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Polyporus arcularius (Batsch : Fr.) Fr. 1821
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Polyporus arcularius (Batsch : Fr.) Fr.; Regione Campania; Maggio 2007; Foto di Felice Di Palma. -
Polyporus arcularius (Batsch : Fr.) Fr. 1821
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Polyporus arcularius (Batsch : Fr.) Fr. 1821 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Polyporales Famiglia Polyporaceae Foto e Descrizioni Specie riconoscibile per le seguenti caratteristiche: cappello rotondeggiante (fino a 5 cm di diametro) con gambo pressoché centrale; pori ampi, allungati radialmente e con geometria prevalentemente esagonale; imenoforo color crema-biancastro; superficie pileica minutamente villoso-scagliosa, da giallastra-ocracea a bruna, più scura al centro, con margine ciliato; il gambo è leggermente ricurvo alla base, concolore all'imenoforo, e presenta di solito una fine punteggiatura concolore al cappello. I dissepimenti (le "pareti" che individuano i pori) possono presentare dei piccoli dentini sporgenti. Il simile Polyporus brumalis si presenta con pori più piccoli (da 2 a 3 pori per mm) rotondeggianti o poco angolosi; tubuli brevemente decorrenti sul gambo che è grigio-brunastro e leggermente squamoso; cappello bruno-giallastro più o meno scuro, con margine liscio o finemente ciliato. Regione Umbria; Aprile 2009; Foto di Tomaso Lezzi. -
Polyporus alveolaris (DC. : Fr.) Bondartsev & Singer 1941
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Polyporus alveolaris (DC. : Fr.) & Singer; Regione Lombardia; Aprile 2013; Foto di Massimo Biraghi. -
Polyporus alveolaris (DC. : Fr.) Bondartsev & Singer 1941
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Polyporus alveolaris (DC. : Fr.) & Singer; Regione Friuli Venezia Giulia, Cividale del Friuli; Settembre 2012; Foto di Nicolò Parrino. -
Polyporus alveolaris (DC. : Fr.) Bondartsev & Singer 1941
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Polyporus alveolaris (DC. : Fr.) & Singer; Regione Friuli Venezia Giulia; Dicembre 2009; Foto di Nicolò Parrino. -
Polyporus alveolaris (DC. : Fr.) Bondartsev & Singer 1941
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Polyporus alveolaris (DC. : Fr.) & Singer; Regione Lombardia, località Annunciata, Piancogno; Aprile 2010; Foto di Lorenzo Martinelli. -
Polyporus alveolaris (DC. : Fr.) Bondartsev & Singer 1941
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Polyporus alveolaris (DC. : Fr.) & Singer; Regione Lombardia, Canonica d'Adda; Aprile 2010; Foto di Massimo Biraghi. Ritrovamento su tronco di Populus. -
Polyporus alveolaris (DC. : Fr.) Bondartsev & Singer 1941
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Polyporus alveolaris (DC. : Fr.) & Singer; Regione Lombardia; Aprile 2009; Foto di Massimo Mantovani. -
Polyporus alveolaris (DC. : Fr.) Bondartsev & Singer 1941
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Polyporus alveolaris (DC. : Fr.) & Singer; Regione Lombardia; Aprile 2008; Foto di Massimo Biraghi. -
Polyporus alveolaris (DC. : Fr.) Bondartsev & Singer 1941
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Polyporus alveolaris (DC. : Fr.) & Singer; Regione Lombardia, parco Itala Osio Sotto; Aprile 2008; Foto di Massimo Biraghi. -
Polyporus alveolaris (DC. : Fr.) Bondartsev & Singer 1941
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Polyporus alveolaris (DC. : Fr.) Bondartsev & Singer; Regione Lombardia; Foto di Massimo Biraghi. Vista imenio. -
Polyporus alveolaris (DC. : Fr.) Bondartsev & Singer 1941
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Polyporus alveolaris (DC. : Fr.) Bondartsev & Singer 1941 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Polyporales Famiglia Polyporaceae Sinonimi Polyporus mori (Pollini) Fr. 1821 Foto e Descrizioni Regione Lombardia; Aprile 2006; Foto di Massimo Biraghi. Cappello di dimensioni contenute da 2 a 7 cm., presenta una superficie pileica da giallo-arancio ad ocracea ricoperta da piccole squamule appiattite e di forma triangolare di colore brunastro, tendono a scomparire in maturazione, margine ondulato o lobato. Imenio composto da tubuli corti, biancastri, giallognoli in maturità, pori molto ampi disposti radialmente e appena decorrenti sul gambo. Gambo corto, anche assente, cilindrico, di colore giallastro con zona basale brunastra. Carne coriacea con contesto sottile e biancastro. Habitat cresce su rami di latifoglia (Frassino, Olmo, Nocciolo, Tiglio, Faggio, ecc.) generalmente in primavera (aprile, maggio), non molto comune. -
Pluteus variabilicolor Babos 1978
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Pluteus variabilicolor Babos; Regione Lombardia, Parco di Monza (MI); 30 Maggio 2013; Foto e commenti di Massimo Biraghi. Spore subglobose Long. : N =30 ; dMd ; (4,9)5,2 - 5,7 - 6,5(6,6) Larg. : N =30 ; dMd ; (4,0)4,396 - 4,6 - 5,4(5,7) Q : N =30 ; dMd ; (1,1)1,09 - 1,2 - 1,3(1,4) N° Long. Larg. Q Moy 5,81 4,9 1,2 Min 4,98 4,0 1,1 Max 6,60 5,7 1,4 Media 5,74 4,8 1,2 Lxl: N= 30 ; dMd; (4,9)5,16-5,7-6,5(6,6) x (4,0)4,4-4,6-5,4(5,7) Qm= 1,2 Elementi della pileipellis: in alcune ife si può osservare una limpida pigmentazione gialla. Cutis Sez. Celludoderma, sottosezione Mixtini. -
Pluteus variabilicolor Babos 1978
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Pluteus variabilicolor Babos; Regione Lazio; Novembre 2014; Foto di Tomaso Lezzi Esemplare giovanissimo che mostra già la striatura sul bordo del cappello. Foto di Mario Iannotti. -
Pluteus variabilicolor Babos 1978
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Pluteus variabilicolor Babos 1978
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Pluteus variabilicolor Babos 1978 Tassonomia Ordine Agaricales Famiglia Pluteaceae Genere Pluteus Sezione Celluloderma Sottosezione Mixtini Sinonimi Pluteus castri Justo & E.F. Malysheva = Pluteus castroe Justo & E.F. Malysheva. Etimologia Dal latino Pluteus = tettoia e variabilicolor = di colore variabile, per il colore del cappello, che assume tonalità dal giallo, all'arancio, all'arancio bruno. Cappello Di dimensioni medie, 3-10 cm, ampio, liscio, striato anche fino a metà cappello, giallo, arancio, arancio-bruno, con umbone centrale più scuro, spesso radialmente rugoloso-venato, soprattutto al centro e negli esemplari maturi, igrofano. Imenoforo Lamelle libere, piuttosto fitte, ventricose, prima bianche poi rosa, con presenza di lamellule in rapporto lamelle/lamellule = 1/1, con bordo flocculoso, concolore o biancastro. Gambo 3-7 × 0,4-1,5 cm, cilindrico, leggermente ingrossato alla base, striato-fibrilloso su tutta la lunghezza, di colore giallo, con riflessi rossastri alla base negli esemplari maturi. Carne Contesto bianco-giallastro, giallo arancio sotto la superficie della cuticola, senza odore né sapore particolari. Habitat Cresce singolarmente o cespitoso, in gruppi più o meno grandi di esemplari su tronchi o resti legnosi in decomposizione di latifoglie Quercus cerris (Cerro), Quercus frainetto (Farnetto), Castanea sativa (Castagno). Commestibilità o Tossicità Non commestibile. Microscopia Microscopia effettuata su campioni freschi e exsiccata provenienti dal Lazio e dalla Lombardia. Sporata rosa in massa. Spore 5,5-7,0 × 4,5-5,5 (6,0) µm, in media 6,0 × 4,9 µm, Q = 1,1-1,4; Qm = 1.22, ampiamente ellissoidali, subglobose, a parete sottile. Basidi 25-32 × 6-8 µm, clavati, tetrasporici. Cheilocistidi fusiformi, lageniformi, 50-90 × 25-30 µm, ialini, a parete sottile, spesso con brevi, ampie appendici al vertice (mucronati). Pleurocistidi non frequenti, fusiformi, lageniformi o utriformi, 60-160 × 20-40 µm. Pileipellis formata da un imeniderma di elementi terminali clavati, arrotondati o cilindrici più corti e da cellule allungate 40-200 × 22-40 µm, con pigmento giallo intracellulare. In alcune aree della cuticola l'imeniderma con cellule brevi è fortemente predominante; in altre parti sono fortemente predominanti le cellule allungate. Spesso i due tipi di elementi sono misti indipendentemente dal fatto che si trovino al centro o sul margine del pileo. Stipitipellis una cutis di ife cilindriche di 2-3 µm di larghezza. Caulocistidi presenti su tutta la lunghezza del gambo, 13-70 × 3-15 µm, cilindrico-claviformi, fusiformi, spesso mucronati, di solito raggruppati in gruppi. GAF non osservati Osservazioni Il genere Pluteus è suddiviso tradizionalmente in sezione Pluteus, con pleurocistidi a parete spessa (metuloidi) e abitualmente con uncini apicali; sezione Hispidoderma con pleurocistidi non metuloidi e pileipellis costituita da cellule allungate (Q>3); sezione Celluloderma sottosezione Eucellulodermini con pleurocistidi non metuloidi e pileipellis costituita unicamente da cellule sferopeduncolate o clavate con Q<3; sezione Celluloderma sottosezione Mixtini con pleurocistidi non metuloidi e pileipellis costituita da cellule sferopeduncolate o clavate con Q<3, frammiste a cellule allungate con Q>3. I campioni studiati mostrano cuticola con elementi clavati con Q sia maggiore che minore di 3, misti a elementi cilindrici molto allungati. Secondo gli schemi tradizionali appartiene quindi alla sottosezione Mixtini. Le analisi molecolari delle sequenze ITS 1, ITS 2, mostrano che Pluteus variabilicolor appartiene alla stessa clade di Pluteus leoninus, quindi insieme a specie appartenenti alla sezione Hispidodermini. Tutto sommato questo dato non è così sorprendente, considerato il notevole allungamento degli elementi clavati della pileipellis. Un altro dato molto interessante emerso dalle analisi molecolari è stata la conferma di una supposizione basata sull'osservazione dei caratteri macroscopici e microscopici, cioè che Pluteus castri = Pluteus castroi è da ritenersi un sinonimo di Pluteus variabilicolor, anche se dagli autori della specie sono stati osservati nella pileipellis solo gli elementi clavati e non quelli cilindrici allungati (Justo et al. 2011), (Lezzi et al., 2014). Somiglianze Pluteus variabilicolor per il suo vivace colore giallo aranciato si può confondere solo con altre specie di colore simile. Macroscopicamente i caratteri distintivi sono il margine spesso abbondantemente rigato e microscopicamente la struttura della cuticola composta da elementi clavati più o meno corti, misti, a zone, a ife cilindriche, allungate. Pluteus leoninus (Schaeff. : Fr.) P. Kumm ha pileipellis di tipo tricoderma con ife terminali erette, spesso settate, strettamente fusiformi. Pluteus chrysophaeus (Schaeff.) Quél ha la pileipellis formata da un imeniderma di cellule sferopeduncolate, in alcuni casi leggermente piriformi. Pluteus aurantiorugosus (Trog) Sacc. ha cappello di color arancio rossastro. La pileipellis è un imeniderma di cellule esclusivamente globose, sferopeduncolate. Pluteus romellii (Britzelmayr) Saccardo ha solo il gambo giallo, ma cappello marrone. La pileipellis è un imeniderma di cellule esclusivamente globose, sferopeduncolate. Bibliografia AA.VV., 1990. Pleurotaceae, Pluteaceae and Tricholomataceae I. Flora Agaricina Neerlandica. Vol. 2. Curatori: Noordeloos, M.E., Kuijper, T.W. & Vellinga, E.C. AA.VV., 2008. Funga Nordica. Agaricoid, boletoid and cyphelloid genera. Ed. Nordsvamp. BABOS, M., 1978. Pluteus studies, I. (Basidiomycetes, Pluteaceae). Annales Historico-Naturales Musei Nationalis Hungarici. Budapest 70: 93–97. BABOS, M., 1980. Mycological examination of sawdust depots in Hungary. Studia Botanica Hungarica 15: 31–44. CITERIN M., EYSSARTIER G., 1998. Cle Analytique du genre Pluteus Fr., Documents Mycologiques 111 (vol. 28) JUSTO, A., MINNIS, AM., GHIGNONE, S., MENOLLI, N., CAPELARI, et al. 2011. Species recognition in Pluteus and Volvopluteus (Pluteaceae, Agaricales): morphology, geography and phylogeny. Mycological Progress 10: 453–479. JUSTO, A., VIIZZINI, A., MINNIS, AM., MENOLLI, N., CAPELARI, et al. 2011. Phylogeny of the Pluteaceae (Agaricales, Basidiomycota): taxonomy and character evolution. Fungal Biology 115: 1–20. LEZZI, T., VIZZINI, A., ERCOLE, E., MIGLIOZZI, V. e JUSTO, A., 2014. Phylogenetic and morphological comparison of Pluteus variabilicolor and P. castri (Basidiomycota, Agaricales). doi:10.5598/imafungus.2014.05.02.06. IMA Fungus · 5(2): 415-423. [Data di accesso: 13/01/2015]. MIGLIOZZI, V., 2011. Pluteus variabilicolor, specie frequente nella cerreta di Macchiagrande di Manziana (RM). Parliamo di funghi. 19(1): 3–9. ORTON P.D. (1986) Pluteaceae: Pluteus and Volvariella, British Fungus Flora 4 (ed) Agarics and Boleti. Royal Botanic Garden, Edinburgh Scheda di proprietà AMINT realizzata da Tomaso Lezzi - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Lazio; Maggio 2013; Foto di Tomaso Lezzi. Ritrovamento su legno di Quercia a terra. Dimensioni medie, cappello di ca. 3 cm, liscio, rigato fino a metà, con umbone centrale più scuro. Colore uniforme giallo nettamente aranciato. Lamelle abbastanza fitte, prima bianche poi rosa, con presenza di abbondanti lamellule. Gambo cilindrico, giallo, striato-fibrilloso su tutta la lunghezza, leggermente ingrossato alla base. Habitat su legno, ritrovamento su rami a terra di Quercia. Spore largamente ellissoidali, subglobose. Basidi banali, clavati, tetrasporici. Cheilocistidi fusiformi, frequentemente con appendice corta e larga all'estremità (mucronati). Pileipellis di tipo misto con elementi terminali claviformi e elementi allungati. (Mixtini). GAF non osservati. Pileipellis con elementi terminali claviformi, ed elementi allungati, anche fortemente allungati. (Mixtini). Osservazione a 100×. Osservazione a 400×. Confronto significativo di due elementi affiancati della pileipellis, uno clavato e l'altro fortemente allungato. Cheilocistidi fusiformi frequentemente con appendice corta e larga all'estremità (mucronati). Spore largamente ellissoidali, subglobose. -
Pluteus tricuspidatus Velen. 1939
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Pluteus tricuspidatus Velenovsky; Regione Trentino Alto Adige; Agosto 2014; Foto di Tomaso Lezzi. Raduno Scientifico CSP35 di Braies (BZ). Pluteus con cuticola costituita da ife subparallele e rialzate. Presenza di pleurocistidi con parte spessa e terminazioni uncinate, che ne determinano l'appartenza alla sezione Pluteus. Filo delle lamelle scuro per la presenza di cheilocistidi con pigmento diffuso disciolto. Filo delle lamelle scuro per la presenza di cheilocistidi con pigmento diffuso disciolto. Gambo fortemente fibrilloso. Cuticola costituita da ife subparallele e rialzate, rosso Congo, 100×. Cheilocistidi. 400×. Vicino al filo della lamella i primi pleurocistidi che si incontrano hanno una forma intermedia tra i cheilocistidi sferopeduncolati e i pleurocistidi veri e propri con parete spessa e estremità uncinate. Questo tipo di cistidi mostrano una sola punta centrale, parete spessa, e vengono definiti in inglese magnus-type. Acqua, 400× Pleurocistidi. 400×. -
Pluteus tricuspidatus Velen. 1939
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Pluteus tricuspidatus Velenovsky, Regione Trentino, Valmaggiore (Predazzo); Foto e commenti di Luca Mistè. Microscopia effettuate su 3 exsiccata raccolte in agosto 2005, 2007 e 2008. Sporata in massa rosa. Spore (5,7)6,1-7,3(8,1) × (3,9)4,2-5,1(5,4) µm; Q=1,3-1,6; Qm=1,4 ellissoidi normalmente con grossa guttula centrale e apicolo poco visibile. Basidi quadrisporici a forma cilindrico-ventricosa, 20-30 × 6,0-10,0 µm con sterigmi lunghi 2-3(4) µm. Pleurocistidi fusiformi a parete spessa e sommità con uno o più uncini (lamprocistidi o cistidi metuloidi), molto abbondanti. Dimensioni 65-105×15-25 µm. Cheilocistidi pigmentati di bruno a parete sottile, piriformi, sferopeduncolati o ellissoidi. Dimensioni (15)20-45×8-20 µm. GAF presenti nella pileipellis. Pileipellis una cutis di ife allungate distese settate di larghezza 10-15 µm e elementi terminali più rigonfi 70-100(140) × 10-20 µm. Presentano pigmento vacuolare bruno disciolto e giunti a fibbia (circa 50% dei casi). Pileocistidi assenti. Stipitipellis simile alla pileipellis con ife cilindriche settate con pigmento vacuolare bruno di lunghezza 70-120 µm e larghezza 6-10 µm. Caulocistidi assenti. Spore ellissoidali con grossa guttula centrale Basidi cilindrico-ventricosi tetrasporici Ancora un basidio con uno sterigma bene in evidenza (lughezza fino a 4 µm) Pleurocistidi fusiformi a parete spessa e sommità con uno o più uncini (lamprocistidi o cistidi metuloidi) comuni a tutta la sez. Pluteus del Genere Altri pleurocistidi Ancora la faccia della lamella con i pleurocistidi Un pleurocistidio monouncinato tipo-magnus presenti in numero ridotto a ridosso del filo lamellare in molte specie della sez. Pluteus, tra cui anche il Pluteus cervinus I cheilocistidi piriformi pigmentati di bruno che danno il caratteristico colore scuro al filo lamellare Ancora cheilocistidi con la caratteristica forma a palloncino Come nel Pluteus cervinus, anche qui tra la faccia e il filo lamellare sembra ci sia un'area di transizione tra i cheilocistidi e i pleurocistidi. Sono visibili dei cistidi con punta allungata e con materiale cellulare accumulato sulla sommità che ne ispessisce la parete Trama lamellare inversa caratteristica del genere Pluteus Particolare della trama lamellare con attaccatura delle acrofisalidi (ife rigonfie presenti in alcuni generi tra cui i Pluteus) nel subimenio e direzione verso il centro della lamella Pileipellis a cutis, ife coricate con pigmentazione bruna (osservazione in acqua) Particolare di un giunto a fibbia della pileipellis Stipitipellis con ife allungate e pigmentate -
Pluteus tricuspidatus Velen. 1939
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Pluteus tricuspidatus Velen. 1939 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Pluteaceae Genere Pluteus Sezione Pluteus Sinonimi Pluteus atromarginatus (Konrad) Kuhner 1935 Pluteus nigrofloccosus (R. Schulz) J. Favre 1948 Etimologia Pluteus: dal latino, macchina d'assedio con tettoia di legno. tricuspidatus: dal latino = a tre punte (riferito ai pleurocistidi). Cappello 4-10 cm di diametro, da giovane emisferico-campanulato poi a maturità convesso o appianato, spesso con un largo umbone centrale. Il colore è marrone scuro, a volte quasi nerastro soprattutto al centro. Carnosità media. La cuticola, viscida a tempo umido, presenta fibrille innate radiali e in zona discale scagliosità irte soprattutto a tempo secco. Il margine ha orlo ondulato e disteso, non striato. Imenoforo Lamelle libere al gambo, piuttosto fitte e sempre intercalate da lamellule. Sono di forma ventricosa e di color rosa pallido nel giovane e poi gradualmente rosa salmone. Il filo è intero, con minuscole fioccosità visibili con la lente e quasi sempre bruno-nerastro (visibile soprattutto guardando lateralmente la lamella), un carattere distintivo per questa specie. Gambo 4-12 cm in lunghezza e 0,5-2 cm di spessore, da cilindrico, con sommità più o meno attenuata, a claviforme, con base dilatata fino a semibulbosa. Di colore biancastro ma interamente solcato da fibrille brune, sericee, spaziate. Carne Fungo eterogeneo (cappello che si stacca facilmente dal gambo per la diversa struttura ifale). La carne è abbastanza soda soprattutto nel gambo, più fragile nel cappello. Colore biancastro marmorizzato. Inodore, con sapore mite. Habitat Cresce dall'estate all'autunno nei boschi, su ceppi e detriti legnosi di conifere (Picea, Pinus). Crescita singola o a piccoli gruppi, spesso su segatura. Commestibilità o Tossicità Commestibile scadente anche per la fibrosità del gambo. Osservazioni L'aspetto macroscopico richiama molto quello del più diffuso Pluteus cervinus, ma il filo lamellare bruno ci aiuta velocemente nel riconoscimento della specie in esame. Specie simili Come detto sopra è confondibile con il Pluteus cervinus che ha però il filo lamellare concolore alla lamella e odore rafanoide. Il filo lamellare brunastro è anche caratteristico del Pluteus umbrosus che si distingue per il cappello interamente peloso-squamuloso e la crescita su latifoglie. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Luca Mistè - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Trentino, Valmaggiore, Predazzo; Foto di Luca Mistè. Nella prima immagine due esemplari cresciuti su segatura di Picea abies con la cuticola disidratata per l'esposizione al sole. -
Pluteus thomsonii (Beck. & Broome) Dennis 1948
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Pluteus thomsonii (Beck. & Broome) Dennis; Regione Sardegna, Montiferru; Ottobre 2013; Foto di Franco Sotgiu. -
Pluteus thomsonii (Beck. & Broome) Dennis 1948
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Pluteus thomsonii (Beck. & Broome) Dennis; Regione Umbria; Maggio 2010; Foto di Mario Iannotti. Pluteus di piccole dimensioni, presenta un cappello solcato da venature in rilievo di colore bruno-castano, il gambo è cilindrico, slanciato, grigiastro, pruinoso. La specie in esame è stata rinvenuta al margine di una ceppaia marcescente, riconducibile ad Quercus sp., si caratterizza per una marcata venosità presente sulla superficie del cappello, che dal centro, simulando una ragnatela, si estende fino al margine dello stesso. Quando la presenza di questo elemento è così marcata non ci sono dubbi sulla sua determinazione. -
Pluteus thomsonii (Beck. & Broome) Dennis 1948
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Pluteus thomsonii (Beck. & Broome) Dennis; Regione Lombardia; Novembre 2009; Foto di Emilio Pini. -
Pluteus thomsonii (Beck. & Broome) Dennis 1948
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Pluteus thomsonii (Beck. & Broome) Dennis; Regione Lazio; Novembre 2006; Foto di Felice Di Palma. -
Pluteus thomsonii (Beck. & Broome) Dennis 1948
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Pluteus thomsonii (Beck. & Broome) Dennis; Regione Sardegna; 2006; Foto di Franco Sotgiu. -
Pluteus thomsonii (Beck. & Broome) Dennis 1948
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Pluteus thomsonii f. evenosus (kühner) citéren & Eyssartier; Regione Lombardia; Dicembre 2013; Foto, descrizione e microscopia di Angelo Mariani. Pluteus di piccola taglia, cappello 12-18 mm di diametro, convesso, appianato, a volte leggermente depresso, umbonato, privo di venature in rilievo, grigio-bruno chiaro da umido, grigiastro da asciutto, sempre con umbone bruno scuro; orlo striato per trasparenza. Lamelle prima bianco-grigiastre poi rosate, libere al gambo. Gambo 20-23 × 1,5- 2 mm, cilindrico, bianco-grigiastro, grigiastro, pruinoso. Odore non percepito. Spore 6,5-8 × 5,3-6,5 µm, da subglobose a globose, lisce; cheilocistidi 25-65 × 10-20 µm, ventricosi, fusiformi, generalmente con appendice filiforme; pleurocistidi non osservati; pileipellis a imeniderma con cellule clavate, ventricose, fusiformi, alcune con sommità appendicolata; caulipellis formata da ife parallele settate con presenza di caulocistidi a forma simile ai cheilocistidi; g.a.f. assenti. In un parco pubblico su legnetti interrati. Note Per la struttura della pileipellis questo pluteus è inserito nella Sez. Celluloderma Sottosez. Mixtini. Particolare imenio. Pileo. Microscopia Spore. Basidi. Cheilocistidi. Pileipellis. Caulicutis.