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Cortinarius glaucopus (Schaeff. : Fr.) Fr. 1821
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Cortinarius glaucopus (Schaeff. : Fr.) Fr.; Regione Toscana; Massa Marittima; Ottobre 2016. Foto di Massimo Biraghi. -
Cortinarius ionochlorus R. Maire 1937
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Cortinarius ionochlorus R. Maire; Regione Toscana, Massa Marittima; Ottobre 2016. Foto di Massimo Biraghi. -
Clavariadelphus flavoimmaturus R.H. Petersen 1974
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Clavariadelphus flavoimmaturus R.H. Petersen; Regione Toscana, Massa Marittima; Ottobre 2016. Foto di Massimo Biraghi. -
Armillaria gallica Marxm. & Romagn. 1987
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Armillaria gallica Marxm. & Romagn.; Regione Toscana, Massa Marittima; Ottobre 2016. Foto di Massimo Biraghi. -
Desarmillaria tabescens (Scop.) R.A. Koch & Aime 2017
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Desarmillaria tabescens (Scop.) R.A. Koch & Aime; Regione Toscana, Massa Marittima; Ottobre 2016. Foto di Massimo Biraghi. -
Agaricus brunneolus (J.E. Lange) Pilát 1951
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Agaricus brunneolus (J.E. Lange) Pilát; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. A grandi linee ci troviamo di fronte a un “prataiolo” dal cappello rossastro, dall’odore gradevole di mandorle amare e dalla carne che al taglio diventa gialla, anche intensamente, soprattutto nella parte bassa del gambo. Entrando un po’ più nei particolari. Fruttifica in parchi o giardini, ma soprattutto in boschi temperati di latifoglie, querceti in particolare. La tonalità rossastra del cappello è dovuta alla cuticola color porpora che, con la crescita del fungo, si dissocia in squame fibrillose e appressate, più fitte al centro e più rade verso il margine in cui si può osservare il colore di fondo biancastro. Lamelle rosate nei giovani, poi bruno-rossastro scuro, color cioccolato scuro in età per il depositarsi delle spore; con filo eroso, sterile e quindi biancastro. Il gambo è relativamente corto o addirittura tozzo, anche ritorto alla base, bianco ma ingiallente al di sotto dell’anello; a volte un po’ bulboso. L’anello, negli esemplari maturi, è collocato più o meno nella parte mediana del gambo; è supero e semplice, bianco ma presto ingiallente, sottile e presto lacerato. Per i suoi cromatismi può essere confuso con Agaricus dulcidulus Schulzer, che tuttavia ha taglia minore e fruttifica sotto conifere; con esemplari bruno-rossastri di Agaricus silvaticus Schaeff., che ha carne arrossante al taglio e odore fungino; con Agaricus impudicus (Rea) Pilát, che ha carne bianca quasi immutabile, con le lamelle che alla contusione diventano rossastre e odore sgradevole, simile a quello di Lepiota cristata (cioè paragonabile a quello della gomma più o meno bruciata, del copertone surriscaldato delle ruote o simili).- 12 risposte
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- psalliota purpurascens
- agaricus brunneolus
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Amanita echinocephala (Vittad.) Quél. 1872
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Amanita echinocephala (Vittad.) Quél.; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. In greco echìnos indica il porcospino; da qui, per estensione, l’elemento echino- impiegato come prefisso per indicare qualcosa di spinoso, aculeato. Inoltre, sempre dal greco, kefalê indica testa, capo; da cui il latino scientifico cephalus con identico significato. Quindi, letteralmente, si tratta di un’Amanita col capo (cappello) spinoso, dotato di aculei. Epiteto più appropriato non poteva essere scelto per questa bella Amanita! Caratteristico è infatti il suo cappello decorato da molte verruche appuntite o di forma conico-piramidale: aspetto che aiuta a determinarla con facilità direttamente sul campo. Il cappello (da 6 a 15 cm di diametro) è inizialmente subgloboso emisferico, poi convesso, piano-convesso e, a maturità, piano o addirittura un po’ depresso; complessivamente, si presenta di colore grigio chiaro o grigio-argentato, ma anche grigio-brunastro chiaro in alcuni esemplari, mentre le verruche sono bianco-grigiastre, più fitte verso il centro e più rade verso il margine; tali verruche aderiscono alla cuticola negli esemplari giovani, poi tendono a divenire detersili con l’età, soprattutto a partire dal margine. Lamelle fitte, di colore bianco-crema con riflessi crema-verdolino in età, a causa della colorazione sporale che in questa specie è color crema con sfumature verdognole. Gambo cilindrico, bianco, attenuato all’apice e bulboso alla base, quasi liscio sopra l’anello e decorato di squamosità bianche al di sotto. Anello pendulo, ampio e membranoso, persistente (eventualmente fugace a maturità), striato e col bordo ornamentato da fioccosità. La volva è biancastra e friabile, si dissocia fin da giovane in piccole squamette fioccose che vanno ad aderire sul bulbo basale e sulla parte inferiore del gambo. Specie abbastanza rara, cresce all’interno o al bordo di boschi termofili di latifoglie, anche lungo sentieri e stradelle, in estate-autunno. Nonostante in alcuni testi venga ritenuta specie commestibile dopo adeguata cottura, si tratta in realtà di specie velenosa in quanto responsabile di sindrome norleucinica o nefrotossica o smithiana. Specie simili nella colorazione generale, ma facilmente distinguibili ad un attento esame, possono essere: Amanita vittadini caratterizzata da belle squame fioccose e in rilievo che ne rivestono cappello e gambo; Amanita strobiliformis che ha cappello cosparso di placche verrucose più o meno ampie e irregolari, con anello fioccoso e cremoso (come di burro che si scioglie sotto le dita); Amanita boudieri, specie solitamente primaverile, che è più piccola, ha squamette sul cappello meno appuntite o piatte, irregolari, con anello cremoso e fugace, presto dissolto senza lasciare tracce sul gambo; Amanita ovoidea e Amanita proxima che hanno cappello liscio o tutt’al più con rare placche, residui del velo, di colore rispettivamente bianco-crema e ocra. Esemplare reperito al bordo di una boscaglia con latifoglie varie. Particolare del cappello e degli "aculei". Anello decorato. Volva dissociata in varie squamette. -
Russula vesca Fries 1836
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Russula vesca Fries; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Le colorazioni tipiche di questa ottima Russula commestibile vanno da un bel vinoso-bruno per gli esemplari sotto conifera al rosa-lilacino per quelli sotto latifoglia. La cuticola è asportabile per due quinti del raggio, lasciando intravedere la carne bianca sottostante. Lamelle poco decorrenti, fitte e strette, un po’ lardacee in gioventù, bianche ma macchiate di ruggine o giallastro in vecchiaia o per manipolazione. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 161, Pag. 277: “Per la colorazione pileica, la tendenza a macchiarsi di giallo-brunastro nelle zone manipolate a lungo, la sporata bianca e il sapore interamente dolce ricordante la nocciola, è una Russula di facile identificazione. Le forme decolorate al nocciola (fo. avellanea) si possono confondere con R. heterophylla fo. adusta ma il portamento più massiccio di quest'ultima, le colorazioni toccate o macchiate di bronzo, le lamelle decorrenti e biforcate all'inserzione bastano per distinguerla sul campo. Nella sua forma verde (R. vesca fo. viridata) può essere confusa con le Griseinae , ma la sporata bianca di R. vesca le esclude a priori. La caratteristica della cuticola che si ritrae lasciando intravedere le lamelle, è ritenuta oggigiorno elemento poco attendibile e non prerogativo.”- 32 risposte
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- russula vesca
- russula edule
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Russula sardonia Fr. 1838
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Russula sardonia Fr.; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Una Russula, assai comune, dalla carne molto acre alla masticazione, con odore insignificante o debole fruttato. Cresce sotto Pini a due aghi ed è solitamente riconoscibile per il contrasto tra il colore giallo-citrino delle lamelle (soprattutto in età) e il colore del cappello che varia da viola scuro a viola-porpora a viola-bruno, più evidente al centro e, solitamente, più sbiadito verso il margine. Il cappello (di dimensioni 3,5 – 10 cm) si presenta, a maturità, piano anche un po’ depresso al centro, eventualmente con una sorta di umbone irregolare. Gambo duro e cilindrico, con leggero ispessimento mediano, sfumato in modo più o meno parziale di toni viola o rosa-violacei, soprattutto alla base e cosparso di una fine pruina. La confusione con la simile Russula torulosa (fruttificante nello stesso habitat) è risolta dalla maggior robustezza di quest’ultima che presenta comunque lamelle bianche o biancastro-crema ma non citrine. Anche la carne presenta sfumature diverse: biancastra con sfumatura citrina in R. drimeia (escludendo la porzione sottocuticolare in cui è concolore al cappello), biancastra in R. torulosa (escludendo la porzione sottocuticolare in cui è rosso-violacea). Inoltre R. torulosa reagisce positivamente (rosa-rossastro) all'ammoniaca, mentre tale reazione è nulla in R. drimeia. Esemplare vetusto, e un po' disidratato; il contrasto dei colori tra imenoforo e cappello è ancora più evidente: -
Tricholoma pardinum (Pers. : Secr.) Quél. 1873
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Tricholoma pardinum (Pers. : Secr.) Quél.; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Esemplare giovane e tozzo, reperito in bosco misto Castagno-Faggio: Le tipiche goccioline acquose sul lamelle e gambo: Il cappello è stato "assaggiato" da qualche lumaca attratta probabilmente dalla carne dolce. Ma le lumache hanno un altro apparato digerente rispetto al nostro... -
Agaricus moelleri Wasser 1976
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Agaricus moelleri Wasser; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Anello giallo sul bordo; gambo ingiallente nelle zone contuse: Decorazione del cappello: -
Hygrophorus cossus (Sow. : Fr.) Fr. 1838
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Hygrophorus cossus (Sow. : Fr.) Fr.; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Hygrophorus cossus può essere confuso con Hygrophorus eburneus per i caratteri morfocromatici. Di aiuto per la distinzione è l’odore (oltre che a particolari reazioni macrochimiche): l’odore di H. eburneus viene riportato anche come “odore di giacinto” e ciò facilita la separazione da H. cossus che ha in genere odore sgradevole (come di formaggio di capra o di topinambur o di larva di Phoelena cossus, da cui il nome). Tale odore “caprino” perdura anche per un certo tempo sulle mani dopo averlo toccato. Anche la sfumatura delle lamelle può aiutare: con eventuali tonalità rosate in H. eburneus; con tonalità bianco-grigiastre in H. cossus. Inoltre H. cossus ha un habitat prevalentemente presso quercia, mentre H. eburneus predilige la presenza del Faggio. Esemplari reperiti in bosco misto Castagno-Faggio. Particolarmente glutinosi e scivolosi, col risultato di avere le mani "profumate" di formaggio caprino per una decina di minuti. -
Infundibulicybe geotropa (Bull. : Fr.) Harmaja 2003
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Infundibulicybe geotropa (Bull. : Fr.) Harmaja; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Il tipico e piccolo umboncino nel centro del cappello. Negli esemplari molto grandi e maturi può essere di aiuto, premendolo con un dito, per capire se il fungo è in buone condizioni oppure no: se risulta consistente e duro allora il fungo è in "ottime" condizioni; se invece è cedevole e morbido o molliccio allora il fungo è di solito invaso dalle larve oppure troppo vecchio. -
Infundibulicybe costata (Kühner & Romagn.) Harmaja 2003
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Infundibulicybe costata (Kühner & Romagn.) Harmaja; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Specie simile (quasi un sosia) del più comune e frequente “imbutino” (Clitocybe gibba), ma avente cappello non umbonato e striato al margine in modo caratteristico, con costolature a forma di “Y”. Il gambo è concolore al cappello e l’odore più forte e marcato (fungino-cianico) rispetto a C. gibba. Visto che anche C. gibba può presentare saltuariamente tali caratteri in alcune sue varianti, per distinguere con certezza le due specie si può eseguire un test macrochimico: una goccia di idrossido di Potassio (KOH) messa sulla superficie del cappello di C. costata provoca una colorazione marrone scuro che non si verifica in C. gibba. -
Clitocybe nebularis (Batsch : Fr.) P. Kumm. 1871
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Clitocybe nebularis (Batsch : Fr.) P. Kumm.; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Dall'aspetto boletoide. Sotto Pino a due aghi: -
Stropharia caerulea Kreisel 1979
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Stropharia caerulea Kreisel; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Bella specie di Stropharia, caratterizzata dal colore verde-celeste-violetto del cappello, con chiazzature gialle a maturità; gambo concolore con anellino fugace; lamelle inizialmente chiare poi brunastre per la maturazione delle spore; filo lamellare fertile e quindi concolore alle lamelle o addirittura più scuro nel caso in cui la maturazione delle spore avvenga prima sul filo che sulla faccia della lamella. Di solito il gambo è ricco di ife rizomorfe. Habitat preferenziale sotto faggio, ma presente anche sotto conifere. Sua simile è S. aeruginosa con cappello dai toni blu-verdastri, con minori decolorazioni sul giallo e con presenza di residui velari biancastri; gambo con anello membranoso e abbastanza persistente; lamelle dal filo sterile e quindi sempre più biancastro rispetto alla faccia lamellare. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 148, Pag. 263: “Il Genere Stropharia in Europa comprende una ventina di specie circa, con crescita terricola e lignicola, in alcuni casi fimicola, caratterizzate da carne omogenea, anello al gambo e sporata bruno-porpora-violacea.” -
Laeticutis cristata (Schaeff. : Fr.) Audet 2010
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Laeticutis cristata (Schaeff. : Fr.) Audet; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini.- 9 risposte
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- laeticutis cristata
- albatrellus cristatus
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Hygrophorus eburneus (Bull. : Fr.) Fr. 1836
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Hygrophorus eburneus (Bull. : Fr.) Fr.; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Hygrophorus eburneus può essere confuso con Hygrophorus cossus per i caratteri morfocromatici. Di aiuto per la distinzione è l’odore (oltre che a particolari reazioni macrochimiche): l’odore di H. eburneus viene riportato anche come “odore di giacinto” (gli esemplari in foto avevano un odore particolare, gradevole, misto tra floreale e acuto, come di buccia di limone) e ciò facilita la separazione da H. cossus che ha in genere odore sgradevole (come di formaggio di capra o di topinambur o di larva di Phoelena cossus, da cui il nome). Anche la sfumatura delle lamelle può aiutare: con eventuali tonalità rosate in H. eburneus; con tonalità bianco-grigiastre in H. cossus. Inoltre H. cossus ha un habitat prevalentemente presso quercia, mentre H. eburneus predilige la presenza del Faggio. Nelle foto: esemplari reperiti in bosco misto Castagno-Faggio-Quercia. -
Tricholoma josserandii Bon 1975
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Tricholoma josserandii Bon; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Dalla scheda AMINT, redatta da Massimo Biraghi: “Specie rara ma ben distribuita nelle località conosciute, fruttifica generalmente in boschi di media-bassa collina di Pinus sylvestris frammisto con Castanea sativa, ma ritrovato anche sotto Quercus ilex ed Erica arborea, generalmente in tardo autunno e fino ai primi geli. Cappello di medie dimensioni, 4-8 cm di diametro, inizialmente emisferico-convesso, poi convesso appianato a maturazione, raramente completamente disteso, in questa fase può assumere un portamento flessuoso-ondulato, è presente un largo umbone a volte poco visibile, il margine è generalmente liscio ed uniforme. Carne fibrosa, poco consistente nel cappello, stopposa nel gambo, biancastra con sfumature grigiatre, anche leggermente rosate in vecchiaia e localizzate nella parte inferiore del gambo, odore complesso di farina rancida ma con timbro marcato di cimice, più evidente negli esemplari maturi, sapore analogo, amarognolo, sgradevole dopo prolungata masticazione. Tossico, responsabile di sindrome gastroenterica di grave entità paragonabile a quella provocata da Tricholoma pardinum, Entoloma lividum e Omphalotus olearius. Per le caratteristiche morfocromatiche Tricholoma josserandii è specie facilmente confondibile con specie notoriamente commestibili e ricercate dai micofagi abituali, quali le cosidette "morette" ovvero tutte quelle specie appartenenti al gruppo del Tricholoma terreum, ma in particolare con il ricercato Tricholoma portentosum con il quale condivide habitat e periodo di fruttificazione. Quest'ultimo si differenzia subito sul campo per il cappello percorso da fibrille radiali, la colorazione giallastra presente nella zona sottocuticolare, nelle lamelle e nel gambo, nonché per l'odore di farina fresca. Più difficile per i neofiti il riconoscimento con i Tricholoma del gruppo Tricholoma terreum. L'osservazione delle decorazioni pileiche, del gambo presto cavo negli esemplari adulti, e in particolar modo delle proprietà organolettiche sono di estrema importanza per differenziare questo gruppo di funghi dalle colorazioni monotone: infatti, pur avendo differenti odori (farinoso, erbaceo, subnullo, pepe fresco), nessuna "moretta" ha sentore cimicino e gusto sgradevole al palato.” -
Tricholoma sejunctum (Sowerby : Fr.) Quél. 1872
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Tricholoma sejunctum (Sowerby : Fr.) Quél.; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Qui messo a confronto cromatico (relativamente al cappello) con una Amanita phalloides (a destra) reperita nelle vicinanze. Ovviamente la morfologia è totalmente diversificata tra le due specie! -
Hydnum rufescens (Pers. : Fr:) Poir. 1808
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Hydnum rufescens (Pers. : Fr.) Poir.; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Hydnum di facile identificazione grazie ad alcune caratteristiche: la taglia mediamente piccola (con cappello al massimo di 6-7 cm di diametro), i colori del cappello relativamente vivaci (dal giallo-ocra all’arancio-fulvo più o meno carico), imenoforo con aculei non decorrenti sul gambo, carne leggermente amarognola. Raramente si presenta con esemplari concresciuti. Simile ma di taglia ben maggiore è il più noto “steccherino dorato” H. repandum caratterizzato dal colore pileico pallido (dal giallastro-beige al rosa-carnicino, raramente arancio chiaro), dal crescere sovente concresciuto con numerosi altri esemplari, dagli aculei nettamente decorrenti sul gambo, dalla carne dolce o leggermente amarognola negli esemplari vetusti, dall’odore fruttato gradevole; la confusione con H. albidum è scongiurata per il suo colore bianco candido nei giovani esemplari (giallastro a maturità o per contusione) e per i suoi aculei leggermente decorrenti. -
Hebeloma radicosum (Bull. : Fr.) Ricken 1911
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Hebeloma radicosum (Bull. : Fr.) Ricken; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Riconoscibile tra la “monotonia” cromatica degli Hebeloma per alcuni caratteri inconfondibili: anello membranoso evidente da giovane (caduco in età); gambo interrato nel substrato grazie a una lunga “radice” affusolata che si può presentare anche più larga del gambo esposto all’aria; odore caratteristico di colla “Coccoina” (mandorle amare) e sapore amarognolo; cappello vischioso a tempo umido, con residui del velo parziale sotto forma di squamette più scure del colore di fondo e più appressate al centro. Habitat presso latifoglie con predilezione per il Faggio, con crescita vicino a ceppi o tronchi più o meno interrati; il Courtecuisse riporta che la sua presenza può indicare la vicinanza di qualche tana sotterranea di piccoli mammiferi (talpe, topi selvatici). Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 133, Pag. 246: “Si tratta di una specie oggetto di numerose vicissitudini tassonomiche, in quanto gli studiosi non erano concordi con la posizione da assegnarle; a causa della presenza dell’anello sul gambo, era stata addirittura inserita nel Genere Pholiota ma aspetto, portamento e quadro microscopico sono più vicini al genere Hebeloma all’interno del quale è stata poi posizionata.” Bosco misto Castagno-Faggio -
Lactarius subumbonatus Lindgren 1845
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Lactarius subumbonatus Lindgren; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Lattario con cappello dalle tonalità scure: da bruno-rossastro al bruno-nerastro; cuticola rugosa e grinzosa, soprattutto al centro che solitamente è depresso e può manifestare la presenza di un piccolo umbone o papilla; il margine è incurvato verso il basso, più disteso a maturità, e più o meno scanalato. Gambo cilindrico, anche irregolare, concolore al cappello, con pruina biancastra all’apice. Lamelle adnate-subdecorrenti. Latice più o meno scarso, acquoso e quasi trasparente, immutabile, di sapore quasi nullo o mite. Carne con odore netto di cimice (soprattutto allo strofinio o alla frattura) e sapore da mite a un po’ rancido. -
Poronia punctata (L. : Fr.) Fr. 1849
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Poronia punctata (L. : Fr.) Fr.; Regione Umbria; Giugno 2019; Foto e commento di Tomaso Lezzi. Raduno AMi Umbria 2019 a Polino. Esemplari che presentano un particolare colore arancio salmone, probabilmente per effetto del freddo notturno e dell'invecchiamento. Periteci. Osservazione in Rosso Congo; 100×.- 3 risposte
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- peziza punctata
- poronia punctata
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Inocybe flocculosa Saccardo 1887
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Inocybe flocculosa Sacc. = Inocybe flocculosa var. crocifolia (Herink) Kuyper; Regione Umbria; Giugno 2019; Foto di Stefano Rocchi. Raduno AMi Umbria 2019 a Polino Determinazione fatta da Tomaso Lezzi e Mario Iannotti al Raduno dell'AMi Umbria di Polino (TR).