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2018.06 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2018
Boletus reticulatus Schaeff.; Regione Toscana; Giugno 2018; Foto di Alessandro Francolini. = Boletus aestivalis (Paulet) Fr. -
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Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2018
Xerocomus subtomentosus (L. : Fr.) Quélet; Regione Toscana; Giugno 2018; Foto di Alessandro Francolini. Commestibile discreto purché giovane e scartando il gambo. La colorazione della cuticola è variabile ma mai decisamente rosso-arancio. Carne di colore giallo chiaro nel cappello, più o meno ocra nella parte inferiore del gambo che è generalmente slanciato e flessuoso, sovente con costolature verticali. Alla sezione può mostrare un lieve viraggio verso un debole verde-azzurrognolo. Micelio basale biancastro. Fruttifica preferibilmente in boschi termofili mediterranei di latifoglia. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 197, Pag. 314: “L’estrema variabilità di questo fungo ha dato luogo a molte interpretazioni diverse; il carattere principale che lo contraddistingue è, senza dubbio, la mancanza di tonalità rossastre immediatamente sotto la cuticola del cappello; Xerocomus ferrugineus, a carne biancastra e commestibile, è simile alla nostra specie e ne differisce per i colori più carichi della cuticola, con la presenza sopra e sotto la stessa sempre di una componente più o meno rossiccia; molti autori lo considerano una semplice varietà del nostro fungo; altra differenza è il micelio basale giallognolo e nella parte alta del gambo si nota quasi sempre un falso reticolo. Xerocomus chrysenteron, commestibile, si distingue per le tonalità del gambo marcatamente rossastre, talvolta addirittura vermiglie; anche le tonalità sopra e sotto la cuticola sono più rossicce; il viraggio della carne e delle parti esterne è più immediato e intenso; micelio basale giallo molto chiaro.” -
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Suillellus queletii (Schulzer) Vizzini, Simonini & Gelardi; Regione Toscana; Giugno 2018; Foto di Alessandro Francolini. = Boletus queletii Schulzer Agevolano il riconoscimento di Suillellus queletii l’assenza di reticolo sul gambo; il gambo giallo nella parte superiore ma rosso-barbabietola alla base e subito imbluente per corrusione; i tubuli gialli; la superficie poroide di un bel colore arancio (anche se gialla nei giovanissimi esemplari) e mai rosso-vivo, virante al blu alla pressione; la cuticola asciutta e vellutata; la carne dal sapore dolciastro, giallastra ma rosso-barbabietola nel gambo, soprattutto alla base; virante al blu alla sezione. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 211, Pag. 332: “Buon commestibile dopo adeguata cottura. Insieme ai simili Neoboletus luridiformis (= Boletus erythropus) e Suillellus luridus (= Boletus luridus) rappresenta una delle tre specie di Boletaceae con i pori aranciati-rossi e carne virante al blu, da considerarsi commestibili dopo adeguata cottura: infatti contengono tossine termolabili che vengono distrutte con il calore solo dopo adeguata cottura, per un tempo che non dovrebbe essere inferiore ai 45 minuti.” -
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Imperator luteocupreus (Bertéa & Estadès) Assyov, Bellanger, Bertéa, Courtec., Koller, Loizides, G. Marques, J.A. Muñoz, N. Oppicelli, D. Puddu, F. Rich. & P.-A. Moreau; Regione Toscana; Giugno 2018; foto di Alessandro Francolini. = Boletus luteocupreus Bertéa & Estadès Boletacea di non sempre facile identificazione; confondibile soprattutto con Imperator rhodopurpureus (= Boletus rhodopurpureus). Alcune caratteristiche macroscopiche (riportate in letteratura) che contraddistinguono le due specie possono essere: # cuticola che si presenta sempre liscia in Imperator luteocupreus, mentre fin da giovane si presenta rugosa in Imperator rhodopurpureus; # nell’Imperator rhodopurpureus il cappello assume all'inizio una colorazione rosata per diventare ben presto (in modo naturale e non solo per viraggio indotto da sfregamento con corpi estranei) rosa-salmone o rosa-lilla intenso fino al colore rosso-bruno-nerastro a maturità; inoltre tali colorazioni, miscelate, ricoprono tutto il cappello; mentre il cappello di Imperator luteocupreus è caratterizzato da colorazioni complessivamente giallo-cromo almeno da giovane con eventuali tonalità aranciate al centro; successivamente, e solo per viraggio dovuto a contatto con fili d'erba, gocce di pioggia e altro, il cappello assume nelle zone contuse tonalità iniziali blu per virare poi a toni rosso-lampone o rosso-rame; il tutto non in maniera uniforme ma con macchie color blu nelle zone contuse di recente e di color rosso-rame nelle zone contuse da più tempo, lasciando intravedere soprattutto all’orlo e nelle zone non contuse l’iniziale colore giallastro; # a completa maturazione il cappello di Imperator luteocupreus assume tonalità plumbee, grigiastre, al contrario del cappello di Imperator rhodopurpureus che rimane con toni bruno-rossastri con sfumature viola sordido; # il viraggio della carne al blu in seguito al taglio sarebbe inoltre molto più pronunciato e violento in Imperator luteocupreus che in Imperator rhodopurpureus; # altra differenza riportata in parte della letteratura è data sia dalla colorazione del reticolo del gambo che dal colore dei pori: nei primordi di Imperator rhodopurpureus le maglie del reticolo sono di colore giallo così come i pori per divenire ben presto rosso sangue, mentre in Imperator luteocupreus reticolo e pori sono fin dall'inizio di colore rosso sangue; inoltre in Imperator luteocupreus il rosso sangue della superficie poroide sfuma spesso in tonalità giallo-aranciate verso il margine pileico. Il forte viraggio per contusione in Imperator luteocupreus al blu e in seguito al rosso-vinoso o rosso-ramato può comunque rendere difficoltosa la distinzione tra le due specie. -
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Amanita vaginata (Bull. : Fr.) Vittadini; Regione Toscana; Giugno 2018; foto di Alessandro Francolini. Cappello con toni grigi (grigio cenere, grigio perla, grigio piombo,...) anche sfumato di ocraceo nella zona discale; umbone ampio ma non prominente; margine pileico con evidenti striature regolari; anello assente (o, meglio, dissociato e ridotto a fioccosità che rimangono aderenti alla base del gambo e ricoperti dalla volva; quindi anello non rilevabile sul gambo); gambo slanciato, bianco, liscio o coperto di fini fioccosità concolori; volva fragile ma abbastanza spessa, aderente al piede del gambo e libera all’orlo. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 114, Pag. 222: “Il Gruppo delle Amanita del sottogenere Amanita, sezione Vaginatae, è costituito da un numero di specie molto vasto e ancora non ben delimitato. Tranne rarissimi casi, per una corretta determinazione di questo gruppo è indispensabile l’attenta osservazione microscopica. Sono tutte commestibili di ottimo pregio; si usufruisce del solo cappello ed è obbligatoria una cottura adeguata (15 minuti dal primo bollore, perché sono tossiche da crude). Essendo funghi molto fragili devono essere raccolti con grande delicatezza.” -
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Leccinum aurantiacum (Bull.) Gray; Regione Toscana; Giugno 2018; Foto di Alessandro Francolini. Dalla scheda AMINT: “Cresce sotto latifoglia: Pioppi, Querce, Castagno e Faggi. Viene considerato il portabandiera dei Leccinum rossi che contano numerose specie molto simili, tutte commestibili, che si distinguono l'una dall'altra soprattutto per l'habitat. Leccinum vulpinum, ha cappello rosso mattone o bruno ruggine cresce sotto Pinus. Pressoché identico al Leccinum piceinum che molti considerano essere sempre un Leccinum vulpinum, e viene differenziato per la colorazione pileica più brunastra e per la crescita sotto Picea. Leccinum quercinum, con colorazioni più vivaci, con squame rossastre e generalmente più massiccio di Leccinum aurantiacum, nasce sotto latifoglie diverse dal Populus. Recenti revisioni prevedono spostamenti in questo gruppo, alcune molto discutibili, per esempio Leccinum aurantiacum diverrebbe Leccinum albostipitatum e il vecchio Leccinum quercinum si chiamerebbe Laurantiacum aurantiacum.” -
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Boletus reticulatus Schaeff.; Regione Toscana; Giugno 2018; Foto di Alessandro Francolini. = Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Effetti del vento e del caldo su alcuni esemplari (fotografie scattate nell'arco di 7 giorni): dopo 4 giornate di vento e con temperature massime sui 29°C - 30°C: cappello che inizia a screpolarsi mostrando una sorta di "reticolo" incompleto e irregolare Cuticola tassellata; il vento caldo ha provocato profonde spaccature che fanno intravedere la carne bianca sottostante; il reticolo che si è venuto a formare è completo Qualche giorno prima; assenza di vento e temperature massime sui 28°C. Per qualche motivo alcune porzioni superficiali del gambo si sono staccate a partire dalla base; probabilmente il rialzo delle temperature ha fatto poi arricciare tali porzioni In assenza di vento, con temperature che si mantengono "gradevoli" (dai 15°C ai 25°C) i cappelli si mostrano più uniformi e senza eccessive screpolature (foto di una settimana prima rispetto alle altre foto inserite in questo post) -
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Imperator rhodopurpureus (Smotl.) Assyov, Bellanger, Bertéa, Courtec., Koller, Loizides, G. Marques, J.A. Muñoz, N. Oppicelli, D. Puddu, F. Rich. & P.-A. Moreau; Regione Toscana; Giugno 2018; foto di Alessandro Francolini. = Boletus rhodopurpureus Smotl. L’epiteto specifico rhodopurpureus deriva dai termini greci rhódon = rosa e porphýreos = porpora-scarlatto. Una caratteristica macroscopica riportata in letteratura che dovrebbe caratterizzare l’Imperator rhodopurpureus (e le sue varietà o forme) da altri boleti simili è la sua cuticola che fin da giovane si presenta rugosa e non liscia. Altra caratteristica riportata in letteratura e che lo differenzia dal simile Imperator luteocupreus (= Boletus luteocupreus) è la seguente: nell’Imperator rhodopurpureus il cappello assume all'inizio una colorazione rosata per diventare ben presto (in modo naturale e non solo per viraggio indotto da sfregamento con corpi estranei) rosa-salmone o rosa-lilla intenso fino al colore rosso-bruno-nerastro a maturità e tali colorazioni, miscelate, ricoprono tutto il cappello; mentre il cappello di Imperator luteocupreus è caratterizzato da colorazioni complessivamente giallo-cromo almeno da giovane con eventuali tonalità aranciate al centro; successivamente, e solo per viraggio dovuto a contatto con fili d'erba, gocce di pioggia e altro, il cappello assume nelle zone contuse tonalità iniziali blu per virare poi a toni rosso-lampone o rosso-rame; il tutto non in maniera uniforme ma con macchie color blu nelle zone contuse di recente e di color rosso-rame nelle zone contuse da più tempo, lasciando intravedere soprattutto all’orlo e nelle zone non contuse l’iniziale colore giallastro. Inoltre a completa maturazione il cappello di I. luteocupreus assume tonalità plumbee, grigiastre, al contrario del cappello di I. rhodopurpureus che rimane con toni bruno-rossastri con sfumature viola sordido. Il viraggio della carne al blu in seguito al taglio sarebbe inoltre molto più pronunciato e violento in I. luteocupreus che in I. rhodopurpureus. Altra differenza riportata in parte della letteratura è data sia dalla colorazione del reticolo del gambo che dal colore dei pori: nei primordi di I. rhodopurpureus le maglie del reticolo sono di colore giallo così come i pori per divenire ben presto rosso sangue, mentre in I. luteocupreus reticolo e pori sono fin dall'inizio di colore rosso sangue; inoltre in I. luteocupreus il rosso sangue della superficie poroide sfuma spesso in tonalità giallo-aranciate verso il margine pileico. Il forte viraggio per contusione in I. luteocupreus al blu e in seguito al rosso-vinoso o rosso-ramato può comunque rendere difficoltosa la distinzione tra le due specie. L’epiteto specifico luteocupreus deriva dai termini latini lúteus = giallo, dorato e da cupreus (derivato di cuprum = rame). Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 213, Pag. 334: “Caratteristico il viraggio molto intenso, blu nerastro, in questa specie se corrosa, contusa o tagliata. Talvolta sono presenti vistosi segni realizzatisi in modo spontaneo a seguito dello sfioramento con corpi vari incontrati in ambiente durante la crescita. Si confonde con il Rubroboletus rhodoxanthus che presenta il cappello inizialmente crema giallastro-biancastro e carne del gambo gialla immutabile. Imperator luteocupreus (= Boletus luteocupreus) con cappello giallastro crema-rosato al centro poi rossastro laterizio è un’altra specie vicina e confondibile con questo fungo.” ************ Esemplare con la cuticola screpolata dal vento e dal caldo; anche la colorazione rosata della cuticola si è attenuata -
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Amanita caesarea (Scop. : Fr.) Pers.; Regione Toscana; Giugno 2018; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 116, Pag. 225: "Questo fungo ama in particolare i siti soleggiati e caldi, con esposizione a sud, in particolare radure e aperture boschive. Per l’insieme delle situazioni descritte non è raro trovarlo ai margini dei sentieri boschivi più aperti e soleggiati. Spesse volte può essere parassitato da un ifomicete (fungo che cresce parassita su altro fungo): si tratta di Mycogone rosea che riveste la superficie di Amanita caesarea con una sorta di muffa rosa; in questi casi si sconsiglia tassativamente la raccolta e il consumo degli esemplari interessati dal processo di parassitismo." ************ Esemplari tutti parassitati dal suddetto ifomicete; l'odore di ciascuno era di uovo marcio, soprattutto nella volva. -
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Suillellus luridus (Schaeff. : Fr.) Murril; Regione Toscana; Giugno 2018; Foto di Alessandro Francolini. = Boletus luridus Schaeff. : Fr. Cappello con notevole varietà cromatica: da giallo-pallido a bruno-olivastro passando attraverso sfumature ocra, brune, camoscio, fulve e spesso con tali sfumature miscelate tra di loro (senza comunque toni netti sul rosso vivo); cuticola asciutta e vellutata; tubuli lunghi e più o meno liberi al gambo, gialli all’inizio per poi divenire verde-oliva scuro a maturità, comunque viranti velocemente al blu al taglio; pori giallognoli nei giovani esemplari (quando il cappello è ancora racchiuso sul gambo) ma molto presto dal rosso-arancio al rosso laterizio, viranti al blu al tocco; anche il gambo presenta vari cromatismi che vanno dal giallognolo (più verso l’apice) al rosso-brunastro; a maturità la base è di solito scurita in bruno-nerastro o violetto-scuro; il gambo è coperto da un reticolo di solito a maglie evidenti, strette e allungate-poligonali e di colore rossastro più scuro del colore di fondo. Tutte le superfici virano al blu al tocco. La carne (anche lei!) presenta varie colorazioni: giallo pallido quella del cappello e sotto la cuticola, rossastra anche assai scura quella alla base del gambo, caratteristicamente arancio-rossa quella aderente ai tubuli. Proprio questo strato rosso-arancio che separa i tubuli (sul giallognolo) dalla carne del cappello (sul giallognolo) dà adito alla cosiddetta “linea di Bataille” visibile per pochi attimi alla sezione: pochi attimi perché tutto lo sporoforo tende a virare molto velocemente al blu a contatto con l’aria. Sapore dolce e odore buono, fruttato. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 212, Pag. 333: “È il capostipite del genere Suillellus, comprendente funghi con pori arancio-rossi e carne virante al blu se contusa o esposta all’aria. In considerazione delle difficoltà oggettive nell’identificazione delle numerose entità boletoidi che possono avere pori rossastri, è consigliato evitare il consumo di questo fungo se non si è certi della sua corretta identificazione. Buon commestibile dopo adeguata cottura, velenoso crudo o poco cotto. Velenoso anche se la sua ingestione è contemporanea all’assunzione di sostanze alcoliche (anche fino a 72 ore di distanza), provoca la sindrome coprinica, altrimenti detta effetto antabuse.” ************** Esemplare con gambo che curiosamente ricorda quello di Boletus erythropus (= Neoboletus luridiformis) per la puntinatura rossiccia che ricopre il reticolo quasi nascondendolo alla vista. La cosiddetta "linea di Bataille", rossiccia, che separa i tubuli dalla carne del cappello -
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Fuligo septica (Linné) Wiggers; Giugno 2018; Foto di Alessandro Francolini. Uno dei più comuni Myxomycetes che si possono incontrare nei boschi è la Fuligo septica; facilmente identificabile per la sua consistenza molliccia e quasi inconsistente (basta sfiorarla perché si disfaccia sotto le dita, con una sensazione simile a quando si tocca la schiuma di un bagno-schiuma), e per il colore giallo o giallo-rossiccio. Irregolarmente distribuita sul substrato, vive fagocitando legno guasto, foglie, pigne, muschi, erba, ecc. Frequente nei periodi piovosi. Dal Forum AMINT: “I Myxomycetes (Mixomiceti) sono protozoi particolari che prendono normalmente la forma delle amebe. Alcuni di loro, ed in determinate circostanze, sviluppano corpi fruttiferi (sporangi) deputati alla disseminazione delle spore (mixospore), ed è per questo motivo che spesso in passato sono stati assimilati ai funghi. Alcuni sono piccolissimi altri presentano estensioni notevoli. Sia nella fase di "plasmodio" (unione di più cellule, che perdono la parete fondendosi in un'unica grande cellula plurinucleata) che negli sporangi il fenomeno va interpretato come aggregazione di cellule non formanti un organismo complesso od un tessuto (pseudotessuto). Rimane in questo modo fatta salva la definizione di organismi monocellulari. Si nutrono per "fagocitosi” (un processo che prevede l’ingestione da parte della cellula di particelle di grandi dimensioni, tali da essere visibili al microscopio).” -
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Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2018
Cantharellus subpruinosus Eyssart. & Buyck.; Regione Toscana; Giugno 2018; Foto di Alessandro Francolini. -
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Russula virescens (Scaeff.) Fr.; Regione Toscana; Giugno 2018; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 164, Pag. 281: “Questa specie, relativamente comune, viene considerata la migliore tra le Russula commestibili, è facilmente riconoscibile per il colore verde-azzurro marmorizzato della cuticola e per la peculiarità della stessa di dissociarsi in tante piccole areole che ricordano le tessere di un mosaico; per la compattezza (alto peso specifico) e il buon sapore della carne. Un’altra Russula la cui cuticola si frattura spontaneamente è la Russula cyanoxantha fo. cutefracta, che oltre alle colorazioni pileiche verde-olivastro, può presentarsi rosa-violacea. Sulla cuticola screpolata si disegna una sorta di reticolo dalle linee più chiare, per lo più rosacee con toni violetti tenui, come la carne immediatamente sotto la cuticola; le lamelle di consistenza lardacea al tatto; anch’essa è commestibile.” Giovane esemplare, dalla colorazione molto chiara -
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Lactifluus piperatus (Linnaeus : Fries) Persoon; Regione Toscana; Giugno 2018; Foto di Alessandro Francolini. = Lactarius piperatus (L. : Fr.) Pers. Fungo tossico dal sapore molto acre; latice bianco, lattiginoso, acre e bruciante, immutabile se isolato, con leggere sfumature giallastre se essiccato sulle lamelle; lamelle molto fitte e strette. Colori biancastri su tutta la superficie, con sfumature rugginose sul cappello in vecchiaia; cappello asciutto che a maturità tende a diventare imbutiforme; gambo di solito attenuato alla base. Ubiquitario e molto comune in estate-autunno, sotto latifoglie e aghifoglie. Gli è simile Lactarius glaucescens (più raro) che ha latice bianco ma virante al bluastro-verdastro se essiccato sulle lamelle. Gli altri “classici” lattari bianchi (L. vellereus e L. bertilloni) sono di taglia maggiore e hanno lamelle spaziate e spesse. In Italia tale fungo (o qualche specie molto affine) fu descritto per la prima volta da Giovan Battista Della Porta (1540-1615) filosofo, scienziato, alchimista e commediografo del Rinascimento italiano; nel libro X della sua opera del 1592 Villae libri XII, in cui descrive accuratamente molti esemplari fungini, troviamo scritto: “Vi è un fungo chiamato Piperitis, perché pizzica la lingua a chi ne mangia e fa bruciare le fauci come fosse pepe; anch’esso nasce d’autunno, è di colore bianco e viene chiamato dal volgo Peperella”. In tale Peperella, micologi moderni vedono appunto il L. piperatus; probabilmente nel ‘500 era un fungo apprezzato come condimento in quanto sostitutivo del pepe, spezia che veniva importata dall’Oriente a carissimo prezzo; l’uso commestibile non si è peraltro esaurito col passare dei secoli. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 167, Pag. 284: “Specie velenosa, responsabile di sindrome gastroenterica incostante. Chiamato volgarmente Peveraccio, è ancor oggi praticata l’usanza di ridurlo in polvere dopo averlo essiccato al sole, e utilizzarlo come surrogato del pepe per speziare carni e pietanze, usanza che ovviamente deploriamo. Altre dicerie popolari vogliono che la sua comparsa nei boschi preceda di qualche giorno la crescita dei primi porcini estivi (Boletus reticulatus).” -
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Lactarius volemus (Fr.) Fr.; Regione Toscana; Giugno 2018; Foto di Alessandro Francolini. È caratterizzato dalla cuticola asciutta e opaca, vellutata, con un bel colore dal rosso-arancio al giallo-rossiccio; dal gambo quasi concolore al cappello ma più chiaro all’apice; dal latice (dolce) abbondante e denso, di colore bianco che diventa brunastro essiccando all’aria; infine da un caratteristico (e in genere ben accentuato) odore di aringa. Lactarius rugatus ha colorazioni simili ma ha dimensioni più ridotte, odore meno forte (anche gradevole fungino), lamelle più spaziate, latice meno abbondante e presenta delle tipiche rughe sulla cuticola; invece la cuticola di Lactarius volemus è soggetta a screpolarsi a maturità. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 177, Pag. 294: “È uno dei due Lactarius a latice bianco che può essere considerato commestibile; l’altro è Lactarius rugatus. Tuttavia il forte odore d’aringa, permanendo anche dopo la cottura, non è particolarmente gradevole, a meno di non gradire l’aroma di pesce in un piatto di funghi.” Esemplare che già trasudava latice, forse per il contatto con la vegetazione circostante Latice che fuoriesce dal taglio fatto sulle lamelle Coppia, con esemplare di notevoli dimensioni -
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Leccinellum crocipodium (Letellier) Della Maggiora & Trassin.; Regione Toscana; Giugno; Foto di Alessandro Francolini. = Leccinum crocipodium (Letellier) Watling "Leccino" legato in simbiosi con latifoglie (Querce caducifoglie, Carpini, Castagni e Faggi). La cuticola tende a divenire screpolata-areolata a maturità, specialmente a tempo secco; il suo colore va dal giallo-ocra (negli esemplari giovani) fino al bruno nerastro (a maturità). Solitamente presenta un gambo sinuoso e curvato, ventricoso ma attenuato sia all’apice che alla base; il suo colore va dal giallo chiaro negli esemplari più giovani a giallo con toni più scuri in età; è coperto da granulosità inizialmente concolori poi brunastre. La carne è bianca ma, al taglio, vira inizialmente al rosa violaceo per poi assumere un colore scuro. Il gambo è giallognolo in gioventù per divenire grigio-ocra a maturità; è cosparso di squamette concolori che tendono a scurirsi. Suoi simili (per le colorazioni del cappello) possono essere Leccinellum lepidum e Leccinellum corsicum; questi ultimi, però, hanno una scarsa tendenza a screpolarsi sul cappello ed hanno habitat diversi: sotto Leccio il L. lepidum e sotto Cisto il L. corsicum. -
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Boletus edulis Bull. : Fr.; Regione Toscana; Giugno 2018; Foto di Alessandro Francolini. Sotto Abete bianco -
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Phallus impudicus L. : Pers.; Regione Toscana; Giugno 2018; Foto di Alessandro Francolini Dal TUTTO FUNGHI pag. 349: “Allo stadio adulto è pressoché inconfondibile per forma e odore. Allo stadio di uovo può essere grossolanamente confuso con qualche giovane Amanita. La consistenza gommosa e la sezione fugano subito ogni dubbio. L’odore sgradevole attira mosche e altri insetti che, nutrendosene, diventano inconsapevolmente i diretti diffusori delle spore.” ********* Questo esemplare, di notevoli dimensioni (32 cm dalla base della volva fino all'anellino), era già caduto a terra; il suo ricettacolo bianco, friabile e bucherellato, era assai gradito ad una grassa limaccia Gleba verdastra e puzzolente, presente al 50% In primo piano l' "anellino" che si trova all'apice del ricettacolo Nelle zone in cui la gleba è stata asportata dagli insetti si intravedono gli alveoli della mitra -
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Leccinum pseudoscabrum (Kallenb.) Šutara; Regione Toscana; Giugno 2018; Foto di Alessandro Francolini. = Leccinum carpini (R. Schulz) M.M. Moser ex D.A. Reid Caratterizzato dal cappello con superficie “martellata”, cresce generalmente associato a Carpino o Nocciolo, mai sotto Pioppo o Betulla. Il gambo è solitamente snello e allungato, di colore di fondo da biancastro sporco a grigio o nocciola chiaro, ed è cosparso di piccole squamette grigiastre che diventano nerastre al tocco e che si rarefanno all'apice del gambo. Ha carne del cappello soda solo negli esemplari giovani, poi diventa molle e cedevole; la carne del gambo, come negli altri Leccinum, è coriacea. La carne è di colore biancastro e, alla sezione, mostra un viraggio iniziale al rosato, poi al grigio-violaceo e infine al grigio-nerastro. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 217, Pag. 338: “Viene considerata una delle meno apprezzate tra le specie del genere Leccinum a causa dell’intenso annerimento delle carni, peraltro molli ed esigue.” ********** Esemplari fotografati in bosco misto; probabilmente sotto Acero campestre (foglie in secondo piano); altre essenze riscontrate: Ontano, Abete bianco e Castagno. Cappello "martellato" Viraggio iniziale al grigio-rosato -
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Caloboletus calopus (Pers.) Vizzini; Regione Toscana; Giugno 2018; Foto di Alessandro Francolini. = Boletus calopus Pers.: Fr. Oltre che per altri caratteri, si distingue dal Caloboletus radicans [= Boletus radicans] per la colorazione: cappello grigio camoscio, grigio-olivastro o grigio-ocra pallido in C. calopus e molto più chiaro (bianco latte, color crema) in C. radicans; gambo con estese colorazioni rosse (soprattutto nella metà inferiore; sovente con colore giallognolo nella parte alta) in C. calopus e giallo pallido (talvolta sfumate di rosa in alto) in C. radicans; anche il reticolo è diverso: presente e a maglie allungate in C. calopus, quasi assente in C. radicans (se presente è a maglie fini e relegato alla parte alta del gambo). Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 202, Pag. 319: “Responsabile di alcuni casi di intossicazione (sindrome gastro-intestinale o resinoide incostante), comunque non commestibile per il forte sapore amaro e per il netto odore sgradevole. I pori gialli, la caratteristica fiammatura rosso carminio alla base del gambo, il sapore della carne e l’odore inconfondibile agevolano la determinazione.” Alle lumache piace sicuramente il sapore dolce dei porcini, ma qualcuna non disdegna neanche il "gusto amaro"... Calopus = Bel piede = Bel gambo -
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Amanita rubescens (Pers. : Fr.) S.F. Gray; Regione Toscana; Giugno 2018; Foto di Alessandro Francolini. Robusta Amanita dal cappello rossastro, rosso-brunastro, rivestito di piccole scaglie acute che si stagliano sul fondo per il loro colore grigio, grigio-rosato; anello carnoso, ampio e a gonnellino, striato sulla faccia esterna e posizionato in alto sul gambo; gambo che si allarga verso la base quasi bulbosa, bianco in alto e poi sfumato di rosa scendendo verso la base. La carne è biancastra ma tende ad arrossarsi nelle ferite e nelle contusioni. La volva non è ben visibile: il velo generale alla base si frammenta fin da giovane, lasciando alla base del gambo soltanto residui in forma di protuberanze più o meno accentuate. Contiene tossine termolabili. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 121, Pag. 231: “Discreto commestibile da consumare cotto, contiene tossine termolabili che si disgregano e svaniscono con adeguata cottura. Cotto alla griglia risulterebbe quasi crudo nelle parti interne, con conseguente grave rischio di intossicazioni con sindrome emolitica.” Verruche, perfettamente (o quasi) concentriche, sul cappello -
2018.06 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2018
Boletus aereus Bull. : Fr.; Regione Toscana; Giugno 2018; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 209, Pag. 328: “Ottimo commestibile, può essere consumato crudo. Si tratta certamente del Porcino di qualità migliore: la compattezza delle carni, il suo delicato sapore, unito a un profumo soave e mai eccessivo, lo rendono sicuramente il più ricercato e appetibile. Adatto anche all’essiccazione dopo essere stato tagliato a fette. Il colore del cappello può raggiungere tonalità scure più che negli altri Porcini, per arrivare a colorazioni praticamente nerastre. Il contrasto tra il bianco latteo dei pori e il bruno-nerastro del pileo è incredibilmente forte. Singoli individui raggiungono non di rado 1-2 Kg di peso, evento del tutto eccezionale per la maggioranza delle specie diffuse nella nostra penisola. Tra i Porcini è quello che con maggior frequenza ama crescere in coppia o in piccoli gruppi. Sovente gregario e associato con altri soggetti, regala sempre raccolti importanti.” *************** Esemplare di dimensioni ragguardevoli -
2018.06 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2018
Boletus reticulatus Schaeff.; Regione Toscana; Giugno 2018; Foto di Alessandro Francolini. = Boletus aestivalis (Paulet) Fr. -
2018.06 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2018
Cantharellus subpruinosus Eyssart. & Buyck.; Regione Toscana; Giugno 2018; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 35, Pag. 138: “Cantharellus subpruinosus presenta inizialmente una sorta di pruina biancastra sul cappello e si macchia vistosamente su toni rosso-brunastri dopo manipolazione. Ottimo commestibile. Trova forti estimatori che lo preferiscono nettamente al più nobile Porcino. Viene impiegato in cucina in svariati modi: trifolato, con le lasagne, nel risotto, oppure conservato sottolio o sottaceto. Si presta invece male alla conservazione per essiccamento. Se surgelato crudo tende ad assumere una sgradevole amarescenza: per tale motivo ne consigliamo la surgelazione dopo adeguata, quanto opportuna, precottura.”