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Craterellus cornucopioides (L.) Pers. 1825
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Craterellus cornucopioides (L.) Pers. 1825
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Craterellus cornucopioides (L.) Pers. 1825 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Cantharellales Famiglia Hydnaceae Etimologia Derivazione mista dal latino e dal greco, Craterellus = piccola coppa e cornucopioides = a forma di cornucopia. Cappello È la parte superiore ed interna che si prolunga per tutto il gambo, misura 3-10(12) cm e ricorda una cornucopia o una trombetta, molto svasata in alto e con il margine arrotolato; la colorazione è inizialmente scura, nero-bluastra con presenza di piccole squamette che si evidenziano maggiormente da adulto quando la pigmentazione schiarisce apparendo grigio-brunastra. La zona fertile o imenio si presenta nella parte inferiore ed esterna ed è liscia con rugosità verticali; il colore è da grigio-cenere a grigio-bluastro, tendente a schiarire maggiormente anche per le spore che sono bianche. Gambo 2-5(6) cm, risulta quasi inesistente, inglobato nel cappello ed è fibroso. Carne La consistenza è sottile ed elastica, color grigio-nerastro, da giovane con delicato odore di frutta ma, con l'invecchiamento, ricorda la cantina o il tartufo; il sapore è gradevole, un po' dolciastro. Habitat Comunissimo nelle faggete e nei boschi di altre latifoglie, poco frequente sotto aghifoglia. Commestibilità e tossicità Craterellus cornucopioides è un ottimo commestibile, molto ricercato, anche se non tutti gradiscono un piatto ingrigito o addirittura annerito da questi funghi; essiccato ha una ottima resa. Osservazioni Talvolta si incontrano zone del bosco dove è praticamente impossibile procedere senza calpestare questi funghetti che quasi sempre crescono in gruppi molto numerosi. La famiglia Cantharellaceae non esiste più in quanto filogeneticamente è affine alla famiglia Hydnaceae, che è un nome prioritario, più antico. La famiglia Hydnaceae contiene Cantharellus e Craterellus. Somiglianze e varietà Piuttosto simile per struttura e colorazione è Cantharellus cinereus, buon commestibile, che presenta un cappello grigio più o meno scuro, ma con tonalità brunastre; la superficie è un po' fibrillosa, soprattutto verso il margine, che appare ben revoluto e marcatamente ondulato; l'imenio di questo fungo è caratterizzato da pliche venose molto ramificate, dette anastomosi, e scambiate da molti per lamelle; il colore è grigio cenere e schiarisce a maturazione, a causa della sporata bianca. Il gambo è ben distinto e pieno ma, crescendo, si forma al centro di esso un sottile condotto che talvolta arriva fino al centro del cappello. La carne è nerasta, sottile ed elastica, con un evidente odore fruttato e sapore gradevole. Cresce numeroso soprattutto nei castagneti umidi e viene raccolto e consumato spesso scambiandolo per le più famose "Trombette". Altro fungo somigliante aCraterellus cornucopioides è Faerberia carbonaria, commestibile, somigliante ad un Cantharellus ed infatti, in un passato lontano, veniva chiamatoCantharellus carbonarius; cresce su residui carboniosi, talvolta nel muschio e presenta un cappello più piccolo, convesso, imbutiforme, con orlo odulato di colore grigio-brunastro ed imenio costituito da vere lamelle. Curiosità Il nome "Trombette dei morti" non è dovuto al colore nero, ma al fatto che si sviluppa attorno al 2 novembre, ricorrenza dei defunti. Fungo molto caratteristco per l'aspetto morfologico a tromba, per i suoi cromatismi nerastri, per il suo crescere densamente aggregato e subcespitoso, per il suo odore e sapore aromatico fungino. Scheda AMINT tratta da "Tutto Funghi" Regione Abruzzo; Ottobre 2008; Foto di Mauro Cittadini. -
Cortinarius xanthophyllus (Cooke) Rob. Henry 1943
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Cortinarius xanthophyllus (Cooke) Rob. Henry, Regione Piemonte; Novembre 2010; Foto di Gianluigi Boerio. -
Cortinarius xanthophyllus (Cooke) Rob. Henry 1943
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Cortinarius xanthophyllus (Cooke) Rob. Henry 1943 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Cortinariaceae Foto e Descrizioni Phlegmacium piuttosto comune nei boschi caldi di Castagno e di Quercia. E' facilmente riconoscibile per le tinte rossastre del cappello (con colorazioni violacee più o meno presenti), le lamelle gialle, il bulbo fittonante e il pigmento viola costantemente presente sotto la cuticola del cappello. In bosco misto di Castagno e Quercia. Regione Piemonte, Val Sesia (VC); Foto di Federico Calledda. -
Cortinarius vulpinus (Velen.) Henry 1946
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Cortinarius vulpinus (Velen.) Rob. Henry; Regione Lombardia, località Brallo; Settembre 2014; Foto di GIanluigi Boerio. Bosco di Faggio a 1100 m s.l.m., con sporadici Carpini. -
Cortinarius vulpinus (Velen.) Henry 1946
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Cortinarius vulpinus (Velen.) Rob. Henry; Regione Emilia Romagna; Ottobre 2012; Foto di Massimo Biraghi. -
Cortinarius vulpinus (Velen.) Henry 1946
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Cortinarius vulpinus (Velen.) Henry 1946 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Basidiomycetes Ordine Agaricales Famiglia Cortinariaceae Genere Cortinarius Sottogenere Phlegmacium Sezione Phlegmacium (cappello viscoso o lubrificato, piede non marginato, reazione negativa alle basi forti sul pileo) Sinonimi Cortinarius vulpinus (Velen.) Rob. Henry 1946 f. vulpinus Cortinarius vulpinus (Velen.) Rob. Henry 1946 subsp. vulpinus Cortinarius albomarginatus P.D. Orton 1955 Cortinarius rufoalbus Kühner 1955 Cortinarius pseudovulpinus Rob. Henry & Ramm 1989 Cortinarius vulpinus subsp. pseudovulpinus (Rob. Henry & Ramm) Brandrud 1992 Cortinarius ophiopus f. pseudovulpinus (Rob. Henry & Ramm) Cheype 1997 Cortinarius vulpinus f. albomarginatus P.D. Orton ex Bidaud, Moënne-Locc., Reumaux & Rob. Henry, in Bidaud, Moënne-Loccoz, Reumaux & Henry 2000 Etimologia Cortinarius: dal latino cortīna = cortina, tenda, per i caratteristici residui di velo che uniscono l'orlo del cappello e il gambo delle specie appartenenti a questo genere; e dal latino vulpinus = riferito al colore rossiccio. Cappello Portamento robusto, cappello 4-10 cm, vischioso sopratutto da giovane e a tempo umido, presto asciutto, emisferico, toni giallo bruno, ocra-rossastro, argilla o bruno-fulvo chiaro, biancastro per i residui velari al margine. Imenoforo Le lamelle sono smarginate, inizialmente biancastre, con numerose lamellule, toni lilacini lievi, a volte più netti. Gambo Gambo pieno, clavato-cilindrico, attenuato in basso, radicante, biancastro ma con sfumature color malva all'apice; ampiamente ricoperto da cercini giallo bruni e zebrature, espressione dei residui velari. Carne La carne è biancastra con lievi toni lilacini, più evidenti nel collo (passaggio gambo-cappello); odore simile a quello della patata, terroso, di formaggio Camembert ma poi decisamente sgradevole, di piedi sudati, sempre più intenso seccando. Reazioni macrochimiche KOH o NaOH con reazione nulla su cuticola e carne. Habitat Cresce sotto latifoglie, simbionte di faggio con substrato calcareo o argilloso, principalmente in estate fino ad inizio autunno. Microscopia Spore 11,9-13,2 × 5,8-6,5 µm; Qm = 1,9 Misurazione effettuata da spore depositate sul gambo, finemente verrucose, amigdaliformi, a volte citriformi. Basidi lunghi 49 µm, tetrasporici ma frequenti anche i bisporici. Commestibilità e tossicità Non commestibile. Specie simili Specie di non facile determinazione per le molteplici forme e varietà, che hanno creato non poca confusione. Per le lamelle biancastre e l'ornamentazione del gambo due specie sono molto somiglianti: Cortinarius ophiopus, latifoglie calcaree, forte odore di muffa, di DDT o di barba di mais; Cortinarius obsoletus, latifoglie calcaree, privo di odore, taglia piccola; Cortinarius saginus, di conifera; ugualmente con piede non marginato e gambo decorato ma con lamelle a toni lilacini più netti ci sono: Cortinarius triumphans, di betulla; Cortinarius varius, di conifera montana; Cortinarius cliduchus, latifoglie calcaree, con residui velari meno eclatanti e forte odore terroso sin da giovane; Cortinarius caligatus e Cortinarius variiformis, di quercia mediterranea. Bibliografia AA.VV., 2018. Funga Nordica. Agaricoid, boletoid and cyphelloid genera. Ed. Nordsvamp. 2nd Edition, 2nd printing. COURTECUISSE, R. & DUHEM, B., 2007. Guides des champignons de France et d'Europe. Parigi: Ed. Delachaux et Niestlé. EYSSARTIER, G., & ROUX, P., 2011. Le guide des Champignons France et Europe. Parigi. Ed. Belin. MOSER, M., 2000. Guida alla determinazione dei funghi. Polyporales, Boletales, Agaricales, Russulales. Vol. 1. Ed. Saturnia. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Dino Cannavicci e Pino Conserva - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Abruzzo; Agosto 2018; Legit Dino Cannavicci; Foto descrizione e microscopia di Dino Cannavicci. Raccolto nella faggeta del Lago del Salto, su strato di muschio, fine estate; di solito i residui velari sono cercini e ghirlande ma spesso, come in questo caso, hanno forma scagliosa. Particolare del pileo che evidenzia i residui velari biancastri, sopratutto al margine. Particolare delle lamelle. Particolare dell'attacco delle lamelle al gambo. Cortina che si sta distaccando dal bordo del cappello in un esemplare giovane. Basidio bisporico; in questa raccolta rappresentano quasi il 50%, 400×, osservazione in Rosso Congo ammoniacale 5%. Spore amigdaliformi, 400×, osservazione in Rosso Congo ammoniacale 5%. Spore amigdaliformi, 1000×, osservazione in Rosso Congo ammoniacale 5%. -
Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray 1821
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Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray; Regione Friuli Venezia Giulia, Alpi Carniche (UD); Settembre 2014; Foto di Nicolò Parrino. -
Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray 1821
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Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray; Regione Trentino; Settembre 2013; Foto di Mario Iannotti. -
Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray 1821
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Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray; Regione Friuli Venezia Giulia; Ottobre 2012; Foto di Nicolò Parrino. -
Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray 1821
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Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray; Regione Friuli Venezia Giulia; Settembre 2012; Foto di Nicolò Parrino. -
Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray 1821
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Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray; Regione Piemonte; Settembre 2011; Foto di Roberto Cagnoli. Monregalese 900 m s.l.m. -
Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray 1821
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Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray; Regione Lombardia; Settembre 2009; Foto di Gianluigi Boerio. Sotto Betula pubescens a 1550 m s.l.m. -
Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray 1821
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Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray; Regione Lombardia; Settembre 2008; Foto di Massimo Mantovani. -
Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray 1821
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Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray; Regione Lombardia; Settembre 2008; Foto di Emilio Pini. -
Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray 1821
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Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray; Regione Lombardia; Settembre 2008; Foto di Federico Calledda. -
Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray 1821
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Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray; Regione Trentino Alto Adige; Settembre 2008; Foto di Pietro Curti Lamelle. Cappelli. Gambo. Gruppo. Soggetti giovani. Ancora gruppo. -
Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray 1821
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Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray; Regione Trentino Alto Adige; Settembre 2008; Foto di Tomaso Lezzi. -
Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray 1821
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Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray; Regione Trentino Alto Adige; Luglio 2008; Foto di Franco Sotgiu. -
Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray 1821
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Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray; Regione Trentino; Settembre 2005; Foto di Gianni Bonini. Giovane esemplare. Regione Trentino Alto Adige; Agosto 2006; Foto e commenti di Tomaso Lezzi. Particolare delle lamelle viola con la sporata ruggine sulla cortina. Particolare della cortina viola ancora tesa tra il gambo e il bordo del cappello. Sezione che mette in evidenza la carne viola marezzata. -
Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray 1821
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Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray; Regione Trentino; Settembre 2005; Foto di Pietro Curti. -
Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray 1821
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Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray; Foto di Gianni Baruffa. Imenoforo e gambo. -
Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray 1821
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Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray 1821
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Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray 1821 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Cortinariaceae Genere Cortinarius Sottogenere Cortinarius Sinonimi Cortinarius hercynicus (Pers.) M.M. Moser 1967 Etimologia Dal latino violàceus = violetto, per l’uniforme colore della specie. Cappello 4-12(16) cm, dapprima emisferico, poi convesso infine appianato, con largo umbone centrale debolmente ottuso; superficie opaca, asciutta, interamente tomentosa, di colore viola intenso con sfumature porpora o in vecchiaia brunastre. Imenoforo Lamelle larghe e spaziate, uncinate, viola intenso all’esordio, poi sempre più color ruggine con l’età; filo intero più chiaro. Gambo 6-12 × 1-3 cm, robusto e obeso in gioventù, poi slanciato, conservando sempre un bulbo basale non marginato; superficie asciutta, ornata da fibrille longitudinali oppure raramente da labili bande trasversali; concolore al cappello con riflessi metallizzati. Carne Tenera nel cappello, piuttosto fibrosa e tenace nel gambo, marezzata di viola-porpora, tende a diventare più pallida a contatto con l’aria; sapore dolce, odore molto forte e caratteristico definito russocoriaceo (di cuoio di Russia) o di legno di cedro. Habitat Per lo più gregario, sia nei boschi di latifoglie che di conifere ove predilige zone umide e muscose e substrato tendenzialmente calcareo; non molto comune ma abbondante nelle zone di crescita. Dall’estate all’autunno inoltrato. Commestibilità e Tossicità Sconsigliamo vivamente il consumo di questa specie per il forte odore della carne, che si intensifica durante la cottura e per le sue mediocri qualità organolettiche. Specie simili Per un neofita possibili confusioni possono avvenire con taxa congeneri che possono presentarsi con toni più o meno violetti: è il caso di Cortinarius traganus (Fr. : Fr.) Fr., di Cortinarius cærulescens s.l. e di numerosi altri Phlegmacium con tinte sovrapponibili. Tuttavia, nessuna di queste specie possiede un cappello tomentoso come questo fungo e le caratteristiche morfologiche risultano differenti per uno o più caratteri. Ben più sgradevole dal punto di vista gastronomico sarebbe lo scambio con Lepista nuda (Bull. ; Fr.) Cooke, specie ubiquitaria che si riconosce facilmente per l’assenza di cortina sul gambo, la sporata rosa sporco, non rugginosa, e la superficie pileica liscia e glabra. Osservazioni È riconoscibile per la superficie asciutta del cappello e del gambo, le colorazioni viola intenso di tutto il basidioma e per l’odore penetrante della carne. Qualche autore divide questa specie in due taxa distinti: Cortinarius violaceus, crescente sotto latifoglia, e Cortinarius hercynicus (Pers.) M.M. Moser che troviamo presso conifere. Quest’ultimo taxon, secondo alcuni semplice varietà o sottospecie di Cortinarius violaceus, oltre che per le abitudini ecologiche, differisce dalla specie tipo per le spore sensibilmente più corte e di forma leggermente diversa. Tuttavia la presenza di alcune raccolte intermedie tra i due taxa porta molti esperti a considerare Cortinarius hercynicus semplice sinonimo di Cortinarius violaceus. Curiosità Alcuni testi hanno espresso per questa specie di fungo altisonanti giudizi di commestibilità, per le caratteristiche sopra indicate riteniamo sia opportuno non consumarla. Scheda AMINT tratta da Tutto Funghi Regione Lombardia; Foto di Emilio Pini. Bellissimo e non comune Cortinarius che stupisce per il suo colore viola scuro e per il cappello asciutto e molto feltrato. In letteratura sono presenti diverse interpretazioni di questa specie, che lo differenziano in due specie diverse o indicano varietà e subspecie, legate ad un presunto diverso habitat e a leggere differenze nelle misure sporali: Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Fries; Cortinarius hercynicus (Pers.) M.M. Moser; Cortinarius violaceus subsp. harcynicus (Pers.) Brandrud (1994); Cortinarius violaceus subsp. hercynicus (Pers.) Brandrud (1990); Cortinarius violaceus subsp. violaceus (L. : Fr.) Gray (1821); Cortinarius violaceus var. hercynicus (Pers.) Brandrud (1983); Cortinarius violaceus var. violaceus (L.) Gray (1821). In attesa che studi molecolari definiscano meglio la diaspora tassonomica, seguendo le indicazioni di IF abbiamo deciso di unificare le nostre raccolte nel Taxon Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray, infatti la nostra esperienza testimonia ritrovamenti con sembianze tra le più varie non collegabili all'habitat del rinvenimento. -
Cortinarius vibratilis (Fr.: Fr.) Fr. 1838
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Cortinarius vibratilis (Fr.: Fr.) Fr. 1838 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Cortinariaceae Foto e Descrizioni Amarissimo e fortemente glutinoso sul cappello, ecco il Cortinarius vibratilis (Sottogenere Myxacium). Foto di Mario Cervini.