. Moser ex D.A. Reid 1965 Etimologia Dal latino leccìnus, a , um = relativo al Leccio (Quercus ilex L.; dal latino ìlex, ìlicis = leccio). Dal latino càrpinus, i = del Carpino (Carpinus spp.). Per l’habitat di crescita. Cappello 5-12(15) cm, inizialmente subsferico poi emisferico-campanulato, parabolico, in genere appianato solo negli esemplari molto maturi, abbastanza carnoso, con margine spesso, eccedente. Cuticola asciutta, sovente screpolata-areolata per il tempo secco, con superficie tipicamente "martellata", grinzosa e corrugata, gibbosa, di colore variabile dal grigio ocraceo al bruno ocraceo al bruno grigiastro, talvolta più chiaro al margine. Imenoforo Tubuli lunghi, arrotondati al gambo, quasi liberi, di colore da crema biancastro a grigio bruno olivastro; alla sezione virano inizialmente al grigio violaceo, poi al nerastro. I pori sono rotondi, piccoli, concolori ai tubuli, virano lentamente al grigio nerastro alla pressione. Gambo 6-15 × 1-3 cm, fibroso, pieno, cilindrico, leggermente clavato, snello, di colore variabile da biancastro sporco a grigiastro nocciola chiaro, ricoperto da fini squamule grigiastre poi nerastre alla manipolazione, disposte su tutta la superficie ma più rade all’apice. Carne Soda solo nei giovani esemplari, ma presto molle nel cappello e fibroso-coriacea nel gambo, di colore biancastro sporco e virante alla sezione al rosato, poi grigio violaceo e infine al grigio nerastro. Odore debole, sapore leggero e dolciastro. Habitat Cresce spesso isolato o in piccoli gruppi, generalmente associato a Carpinus spp. (Carpino) e Corylus spp. (Nocciolo), mai sotto Populus spp. (Pioppo) o Betula spp. (Betulla), dall’inizio dell’estate all’autunno inoltrato, abbastanza comune anche se non ovunque diffuso. Commestibilità e Tossicità Buon commestibile dopo adeguata cottura ad esclusione del gambo che risulta legnoso. Viene considerata una delle meno apprezzate tra le specie del genere Leccinum a causa dell’intenso annerimento delle carni, peraltro molli ed esigue. Osservazioni Il rapido annerimento delle carni, la cuticola corrugata e grinzosa e le persistenti squamule nerastre sul gambo, associate alla stretta simbiosi con Nocciolo e Carpino, ne facilitano la determinazione. Specie simili Leccinum carpini f. isabellinum Lannoy & Estadès e Leccinum carpini f. imleri J. Blum ex Lannoy & Estadès sono riconducibili a Leccinum pseudoscabrum e quindi considerati sinonimi. Leccinum scabrum (Bull. : Fr.) Gray, generalmente associato a Betulla, si distingue per la carne pressoché immutabile e per l’assenza delle martellature e grinzosità tipiche invece della cuticola di Leccinum pseudoscabrum. Oltre al già citato Leccinum scabrum, possibili confusioni, peraltro difficili, possono avvenire con altre specie della sottosezione Scabra che comunque comprende Leccinum con carne pressoché immutabile e di norma associati a Betulla. Leccinum variicolor Watling presenta una colorazione pileica dalle tinte bruno scure nerastre, cuticola non martellata e gambo con macchie blu verdastre alla base, caratteristica condivisa anche da Leccinum duriusculum (Schulzer ex Kalchbr.) Singer, simbionte esclusivo del Pioppo. Curiosità Leccinum pseudoscabrum appartiene alla sottosezione Albella caratterizzata da specie mai associate al Pioppo, con carne lentamente virante al rosato violaceo e poi al nerastro, con trama cuticolare sferocitica. A tale sottosezione apparterrebbe anche Leccinum brunneobadium (J. Blum) Lannoy & Estadès, controversa specie gemella, caratterizzata dalla cuticola meno gibbosa-grinzosa e dalla diversa conformazione della stessa all’esame microscopico. Bibliografia DEN BAKKER, H.C. & NOORDELOOS, M.E., 2005. A revision of European species of Leccinum Gray and notes on extralimital species. Persoonia 18: 511-587. DEN BAKKER, H.C., GRAVENDEEL, B. & KUYPER T.W., 2004. An ITS phylogeny of Leccinum and an analysis of the evolution of minisatellite-like sequences within ITS1. Mycologia. 96(1): 102-118. LANNOY, G. & ESTADES, A., 1995. Monographie des Leccinum d’Europe. La Roche-sur-Foron, Federation Mycologique Dauphine-Savoie. NUHN, M.E., BINDER, M. et. al., 2016. Phylogenetic overview of the Boletineae. Fungal Biology. 120 (12). [data di accesso: 14/12/2016] MUÑOZ, J.A., 2005. Boletus s.l. Fungi Europaei. Vol. 2. Alassio (SV). Ed. Candusso. WU, G., FENG, B. et al., 2014. Molecular phylogenetic analyses redefine seven major clades and reveal 22 new generic clades in the fungal family Boletaceae. Fungal Diversity 69: 93. doi:10.1007/s13225-014-0283-8 LANNOY, G., 2001. Boletaceae. Flore Mycologique d'Europe. 6. Alassio (SV): Ed. Candusso. ALESSIO, C.L., 1985. Boletus Dill. ex L. Fungi Europæi. Vol 2. Saronno (BI): Libreria editrice Biella Giovanna. ALESSIO, C.L., 1991. Boletus s.l. Fungi Europæi. Vol 2A). Saronno (BI): Libreria editrice Biella Giovanna. Scheda AMINT tratta da Tutto Funghi Regione Piemonte; Ottobre 2010; Foto e commenti di Tomaso Lezzi. Specie molto diffusa nella macchia mediterranea, nelle regioni del Centro Italia: - cappello: netta e ben visibile la superficie corrugata ricca di avvallamenti, fossette e grinzosità; - gambo tipicamente decorato con aculei nerastri; - carne fortemente ingrigente in tutto il fungo se contusa ed esposta. Non molto apprezzato per l'annerimento in cottura, i giovani esemplari sono gustosi e danno un buon apporto al misto, ma il gambo, fibroso, deve essere scartato, come per tutti i Leccinum. Sotto Carpini e Noccioli, alcuni campioni con il cappello marrone scuro, tipico, altri con il cappello giallo aranciato (colori simili a quelli di Leccinellum crocipodium = Leccinum crocipodium), ma sempre molto martellato. Una foto con la sezione e il viraggio della carne prima al rosa e poi al grigio.
  2. Leccinum cyaneobasileucum Lannoy & Estadès; Regione Piemonte; Settembre 2010; Foto di Alessandro Remorini. Valsesia - Scopello (Vc).
  3. Leccinum cyaneobasileucum Lannoy & Estadès 1991 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Boletales Famiglia Boletaceae Sinonimi Leccinum brunneogriseolum Lannoy et Estadès 1991 Note nomenclaturali Specie identificata nel 1991 dai micologi francesi Lannoy & Estadès i quali hanno descritto nella medesima pubblicazione, come entità separata, anche Leccinum brunneogriseolum. In seguito è stato confermato, sulla base di studi molecolari, che L. cyaneobasileucum altro non è che una forma decolorata di L. brunneogriseolum e pertanto quest'ultimo, essendo cronologicamente posteriore a L. cyaneobasileucum, è caduto automaticamente in sinonimia. Bibliografia LANNOY, G. & ESTADÈS, A. 1991. Contribution à l'étude du genre Leccinum S. F. Gray - 1 - Étude de L. variicolor, oxydabile et de quelques satellites, formes et variétés. Documents Mycologiques. 21(81):11-26. LANNOY, G. & ESTADÈS, A. 1991. Contribution à l'étude du genre Leccinum S. F. Gray - 2 - Étude de Leccinum brunneogrisoleum sp. nov., L. pulchrum sp. nov., L. umbrinoides. Documents Mycologiques. 21(82):1-6. GELARDI, M. 2017. Corso di aggiornamento tassonomico sull’ordine boletales in Italia alla luce dei nuovi orientamenti filogenetici molecolari. AMB-Bolzano. Foto e Descrizioni Regione Liguria; Ottobre 2009; Foto di Alessandro Remorini.
  4. Leccinum rufum (Schaeff.) Kreisel; Regione Emilia Romagna, Val Nure, loc.Cassimoreno; Agosto 2014; Foto di Massimo Biraghi.
  5. Leccinum rufum (Schaeff.) Kreisel; Regione Lombardia, località Tedoldo (LC); Ottobre 2013; Foto di Angelo Mariani.
  6. Leccinum rufum (Schaeff.) Kreisel; Regione Emilia Romagna, Val Nure, località Cassimoreno; Settembre 2013; Foto di Massimo Biraghi.
  7. Leccinum rufum (Schaeff.) Kreisel; Regione Trentino; Settembre 2012; foto di Pietro Curti.
  8. Leccinum rufum (Schaeff.) Kreisel; Regione Trentino Alto Adige; Settembre 2012; Foto di Mario Iannotti.
  9. Leccinum rufum (Schaeff.) Kreisel; Regione Trentino Alto Adige; Settembre 2012; Foto di Felice Di Palma.
  10. Leccinum rufum (Schaeff.) Kreisel; Regione Emilia Romagna, Alta Val Nure, località San Gregorio; Settembre 2012; Foto di Massimo Biraghi. Altitudine 1100-1300 m s.l.m., sotto Pioppo tremulo.
  11. Leccinum rufum (Schaeff.) Kreisel; Regione Friuli Venezia Giulia; Agosto 2012; Foto di Nicolò Parrino.
  12. Leccinum rufum (Schaeff.) Kreisel; Regione Trentino; Settembre 2008; Foto di Pietro Curti.
  13. Leccinum rufum (Schaeff.) Kreisel; Regione Trentino; Settembre 2008; Foto di Pietro Curti.
  14. Leccinum rufum (Schaeff.) Kreisel; Regione Trentino; Settembre 2008; Foto di Pietro Curti.
  15. Leccinum rufum (Schaeff.) Kreisel; Regione Trentino, Settembre 2008, Regione Trentino, foto di Pietro Curti.
  16. Leccinum rufum (Schaeff.) Kreisel; Regione Trentino; Settembre 2007; Foto di Pietro Curti.
  17. Leccinum rufum (Schaeff.) Kreisel; Regione Trentino, Val di Fiemme; Settembre 2005; Foto di Emilio Pini.
  18. Leccinum rufum (Schaeff.) Kreisel; Regione Trentino; Settembre 2005; Foto di Gianni Bonini.
  19. Leccinum rufum (Schaeff.) Kreisel; Regione Trentino; Luglio 2005; Foto di Franco Sotgiu.
  20. Leccinum rufum (Schaeff.) Kreisel; Regione Trentino; Foto di Pietro Curti.
  21. Leccinum rufum (Schaeff.) Kreisel; Regione Trentino; Foto di Pietro Curti.
  22. Leccinum rufum (Schaeff.) Kreisel 1984 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Boletales Famiglia Boletaceae Nome italiano Porcinello aranciato, Porcinello rosso. Sinonimi Leccinum aurantiacum sensu Pilat & Dermek 1974 Leccinum albostipitatum den Bakker & Noordel. 2005 Etimologia Dal latino rūfus = rosso, fulvo, rossiccio, per il colore rossastro che contraddistingue la specie. Cappello Diametro fino a 20 cm, dapprima emisferico, poi disteso, guancialiforme con la cuticola asciutta, opaca, finemente feltrata, si screpola con tempo asciutto, igrofana, molto untuosa con tempo umido, sporgente sul margine. Rosso aranciato con diverse tonalità in funzione dell'umidità e del'habitat. Tubuli lunghi e fini, depressi intorno al gambo, biancastri, poi grigi, facilmente staccabili dal cappello. Pori piccoli, tondeggianti, bianchi poi grigiastri. Gambo Lungo anche fino a 30 cm, da cilindrico a fusiforme o clavato, generalmente attenuato in alto. Bianco, spesso con sfumature bluastre alla base. Molto consistente nel fungo adulto, caratteristicamente ricoperto di squame bianche che virano lentamente al rosso mattone, fino a raggiungere un colore rosso brunastro o grigio-brunastro. Carne Bianca che all'aria scurisce al grigio-viola. Tenera nel cappello, più soda e fibrosa nel gambo che vira al verde-blu scuro. Odore sottile, fungino, sapore delicato, un poco acidulo. Habitat Fungo caratteristico del Pioppo sia Populus tremula L. che Populus alba L., è molto diffuso sia sull'Appennino, dove cresce nel tardo autunno con tempo fresco e umido, che sulle Alpi dove nasce fino da agosto. Raro nella tarda primavera-inizio estate. Cresce caratteristicamente in gruppi di più esemplari, entro un raggio di qualche metro. Commestibilità e tossicità Commestibile saporito, la carne cotta conserva il colore nerastro. Il gambo, come in tutti i Leccinum, deve essere scartato perché troppo coriaceo e quindi sicuramente indigesto. Osservazioni Fungo inconfondibile per il portamento slanciato, per le squame rosso-brunastre che contrastano col bianco del gambo sottostante, per il bel colore del suo cappello, rosso o bruno nelle diverse tonalità e combinazioni, per la crescita sotto Pioppo. I Porcinelli rossi nel loro insieme sono funghi conosciuti e raccolti da sempre e vengono chiamati genericamente rufus. Leccinum vulpinum, che cresce legato alle conifere, con cromatismi del cappello di un rosso maggiormente intenso, più cupo, con decorazioni sul gambo bruno nerastre fin dall'esordio, sempre commestibile. Specie simili Viene considerato il portabandiera dei Leccinum rossi che contano numerose specie molto simili, tutte commestibili, che si distinguono l'una dall'altra soprattutto per l'habitat. Leccinum vulpinum Watling, ha cappello rosso mattone o bruno ruggine cresce sotto Pinus. Pressocché identico al Leccinum piceinum Pilát & Dermek che molti considerano essere sempre un Leccinum vulpinum, e che viene differenziato da altri per la colorazione pileica più brunastra e per la crescita sotto Picea spp. Leccinum aurantiacum (Bull.) Gray = Leccinum quercinum (Pilát) E.E. Green & Watling, con colorazioni più vivaci, con squame rossastre e generalmente più massiccio di Leccinum rufum, nasce sotto latifoglie diverse dal Populus. Note nomenclaturali Specie identificata nel 1774 dal micologo tedesco Jacob Christian Schäffer il quale gli diede il nome di Boletus rufus. In seguito nel 1984 la specie è stata ricombinata nel genere Leccinum da Hanns Kreisel, binomio attualmente prioritario. Si evidenzia che la specie ha avuto negli anni alcuni fraintendimenti nomenclaturali, infatti per molti anni il fungo in questione, ovvero la specie che si associa ai boschi mesofili è stata conosciuta come Leccinum aurantiacum (Bull.) Gray. L’errore interpretativo che perdura attualmente in alcune pubblicazioni, si è presumibilmente originato a partire dalla monografia sui boleti europei di Pilat & Dermek (1974). I due autori cecoslovacchi hanno infatti assegnato l’epiteto di Leccinum aurantiacum alla specie mesofila con gambo bianco e legata ai pioppi, ma se si risale all’interpretazione originale di Bulliard e alla relativa iconografia si potrà verificare che per Leccinum aurantiacum l’autore francese intendeva una specie con squame rossastre sul gambo e legata a svariate latifoglie in ambiente termofilo (ossia la specie che in tempi moderni abbiamo chiamato Leccinum quercinum (Pilát) E.E. Green & Watling). Di conseguenza, essendo l’interpretazione originale quella che conta, il nome corretto e prioritario per questa entità che si associa ai boschi termofili è Leccinum aurantiacum (di cui Leccinum quercinum diviene automaticamente sinonimo); mentre il Leccinum aurantiacum sensu Pilat & Dermek deve essere necessariamente chiamato in altra maniera. Den Bakker & Noordeloos lo hanno nominato Leccinum albostipitatum nel 2005 ma in realtà esiste un nome di origine antica disponibile, ossia Leccinum rufum e quest’ultimo dovrebbe essere quindi utilizzato per designare la specie. Bibliografia PILÁT, A. & DERMEK, A. 1974. Hríbovité huby. Československé hríbovité a sliziakovité huby (Boletaceae – Gomphidiaceae). Veda, Bratislava. GELARDI, M. 2017. Corso di aggiornamento tassonomico sull’ordine boletales in Italia alla luce dei nuovi orientamenti filogenetici molecolari. AMB-Bolzano. Scheda realizzata dal CLR Micologico di AMINT. Si ringrazia Matteo Gelardi per la consulenza sulla nomenclatura di alcune specie del genere Leccinum. Regione Lazio; Ottobre 2012; Foto Felice Di Palma.
  23. Lasiosphaeria ovina (Pers. : Fr.) Ces. & De Not. 1863 Tassonomia Divisione Ascomycota Classe Sordariomycetes Ordine Sordariales Famiglia Lasiosphaeriaceae Foto e Descrizioni Cresce su legno marcescente di varie essenze, si presenta con l'aspetto di piccoli globi biancastri, pruinosi, dotati di stroma, l'apertura sulla parte superiore da cui fuoriescono le spore giallastre. Osservazioni in blu di Cresile. Maggio 2011; Foto di Tomaso Lezzi. Periteci a forma di piccoli globi biancastri, pruinosi, dotati di stroma, l'apertura sulla parte superiore da cui fuoriescono le spore. Aschi e parafisi. Spore settate, con guttule di varie dimensioni. Appendici alle estremità delle spore.
×
×
  • Crea Nuovo...

Important Information

Termini d'uso Informativa sulla riservatezza