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Archivio Micologico

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  1. Lactarius glyciosmus (Fr. : Fr.) Fr. 1838 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Russulales Famiglia Russulaceae Genere Lactarius Sezione Colorati Sinonimi Lactifluus glyciosmus (Fr.) Kuntze 1891 Galorrheus glyciosmus (Fr.) P. Kumm. 1871 Cappello 2-5 (7) cm, piano-convesso, piano e infine leggermente imbutiforme, talvolta con un piccolo umbone centrale. Fragile, più o meno ondulato, margine involuto già da giovane, si distende solo tardivamente. Cuticola finemente feltrata (caratteristica maggiormente apprezzabile con una lente d'ingrandimento), igrofana (quindi di aspetto grasso se ha assorbito acqua). Può presentarsi con notevoli varianti cromatiche: si osservano esemplari dal cappello crema-grigiastro, crema-rosato, bruno-grigiastro chiaro, persino con lievi sfumature carnicine. Imenoforo Lamelle da adnate a subdecorrenti, arcuate, mediamente fitte, intercalate da numerose lamellule. Biancastre-crema, crema, crema-ocracee. Gambo Cilindrico, slanciato, un po' irregolare, anche fusiforme, talvolta ingrossato al centro o alla base, sovente ricurvo. Superficie opaca, subconcolore al cappello. Carne Cedevole, biancastra-crema, odore netto di cocco o foglia di fico. Il sapore è mite poi, tardivamente, si manifesta una lieve acredine. Latice Più o meno abbondante, bianco ed immutabile. Sapore mite poi acre. Habitat Cresce in luoghi umidi, in associazione a Betula spp. Microscopia Spore 6-8 × 5-6 µm, da subglobose a ellittiche, con creste di vario spessore che formano una sorta di zebratura. Commestibilità o Tossicità Non commestibile. Osservazioni Specie caratterizzata dalle dimensioni medio-piccole, dall'habitat presso Betulla, dai cromatismi chiari e dal forte odore di cocco o foglia di fico. Specie simili Si tratta di un Lactarius ben delineato all'interno della Sezione Colorati. Quando si è di fronte ad esemplari tipici e in buone condizioni, l'insieme dei caratteri macroscopici permette una facile determinazione. Lactarius mammosus ha lo stesso aroma ma è di taglia media, ha un cappello feltrato, grigio-brunastro e cresce sotto conifere. Lactarius helvus, di taglia maggiore, cresce in zone umide nei boschi di Picea abies e Pinus spp., ha la superficie pileica feltrata, color camoscio, latice acquoso e trasparente e ha odore di cicoria tostata. Lactarius alpinus e Lactarius lepidotus crescono sotto Alnus viridis e sono di piccole dimensioni. Il primo ha colorazioni albicocca, il secondo grigio-brunastre. Lactarius vietus, pur appartenendo ad un'altra Sezione (Pyrogalini), è un'altra specie che sul campo può portare ad un eventuale confusione a causa dell'ecologia molto simile e per l'habitus generale. Tuttavia il viraggio al grigio-verdastro del latice quando essicca sulle lamellela e la mancanza dell'odore caratteristico di cocco, aiutano a distinguere questo Lactarius. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Massimo e Marco Mantovani - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Lactarius glyciosmus (Fr.: Fr.) Fr., Continente Europa, Finlandia; Agosto 2008; Foto Federico Calledda. Regione Lombardia; Agosto 2009; Foto di Massimo Mantovani. Stessa raccolta fotografata da Massimo Biraghi. Esemplari imbibiti che mostrano una superficie pileica viscida e untuosa. Foto di Massimo Biraghi. Particolare dell'imenoforo di due giovani esemplari. Foto Massimo Mantovani.
  2. Lactifluus glaucescens (Crossl.) Verbeken; Regione Umbria; Agosto 2013; Foto di Luigi Minciarelli. Ritrovamento effettuato in faggeta; altra specie del gruppo dei cosidetti "Albati" (L. vellereus, L. bertillonii, L. piperatus, L. glaucescens) in tal caso riscontriamo analogamente a L. piperatus una cuticola liscia e lamelle fittissime, latice piccante che, differentemente rispetto a L. piperatus, seccando inverdisce e reagisce positivamente al KOH colorandosi di arancio vivo. Notiamo già le sfumature verdastre nelle rosicchiature sul margine di alcuni campioni. Particolare del latice essiccatosi, di colore verdastro. Reazione del latice fresco, al KOH, color arancio.
  3. Lactifluus glaucescens (Crossl.) Verbeken; Regione Umbria; Luglio 2013; Foto di Mario Iannotti. Particolare.
  4. Lactifluus glaucescens (Crossl.) Verbeken; Regione Lombardia; Luglio 2013; Foto e commento di Massimo Biraghi. Molto vicino a Lactifluus piperatus si riconosce macroscopicamente per l'aspetto più compatto dalle colorazioni pileiche più opache e spesso color crosta di pane, margine del cappello a lungo involuto, gambo corto e tozzo, lamelle molto fitte, biancastre con leggeri riflessi glauchi, latice abbondante biancastro che vira al grigio-verdastro a contatto con le lamelle. Utile in caso di dubbio la reazione del latice a contatto con le basi forti, sub nulla in Lactifluus piperatus, di un bel giallo-arancio in Lactifluus glaucescens. Confronto tra le due specie: a sinistra L. piperatus, a destra L. glaucescens. Reazione alle basi forti, in questo caso KOH 30%; subnulla in Lactifluus piperatus, decisamente giallo-arancio in Lactifluus glaucescens. Foto d'insieme delle due specie per meglio osservarne le caratteristiche macroscopiche diverse.
  5. Lactifluus glaucescens (Crossl.) Verbeken; Regione Umbria; Luglio 2011; Foto di Mario Iannotti.
  6. Lactifluus glaucescens (Crossl.) Verbeken; Regione Liguria; Luglio 2009; Foto di Gianluigi Boerio. Bosco di castagno e corbezzolo a 550 m s.l.m., latice che seccando sulle lamelle diviene grigio-verdognolo.
  7. Lactifluus glaucescens (Crossl.) Verbeken; Regione Lombardia; Settembre 2009; Foto di Massimo Mantovani. Il portamento tozzo e massiccio, il pileo biancastro al margine ma macchiato di crema-nocciola al centro e il latice che vira al grigio-verdognolo sono i caratteri da prendere in considerazione per la determinazione.
  8. Lactifluus glaucescens (Crossl.) Verbeken; Regione Lombardia; Settembre 2009; Foto di Gianluigi Boerio. Ritrovamento sotto Fagus sylvatica a 1500 m s.l.m.. Lamelle fitte e latice virante al verde-grigio essicando sulle stesse. Dettaglio delle lamelle e del viraggio del latice sulle stesse dopo alcuni minuti.
  9. Lactifluus glaucescens (Crossl.) Verbeken; Regione Umbria; Giugno 2011; Foto di Mario Iannotti. Macro con evidenza del viraggio del latice su toni grigio-verde.
  10. Lactifluus glaucescens (Crossl.) Verbeken; Regione Umbria; Giugno 2008; Foto e commento di Tomaso Lezzi. Uno dei quattro Lactifllus bianchi di grossa taglia e piuttosto comuni: Lactifllus piperatus e Lactifllus glaucescens, hanno entrambi lamelle molto fitte, ma il primo ha il latice immutabile bianco, mentre nel secondo il latice vira al verde menta. Lactifllus vellereus e Lactifllus bertilloni hanno invece le lamelle meno fitte. Particolare delle lamelle molto fitte e del latice che si è già ossidato ed è diventato glauco (azzurro verdastro), e del latice appena fuoriuscito dalle lamelle, bianco ed abbondante.
  11. Lactifluus glaucescens (Crossl.) Verbeken; Regione Campania; Maggio 2007; Foto e commento di Felice Di Palma. Latice all'atto della secrezione. Latice dopo qualche minuto. Confronto con Lactifluus piperatus.
  12. Lactifluus glaucescens (Crossl.) Verbeken; Regione Campania; Giugno 2005; Foto e commento di Felice Di Palma. Reazione del latice al KOH.
  13. Lactifluus glaucescens (Crossl.) Verbeken; Regione Marche; Foto di Pietro Curti. Due foto fatte al tavolo di studio, che mettono in luce il viraggio molto tardivo del latice in questa specie, appena dopo la sezione. Dopo circa 20 minuti.
  14. Lactifluus glaucescens (Crossl.) Verbeken 2012 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Russulales Famiglia Russulaceae Sinonimi Lactarius pergamenus (Sw.) Fr. 1838 Lactarius glaucescens Crossl. 1900 Il cappello è carnoso, dapprima convesso, poi appianato e infine depresso, talvolta imbutiforme. Il margine, a lungo involuto, è piuttosto spesso ed un po’ ondulato. La cuticola, di colore variabile dal crema-biancastro al crema-brunastro, è opaca, asciutta, vellutata, pruinosa, non separabile. Le lamelle sono fitte, adnate-arrotondate al gambo, con lamellule, di colore crema-biancastro, con lievi riflessi grigio-verdastri, che si macchiano di verdastro se sfregate o per essiccazione del latice. Il gambo è cilindrico o leggermente attenuato alla base, vellutato, pruinoso, rugoloso, di colore biancastro, con macchie bruno-ruggine. La carne è gessosa, soda, crema-biancastra, lentamente verde-grigiastra all'aria, con sapore acre ed odore di fruttato. Il latice è bianco-crema, ma grigio-verdastro per essiccamento a contatto con la carne, con sapore astringente, acre. È una specie che cresce in boschi di latifoglie (Querce e Castagni in particolare), dall'inizio dell’estate a tutto l’autunno. La specie più vicina è il Lactifllus piperatus (Scop.: Fr.) S.F. Gray che si differenzia per il portamento più imbutiforme, il cappello con rugosità concentriche, la reazione negativa del latice al KOH e, soprattutto, per la carne e le lamelle che alla frattura virano al bruno-ruggine. Il Lactifllus vellereus, ed il Lactifllus bertillonii, possiedono dimensioni maggiori e lamelle spaziate e spesse. Il Lactarius controversus Persoon: Fries è facilmente distinguibile per il cappello glassato con chiazze rosa-vinacee, l’habitat esclusivo presso pioppi e per le lamelle di un bel rosa carnicino. Le simili, per portamento, Russula chloroides (Krombholz) Bresadola e Russula delica Fries si distinguono facilmente per l’assenza di latice. Regione Umbria; Giugno 2008; Foto di Tomaso Lezzi. Latice bianco, molto pepato, con viraggio molto lento su toni glauchi. Un particolare delle lamelle, che sono fittissime. Latice bianco, molto pepato, con viraggio molto lento su toni glauchi.
  15. Lactarius fulvissimus Romagn.; Regione Lombardia; Ottobre 2012; Foto, commento e microscopia di Massimo Mantovani. Ritrovamento in un bosco misto di Quercus sp. e Ostrya carpinifolia. Determinare macroscopicamente questo taxon non è sempre facile in quanto appartiene a un gruppo abbastanza complesso formato da specie affini per portamento, colorazioni e caratteristiche organolettiche. Ad ogni modo Lactarius fulvissimus si caratterizza per i cromatismi accesi, esuberanti negli esemplari giovani ma un po’ più spenti con l’età, in quanto a partire dal margine pileico i pigmenti iniziano un po’ a sbiadire. La cuticola appare quasi laccata in gioventù mentre tende a screpolarsi un po’, soprattutto verso il margine, man mano che il carpoforo matura. Il latice vira leggermente al crema pallido se isolato su carta. Un carattere utile per distinguerlo dal simile Lactarius brittanicus è il colore delle lamelle dei giovani esemplari che appare più pallido rispetto a quelle dell’ultima specie. Microscopia Eventuali dubbi macroscopici possono essere fugati con l’ausilio della microscopia. In particolare la pileipellis a ixotricoderma pare piuttosto illuminante per distinguere Lactarius fulvissimus da Lactarius britannicus. Anche le spore, sotto il punto di vista delle ornamentazioni sono abbastanza diverse, in quanto in Lactarius fulvissimus sono sì crestate, ma tendono a formare una sorta di reticolo incompleto, cosa che non avviene con Lactarius britannicus. I macroscistidi non sono molto numerosi e hanno per lo più una forma affusolata. I cheilocistidi misurano fino a 50 μm.
  16. Lactarius fulvissimus Romagn.; Regione Lombardia; Maggio 2010; Foto di Luigi Boerio. Decorazioni sporali, da sporata, in Melzer. Spore in Melzer dopo risciacquo con acqua distillata.
  17. Lactarius fulvissimus Romagn.; Regione Lombardia; Maggio 2010; Foto di Marco Mantovani Visione delle ornamentazioni sporali in Melzer.
  18. Lactarius fulvissimus Romagnesi; Regione Lombardia; Maggio 2010; Foto di Massimo Biraghi, dati macrochimici di Luigi Boerio e Marco Mantovani. Prova dell'isolamento del latice, negativa, il che esclude il sosia Lactarius britannicus e Lactarius britannicus var. fulvissimus, il cui latice, isolato, vira rispettivamente al giallo e al giallo pallido. Reazione al KOH sulla cuticola = verde oliva. Microscopia Da deposito sporale, spore (7)7,5-8,5(9) × (6)6,5-7,5 µm, da subglobose a strettamente ellissoidali con verruche che possono arrivare a 1 µm, da isolate a unite da creste a formare un subreticolo. Pileipellis ixotricoderma, composta da ife cilindriche allungate, con terminazioni non ingrossate, un poco gelificata. Caulopellis tipo "cutis".
  19. Lactarius fulvissimus Romagn. 1954 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Russulales Famiglia Russulaceae Foto e Descrizioni Habitat sotto Carpino nero in posizione ombrosa, colonia di una dozzina di esemplari in tutti gli stadi di crescita. Regione Lombardia; Maggio 2010; Foto di Massimo Biraghi. Foto di Massimo Mantovani. Esemplari giovani. Foto e commento di Gianluigi Boerio. La reazione al KOH 30% è verde-oliva sulla cuticola, negativa sul latice, come negativa è la reazione sulla carne. Il comportamento del latice è stato verificato sia su carta bianca, sia su vetrino. Dopo 3 ore il latice non ha virato, assumendo un colore solo vagamente paglierino-chiaro su carta. Dalle foto di Massimo Biraghi e Massimo Mantovani si nota altresì un carattere piuttosto costante (Basso, 1999) ossia le lamelle chiare negli esemplari giovani, a differenza di Lactarius britannicus che in entrambe le varietà dovrebbe avere lamelle più ocracee sin da giovane. La microscopia della caulopellis fatta da Massimo Biraghi eliminerebbe, secondo Basso, gli eventuali dubbi con Lactarius britannicus var.pseudofulvissimus che sarebbe il trait d'union tra Lactarius fulvissimus e Lactarius britannicus var. britannicus. Heillmann-Clausen et Al. (1998) sinonimizzano le due varietà di Lactarius britannicus con la presente. Viceversa, Rayner (2005) sinonimizza Lactarius fulvissimus a Lactarius britannicus (senza varietà). Dalla letteratura consultata, risulta una raccolta precoce, non frequente a tali date. Bibliografia BASSO, M.T., 1999. Lactarius Pers. Fungi Europæi. Vol 7. Alassio (SV): Ed. Mykoflora. HEILMANN-CLAUSEN, J., VERBEKEN, A. & VESTERHOLT, J., 1998. The genus Lactarius. Fungi of Northern Europe. Vol. 2. The Danish Mycological Society, Danimarca: Ed. Svampetryk. RAYNER, R.W., 2005. British Fungus Flora. Russulaceae: Lactarius. Vol.9. Edimburgo: Ed. Royal Botanic Garden. Dettaglio latice, bianco, leggermente opalescente. Reazione della cuticola al verde oliva con KOH 30%, quasi istantanea.
  20. Lactarius fuliginosus (Fr. : Fr.) Fr.; Regione Umbria; Giugno 2008; Foto di Tomaso Lezzi. Cappello vellutato, color camoscio, marmorizzato, con margine liscio, gambo più chiaro, ma non bianco. Latice bianco che diventa lentamente rosa carico salmonato, e molto più tardi color senape, ma che rimane bianco se isolato su carta. Piccante. Particolare delle lamelle con il latice piccante bianco, che diventa lentamente color rosa carico salmonato, e molto più tardi color senape, ma che rimane bianco se isolato su carta.
  21. Lactarius fuliginosus (Fr. : Fr.) Fr.; Regione Lombardia; Settembre 2008; Foto di Emilio Pini.
  22. Lactarius fuliginosus (Fr : Fr.) Fr. 1838 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Russulales Famiglia Russulaceae Foto e Descrizioni Si tratta di un Lactarius che predilige le latifoglie, ma non esclusivo delle stesse. Caratteristico il viraggio del latice sulle lamelle al rosa salmone, diversamente se isolato dal contesto, rimane bianco immutabile. Il sapore può risultare acre, ma in alcuni casi anche dolce, le lamelle, poco fitte e di color crema, assumono a maturità colori salmonati; la carne bianca vira all'aria se esposta al rosa salmone. Lactarius della sezione Plintoghalus, caratterizzata da specie con cappello asciutto, vellutato, latice che vira dal rosa al mattone. Lactarius fuliginosus è caratterizzato dal gambo concolore al cappello, color cafelatte, spore subreticolate, e creste basse, alte non più di 1 µm, cuticola con cellule subsferiche con lunga appendice cilindrica, arrotondata all'estremità, non settata. Microscopia Spore subreticolate, e creste basse, alte non più di 1 µm. Cuticola con cellule subsferiche con lunga appendice cilindrica, arrotondata all'estremità, non settata. Specie simili Lactarius acris con cuticola leggermente viscida, sapore acre e spore con creste arrotondate, alte, staccate le une dalle altre. Lactarius azonites, con gambo bianco, spore con creste alte fino a 1,5 µm, poco reticolate, peli della cuticola settati. Lactarius pterosporus, reazione gialla al KOH sulle lamelle, con spore vistosamente alate, senza intersezioni delle creste. Lactarius romagnesii, con spore con reticolo completo, e creste alte fino a 2 µm. Lactarius ruginosus, con spore subreticolate con creste alte fino a 2 µm. Lactarius subruginosus, con odore di cocco. Lactarius fuliginosus (Fr. : Fr.) Fr.; Regione Umbria; Giugno 2020; Foto di Tomaso Lezzi. Spore subreticolate, e creste basse, alte non più di 1 µm. Cuticola con cellule subsferiche con lunga appendice cilindrica, arrotondata all'estremità, non settata.
  23. Lactarius fraxineus Romagn. 1964 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Russulales Famiglia Russulaceae Foto e Descrizioni Talvolta si può restare comunque piuttosto perpellessi, ad un primo esame visivo, anche nel determinare questa specie. Propongo infatti un confronto tra Lactarius fraxineus (a sinistra) e Lactarius quietus (a destra). Lactarius quietus ha una colorazione abbastanza sovrapponibile a quella di Lactarius fraxineus, ma la cuticola è asciutta e glassata e appare ben diversa da quella umida e viscida di quest'ultimo. In questo senso trovare entrambe le specie con un bosco zuppo di pioggia come nel caso proposto non è un grande aiuto. Le lamelle sono mediamente più fitte nel primo, mentre il Latice è mite in Lactarius quietus e acre in Lactarius fraxineus. Regione Lombardia; Ottobre 2012: Foto e descrizione di Massimo Mantovani. Il nome rimanda al rapporto simbiontico con il Frassino, tuttavia è possibile rinvenire questa specie anche sotto altre essenze decidue, come Carpino, Quercia e Castagno. Può essere confuso con Lactarius quietus, ma il portamento e le caratteristiche generali lo avvicinano molto a Lactarius hysginus. Un altra caratteristica macroscopica che ne permette la determinazione è il latice che seccando sulle lamelle ingrigisce. Questo è uno dei motivi per cui viene collocato nella Sottosezione Pyrogalini. Seconda raccolta molto esuberante, avvenuta in una radura aperta, a terreno argilloso con presenza anche di Betulla e Pino silvestre.
  24. Lactarius fluens Boud.; Regione Marche; Ottobre 2010; Foto di Pietro Curti. Macro pileo, imenoforo e gambo.
  25. Lactarius fluens Boud.; Regione Lombardia; Agosto 2006; Endine Gaiano. (Exsiccatum MB20082006-22)
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