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Archivio Micologico

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  1. Ciboria amentacea (Balb. : Fr.) Fuckel. 1870 Tassonomia Divisione Ascomicota Subdivisione Pezizomycotina Classe Leotiomycetes Sottoclasse Leotiomycetidae Ordine Helotiales Famiglia Sclerotiniaceae Genere Ciboria Nome italiano Non risultano nomi volgari per questa specie. Etimologia Dal Latino amentum = amento, per l’habitat di crescita Sinonimi Hymenoscyphus amentaceus (Balb.) W. Phillips. 1887 Peziza amentacea Balb. 1804 Descrizione originale Cupulis longe stipitatis (ca. 1unciam altis) stipite firmo, primo concavis, demum explanati, extus fuscis, disco pallidiore, 2 lines latis; ascis elongatis, stipitatis, 8sporis, 150 mik. long ., 6 Mik. Crass.; sporidiis monostichis, ovatis, continuis, jalinis, 6 Mik. long., 3 Mik. crass. Ascoma Apotecio 3-10 mm a forma di coppa, inizialmente semichiuso, poi espanso, disteso. Imenoforo, ocra, ocra-bruno, liscio. Superficie esterna, concolore e leggermente pruinosa. Orlo finemente ciliato, biancastro e presto con aspetto crenulato. Gambo lungo 10-30 mm, sottile, cilindrico, irregolare, concolore. Odore e sapore non significativi. Carne Fragile, ceracea, ocra-brunastra. Microscopia Aschi 100-150 × 8-10 µm, cilindrici-claviformi, ottosporici, aporinchi, leggermente amiloidi all’apice. Parafisi cilindriche, settate, ramificate verso la base, apice largo fino a 5 µm. Spore 7,5-10,5 × 4-6 µm lisce, da subfusiformi a irregolarmente ellittiche. Excipulum ectale a textura subglobosa-globosa. Habitat Raccolta in Pianura Padana, località Agnadello (CR), in prossimità di una roggia lungo un filare di Alnus glutinosa, su amenti maschili marcescenti, in inverno. Commestibilità e Tossicità Senza nessun interesse alimentare. Specie simili Ciboria caucus (Rebent.: Fr.) Fuckel è di dimensioni minori, colorazioni più su tonalità marroni e cresce su amenti femminili di Populus spp., Salix spp., Corylus spp., microscopicamente ha spore leggermente più grandi (fino a 11 µm), ellissoidali. Ciboria coryli (Schellenb.) N. F. Buchw. cresce su amenti femminili di Corylus avellana, si distingue principalmente per le spore più grandi (9-15,5 × 6-8 µm). Ciboria vidifusca (Fuckel) Höhn (= Ciboria amenticola (P. Karst.) Boud.) cresce su amenti femminili di Alnus spp., presenta microscopicamente spore più piccole (6-9 × 3-4 µm). Osservazioni Ciboria amentacea appartiene a un gruppo abbastanza omogeneo e di difficile interprezione, un elemento importante per la determinazione è il riconoscimento del substrato di crescita formato da infiorescenze in via di decomposizione di varie essenze arboree, che sono esclusivi da specie a specie. Bibliografia AA.VV., 2000. Nordic Macromycetes. Ascomycetes. Flora Agaricina Neerlandica. Vol. 1. Ed. Nordsvamp. BREITENBACH, J. & KRÄNZLIN, F., 1984. Champignons de Suisse. Ascomycetes. Vol. 1. Lucerna: Ed. Verlag Mykologia. ELLIS, M.B. & Ellis, L.P., 1998. Microfungi on Land Plants. An Identification Handbook. Portland, Oregon, U.S.A.: Ed. Timber Press. FUCKEL, L., 1870. Symbolae Mycologicae, Beitrage zur Kenntniss der rheinischen pilze. Jahrbuchern des Nassauischen Vereins für Naturkunde 23-24: 1–459. MEDARDI, G., 2006. Atlante fotografico degli Ascomiceti d'Italia. Ed. AMB. PHILLIPS, W.A., 1887 Manual of the British Discomycetes London SACCARDO, P.A., 1887. Sylloge fungorum omnium hucusque cognitorum. Vol. VII, Hymenomycetum. Ed. Patavii. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Massimo Biraghi e Angelo Mariani- Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Lombardia, Agnadello (CR); Febbraio 2010; Foto di Sergio Mombrini. Foto di Angelo Mariani. Foto di Massimo Biraghi. Microscopia Aschi 100-150 × 8-10 µm, cilindrici-claviformi, ottosporici, aporinchi, leggermente amiloidi all’apice. Foto di Angelo Mariani. Foto di Massimo Biraghi. Ciboria amentacea (Balb.) Fuckel. Base degli aschi aporinca. Foto di Angelo Mariani. Parafisi cilindriche, settate, ramificate verso la base, apice largo fino a 5 µm. Foto di Angelo Mariani. Spore 7,5-10,5 × 4-6 µm lisce, da subfusiformi a irregolarmente ellittiche. Foto di Massimo Biraghi. Excipulum ectale a textura subglobosa-globosa. Foto di Angelo Mariani. Foto di Massimo Biraghi.
  2. Chroogomphus rutilus (Fr.) Massee; Regione Umbria; Ottobre 2014; Foto Stefano Rocchi. Sotto Pino.
  3. Chroogomphus rutilus (Fr.) Massee; Regione Sardegna; Ottobre 2013; Foto di Franco Sotgiu.
  4. Chroogomphus rutilus (Fr.) Massee; Regione Lombardia; Ottobre 2012; Foto di Massimo Biraghi.
  5. Chroogomphus rutilus (Fr.) Massee; Regione Lazio; Dicembre 2011; Foto di Felice Di Palma.
  6. Chroogomphus rutilus (Fr.) Massee; Regione Toscana; Novembre 2009; Foto e commento di Alessandro Francolini. Ritrovamento a Monte Giovi; 500 m s.l.m., sotto Pino nero. Tipicamente con lamelle molto decorrenti sul gambo, sporata di colore bruno-oliva-nerastro, cappello vischioso a tempo umido e di colore variabile (dal grigio-brunastro al bruno-ocra al color laterizio, anche con sfumature giallastre o olivacee a riflessi color rame). Le lamelle sono concolori al cappello nei giovani esemplari, poi con toni olivastri e infine più scuri a maturazione delle spore. Gambo concolore al cappello ma con base che sfuma al giallastro; anche la carne, di colore rabarbaro, ocra, rosa salmone, sfuma al giallo cromo alla base del gambo. Habitat legato ai Pini a due aghi. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 500: “È commestibile di scarso valore. Chroogomphus helveticus è simile ma ha lamelle più chiare e cappello vellutato, secco, non vischioso, taglia generalmente minore e predilige i boschi montani di conifere. Chroogomphus fulmineus cresce nei boschi termofili tipici dell’ambiente mediterraneo e presenta sia sul cappello che sul gambo sfumature rosso vermiglio-arancio vivo. Si deve prestare invece molta attenzione a non confonderlo con alcuni pericolosissimi cortinari come il Cortinarius orellanus e in particolare ilCortinarius speciosissimus. In determinate condizioni il cappello del nostro fungo si può presentare secco e con colorazioni bruno-aranciate assomiglianti a questi Cortinarius. Altri elementi simili sono l’umbone acuto e la cortina che avvolge le lamelle dei giovani, molto simile a quella deiCortinarius. Per poter riconoscere con certezza il nostro fungo bisogna osservare attentamente le lamelle che devono essere chiaramente decorrenti sul gambo e non smarginato-uncinate come nei Cortinarius citati in precedenza; infine la sporata è color ocra nei Cortinarius e non nerastra. Le lamelle di color verde glauco sono sintomo di attacco del parassita Penicillium glaucum (Ascomycetes).” Lamelle molto decorrenti sul gambo.
  7. Chroogomphus rutilus (Fr.) Massee; Regione Lombardia; Novembre 2009; Foto di Gianluigi Boerio.
  8. Chroogomphus rutilus (Fr.) Massee, Regione Sardegna; Novembre 2009; Foto di Felice DI Palma.
  9. Chroogomphus rutilus (Fr.) Massee; Regione Lombardia; Ottobre 2008; Foto di Massimo Biraghi.
  10. Chroogomphus rutilus (Fr.) Massee; Regione Lombardia, Clusone (BG); Novembre 2007; Foto di Federico Calledda.
  11. Chroogomphus rutilus (Fr.) Massee; Regione Marche; Settembre 2007; Foto di Pietro Curti. Giovanissimi esemplari, in cui si può osservare la cortina.
  12. Chroogomphus rutilus (Fr.) Massee; Regione Sardegna, Gallura; Ottobre 2006; Foto di Giovanni Satta. Cuticola. Lamelle. Sezione con il giallo cromo alla base del gambo.
  13. Chroogomphus rutilus (Fr.) Massee, Regione Toscana, M.te Amiata; Settembre 2005; Foto e commento di Tomaso Lezzi. Ritrovamento in un bosco di Pino nero. Particolare delle lamelle e della parte alta del gambo.
  14. Chroogomphus rutilus (Fr.) Massee 1964 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Boletales Famiglia Gomphidiaceae Foto e Descrizioni Cappello umbonato e superficie viscida con tempo umido, lamelle spaziate e nettamente decorrenti, grigio nerastre per la maturazione delle spore, gambo decorato con zebrature evidenti nel tratto inferiore, liscio e provvisto di zona anulare nel tratto superiore. Carne color crema, giallo cromo alla base del gambo, cresce sotto Pinus. Regione Umbria; Ottobre 2011; Foto e commento di Tomaso Lezzi. Un particolare della sporata nera depositata sulla cortina.
  15. Chroogomphus helveticus (Singer) Moser; Svizzera; Luglio 2015; Foto di Roberto Cagnoli
  16. Confronto tra: Chroogomphus helveticus (Singer) Moser e Cortinarius speciosissimus Kühner & Romagn.; Regione Trentino Alto-Adige; Settembre 2011; Foto di Pietro Curti. Una delle cause prime di avvelenamenti letali in Trentino legati al consumo diffuso del ciodello (Chroogomphus helveticus (Singer) Moser) a sinistra, confuso talora con il letale Cortinarius speciosissimus Kühner & Romagn. a destra. Stesse tonalità della carne. Diversa la sporata sulle lamelle, ocraceo rossastra in Cortinarius speciosissimus grigio nerastra in Chroogomphus helveticus, diversa anche la morfologia, adnate smarginate nel primo, lungamente decorrenti nel secondo.
  17. Chroogomphus helveticus (Singer) Moser, Settembre 2009 Trentino, foto di Massimo Biraghi. Imenoforo.
  18. Chroogomphus helveticus (Singer) Moser, Regione Lombardia, Agosto 2008, foto di Massimo Mantovani.
  19. Chroogomphus helveticus (Singer) Moser, Luglio 2008 Trentino, foto di Franco Sotgiu.
  20. Chroogomphus helveticus (Singer) Moser, Svizzera, Agosto 2007, foto di Federico Calledda. Confronto tra Cortinarius speciosissimus (primo a sinistra) e Chroogomphus helveticus.
  21. Chroogomphus helveticus (Singer) Moser, Settembre 2007 Trentino, foto di Pietro Curti. Giovane esemplare.
  22. Chroogomphus helveticus (Singer) Moser, Regione Trentino, foto di Felice Di Palma.
  23. Chroogomphus helveticus (Singer) Moser, Regione Trentino, Mese di Agosto 2005, foto di Gianni Bonini. Dettaglio.
  24. Chroogomphus helveticus (Singer) Moser, Regione Trentino, Mese di Agosto 2005, foto di Gianni Pilato.
  25. Chroogomphus helveticus (Singer) Moser, Foto di Pietro Curti.
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