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Archivio Micologico

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  1. Calocybe gambosa (Fr.) Donk; Regione Umbria; Aprile 2018; Foto di Mario Iannotti.
  2. Verpa conica (O.F. Müll. : Fr.) Sw. Regione Umbria. Aprile 2018. Foto di Mario Iannotti.
  3. Morchella esculenta (L. : Fr.) Pers.; Regione Umbria; Aprile 2018; Foto di Mario Iannotti.
  4. Xylodon paradoxus (Schrad. : Fr.) Chevall.; Regione Umbria; Aprile 2018; Foto e microscopia di Stefano Rocchi. Su legno a terra di latifoglia, fungo corticolo assai comune, resupinato, di colore crema-biancastro. Ha un imenoforo costituito da pori irregolari, labirintiformi, con tendenza a lacerarsi fino a divenire anche di forma irpicoide. Margini poco evidenti. Spore 4,6-7 × 3,8-5 µm, ellissoidali, lisce, ialine e guttulate. Basidi tetrasporici, sub cilindrici e con sterigmi molto sottili. Presenza di cistidioli ifoidi, affusolati o flessuosi. Sistema ifale dimitico con le terminazioni delle ife scheletriche capitate e decorate da sporadici ma evidenti granuli cristallini. Specie simili Xylodon bresinskyi (Langer) Hjortstam & Ryvarden = Schizopora bresinskyi Langer, che può avere colori analoghi ma si separa per il carattere dei pori abbastanza regolari, per le spore leggermente più piccole e per avere cistidi moniliformi; Xylodon raduloides Riebesehl & E. Langer = Schizopora radula (Pers. : Fr.) Hallenb., il quale si distingue per i colori di norma più vivi, ocra-aranciati, per i pori più regolari, angolosi-allungati e per le spore più piccole; Xylodon flaviporus (Berk. & M.A. Curtis ex Cooke) Riebesehl & Langer = Schizopora flavipora (Berk. & M.A. Curtis ex Cooke) Ryvarden il quale si differenzia per il colore biancastro-ocraceo dell’imenoforo, per la tendenza ad avere il margine superiore ripiegato, che diviene in superficie tomentoso e ocra-rossiccio, per i pori più regolari, arrotondati-angolosi, per le spore più piccole e per i cistidi affusolati ed incrostati all’apice. Sistema ifale dimitico con le terminazioni delle ife scheletriche capitate e decorate da sporadici ma evidenti granuli cristallini. Osservazione in Rosso Congo, a 1000×. Presenza di cistidioli ifoidi, affusolati o flessuosi. Osservazione in Rosso Congo, a 1000×. Basidi tetrasporici, sub-cilindrici e con sterigmi molto sottili. Osservazione in Rosso Congo, a 1000×. Spore 4,6-7 × 3,8-5 µm, ellissoidali, lisce, ialine e guttulate. Osservazione in acqua, a 1000×.
  5. Steccherinum ochraceum (Pers. : Fr.) Gray; Regione Umbria; Marzo 2018; Foto di Mario Iannotti. Stessa raccolta fotografata con l'amico Stefano Rocchi e dallo stesso magistralmente verificata microscopicamente.
  6. Steccherinum ochraceum (Pers. : Fr.) Gray; Regione Umbria; Marzo 2018; Foto e microscopia di Stefano Rocchi. Fungo rinvenuto su legno a terra di Cerro, resupinato, diffuso dal legno alle foglie adiacenti. Imenoforo di colore ocraceo chiaro, costituito da aculei fitti, sottili, alti circa un millimetro, con apici da appuntiti ad arrotondati, taluni biforcati. Margine più o meno netto, leggermente fimbriato, senza rizomorfe, biancastro e un poco feltrato. Sistema ifale dimitico, presenza di GAF; cistidi cilindrici, fortemente incrostati lunghi fino a 100 µm e larghi 5-10 µm; basidi subclavati, tetrasporici, 15-20 × 4-5 µm; spore ellissoidali, lisce, guttulate e inamiloidi 3-4 × 2-3 µm; Qm = 1,3. Steccherinum bourdotii Saliba & A. David, molto simile macroscopicamente si distingue per le spore più grandi e subglobose. Steccherinum robustius (J. Erikss. & S. Lundell) J. Erikss. si differenzia per i colori più accesi, sul rosso-arancio, per il margine nettamente fimbriato e per i cistidi più corti e tendenzialmente più larghi. Sistema ifale dimitico. Osservazione in Rosso Congo a 1000×. Cistidi cilindrici, fortemente incrostati lunghi fino a 100 µm e larghi 5-10 µm. Osservazione in tampone alla glicerina a 400×. Osservazione in Rosso Congo a 400×. Osservazione in Rosso Congo a 1000×. Basidi subclavati, tetrasporici, 15-20 × 4-5 µm. Osservazione in Rosso Congo a 1000×. Spore ellissoidali, lisce, guttulate e inamiloidi 3-4 × 2-3 µm; Qm = 1,3. Osservazione in acqua da sporata a 1000×. Osservazione in Melzer a 1000×.
  7. Discina ancilis (Pers. : Fr.) Sacc.; Regione Umbria; Marzo 2018; Foto di Mario Iannotti. Crescita in pineta d'impianto, costituita da Pino nero, Cipresso e Abete greco. Stazione già verificata microscopicamente.
  8. Phylloscypha phyllogena (Cooke) Van Vooren; Regione Umbria; Marzo 2018; Foto e commento di Mario Iannotti. Ascomicete primaverile, molto diffuso nei boschi appenninici di latifoglia dell'Italia centrale. Nelle mie stazioni consolidate e verificate microscopicamente abbondante come tutti gli anni ricchi di pioggia. Un particolare macroscopico utile al riconoscimento è il riflesso azzurro della carne alla sezione.
  9. Hygrophorus marzuolus (Fr. : Fr.) Bres.; Regione Umbria; Marzo 2018; Foto di Mario Iannotti.
  10. Phylloscypha phyllogena (Cooke) Van Vooren; Regione Umbria; Marzo 2018; Foto di Stefano Rocchi. Rinvenuta sotto Cerro in abituale stazione di crescita, le cui precedenti raccolte sono state verificate microscopicamente da Mario Iannotti.
  11. Geopora sumneriana (Cooke ex W. Phillips) M. Torre; Regione Umbria; Marzo 2018; Foto di Mario Iannotti. Sotto Cedrus deodara (Roxb.) G. Don, Cedro dell'Himalaya.
  12. Sarcoscypha coccinea (Gray) Boud.; Regione Umbria; Marzo 2018; Foto, descrizione e microscopia di Mario Iannotti. Quando fruttifica è impossibile non scorgere questo ascomicete, emerge dal terreno brullo di questo periodo tardo invernale con il suo colore molto appariscente rosso scarlatto. Si presenta con il suo habitus tipico a forma di tazza, il bordo finemente frastagliato, munita di un piccolo pseudostipite con il quale si attacca a rametti marcescenti di latifoglia caduti nel terreno. Questa raccolta fruttificava su rametti di Olmo. Spore cilindrico-ellissoidali, con estremità ottuse, lisce, nude, prive di rivestimento gelatinoso e di calotte polari, contengono molte piccole guttule, misure 27,7-38,6(40,2) × 8,9-13 µm. Aschi, ottasporici, settati alla base. Parafisi sottili, cilindriche, settate, ramificate, con contenuto granulare rossastro. Excipulum ectale formato da una textura prismatica, con peli flessuosi, cilindrici, settati, a parete spessa, ialini. Aschi, ottosporici, settati alla base. Osservazione in rosso Congo anionico a 100×. Osservazione in rosso Congo anionico a 400×. Osservazione in rosso Congo anionico a 1000×. Parafisi sottili, cilindriche, con apice leggermente ingrossato, settate, ramificate, con contenuto granulare rossastro. Osservazione in rosso Congo anionico a 400×. Osservazione in rosso Congo anionico a 1000×. Spore cilindrico-ellissoidali, con estremità ottuse, lisce, nude, prive di rivestimento gelatinoso e di calotte polari, contengono molte piccole guttule, misure 27,7-38,6(40,2) × 8,9-13 µm. Osservazione in rosso Congo anionico a 1000×. Osservazione in acqua a 1000×. Excipulum ectale formato da una textura prismatica, con peli flessuosi, cilindrici, settati, a parete spessa, ialini. Osservazione in acqua a 400×. Osservazione in rosso Congo anionico a 400×.
  13. Peziza vesiculosa Bull.; Regione Umbria; Febbraio 2018; Foto, descrizione e microscopia di Mario Iannotti. (Exsiccatum MI20180211-02) Apotecio costituito da un unico esemplare 5-8 cm di diametro, di color ocra-brunastro, dal bordo spesso, margine lungamente revoluto, da intero a frastagliato, lobato, la superficie esterna è ornata da una evidente forforosità biancastra, costituita da pustole appressate; l’imenio è leggermente più chiaro, si frattura e assume un aspetto vescicoloso con l'età; la carne ha un odore di farina; l’habitat è costituito da un bosco di Quercia e Leccio, ai margini di una strada comunale, con crescita su terreno con lettiera ricca di foglie e detriti legnosi, cupole di ghiande, ove, sono stati abbandonati rifiuti vari di natura ferrosa, tessuti. Le è simile Peziza varia, si separa per le spore molto più piccole, che al massimo raggiungono i 16 µm. Spore (19,2)20,10-22,8(23,1) × 10-11,6(12) µm; Q = 1,8-2,2; Qm = 2,0 N = 32; ellissoidali, lisce. Aschi ottasporici 310-330 × 12-15 µm, amiloidi, opercolati, pleurorinchi. Parafisi cilindriche con apice leggermente allargato, non ricurvo, settate. In alcune di esse i segmenti mediani sono stati interessati da “fortulismo”. Subimenio formato da piccole ife subglobose tendenti a leggera textura angularis. Excipulum medullare superiore a textura globulosa, composto da cellule globose frammiste a connettivi più o meno cilindrici. Excipulum medullare medio a textura intricata, composto da ife cilindriche allungate di varia larghezza. Excipulum medullare inferiore a textura globulosa, composto da cellule da subglobulose. Excipulum ectale a textura globulosa, composto da grosse cellule globose, leggermente incrostate. Spore (19,2)20,10-22,8(23,1) × 10-11,6(12) µm; Q = 1,8-2,2; Qm = 2,0 N = 32; ellissoidali, lisce. Osservazione in Melzer a 1000×. Aschi ottasporici 310-330 × 12-15 µm, amiloidi, opercolati, pleurorinchi. Osservazione in Melzer, a 100×. . Osservazione in Melzer, a 400×. Apice degli aschi visibilmente amiloide. Osservazione in Melzer, a 1000×. Parafisi cilindriche con apice leggermente allargato, non ricurvo, settate. In alcune di esse i segmenti mediani sono stati interessati da “fortulismo”. Osservazione in Melzer, a 400×. Osservazione in Melzer, a 1000×. Parafisi in cui in alcune di esse i segmenti mediani sono stati interessati da “fortulismo”. Osservazione in Melzer, a 1000×. Osservazione in acqua, a 1000×. Subimenio formato da piccole ife subglobose tendenti a leggera textura angularis. Osservazione in acqua, a 400×. Excipulum medullare superiore a textura globulosa, composto da cellule globose frammiste a connettivi più o meno cilindrici. Osservazione in acqua, a 400×. Excipulum medullare medio a textura intricata, composto da ife cilindriche allungate di varia larghezza. Osservazione in acqua, a 400×. Excipulum medullare inferiore a textura globulosa, composto da cellule da subglobulose. Osservazione in Melzer, a 400×. Excipulum ectale a textura globulosa, composto da grosse cellule globose, leggermente incrostate. Osservazione in Melzer, a 400×.
  14. Fuscoporia torulosa (Pers. : Fr.) T. Wagner & M. Fisch.; Regione Umbria; Febbraio 2018; Foto di Mario Iannotti.
  15. Leccinellum lepidum (H. Bouchet ex Essette) Bresinsky & Manfr. Binder; Regione Umbria; Febbraio 2018; Foto di Mario Iannotti.
  16. Hygrophorus arbustivus Fries; Regione Umbria; Febbraio 2018; Foto di Mario Iannotti.
  17. Boletopsis grisea (Peck) Bondartsev & Singer; Regione Puglia, Bosco Isola - Parco Nazionale del Gargano; Dicembre 2018; Foto di Raffaele Mininno.
  18. Leucoagaricus wichanskyi (Pilát) Bon & Boiffard; Regione Puglia, Bosco Isola - Parco Nazionale del Gargano; Dicembre 2018; Foto di Raffaele Mininno.
  19. Leucoagaricus cinerascens (Quél.) Bon & Boiffard 1978 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Agaricaceae Foto e Descrizioni Questa specie si riconosce per i cromatismi grigiastri del pileo e per alcuni specifici caratteri microscopici collegati alle misure degli elementi della pileipellis e delle spore. Commestibilità e Tossicità Tossico, responsabile di sindrome gastroenterica incostante. Regione Toscana; Ottobre 2021; Foto e descrizione di Tomaso Lezzi. Leucoagaricus con cappello nei giovani liscio, di color grigio cenere, poi a maturità si frammenta in piccole scagliette piatte, appressate di colore dal grigio al tortora; lamelle bianco grigiastre; gambo con il centro cavo, che si macchia di giallo alla contusione, anello con la parte inferiore scura, dello stesso colore del cappello. Esemplari giovani. Esemplari più maturi. Esemplari ancora più maturi.
  20. Lyophyllum littoralis (Ballero & Contu) Contu; Regione Puglia, Bosco Isola - Parco Nazionale del Gargano; Dicembre 2018; Foto di Raffaele Mininno.
  21. Desarmillaria tabescens (Scop.) R.A. Koch & Aime; Regione Toscana; Ottobre 2017; Foto di Alessandro Francolini.
  22. Leccinellum crocipodium (Letellier) Della Maggiora & Trassin.; Regione Toscana; Ottobre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Il viraggio: poco dopo il taglio Dopo una decina di minuti
  23. Tricholoma sejunctum (Sowerby : Fr.) Quél.; Regione Toscana; Ottobre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 63, Pag. 167: “Ha cappello conico o campanulato, poi convesso con umbone ottuso e margine fessurato; superficie asciutta, percorsa da fibrille radiali brune o concolori su fondo di colore molto variabile: giallo-verde, verde oliva o verde scuro soprattutto verso il centro. L’elevata variabilità morfocromatica di questa specie e la sua ampia diffusione in areali diversi hanno contribuito alla creazione di molte varietà e forme. Gregario o subcespitoso nei boschi di latifoglie, in ambiente tendenzialmente termofilo o mediterraneo associato a Querce, Castagni, Carpini e Faggi; comune dall’autunno e pressoché indifferente al substrato. Tossico, responsabile di forme gastroenteriche. Inoltre pericoloso per la relativa somiglianza con la mortale Amanita phalloides.” La tipica sfumatura gialla nei due terzi superiori del gambo; frequente soprattutto negli esemplari maturi Particolare dell'attacco delle lamelle (smarginate) al gambo
  24. Baorangia emileorum (Barbier) Vizzini, Simonini & Gerlardi; Regione Toscana; Ottobre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Il colore del cappello potrebbe far pensare ad altre specie (Boletus regius, Boletus pseudoregius, alcuni Xerocomus dal cappello rosa – rossastro), ma il gambo robusto, non reticolato né costolato né liscio, ma provvisto di granulosità rossastra su fondo giallastro aiuta nella distinzione. Boletacea relativamente rara, ama clima caldo e asciutto, fruttificando presso latifoglie (soprattutto Quercia e Castagno) in estate-autunno. Ha cappello carnoso, convesso da giovane, poi piano-convesso, con orlo generalmente un poco eccedente; la sua cuticola è asciutta, di colore da rosa a rossastro più o meno scuro. Tubuli corti rispetto allo spessore della carne del cappello, gialli ma verdastri alla contusione o se esposti all’aria; i pori sono, a maturità, irregolari e angolosi, concolori ai tubuli, bluastri al tocco. Gambo solitamente grosso e robusto, giallo all’apice e altrove più o meno cosparso di granulosità rossastra; un po' bluastro se contuso. La carne ha colore da biancastro a giallino, con alone rosato – rossastro subito sotto la cuticola ed è più scura alla base del gambo. Mostra un viraggio più o meno evidente al blu-verdastro al taglio (in questi esemplari la carne ha subito un leggero viraggio iniziale per poi tornare, dopo un'ora circa, ad assumere colorazione giallina leggermente scurita, mantenendosi più scura alla base del gambo) . Odore (almeno in questi esemplari fotografati) leggero e gradevole, misto tra il fungino e l’humus; sapore dolciastro al primo assaggio, poi un po’ acidulo. Imenoforo; con pori irregolari e angolosi
  25. Hericium erinaceus (Bull.) Pers.; Regione Toscana; Ottobre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Un bel fungo parassita, dalla forma complessiva rotondeggiante e compatta, di colore biancastro da giovane, con tendenza ad ingiallire e a imbrunirsi con l’età. Caratterizzato dalla presenza di aculei regolari, penduli e morbidi che ne ricoprono tutta la parte esposta all’aria. È fornito di un grosso bulbo basale con cui attecchisce al legno di piante viventi, in particolare Faggio e Quercia, sia alla base della pianta ospite ma anche a notevole altezza da terra. Dalla base si dipartono, in stretto contatto tra loro, vari rami carnosi, bianchi, di consistenza cotonosa, che si dividono a loro volta negli aculei superficiali su cui si trova l’imenoforo. Utilizzato da secoli nella medicina tradizionale cinese in quanto ritenuto efficace nella cura di alcune patologie (ulcere gastriche, carcinomi esofagei, diabete, ecc.). Altre specie di Hericium (come Hericium clathroides e Hericium coralloides) si distinguono macroscopicamente per la diversa disposizione con cui i rami carnosi si dipartono dalla base: ben distanziati tra loro e più volte biforcati in modo da formate un insieme a forma di corallo, non compatto né rotondeggiante. Se non fosse per il colore, a prima vista Hericium erinaceus potrebbe ricordare, soprattutto se reperito a livello del suolo come l’esemplare nelle foto, un “Riccio comune” (Erinaceus europaeus) quando, in presenza di pericolo, si contrae appallottolandosi su se stesso. Ai piedi di un Cerro; una sorta di "Riccio albino" che si sia appallottolato su se stesso. La grossa e lunga parte basale era ben attaccata alle radici In sezione si notano le ramificazioni a stretto contatto tra di loro e terminanti con gli aculei
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