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Alessandro F

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Tutti i contenuti di Alessandro F

  1. Amanita rubescens (Pers. : Fr.) S.F. Gray; Regione Toscana; Agosto 2018; Foto di Alessandro Francolini. Robusta Amanita dal cappello rossastro, rosso-brunastro, rivestito di piccole scaglie acute che si stagliano sul fondo per il loro colore grigio, grigio-rosato; anello carnoso, ampio e a gonnellino, striato sulla faccia esterna e posizionato in alto sul gambo; gambo che si allarga verso la base quasi bulbosa, bianco in alto e poi sfumato di rosa scendendo verso la base. La carne è biancastra ma tende ad arrossarsi nelle ferite e nelle contusioni. La volva non è ben visibile: il velo generale alla base si frammenta fin da giovane, lasciando alla base del gambo soltanto residui in forma di protuberanze più o meno accentuate. Contiene tossine termolabili. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 121, Pag. 231: “Discreto commestibile da consumare cotto, contiene tossine termolabili che si disgregano e svaniscono con adeguata cottura. Cotto alla griglia risulterebbe quasi crudo nelle parti interne, con conseguente grave rischio di intossicazioni con sindrome emolitica.”
  2. Tapinella atrotomentosa (Batsch : Fr.) Šutara; Regione Toscana; Agosto 2018; Foto di Alessandro Francolini. = Paxillus atrotomentosus (Batsch : Fr.) Fr. Cuticola asciutta finissimamente vellutata Orlo pileico involuto; lamelle ricche di anastomosi e forcature soprattutto in vicinanza del gambo su cui decorrono per un discreto tratto. Gambo tozzo, eccentrico, coperto di peluria bruno-scura che al tatto ricorda il velluto L'imenoforo negli esemplari giovani è giallastro ma si macchia di bruno alla manipolazione. Negli esemplari adulti diviene comunque color ocra-bruno in seguito alla maturazione delle spore
  3. Macrolepiota procera (Scop. : Fr.) Sing.; Regione Toscana; Agosto 2018; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 98, Pag. 206: “Non confonderlo con Chlorophyllum rhacodes, tossico, con squamule fortemente infisse nel derma del cappello (dette “a tegola”), con viraggio all’arancione e poi al brunastro della carne esposta, laddove corrosa o tagliata. È prudente non mangiare Macrolepiota il cui diametro sia inferiore a 8 cm per non confonderle con le Lepiota del Gruppo helveola, o altre velenose o mortali. Macrolepiota procera, essendo uno dei colossi del bosco, difficilmente può essere confuso con le piccole Lepiota. Per la misura si fa riferimento al fungo adulto e quindi con il cappello completamente aperto.” Esemplari reperiti sotto Abete rosso
  4. Gyroporus castaneus (Bull. : Fr.) Quélet; Regione Toscana; Agosto 2018; Foto di Alessandro Francolini Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 187, Pag. 304: “La carne bianca, pressoché immutabile, avvicina questa Boletacea alla Sezione Edules dei Boletus, oltre all’aspetto generale, ai cromatismi, alla tomentosità della cuticola e al candore dei pori all’esordio; caratteri che possono trarre in inganno il principiante. Le dimensioni minute e il gambo liscio, coriaceo e cassante, ricco di cavernosità al suo interno, aiutano notevolmente a sgombrare il campo da eventuali dubbi interpretativi. Responsabile di sindrome gastroenterica incostante.” Gambo liscio, senza alcuna traccia di reticolo; dello stesso colore del cappello. Tubuli liberi al gambo. La superficie poroide è bianca nei giovani esemplari, ma diviene giallognola quando maturano le spore. La sua sporata è infatti di color giallo pallido in massa. Gambo cavernoso al suo interno (e, in questo caso, anche ben visitato dai vermi...)
  5. Boletus edulis Bull.: Fr.; Regione Toscana; Agosto 2018; Foto di Alessandro Francolini. Chi non lo conoscesse può consultare il (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 207, Pag. 324. Presso Castagno misto Faggio In faggeta pura
  6. Hydnum repandum L. : Fr.; Regione Toscana; Agosto 2018; Foto di Alessandro Francolini. Si tratta del comune e noto “Steccherino dorato” o “Dentino dorato” che deve il suo nome al colore generale e all’imenoforo ad aculei. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 22, Pag. 125: “Buono da giovane, liberato dagli aculei amarognoli. Gli esemplari maturi sono amari e indigesti. Si presta alla conservazione sott’olio. Lo “Steccherino dorato” come viene volgarmente chiamato, è un fungo comune, diffuso e ampiamente raccolto dall’inizio dell’estate fino ad autunno inoltrato. Nelle zone temperate, in assenza di gelo e neve, è possibile raccogliere questa specie fino a dicembre e gennaio. Fungo molto facile da determinare e riconoscere, la presenza degli aculei sotto il cappello è un carattere molto semplice da osservare. Non esistono funghi ad idni tossici, taluni sono solamente coriacei e legnosi, altri amarescenti, per cui indigesti e comunque immangiabili. A prima vista, forse per il suo colore, può essere scambiato per il Cantharellus cibarius, ma quest’ultimo ha delle pseudolamelle (pliche lamellari) e non gli aculei. Altra confusione possibile è con Albatrellus confluens, anch'esso però ha un diverso imenoforo (pori e non aculei). Può essere confuso con l'Hydnum rufescens, più piccolo e di colore rossastro o aranciato, con aculei non decorrenti, commestibile di minor pregio. Hydnum albidum, bianco, crescente sotto conifera, appena ingiallente, fungo che tende ad inglobare lettiere e terriccio in modo notevole, con spore più piccole, sempre commestibile, anche se difficilmente recuperabile quando totalmente intriso di terra e aghi.”
  7. Neoboletus luridiformis (Rostk.) Gelardi, Simonini & Vizzini; Regione Toscana; Agosto 2018; Foto di Alessandro Francolini. = Boletus erythropus Persoon ss. Fries
  8. Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link; Regione Toscana; Agosto 2018; Foto di Alessandro Francolini.
  9. Russula virescens (Scaeff.) Fr.; Regione Toscana; Agosto 2018; Foto di Alessandro Francolini.
  10. Amanita spadicea Pers.; Regione Toscana; Agosto 2018; Foto di Alessandro Francolini.
  11. Tapinella atrotomentosa (Batsch : Fr.) Šutara; Regione Toscana; Agosto 2018; Foto di Alessandro Francolini. = Paxillus atrotomentosus (Batsch : Fr.) Fr. Fungo molto grande (il cappello può raggiungere anche i 30 cm di diametro) e carnoso con caratteristiche inconfondibili: orlo pileico sempre molto involuto tranne in piena maturità; cuticola feltrato-vellutata e asciutta di colore che può variare dal bruno-tabacco al marrone, anche con sfumature verdastre; lamelle anastomosato-congiunte in vicinanza del gambo, forcate altrove, comunque decorrenti sul gambo e facilmente separabili dalla carne del cappello; il colore delle lamelle è giallastro nei giovani esemplari per diventare ocraceo a maturità (per la maturazione delle spore, in quanto specie ocrosporea); infine il gambo è corto e tozzo (anche laterale), ricoperto da una fitta peluria bruno-nerastra molto fine che al tatto può ricordare il velluto. È specie saprotrofa, su ceppaie o su radici di conifera. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 182, Pag. 299: “Non commestibile: i suoi caratteri organolettici, poco gradevoli, si accentuano addirittura nella fase di cottura. Le sue caratteristiche così peculiari ne rendono quasi impossibile la confusione con un’altra specie.”
  12. Russula rosea Pers.; Regione Toscana; Agosto 2018; Foto di Alessandro Francolini. = Russula lepida (Fr. : Fr.) Fr. È una Russula comune, reperibile in boschi caldi e asciutti sia presso latifoglie (Castagno, Quercia e Faggio in particolare) che presso conifere (Pino in particolare). Carattere distintivo è il sapore: fruttato-mentolato e “rinfrescante” (comune solo alla Russula albonigra che però si presenta con caratteristiche morfocromatiche completamente differenti). Russula rosea ha cappello opaco (per la cuticola secca, vellutata e, a volte, come cosparsa di polvere di gessetto rosso), dal bel colore rosa o rosa-rosso fino a rosso carminio con eventuali macchie decolorate giallastre; la carne è bianca ma rossastra subito al di sotto della cuticola pileica che è separabile con difficoltà dal cappello; il gambo è sovente clavato o ingrossato alla base, di rado interamente bianco, più frequentemente con sfumature rosate o rossastre soprattutto nella metà inferiore. Lamelle con filo intero e di solito tipicamente sfumato di rosso in vicinanza dell’orlo del cappello; lamellule generalmente assenti. Altra caratteristica importante da considerare è la durezza della sua carne (soprattutto negli esemplari giovani) unita alla notevole consistenza “gessosa-cassante” che, pur essendo tipica del Genere Russula, in questa specie è emblematica. La sporata è di colore crema pallido. Il cappello dell'esemplare più grande è cosparso di una finissima pruina che può ricordare la polvere di un gessetto colorato Lamelle fragili, soprattutto nell'esemplare maturo Cuticola difficilmente separabile dalla carne del cappello; la carne è bianca ma rossastra subito sotto la cuticola Sporata color crema chiaro (Codice Romagnesi IIa)
  13. Boletus reticulatus Schaeff.; Regione Toscana; Agosto 2018; Foto di Alessandro Francolini. = Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Sotto Castagno. Zona collinare piuttosto secca (per non dire "riarsa"). Ultima pioggia caduta il 7 Agosto (11 giorni fa; pioggia abbondante); la pioggia precedente risale (ma molto esigua, quasi inconsistente!) al 27 Luglio. Sullo sfondo si nota un funghetto (sfuocato e giallognolo) che fa capolino: si tratta di uno degli Aureoboletus gentilis di cui ci sono le foto nel post precedente; la "voce" che tali funghetti possano considerarsi "spie del porcino" ha, in questo caso, sicura conferma
  14. Aureoboletus gentilis (Quél.) Pouzar; Regione Toscana; Agosto 2018; Foto di Alessandro Francolini. Piccola, bella e non frequente boletacea. Riconoscibile facilmente per alcune caratteristiche quali: il contrasto tra il colore del cappello (da rosa carne a rosa crema, da rosa bruno a vagamente rossastro) e quello dell’imenoforo (sempre giallo oro in ogni stadio di crescita e immutabile al taglio o alla contusione); la carne immutabile al taglio sia nel gambo che nel cappello; l’habitat termofilo presso latifoglie (soprattutto Castagno e Quercia); la vischiosità della cuticola del cappello (che potrebbe ricordare quella di alcuni Suillus che però fruttificano sotto conifere); le dimensioni ridotte, con cappello che può arrivare a 7-8 cm di diametro e il gambo più lungo del diametro pileico, cilindrico e slanciato, talvolta sinuoso, di colore giallognolo all’apice e macchiato di bruno-rosato verso la base. In alcuni testi la sua presenza viene indicata come “avviso” di una possibile fruttificazione presente o imminente di Boletus reticulatus. Nessun viraggio né al taglio né alla contusione
  15. Daedaleopsis tricolor (Bull.) Bondartsev & Singer; Regione Toscana; Agosto 2018; Foto di Alessandro Francolini. Bellissimo lignicolo dai colori rossastri sulla parte sterile e dall'imenoforo particolare. Specie annuale, si presenta a forma di mensola semicircolare con dimensioni che variano da pochi cm fino a 15 cm di larghezza e con spessore fino a 3 cm nel punto in cui aderisce al supporto legnoso. La superficie sterile è glabra, finissimamente vellutata e concentricamente zonata; passando un dito su tale superfice si apprezza anche la sua solcatura; brunastra all'inizio, può diventare di un bel rosso scuro a maturità con zonature di un rosso più scuro o nerastro. Imenoforo da grigiastro a bruno-ocraceo, con presenza di pori angolosi e sinuosi solo nella parte centrale; allontanandosi dal centro i pori si allungano fino a trasformarsi in lamelle che si biforcano tipicamente in altre due lamelle che a loro volta possono ripetere la biforcazione più volte proseguendo verso il margine (lamelle dicotomiche). La superficie poroide si macchia alla contusione assumendo colorazioni rosate o rosa-brunastre più o meno scure. Può confondersi con Daedaleopsis confragosa che ha imenoforo formato da pori più o meno allungati, talvolta labirintiformi; le sue mensole sono più grandi ma hanno colorazioni più smorte: dall’ocraceo fino al bruno o al bruno-rossastro ma mai “acceso”. Nutrita colonia su un tronco caduto e muschioso Imenoforo con pori trasformati in lamelle dicotomiche; nelle zone contuse si notano macchie più o meno a tonalità rosata Mensole imbricate, osservate dalla parte degli imenofori La bella geometria dell'imenoforo ricorda un "artistico lavoro" ad intaglio nel legno
  16. Caloboletus calopus (Pers.) Vizzini; Regione Toscana; Agosto 2018; Foto di Alessandro Francolini. = Boletus calopus Pers. : Fr.
  17. Russula virescens (Scaeff.) Fr.; Regione Toscana; Agosto 2018; Foto di Alessandro Francolini. Sotto Castagno. Zona collinare piuttosto secca (per non dire "riarsa")
  18. Russula vesca Fries; Regione Toscana; Agosto 2018; Foto di Alessandro Francolini. Le colorazioni tipiche di questa ottima Russula commestibile vanno da un bel vinoso-bruno per gli esemplari sotto conifera al rosa-lilacino per quelli sotto latifoglia. La cuticola è asportabile per due quinti del raggio, lasciando intravedere la carne bianca sottostante. Lamelle poco decorrenti, fitte e strette, un po’ lardacee in gioventù, bianche ma macchiate di ruggine o giallastro in vecchiaia o per manipolazione. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 161, Pag. 277: “Per la colorazione pileica, la tendenza a macchiarsi di giallo-brunastro nelle zone manipolate a lungo, la sporata bianca e il sapore interamente dolce ricordante la nocciola, è una Russula di facile identificazione. Le forme decolorate al nocciola (fo. avellanea) si possono confondere con R. heterophylla fo. adusta ma il portamento più massiccio di quest'ultima, le colorazioni toccate o macchiate di bronzo, le lamelle decorrenti e biforcate all'inserzione bastano per distinguerla sul campo. Nella sua forma verde (R. vesca fo. viridata) può essere confusa con le Griseinae , ma la sporata bianca di R. vesca le esclude a priori. La caratteristica della cuticola che si ritrae lasciando intravedere le lamelle, è ritenuta oggigiorno elemento poco attendibile e non prerogativo.” Sotto Castagno. Zona collinare piuttosto secca (per non dire "riarsa") Cuticola che non arriva a coprire il margine del cappello
  19. Boletus reticulatus Schaeff.; Regione Toscana; Agosto 2018; Foto di Alessandro Francolini. = Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Alcuni esemplari fotografati sotto Faggio
  20. Boletus reticulatus Schaeff.; Regione Toscana; Agosto 2018; Foto di Alessandro Francolini. = Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Esemplari reperiti sotto Castagno-misto Faggio
  21. Strobilomyces strobilaceus (Scop. : Fr.) Berkeley; Regione Toscana; Agosto 2018; Foto e commento di Alessandro Francolini. Esemplare di medie dimensioni Esemplare di grandi dimensioni Particolare dell'imenoforo; i pori sono angolosi e grandi in vicinanza del gambo; viceversa si rimpiccioliscono assai in vicinanza del margine del cappello
  22. Hymenopellis radicata (Relhan : Fr.) R.H. Petersen; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. = Xerula radicata (Relhan : Fr.) Dörfelt Tipica soprattutto del faggio; con la caratteristica di avere gambo lunghissimo rispetto al cappello: anche 15 (20) cm nella parte esposta all’aria e altrettanto nella parte sotterranea (da cui il nome); odore e sapore non caratteristici. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 89, Pag. 196 “La superficie del cappello, inizialmente liscia, diviene presto grinzosa in senso radiale, quasi venata, vischiosa e lucente con tempo umido e opaca, asciutta con tempo secco. Xerula pudens condivide lo stesso habitat, ha una forma molto simile, stesso gambo a lungo interrato con una specie di fittone, ma ha un cappello feltrato, mai vischioso, un gambo finemente vellutato e sapore leggermente amaro.”
  23. Phallus impudicus L. : Pers.; Regione Toscana; Agosto 2018; Foto di Alessandro Francolini. Primo piano dell'anellino che rappresenta l'apice del ricettacolo
  24. Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link; Regione Toscana; Agosto 2018; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 124, Pag. 234: “Velenoso mortale. Responsabile del maggior numero di decessi dovuti all’incauta raccolta dei funghi spontanei. Provoca intossicazione a lungo termine di tipo falloideo. Le caratteristiche prioritarie e principali per il suo riconoscimento sono: la presenza di quattro strutture morfologiche ben definite (cappello, gambo, anello e volva), il colore molto mutevole del cappello con prevalenza del verdastro e presenza di fibrille radiali innate; il colore sempre bianco del gambo, dell’anello e della volva, con la sola eccezione della presenza di screziature, quasi zebrature sul gambo, lievemente concolori al cappello; il cappello divisibile dal gambo e lamelle libere. Quando è gialla è confondibile con l’Amanita junquillea e con l’Amanita citrina che hanno volva circoncisa e residui velari diversi sul cappello. Quando perde l’anello ed è di colore bianco o ardesia è confondibile con le Volvariella, senza anello e volva al piede, ma lamelle presto rosee. Quando è di colore bianco o grigiastro o brunastro e perde la volva si confonde con qualche Agaricus, dalle lamelle bianche poi rosee poi bruno-tabacco. Quando appare priva di volva ed anello ed è verde è confondibile con alcune Russula e alcuni Tricholoma, in particolare con Tricholoma sejunctum che ne è un vero sosia in quanto a colore pileico. Sempre con tonalità bruno verdastre, perdendo la volva, può essere confuso con Armillaria mellea isolate, cresciute al suolo, su radici e ceppaie interrate. Se è bianca con Tricoloma columbetta, Melanoleuca evenosa e Leucoagaricus leucothites. Infine allo stadio di ovulo con l’Amanita caesarea o più raramente con qualche Lycoperdon.”
  25. Butyriboletus regius (Krombh.) D. Arona & J.L. Frank; Regione Toscana; Agosto 2018; Foto di Alessandro Francolini. = Boletus regius Krombh. Il Butyriboletus regius non presenta viraggio apprezzabile: ciò lo distingue dal simile Butyriboletus pseudoregius (che al taglio mostra un netto e veloce viraggio all’azzurro, soprattutto sopra l’imenoforo); inoltre il B. pseudoregius manifesta, soprattutto a maturità, delle sfumature rosa-rossastre alla base del gambo. Troppo spesso si reperiscono nel bosco esemplari bastonati o calpestati da persone ignoranti che, "deluse" per non aver trovato un "porcino", si sfogano incivilmente sui malcapitati B. regius. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Schede 203-204, Pag. 320-321: “Il genere Butyriboletus (ex sezione Appendiculati del genere Boletus) comprende funghi boletoidi aventi imenio (tubuli e pori) e carne dolciastra di colore giallastro, fine reticolo concolore e viranti, o non, alla sezione o per manipolazione. Stabilito che Boletus è monofiletico e usato per B. edulis e relativo gruppo, è stato creato il genere Butyriboletus. Il nome del genere è dovuto alla colorazione dell’imenio, del gambo e della carne che ricorda appunto il burro naturale, tanto che in alcuni stati in U.S.A. vengono comunemente chiamati "butter boleti". Il contrasto tra il giallo oro del gambo e dei pori con il rosa-porpora del cappello, fa di questo fungo uno tra i più belli e spettacolari esistenti. Buon commestibile, da usare mescolato con altri funghi perché da solo viene digerito con difficoltà. Consumare ben cotto; adatto anche per l’essiccazione. Il gambo duro e coriaceo deve essere eliminato in quanto indigesto.”
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