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Archivio Micologico

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  1. Ramaria formosa (Pers.: Fr.) Quél.; Regione Abruzzo, Parco Nazionale; Ottobre 2012; Foto di Mauro Cittadini. Microscopia: spore (11)12 -16(18) x 4-5(5,5) µm, cilindriche, strettamente ellissoidi, distintamente verrucose. Basidi sia tetra che bisporici, clavati. GAF presenti ma non diffusissimi.
  2. Ramaria formosa (Pers.: Fr.) Quél.; Regione Toscana; Luglio 2009; Foto di Alessandro Francolini. Ramaria tossica, da giovane individuabile sul campo grazie ad alcune caratteri tipici: presenza di tre colori (bianco alla base del tronco, rosa salmone sui rami, con giallo all’apice dei rami stessi), andamento grossolanamente parallelo dei rami (e non a rami divergenti o sparpagliati come in specie ad essa cromaticamente avvicinabili). A maturità i colori diventano uniformemente smorti, come in tutte le Ramaria; ciò rende la determinazione basata solo su caratteri macroscopici problematica e spesso improponibile. Dal TUTTO FUNGHI pag. 182: “Tossico, l'ingestione produce avvelenamenti con effetti gastroenterici importanti. È una delle poche Ramaria a poter essere classificata macroscopicamente, ciò nonostante è spesso causa di avvelenamenti, anche pesanti, per la raccolta indiscriminata delle Manine o Ditoleche viene fatta senza criterio da numerosi cercatori imprudenti. Il fatto che le Ramaria a maturità assumano colori smorti e del tutto monotoni, deve invitare il principiante alla massima prudenza. Solo l’analisi microscopica riesce a delimitarle con certezza, indagine che come sappiamo, non viene svolta in cucina. Le Ramaria sono comunque funghi insipidi, poco digeribili, in molti casi seriamente velenosi, a maturità tutti molto simili e non delimitabili a prima vista. Nel loro insieme sono ottime ragioni per abbandonare l’uso alimentare di questi funghi. Del resto non tutto ciò che attrae per la sua bellezza deve necessariamente avere un interesse gastronomico; con le Ramaria è meglio orientare l’innegabile attrazione visiva allo studio, all’osservazione naturalistica e alla fotografia.” In bosco di Castagno; altezza 700 m s.l.m. I tre colori che sfumano l'uno nell'altro.
  3. Ramaria formosa (Pers.: Fr.) Quél.; Regione Liguria; Ottobre 2010; Foto di Alessandro Remorini.
  4. Ramaria formosa (Pers.: Fr.) Quél.; Regione Liguria; Ottobre 2010; Foto di Maria Ligure.
  5. Ramaria formosa (Pers.: Fr.) Quél.; Regione Liguria; Settembre 2010; Foto di Maria Ligure.
  6. Ramaria formosa (Pers.: Fr.) Quél.; Regione Lazio; Novembre 2010; Foto di Tomaso Lezzi. Questo giovane campione di Ramaria trovato sotto Sughera ha i colori molto saturi, quasi fluorescenti. GAF scarsi, ma presenti. Dopo cinque giorni la maturazione delle spore ocra si sovrappone al colore dei rami e il tutto assume un colore più giallastro-ocraceo. Ed ecco spiegato perché molte persone che consumano le Ramaria gialle si intossicano con Ramaria formosa o con altre specie tossiche. A maturazione sono molte le specie di Ramaria che assumono tutte più o meno lo stesso colore, quello delle spore! Microscopia Spore decorate con verruche affusolate, allungate, osservazione in Blu Cotone Lattico a caldo.
  7. Ramaria formosa (Pers.: Fr.) Quél.; Regione Umbria; Novembre 2009; Foto di Tomaso Lezzi. Rami bianchi alla base, rosa nella parte intermedia e gialli alle estremità. Un particolare dei rami.
  8. Ramaria formosa (Pers.: Fr.) Quél.; Regione Umbria; Giugno 2008; Foto di Luigi Minciarelli. Un particolare dei rami con i tre colori: bianco, rosa, giallo.
  9. Ramaria formosa (Pers.: Fr.) Quél.; Regione Lazio; Settembre 2005; Foto di Gianni Pilato. Miceti interessanti e molto fotogenici, ma assolutamente micidiali per i nostri villi intestinali! Ramaria formosa (Pers.: Fr.) Quél.; Regione Liguria; Anno 2006; Foto di Maria Ligure. Sezione di un basidioma: gambo bianco, rami rosa ed apici gialli.
  10. Ramaria formosa (Pers.: Fr.) Quél.; Regione Marche; Novembre 2005; Foto di Pietro Curti. Tipici cromatismi in Ramaria formosa, base del fungo coralloide bianca, rami principali rosa salmone, punte apicali giallo limone.
  11. Ramaria formosa (Pers.: Fr.) Quél.; Regione Marche; Anno 2004; Foto di Pietro Curti. Come le altre specie di questo Genere, è conosciuta con il nome volgare di Manine. Questa specie è tossica e provoca diarree persistenti. Cresce nei boschi di latifoglie, inodore, con sapore lievemente amaro, presenta la seguenti caratteristiche cromatiche: tre colori da giovane, tronco bianco, rami primari rosa e secondari gialli, con l’età queste colorazioni si uniformano e come molte Ramaria assume un colore giallastro. Rami numerosi e molto fitti. Si sconsiglia il consumo delle Ramaria, perché o sono tossiche o comunque insipide ed indigeste, e sempre di difficile differenziazione.
  12. Ramaria formosa (Pers.: Fr.) Quél. 1888 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Basidiomycetes Ordine Aphyllophorales Famiglia Ramariaceae Genere Ramaria Nome italiano Ditola velenosa, Manina tossica. Sinonimi Clavaria formosa Pers. Etimologia Dal greco "formosus" = formoso, bello, per il suo aspetto. Imenoforo La parte fertile di questo fungo è distribuita in modo indistinto su tutta la superficie esterna dei rami. Carne Biancastra con tonalità rossastre a maturità o sulle superfici sottoposte a manipolazione. Fragile e cassante a clima secco, più tenace e maculata con clima umido, odore praticamente nullo, sapore prima amaro e dopo un po' astringente. Habitat Cresce nei boschi di caducifoglie, prediligendo in particolare i querceti e prevalentemente a fine Estate e in Autunno. Microscopia Spore: ellittico-cilindriche, gialle in massa, verrucose 8-13 × 4-6 µm. Basidi: tetrasporici, clavati e con giunti a fibbia. Commestibilità e Tossicità Tossico, l'ingestione produce avvelenamenti con effetti gastroenterici importanti. Osservazioni Una delle poche Ramaria a poter essere classificata macroscopicamente, ciò nonostante è spesso causa di avvelenamenti, anche pesanti, per la raccolta indiscriminata delle manine o ditole che viene fatta senza criterio dai cercatori. Il fatto che le Ramaria a maturità assumano colori smorti e del tutto monotoni deve invitare il principiante alla massima prudenza. Solo l'analisi microscopica riesce a delimitarle con certezza, indagine che come sappiamo, non viene svolta dai cuochi o dalle massaie in cucina. Le Ramaria sono comunque funghi insipidi, poco digeribili, in molti casi seriamente velenosi. Nel loro insieme sono ottime ragioni per abbandonare l'uso alimentare di questi funghi. Del resto non necessariamente tutto ciò che attrae per la sua bellezza deve avere un interesse gastronomico, con le Ramaria è meglio orientare l'innegabile attrazione visiva allo studio, all'osservazione, alla fotografia. Specie simili Grazie ai suoi cromatismi in gioventù non può essere confusa con specie simili, da adulta può invece essere confusa con le Ramaria crescenti nei medesimi habitat e considerate commestibili, quali la Ramaria flava e in particolar modo con la Ramaria flavescens. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Pietro Curti - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Marche; Anno 2004; Foto di Pietro Curti.
  13. Ramaria flavescens (Schaeff.) Peterson; Regione Lombardia; Foto di Massimo Biraghi.
  14. Ramaria flavescens Schaeff. ex R.H.Petersen 1974 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Clavariales Famiglia Clavariaceae Foto e Descrizioni Fungo appariscente, forse per questo motivo da sempre ricercata e raccolta per un consumo alimentare. Riteniamo del tutto privo di odore e sapore questo fungo, non solo, da adulto difficilmente consente una facile determinazione e può quindi essere confuso con Ramaria velenose. Consigliamo quindi di astenersi dalla raccolta per il consumo delle Ramaria, Foto di Pietro Curti.
  15. Phaeoclavulina flaccida var. crispula (Fr.) Franchi & M. Marchetti. Regione Lombardia. Ottobre 2012. Foto di Massimo Biraghi. Ritrovamento sotto Carpino, Quercia e Robinia.
  16. Phaeoclavulina flaccida var. crispula (Fr.) Franchi & M. Marchetti. Regione Lombardia. Settembre 2011. Foto di Massimo Biraghi.
  17. Phaeoclavulina flaccida var. crispula (Fr.) Franchi & M. Marchetti. Regione Lombardia, Fara, Gera D'Adda. Ottobre 2007. Foto di Massimo Biraghi. Ritrovamento in boschetto planiziale con presenza di Farnia.
  18. Phaeoclavulina flaccida var. crispula (Fr.) Franchi & M. Marchetti. Regione Lombardia. Ottobre 2006. Foto e commento di Massimo Biraghi. La macro evidenzia le "crespature" presenti agli apici dei rami. Spore.Long. : N =10 ; D1,9 ; (4,90)0 - 0(6,03) Larg. : N =10 ; D1,9 ; (2,60)0 - 0(3,19) Q : N =10 ; D1,9 ; (1,82)0 - 0(2,09) N° Long. Larg. Q Moy 5,52 2,82 1,96 Min 4,90 2,60 1,82 Max 6,03 3,19 2,09 médiane 5,60 2,78 1,97. Spore verrucose. Presenza di GAF nelle ife imeniali. Sistema ifale. Sistema ifale delle rizomorphe praticamente analogo, con rare ife rigonfie e clavate.
  19. Phaeoclavulina flaccida (Fr.) Giachini 2011 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Clavariales Famiglia Clavariaceae Sinonimi Ramaria flaccida (Fr. : Fr.) Bourdot 1898 Phaeoclavulina flaccida var. crispula (Fr.) Franchi & M. Marchetti 2018 ha le ramificazioni apicali di aspetto crespato e la crescita sotto Fagus sylvatica e particolarmente Quercus spp. la distinguono dalla specie tipo della Sezione Flaccide Ramaria flaccida che ha crescita esclusiva nelle foreste montane di peccio. La specie proposta è stata ritrovata in un bosco planiziale della provincia di Bergamo sotto Farnia. Regione Lombardia; Ottobre 2006; Foto e commento di Massimo Biraghi. (Exsiccatum MB20061027-04) In foto la varietà crispula.
  20. Ramaria fennica (Kast.) Ricken; Regione Piemonte, Ceva; Settembre 2005; Foto di Massimo Biraghi. (Exsiccatum MB20050917-33)
  21. Ramaria fennica (Kast.) Ricken; Regione Piemonte, Ceva; Settembre 2005; Foto di Massimo Biraghi. (Exsiccatum MB20050917-33)
  22. Ramaria fennica (Kast.) Ricken 1920 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Clavariales Famiglia Clavariaceae Regione Lombardia, Val Nure; Foto di Emilio Pini. Bosco di Quercia-Carpino.
  23. Ramaria bourdotiana Maire 1937 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Clavariales Famiglia Clavariaceae Foto e Descrizioni Ramaria trovata a Castelfusano, odore non particolare, manca di un ramo centrale grande, molti rami con andamento parallelo, e ramificazioni piccole sugli estremi dei rami, base biancastra, superficie immutabile al tocco. Basidi di lunghezza fino a 30 µm; spore echinulate, 5,9-7,6 × 2,8-3,9 µm; Qm = 2,0; altezza delle spinule 0,7 µm, con verruche non allineate, spore con profilo laterale a goccia, a seme di mela, con guttula centrale; ife dei rami con GAF grandi e abbastanza facili da individuare. La simile Ramaria stricta (Pers.: Fr.) Quél. ha basidi lunghi fino a 40 µm, spore da finemente verrucose a quasi lisce, è virante al rosso-bruno al tocco. Regione Lazio, Roma, Castelfusano; Dicembre 2011; Foto di Tomaso Lezzi. Foto di Mauro Cittadini. Microscopia Foto di Mauro Cittadini. Foto di Tomaso Lezzi. Spore in Melzer. Spore in blu cotone in Acido lattico a caldo. Spore in Floxina. GAF nei tessuti dei rami.
  24. Ramaria botrytis (Pers. : Fr.) Ricken; Regione Emilia Romagna; Settembre 2006; Foto di Gianni Bonini. Dettaglio dei rami.
  25. Ramaria botrytis (Pers. : Fr.) Ricken; Regione Lazio; Settembre 2014; Foto di Felice Di Palma.
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