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Alessandro F

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Tutti i contenuti di Alessandro F

  1. Stereum hirsutum (Wild. : Fr.) Pers.; Regione Toscana; Novembre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Piccolo funghetto (largo al massimo 4-5 cm) a forma di mensola-crosta appoggiata sul legno; molto comune e diffuso, presente durante tutto l’anno; dalla consistenza quasi coriacea (suberosa-tenace da secco) e dallo spessore piuttosto fine; può presentarsi in fitti esemplari confluenti o sovrapposti, su legno guasto di latifoglie. Caratteristico il cappello di aspetto feltrato e peloso (irsuto), zonato, con vari colori (giallo, arancio, brunastro, verdastro); il margine è più chiaro e lobato; l’imenoforo è liscio o appena gibboso, di colore giallo-arancio. Possibile la confusione sia con specie congeneri (più rare) che però virano al rossiccio alla manipolazione, sia con Stereum ochraceoflavum (non virante), dall’imenoforo bruno-ocraceo e con la superficie sterile grigio-biancastra, poco o per niente zonata. Dalla “Chiave di orientamento ai generi” del (nuovo) Tutto Funghi, pag. 79 e 97: “Corpo fruttifero composto dal solo cappello o a forma di mensola >>> Imenoforo liscio. Corpo fruttifero adeso al legno, distaccantesi brevemente per formare piccole mensole >>> Genere Stereum” ****************** Una colonia sopra a una vecchia ceppaia di Cerro; la stessa fotografata lo scorso anno, più o meno nello stesso periodo, con la stessa specie fungina
  2. Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox; Regione Toscana; Novembre 2017; Foto di Alessandro Francolini. = Collybia butyracea (Bull. : Fr.) Kummer Tipici e comuni funghi di lettiera: il loro micelio vive inserito tra le fibre di foglie o aghi o rametti marcescenti, da cui traggono nutrimento. Caratterizzati da una cuticola grassa e untuosa (che a toccarla ricorda la sensazione del contatto con il burro), igrofana e lucida; da un gambo bulboso o comunque ingrossato alla base che reca attaccati residui miceliari e resti di substrato. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 82, Pag. 189: “Priva di interesse alimentare, è una specie che ha una grande importanza per l’ambiente perché si nutre di sostanze organiche che sottrae alle foglie e agli aghi depositati sul terreno nei boschi. È uno “spazzino” naturale che contribuisce a tenere puliti i boschi liberandoli dai residui che si depositano al suolo su foglie e aghi. In questo modo mantiene costanti le condizioni ambientali per la vita degli alberi e del bosco con tutti i suoi abitanti.” ********************** L'igrofaneità del cappello provoca il cambio di colore: dove è più umido (verso il margine) è più scuro; dove comincia ad asciugarsi (verso il centro) è più chiaro Il gambo mostra alla base il tipico feltro miceliare bianco a cui restano attaccati frammenti del substrato
  3. Amanita citrina (Schaeffer) Persoon; Regione Toscana; Novembre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Amanita molto comune sia in boschi di latifoglie che di aghifoglie. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 126, Pag. 238: “Ubiquitario, in particolare su terreni acidi e sabbiosi, dall’estate fino ai primi freddi dell’inverno; molto comune. Riconoscibile abbastanza agevolmente per il suo bulbo basale molto grosso ed evidente, la volva circoncisa, le placche sul cappello e il tipico odore di patate crude.”
  4. Clitocybe nebularis (Batsch : Fr.) Kummer; Regione Toscana; Novembre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Dall’odore forte, aromatico, penetrante, persistente e acuto, “tipicamente da... Clitocybe nebularis” Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 55, Pag. 159: “È stato per anni il fungo più raccolto e commercializzato in Italia, ma la sua tossicità è stata ormai dimostrata con certezza ed è stato cancellato dalle liste dei funghi commercializzabili. Purtroppo viene ancora raccolto e spetta solo ai fungaioli rendersi consapevoli del rischio ed evitare di raccoglierlo e consumarlo. Può essere confuso con Entoloma lividum, velenoso, che può crescere nel medesimo habitat. La principale differenza va ricercata nel colore delle lamelle dei soggetti maturi: queste sono giallastre in C. nebularis e rosa carico in E. lividum, oltre all’odore forte e caratteristico in C. nebularis, deciso di farina fresca in E. lividum.”
  5. Mycena rosea (Bulliard) Gramberg; Regione Toscana; Novembre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Nella foto con il caratteristico colore del cappello “rosa antico”, appena sfumato di vinoso. M. pura (con cui si può confondere) è più esile, ha colori variabilissimi sul cappello (bianco, grigio, rosato, violaceo, bluastro, ecc. ma non così “rosa antico”), ha gambo più corto, meno fragile. I caratteri microscopici sono (quasi) sovrapponibili e, dal volume “Mycena d'Europa” di Giovanni Robich, “non sempre consentono una netta distinzione fra M. pura e M. rosea. Tuttavia, il più delle volte, M. rosea ha un cappello più grande e il gambo più largo e più lungo di M. pura.” Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 86, Pag. 193: “La taglia, i cromatismi e il modo di crescere con cappello a lungo campanulato, la rendono in assoluto uno dei funghi più belli ed eleganti che si possono incontrare nel bosco.” Cappello igrofano
  6. Trametes versicolor (L. : Fr.) Pilát; Regione Toscana; Novembre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Fungo annuale, molto comune e coreografico, ubiquitario, con crescita su legno guasto di latifoglie (raramente su conifere; rinvenuto anche sulle traversine ferroviarie). Mensole assai sottili (fino a 3-4 mm) coriacee ed elastiche; pori piccoli, regolari, rotondi o rotondo-angolosi; superficie sterile vellutata, con zonature molto marcate, dai colori diversissimi (dal grigio al bruno, dal marrone all’ocra, al rossiccio, al crema e anche al blu); orlo sottile, ondulato, in genere più chiaro; superficie poroide biancastra o crema-ocra. Su un ramo di Cerro caduto Imenoforo
  7. Lepista nuda (Bull. : Fr.) Cooke; Regione Toscana; Novembre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Buon commestibile (dopo adeguata cottura!), dall’odore aromatico (spesso assai forte), gradevole e caratteristico; come le altre Lepista ha le lamelle che si possono separare, con una semplice pressione delle dita, dalla carne sovrastante. Colori che gravitano sul lilla-violetto (con eventuali sfumature bruno-rossastre in vecchiaia sul cappello) e che gli hanno valso il nome volgare di Agarico violetto; l’aggettivo nuda è invece riferito al rivestimento pileico liscio. Può confondersi con Lepista sordida: quest'ultima è però più esile, ha cappello meno carnoso e più igrofano, ha odore non aromatico ma piuttosto fungino-rancido, predilige ambienti erbosi antropizzati (parchi, giardini) mentre L. nuda è preferibilmente boschiva. In genere tutte le Lepista hanno la caratteristica di inglobare il substrato di crescita alla base del gambo ma L. nuda ne ingloba almeno il doppio, se non di più, rispetto alle altre specie. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 73, Pag. 179: “Lepista nuda va raccolta con tempo asciutto, quando la carne non è intrisa d'acqua. Buono e saporito solo dopo adeguata cottura, è lievemente tossico da crudo per presenza di tossine termolabili.”
  8. Buoni ritrovamenti, ma soprattutto SPERIAMO CHE PIOVA!! Il secco incombe... Alessandro ******************************** Indice della Toscana, mese di Novembre 2017, totale n° 15 specie. Amanita citrina (Schaeffer) Persoon; Post # 6 Clavariadelphus pistillaris (L.) Donk; Post # 9 Clitocybe nebularis (Batsch : Fr.) Kummer; Post # 5 Hydnum albidum Peck; Post # 15 Lepista nuda (Bull. : Fr.) Cooke; Post # 2 Lepista sordida (Schum. : Fr.) Singer; Post # 14 Lycoperdon excipuliforme (Scop. : Pers.) Pers. = Calvatia excipuliformis (Scop. : Pers.) Perdeck; Post # 11 Macrolepiota mastoidea (Fr. : Fr.) Singer; Post # 13 Macrolepiota procera (Scop. : Fr.) Sing.; Post # 10 Mycena rosea (Bulliard) Gramberg; Post # 4 Pseudoclitocybe obbata (Fr.) Singer; Post # 12 Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox = Collybia butyracea (Bull. : Fr.) Kummer; Post # 7 Stereum hirsutum (Wild. : Fr.) Pers.; Post # 8 Trametes gibbosa (Pers. : Fr.) Fr.; Post # 16 Trametes versicolor (L. : Fr.) Pilát; Post # 3 ********************** Non determinati: Lenzites cfr. betulina (L. : Fr.) Fr.; Post # 17
  9. Lepista nuda (Bull. : Fr.) Cooke; Regione Toscana; Ottobre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Buon commestibile (dopo adeguata cottura!), dall’odore aromatico (spesso assai forte), gradevole e caratteristico; come le altre Lepista ha le lamelle che si possono separare, con una semplice pressione delle dita, dalla carne sovrastante. Colori che gravitano sul lilla-violetto (con eventuali sfumature bruno-rossastre in vecchiaia sul cappello) e che gli hanno valso il nome volgare di Agarico violetto; l’aggettivo nuda è invece riferito al rivestimento pileico liscio. Può confondersi con Lepista sordida: quest'ultima è però più esile, ha cappello meno carnoso e più igrofano, ha odore non aromatico ma piuttosto fungino-rancido, predilige ambienti erbosi antropizzati (parchi, giardini) mentre L. nuda è preferibilmente boschiva. In genere tutte le Lepista hanno la caratteristica di inglobare il substrato di crescita alla base del gambo ma L. nuda ne ingloba almeno il doppio, se non di più, rispetto alle altre specie. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 73, Pag. 179: “Lepista nuda va raccolta con tempo asciutto, quando la carne non è intrisa d'acqua. Buono e saporito solo dopo adeguata cottura, è lievemente tossico da crudo per presenza di tossine termolabili.” ************** In un secco "tristissimo", unica specie da fotografare ***************************** Indice della Toscana, mese di Ottobre 2017, totale n° 32 specie. Amanita caesarea (Scop. : Fr.) Pers.; Post # 16; 27; 28 Amanita citrina (Schaeffer) Persoon; Post # 32 Amanita franchetii (Boud.) Fayod; Post # 24 Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link; Post # 19 Amanita rubescens (Pers. : Fr.) S.F. Gray; Post # 17 Armillaria mellea (Vahl) P. Kumm.; Post # 25 Boletus aemilii Barbier = Boletus spretus Bertéa; Post # 35 Boletus aereus Bull. : Fr.; Post # 11; 29 Clitocybe odora (Bull. : Fr.) Kummer; Post # 2 Desarmillaria tabescens (Scop. : Fr.) R.A. Koch & Aime = Armillaria tabescens (Scop. : Fr.) Emel; Post # 10; 39 Entoloma sinuatum (Bull.) P. Kumm. = Entoloma lividum (Bull.) Quélet; Post # 15 Gymnopilus junonius (Fr. : Fr.) P.D. Orton = Gymnopilus spectabilis (Weinmann : Fr.) A.H. Smith; Post # 36 Hericium erinaceus (Bull. : Fr.) Pers.; Post # 34 Imperator rhodopurpureus (Smotl.) Assyov, Bellanger, Bertéa, Courtec., Koller, Loizides, G. Marques, J.A. Muñoz, N. Oppicelli, D. Puddu, F. Rich. & P.-A. Moreau = Boletus rhodopurpureus Smotl.; Post # 26 Lactarius chrysorrheusus Fr.; Post # 18 Leccinellum crocipodium (Letellier) Della Maggiora & Trassin. = Leccinum crocipodium (Letellier) Watling; Post # 38 Leccinum duriusculum (Schulzer ex Kalchbr.) Singer; Post # 20 Lepiota clypeolaria (Bull. : Fr.) Kummer; Post # 13 Lepista nuda (Bull. : Fr.) Cooke; Post # 40 Lycoperdon perlatum Pers. : Pers.; Post # 5 Macrolepiota mastoidea (Fr. : Fr.) Singer; Post # 8 Macrolepiota procera (Scop. : Fr.) Sing.; Post # 3; 14 Mucidula mucida (Schrad. : Fr.) Pat. = Oudemansiella mucida (Schrad. : Fr.) v.Höhnel; Post # 4 Mycena rosea (Bulliard) Gramberg; Post # 30 Omphalotus olearius (De Cand. : Fr.) Fayod; Post # 12 Russula cyanoxantha (Schaeff.) Fr.; Post # 22 Russula vesca Fries; Post # 31 Trametes versicolor (L. : Fr.) Pilát; Post # 21 Tricholoma pardinum (Persoon : Secrétan) Quélet; Post # 33 Tricholoma sejunctum (Sow. : Fr.) Quél.; Post # 37 Tubulifera arachnoidea Jacq.; Post # 7 Xerocomus subtomentosus (L. : Fr.) Quélet; Post # 23 *************************** Non determinati Clitocybe cfr. costata Kühner & Romagnesi [= Infundibulicybe costata (Kühner & Romagn.) Harmaja]; Post # 6 Agaricus cfr. sylvaticus Schaeff. [= Agaricus haemorrhoidarius Schulzer]; Post # 9
  10. Gloeophyllum odoratum (Wulfen : Fries) Imazeki; Regione Trentino; Settembre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Con tipico e intenso odore di anice almeno negli esemplari più freschi e giovani. Si presenta solitamente come mensola priva di gambo, con dimensioni che possono arrivare a 20 cm e oltre di diametro. La superficie sterile è irregolare, grinzosa, gibbosa e nodulosa, di colore giallo cannella da giovane per diventare in età più scura, bruno-rossastro o rosso-nerastro. L’orlo della mensola è molto ampio e ispessito e mantiene generalmente una colorazione più chiara, giallognola o giallo-brunastra. Il contesto (carne) è molto tenace e fibroso, legnoso, di color cannella-brunastro e annerisce a contatto con le Basi forti (Idrato di potassio e Idrato di sodio). Cresce su legno morto di conifere, preferibilmente su Abete rosso. Considerata tra le specie più attivamente “demolitrici” di legno morto di conifera in quanto il legno da essa attaccato viene alterato e distrutto assai velocemente. Il legno attaccato da questa specie acquista lo stesso odore anisato.
  11. Desarmillaria tabescens (Scop. : Fr.) R.A. Koch & Aime; Regione Toscana; Ottobre 2017; Foto di Alessandro Francolini. = Armillaria tabescens (Scop. : Fr.) Emel
  12. Leccinellum crocipodium (Letellier) Della Maggiora & Trassin.; Regione Toscana; Ottobre 2017; Foto di Alessandro Francolini. = Leccinum crocipodium (Letellier) Watling "Leccino" legato in simbiosi con latifoglie (Querce caducifoglie, Carpini, Castagni e Faggi). La cuticola tende a divenire screpolata-areolata a maturità, specialmente a tempo secco; il suo colore va dal giallo-ocra (negli esemplari giovani) fino al bruno nerastro (a maturità). Solitamente presenta un gambo sinuoso e curvato, ventricoso ma attenuato sia all’apice che alla base; il suo colore va dal giallo chiaro negli esemplari più giovani a giallo con toni più scuri in età; è coperto da granulosità inizialmente concolori poi brunastre. La carne è bianca ma, al taglio, vira inizialmente al rosa violaceo per poi assumere un colore scuro. Il gambo è giallognolo in gioventù per divenire grigio-ocra a maturità; è cosparso di squamette concolori che tendono a scurirsi. Suoi simili (per le colorazioni del cappello) possono essere Leccinellum lepidum e Leccinellum corsicum; questi ultimi, però, hanno una scarsa tendenza a screpolarsi sul cappello ed hanno habitat diversi: sotto Leccio il L. lepidum e sotto Cisto il L. corsicum. Il viraggio: poco dopo il taglio Dopo una decina di minuti
  13. Tricholoma sejunctum (Sow. : Fr.) Quél.; Regione Toscana; Ottobre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 63, Pag. 167: “Ha cappello conico o campanulato, poi convesso con umbone ottuso e margine fessurato; superficie asciutta, percorsa da fibrille radiali brune o concolori su fondo di colore molto variabile: giallo-verde, verde oliva o verde scuro soprattutto verso il centro. L’elevata variabilità morfocromatica di questa specie e la sua ampia diffusione in areali diversi hanno contribuito alla creazione di molte varietà e forme. Gregario o subcespitoso nei boschi di latifoglie, in ambiente tendenzialmente termofilo o mediterraneo associato a Querce, Castagni, Carpini e Faggi; comune dall’autunno e pressoché indifferente al substrato. Tossico, responsabile di forme gastroenteriche. Inoltre pericoloso per la relativa somiglianza con la mortale Amanita phalloides.” La tipica sfumatura gialla nei due terzi superiori del gambo; frequente soprattutto negli esemplari maturi Particolare dell'attacco delle lamelle (smarginate) al gambo
  14. Gymnopilus junonius (Fr. : Fr.) P.D. Orton; Regione Toscana; Ottobre 2017; Foto di Alessandro Francolini. = Gymnopilus spectabilis (Weinmann : Fr.) A.H. Smith Specie tossica di notevoli dimensioni, con cappello che può raggiungere i 40 cm di diametro. Inconfondibile per le suddette dimensioni, per l'habitat di crescita (di solito cespitoso e in gruppi molto fitti su ceppaie, ma anche su basi di tronchi o radici di alberi morti o vivi), per la struttura massiccia, per la colorazione vistosa giallo-arancio vivo con possibili toni bruni, per l'anello molto ampio e persistente che a maturità può risultare appressato al gambo. Sapore amaro e odore leggero un po' pungente. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 144, Pag. 258: “Specie appariscente, con colori vivaci, cespitoso e robusto, questo fungo non passa inosservato sulle piante vive e morte dove cresce. Come altri funghi lignicoli si comporta in modo bivalente: parassita sulle piante vive, continua a essere ospite come saprotrofo una volta che queste sono morte.” Gambo un po' clavato-ingrossato alla base
  15. Boletus aemilii Barbier; Regione Toscana; Ottobre 2017; Foto di Alessandro Francolini. = Boletus spretus Bertéa Il colore del cappello potrebbe far pensare ad altre specie (Boletus regius, Boletus pseudoregius, alcuni Xerocomus dal cappello rosa – rossastro), ma il gambo robusto, non reticolato né costolato né liscio, ma provvisto di granulosità rossastra su fondo giallastro aiuta nella distinzione. Boletacea relativamente rara, ama clima caldo e asciutto, fruttificando presso latifoglie (soprattutto Quercia e Castagno) in estate-autunno. Ha cappello carnoso, convesso da giovane, poi piano-convesso, con orlo generalmente un poco eccedente; la sua cuticola è asciutta, di colore da rosa a rossastro più o meno scuro. Tubuli corti rispetto allo spessore della carne del cappello, gialli ma verdastri alla contusione o se esposti all’aria; i pori sono, a maturità, irregolari e angolosi, concolori ai tubuli, bluastri al tocco. Gambo solitamente grosso e robusto, giallo all’apice e altrove più o meno cosparso di granulosità rossastra; un po' bluastro se contuso. La carne ha colore da biancastro a giallino, con alone rosato – rossastro subito sotto la cuticola ed è più scura alla base del gambo. Mostra un viraggio più o meno evidente al blu-verdastro al taglio (in questi esemplari la carne ha subito un leggero viraggio iniziale per poi tornare, dopo un'ora circa, ad assumere colorazione giallina leggermente scurita, mantenendosi più scura alla base del gambo) . Odore (almeno in questi esemplari fotografati) leggero e gradevole, misto tra il fungino e l’humus; sapore dolciastro al primo assaggio, poi un po’ acidulo. Imenoforo; con pori irregolari e angolosi
  16. Hericium erinaceus (Bull. : Fr.) Pers.; Regione Toscana; Ottobre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Un bel fungo parassita, dalla forma complessiva rotondeggiante e compatta, di colore biancastro da giovane, con tendenza ad ingiallire e a imbrunirsi con l’età. Caratterizzato dalla presenza di aculei regolari, penduli e morbidi che ne ricoprono tutta la parte esposta all’aria. È fornito di un grosso bulbo basale con cui attecchisce al legno di piante viventi, in particolare Faggio e Quercia, sia alla base della pianta ospite ma anche a notevole altezza da terra. Dalla base si dipartono, in stretto contatto tra loro, vari rami carnosi, bianchi, di consistenza cotonosa, che si dividono a loro volta negli aculei superficiali su cui si trova l’imenoforo. Utilizzato da secoli nella medicina tradizionale cinese in quanto ritenuto efficace nella cura di alcune patologie (ulcere gastriche, carcinomi esofagei, diabete, ecc.). Altre specie di Hericium (come Hericium clathroides e Hericium coralloides) si distinguono macroscopicamente per la diversa disposizione con cui i rami carnosi si dipartono dalla base: ben distanziati tra loro e più volte biforcati in modo da formate un insieme a forma di corallo, non compatto né rotondeggiante. Se non fosse per il colore, a prima vista Hericium erinaceus potrebbe ricordare, soprattutto se reperito a livello del suolo come l’esemplare nelle foto, un “Riccio comune” (Erinaceus europaeus) quando, in presenza di pericolo, si contrae appallottolandosi su se stesso. Ai piedi di un Cerro; una sorta di "Riccio albino" che si sia appallottolato su se stesso... La grossa e lunga parte basale era ben attaccata alle radici In sezione si notano le ramificazioni a stretto contatto tra di loro e terminanti con gli aculei
  17. Tricholoma pardinum (Persoon : Secrétan) Quélet; Regione Toscana; Ottobre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 71, Pag. 176: “Molto velenoso. La sindrome cui dà luogo è di tipo gastrointestinale, a breve latenza. I primi sintomi insorgono precocemente, da mezz'ora a una o due ore dall'ingestione del fungo. L'intossicazione è piuttosto violenta ma con esito generalmente positivo. Solamente in rari casi è stato responsabile di decessi, a danno di persone probabilmente già in precario stato di salute. Fungo simbionte, predilige i boschi di Abete o misti al Faggio, raramente rinvenibile in faggete pure o sotto altre latifoglie, su substrato ricco di carbonati. Cresce a gruppi di pochi esemplari dalla tarda estate all'autunno non inoltrato. Nelle forme tipiche il riconoscimento di questa specie verte sulle seguenti caratteristiche: rivestimento del cappello con evidenti squamette scure, taglia carnosa e consistente, lamelle che, soprattutto negli esemplari giovani, possono essudare goccioline trasparenti e odore e sapore chiaramente evocanti la farina. Si tratta di una specie subdola in quanto pur avendo un elevato grado di tossicità possiede odore e sapore gradevoli. Questa caratteristica, congiuntamente alla somiglianza con specie commestibili e ricercate, lo rende doppiamente pericoloso.” ************** In bosco di Castagno Goccioline acquose depositate sul gambo
  18. Amanita citrina (Schaeffer) Persoon; Regione Toscana; Ottobre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Amanita molto comune sia in boschi di latifoglie che di aghifoglie. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 126, Pag. 238: “Ubiquitario, in particolare su terreni acidi e sabbiosi, dall’estate fino ai primi freddi dell’inverno; molto comune. Riconoscibile abbastanza agevolmente per il suo bulbo basale molto grosso ed evidente, la volva circoncisa, le placche sul cappello e il tipico odore di patate crude.”
  19. Russula vesca Fries; Regione Toscana; Ottobre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Le colorazioni tipiche di questa ottima Russula commestibile vanno da un bel vinoso-bruno per gli esemplari sotto conifera al rosa-lilacino per quelli sotto latifoglia. La cuticola è asportabile per due quinti del raggio, lasciando intravedere la carne bianca sottostante. Lamelle poco decorrenti, fitte e strette, un po’ lardacee in gioventù, bianche ma macchiate di ruggine o giallastro in vecchiaia o per manipolazione. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 161, Pag. 277: “Per la colorazione pileica, la tendenza a macchiarsi di giallo-brunastro nelle zone manipolate a lungo, la sporata bianca e il sapore interamente dolce ricordante la nocciola, è una Russula di facile identificazione. Le forme decolorate al nocciola (fo. avellanea) si possono confondere con R. heterophylla fo. adusta ma il portamento più massiccio di quest'ultima, le colorazioni toccate o macchiate di bronzo, le lamelle decorrenti e biforcate all'inserzione bastano per distinguerla sul campo. Nella sua forma verde (R. vesca fo. viridata) può essere confusa con le Griseinae , ma la sporata bianca di R. vesca le esclude a priori. La caratteristica della cuticola che si ritrae lasciando intravedere le lamelle, è ritenuta oggigiorno elemento poco attendibile e non prerogativo.”
  20. Mycena rosea (Bulliard) Gramberg; Regione Toscana; Ottobre 2017; Foto di Alessandro Francolini. M. pura (con cui si può confondere) è più esile, ha colori variabilissimi sul cappello (bianco, grigio, rosato, violaceo, bluastro, ecc. ma non così “rosa antico”), ha gambo più corto, meno fragile. I caratteri microscopici sono (quasi) sovrapponibili e, dal volume “Mycena d'Europa” di Giovanni Robich, “non sempre consentono una netta distinzione fra M. pura e M. rosea. Tuttavia, il più delle volte, M. rosea ha un cappello più grande e il gambo più largo e più lungo di M. pura.” Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 86, Pag. 193: “La taglia, i cromatismi e il modo di crescere con cappello a lungo campanulato, la rendono in assoluto uno dei funghi più belli ed eleganti che si possono incontrare nel bosco.”
  21. Boletus aereus Bull. : Fr.; Regione Toscana; Ottobre 2017; Foto di Alessandro Francolini. In autunno è molto frequente trovare questa specie nata ben nascosta, sotto alle foglie cadute
  22. Amanita caesarea (Scop. : Fr.) Pers.; Regione Toscana; Ottobre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Parassitata da Mycogone rosea che ne ha invaso tutta la superficie. Risulta quindi non commestibile. Esemplari non parassitati: la volva e il resto delle superfici non sono macchiati di rosa. In ogni caso, vista la facile deteriorità di questa specie, è sempre bene assicurarsi che alla raccolta (e a casa, prima di consumarli!) i vari esemplari non abbiano odore sgradevole (di muffa o di uovo marcio) ma abbiano un odore gradevole seppur lieve.
  23. Amanita caesarea (Scop. : Fr.) Pers.; Regione Toscana; Ottobre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Quasi sommersa dal fogliame Liberata dalle foglie Particolare dell'anello striato
  24. Imperator rhodopurpureus (Smotl.) Assyov, Bellanger, Bertéa, Courtec., Koller, Loizides, G. Marques, J.A. Muñoz, N. Oppicelli, D. Puddu, F. Rich. & P.-A. Moreau; Regione Toscana; Ottobre 2017; foto di Alessandro Francolini. = Boletus rhodopurpureus Smotl. L’epiteto specifico rhodopurpureus deriva dai termini greci rhódon = rosa e porphýreos = porpora-scarlatto. Una caratteristica macroscopica riportata in letteratura che dovrebbe caratterizzare l’Imperator rhodopurpureus (e le sue varietà o forme) da altri boleti simili è la sua cuticola che fin da giovane si presenta rugosa e non liscia. Altra caratteristica riportata in letteratura e che lo differenzia dal simile Imperator luteocupreus (= Boletus luteocupreus) è la seguente: nell’Imperator rhodopurpureus il cappello assume all'inizio una colorazione rosata per diventare ben presto (in modo naturale e non solo per viraggio indotto da sfregamento con corpi estranei) rosa-salmone o rosa-lilla intenso fino al colore rosso-bruno-nerastro a maturità e tali colorazioni, miscelate, ricoprono tutto il cappello; mentre il cappello di Imperator luteocupreus è caratterizzato da colorazioni complessivamente giallo-cromo almeno da giovane con eventuali tonalità aranciate al centro; successivamente, e solo per viraggio dovuto a contatto con fili d'erba, gocce di pioggia e altro, il cappello assume nelle zone contuse tonalità iniziali blu per virare poi a toni rosso-lampone o rosso-rame; il tutto non in maniera uniforme ma con macchie color blu nelle zone contuse di recente e di color rosso-rame nelle zone contuse da più tempo, lasciando intravedere soprattutto all’orlo e nelle zone non contuse l’iniziale colore giallastro. Inoltre a completa maturazione il cappello di I. luteocupreus assume tonalità plumbee, grigiastre, al contrario del cappello di I. rhodopurpureus che rimane con toni bruno-rossastri con sfumature viola sordido. Il viraggio della carne al blu in seguito al taglio sarebbe inoltre molto più pronunciato e violento in I. luteocupreus che in I. rhodopurpureus. Altra differenza riportata in parte della letteratura è data sia dalla colorazione del reticolo del gambo che dal colore dei pori: nei primordi di I. rhodopurpureus le maglie del reticolo sono di colore giallo così come i pori per divenire ben presto rosso sangue, mentre in I. luteocupreus reticolo e pori sono fin dall'inizio di colore rosso sangue; inoltre in I. luteocupreus il rosso sangue della superficie poroide sfuma spesso in tonalità giallo-aranciate verso il margine pileico. Il forte viraggio per contusione in I. luteocupreus al blu e in seguito al rosso-vinoso o rosso-ramato può comunque rendere difficoltosa la distinzione tra le due specie. L’epiteto specifico luteocupreus deriva dai termini latini lúteus = giallo, dorato e da cupreus (derivato di cuprum = rame). Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 213, Pag. 334: “Caratteristico il viraggio molto intenso, blu nerastro, in questa specie se corrosa, contusa o tagliata. Talvolta sono presenti vistosi segni realizzatisi in modo spontaneo a seguito dello sfioramento con corpi vari incontrati in ambiente durante la crescita. Si confonde con il Rubroboletus rhodoxanthus che presenta il cappello inizialmente crema giallastro-biancastro e carne del gambo gialla immutabile. Imperator luteocupreus (= Boletus luteocupreus) con cappello giallastro crema-rosato al centro poi rossastro laterizio è un’altra specie vicina e confondibile con questo fungo.”
  25. Armillaria mellea (Vahl) P. Kumm.; Regione Toscana; Ottobre 2017; foto di Alessandro Francolini. “Chiodino” o “Famigliola buona”; ma anche “Agarico mielato”, “Budlein”, “Centofamiglie”, “Chiovatelli”, “Fabiòla”, “Famigliola rossa”, “Famigliola di cipresso”, “Fong del morar”, “Fong mouron”, “Fons de robinia”, “Funcia de speziu”, “Fungo del gelso”, “Funzo de sarxo”, “Funzetti”, “Gaboreu”, “Gabrin”, “Gobbarin”, “Marzigliola”, “Mazzillore”, “Nugaroi”, “Poledri”, “Quarzul”, “Rogagn”, “Sementini”, “Spergifamiglia”, “Spiantafamiglie”... sono solo alcuni degli innumerevoli nomi dialettali o locali impiegati per designare una specie collettiva (Armillaria mellea s. l.): una delle specie più raccolte e, probabilmente, una delle specie responsabili della maggior parte delle intossicazioni gastro-intestinali da funghi. Infatti la sua commestibilià è non solo legata ad una cottura prolungata (mediamente 40-45 minuti dal primo bollore per eliminare alcune tossine termolabili) ma dipende da molti altri fattori come, ad esempio: # se vengono consumati esemplari grandi e vetusti (in cui può già essere in atto la decomposizione), # se vengono consumati esemplari che hanno subito gelate notturne in ambiente (fatto non remoto, dato il periodo tardo-autunnale in cui i chiodini possono fare la loro comparsa); gli esemplari congelati diventano tossici a causa di particolari modificazioni chimiche dei loro tessuti, # se vengono consumati esemplari maturi assieme ai gambi (che, a maturità, contengono una discreta quantità di chitina: tanto per fare un esempio sarebbe come mangiare il carapace o le chele di un’aragosta), # se vengono consumati esemplari raccolti e surgelati senza prebollitura; # se vengono raccolti senza le dovute cautele: non è raro infatti trovare i “chiodini” mescolati a specie tossiche più o meno confondibili (almeno per i più sprovveduti) come varie specie di Hypholoma (in tal caso l’intossicazione si fa più seria!) Armillaria mellea in senso stretto è caratterizzata da: crescita cespitosa a volte di innumerevoli esemplari (ma anche isolata), saproparassita su latifoglie; colorazioni del cappello variabilissime: dal color miele (da cui il nome) al color cannella, dal color cuoio al bruno, dal bruno-rossastro all’olivastro, con centro del cappello più scuro; piccole squamette erette a mo’ di uncini presenti soprattutto al centro del cappello, presso l’umbone, e più rade alla periferia; tali squamette tendono a sparire a maturità; gambo slanciato, dalle tonalità più chiare (anche crema-rosate) in alto sopra l’anello, fino a toni bruno-scuri verso la base; presenza di un anello membranoso, persistente e striato (residuo del velo parziale) che nel suo insieme ricorda una calza che inguaina il gambo (armilla); colorazioni pallide nella faccia superiore dell’anello e da bruno-giallo a bruno-rossastro nella faccia inferiore, mentre il bordo dell’anello varia dal bianco al giallognolo chiaro; odore spermatico e sapore da acidulo a dolciastro. Quando cresce isolata può raggiungere diametro pileico rilevante, anche di 20 cm. Fra le più frequenti (almeno in Italia) specie di Armillaria simili vi sono: A. tabescens (con stesso habitat ma di dimensioni più contenute anche a maturità e, soprattutto, priva di anello); A. ostoyae(cresce preferibilmente su conifere, ha colorazioni più cupe, le squamette sul cappello sono persistenti e presenta il bordo dell’anello decorato di squamette bruno-scure, così come bruno scuro può essere il margine del cappello); A. gallica (di preferenza cresce apparentemente su terreno ma, in realtà, su ceppaie o legni interrati di latifoglie, a individui più o meno isolati o a piccoli gruppi; manifesta residui gialli del velo che decorano sia il gambo che l’anello che il cappello sottoforma di squame erette; l’anello stesso non è membranoso ma piuttosto fugace; sembra la più indigesta di tutto il gruppo); A. cepistipes (ha portamento gracile, colorazioni più pallide, anello poco consistente e fugace, è piuttosto igrofana e presenta orlo del cappello decisamente striato negli esemplari maturi). Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 59, Pag. 163: “È un fungo camaleontico a seconda del cespo ospite: giallo miele se nasce dal Gelso, bruno o bruno-rossastro dalle Querce, risulta a volte completamente candido se ospite di Acacia. Per capire se una Armillaria ha subito gelate notturne ed è quindi da respingere, bisogna controllare che la carne sia sempre bianco latte e mai brunastra.” ********* Un cespo con colori chiari; evidente l'anello sul gambo Un cespo dai colori del "miele di castagno"
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